Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

11 giugno 2013

Immigrati: 58 sbarcano in Calabria in barca a vela, anche bimba
(AGI) - Botricello (Catanzaro), 11 giu. - Sono 58 gli immigrati sbarcati la scorsa notte sulla spiaggia di Botricello, in provincia di Catanzaro. Il gruppo e' arrivato con una barca a vela che e' stata fatta arenare nei pressi dell'arenile. A bordo anche cinque donne e una bambina che e' stata curata dal personale medico del 118. Complesse le operazioni di salvataggio, a causa del forte vento e del mare mosso. Per questo gli immigrati sono stati fatti scendere su un gommone che ha fatto la spola con la spiaggia. Gli immigrati sono stati accompagnati, in via momentanea, nel vecchio palazzo comunale della cittadina. Sul posto sono intervenuti carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, vigili del fuoco, ambulanze del 118 e della croce rossa e associazioni di volontariato. Due persone sono state fermate perche' sospettate di essere gli scafisti.



Appello dagli antropologi al ministro Kyenge "Lo ius soli non basta, serve più integrazione"
sostegno al progetto di integrazione dei cittadini migranti e dei loro discendenti. Gli studiosi sono coinvolti nell'analisi dei complessi processi di contatto interculturale che investono il mondo contemporaneo, da quelli provocati dalle migrazioni a quelli connessi con lo scambio planetario delle merci. Ne scaturiscono forme innovative di moltiplicazione della diversità culturale e conflitti che azzerano diversità
la Repubblica.it, 11-06-2013
CRISTINA PAPA *
ROMA - L'Anuac, l'Associazione nazionale universitaria degli antropologi culturali, esprime alla Ministra Cécile Kyenge la propria solidarietà e il suo sostegno al progetto di integrazione dei cittadini migranti e dei loro discendenti. Specialisti dello studio dei fenomeni culturali, gli antropologi sono coinvolti appieno nell'analisi dei complessi processi di contatto interculturale che investono il mondo contemporaneo, da quelli provocati dalle migrazioni a quelli connessi con lo scambio planetario delle merci. Ne scaturiscono forme innovative di ibridazione e moltiplicazione della diversità culturale, ma anche conflitti che tentano di azzerare tale diversità e pratiche di discriminazione ed esclusione.
Una battaglia con più fronti. E' dunque necessario combattere a diversi livelli, compreso quello normativo, disuguaglianze che producono inevitabilmente disagio e disgregazione sociale. In particolare sosteniamo con entusiasmo la sua proposta di modificare le norme vigenti per l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei giovani nati nel nostro Paese, figli di migranti, modificandole nella direzione di un'apertura allo ius soli. Si tratta di una misura di giustizia sociale nei confronti di concittadini fortemente penalizzati e marginalizzati dalla legislazione vigente, persone che molti di noi conoscono come soggetti delle nostre ricerche, ma prima ancora e sempre di più, come nostri vicini di casa e nostri studenti nelle aule universitarie.
L'importanza della coesione sociale. Nel contempo, è necessario accompagnare questo processo di cambiamento normativo con una costante vigilanza nella lotta al pregiudizio, al razzismo, alla discriminazione di genere e alla disuguaglianza sociale. Le esperienze di altri Paesi europei dimostrano infatti che, benché il possesso della cittadinanza sia certamente un elemento significativo, da solo non sia sufficiente a garantire l'eliminazione delle disuguaglianze e l'affermazione delle pari opportunità. In un Paese come il nostro, storicamente caratterizzato da forti diversità socio-culturali, alcune delle quali si riconoscono anche in gruppi organizzati con impronta localistica quando non razzista, risulta inoltre cruciale promuovere, oltre all'integrazione, anche la coesione sociale attraverso il riconoscimento del contributo offerto da tutti coloro che vivono in Italia.  L'Anuac è pronta a mettere a disposizione le sue competenze per sostenere lo sviluppo e l'adozione delle politiche tese a favorire la convivenza sociale che la Ministra, d'intesa con il governo, intenderà adottare.
* Cristina Papa presidente Anuac



“Figli di immigrati nati in Italia hanno diritto alla cittadinanza”
Appello alla consegna della Costituzione a 91 famiglie
lA sTAMPA.IT, 11-06-2013
Erica Giraudo
fossano -L’altro pomeriggio a «Cascina Sacerdote» a Fossano consegna, da parte del sindaco Francesco Balocco, della Costituzione a 91 famiglie di immigrati (su 273 che vivono in città) con figli minorenni nati in Italia, ma non riconosciuti come cittadini italiani. Prima della cerimonia ufficiale la tavola rotonda «Cittadinanza: diritti e doveri» con Franco Chittolina (presidente Associazione per l’incontro delle culture in Europa) e Luisella Lamberti (Ufficio stranieri Cgil Cuneo).
“È importante che il Parlamento arrivi a decretare quello che è un diritto sancito in moltissime nazioni» ha detto il sindaco Francesco Balocco



Immigrazione, Kyenge: “L’Italia è meticcia, lo ius soli sarà figlio del paese nuovo”
Intervenuta a Padova, il ministro dell'Integrazione ha incontrato gli studenti del liceo Cornaro, dove un mese fa erano comparse scritte razziste contro di lei. Che i ragazzi stessi avevano provveduto a cancellare. "Insulti e offese di quel genere sono rivolti non a me, ma a tutti"
Il Fatto Quotidiano, 10-062013
‘La forma di ius soli che si troverà sarà figlia della nuova fotografia dell’Italia”. Lo ha affermato il ministro per l’Integrazione Cecilie Kyenge a Padova in un’inziativa pubblica a cui hanno partecipato gli studenti del liceo Cornaro dove un mese fa erano comparse scritte razziste rivolte anche contro di lei.  Gli stessi allievi le avevano rimosse e avevano inviato una lettera alla Kyenge invitandola a Padova. In materia di immigrazione e cittadinanza “il Paese deve dare risposte alla nuova fotografia – ha chiarito il ministro -. L’Italia oggi è un paese meticcio dove convivono tante culture e tante persone che provengono da tanti paesi”. Di qui la necessità di cambiare nel segno dei diritti. E la risposta sull’integrazione “passa per iniziative parlamentari delle due Camere”.
“Il ministero – ha aggiunto – lavorerà sulla sensibilizzazione e semplificazione altri aspetti sono a carico del Ministero dell’Interno, della Difesa, degli Esteri e dell’Istruzione con i quali ho il compito di dialogare”. E ancora: “Contro ogni discriminazione – ha poi rilevato – c’è la convenzione di Ginevra che l’Italia ha sottoscritto, e utile per favorire l’integrazione c’è anche la necessità e la mia volontà che la politica usi toni distensivi. La politica deve essere l’esempio e uno stimolo per l’integrazione”.
Da tutte le associazioni è venuta forte la richiesta di accelerare sulle riforme per avere la cittadinanza in tempi rapidi e certi, sul diritto di voto e sui permessi di soggiorno complicati da burocrazia e costi. “Tutti i partiti, tranne la Lega – ha rilevato – si sono detti pronti a giungere ad una legge sullo Ius soli”. Però, il ministro tiene a precisare: “Per dare questa risposta e le tante altre è che il Governo deve durare cinque anni”. Ma ha anche assicurato l’attenzione del Governo prova ne è “che il premier Enrico Letta ha avuto la lungimiranza di volere questo ministero e di affidarlo ad una donna, a una madre ma anche una migrante e che ha la memoria di queste esperienza”.
Riferendosi alle scritte razziste comparse sui muri, Cecile Kyenge ha affermato di ritenere “necessario cambiare l’ottica con cui vengono percepiti questi insulti e queste offese. Infatti non sono indirizzati soltanto alla sottoscritta, ma ogni persona, e i giovani lo stanno dimostrando, stanno rispondendo e facendo vedere questa faccia dell’Italia migliore”.



Genova è multietnica, immigrati quadruplicati
Il Secolo XIX, 10-06-2013
Genova - I cittadini stranieri nella Provincia di Genova sono quadruplicati in un decennio passando dai 16 mila del 2000 ai 65 mila del 2010. È il dato emerso dall’analisi del centro studi Medì presentata oggi a Genova a Palazzo Tursi. L’incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione è passata dal 6,2% del 2008 al 7,4% del 2011.
Un trend in crescita nonostante la crisi economica abbia rallentato i flussi migratori: diminuisce il tasso di incremento della popolazione immigrata, ma non il numero complessivo. Sono 146 le nazionalità di tutto il mondo presenti a Genova: il 38,9% proviene dall’America centro-meridionale, il 18,7% dall’Europa centro-orientale, il 15,9% dall’Africa, l’11,3% dai nuovi Paesi Ue, il 10,4% dall’Asia, il 3,6% dall’Ue e l’1,1% da altre zone.
Gli incrementi più consistenti dell’ultimo periodo riguardano Romania e Bulgaria, Ucraina, Federazione Russa, Moldova, Bangladesh, Cina, India e Pakistan. Sono stati 12.356 gli studenti stranieri iscritti negli istituti genovesi nell’anno scolastico 2011/2012, l’11,2% del totale (109.707 studenti). L’età media della popolazione di cittadinanza straniera è di 12 anni più bassa di quella degli italiani. Imponente il valore annuale delle “rimesse in patria” degli stranieri, un volume complessivo stimato di 195 milioni di euro che dalla Liguria “vola” all’estero.
Le aree di destinazione delle rimesse sono il Sud-America (40%), i paesi europei (27%), l’Africa (17%) e l’Asia (16%). Le differenze medie nelle rimesse pro-capite variano dai circa 400 euro degli albanesi, ai 1.000-1.400 euro di cinesi, romeni, ucraini, marocchini, i 1.800-2.200 euro di ecuadoriani e peruviani, fino ai 6.000 euro dei senegalesi.



Il vigile e i post anti rom: un mese di sospensione
CIRDI, 11-06-2013
BOLOGNA – Le accuse di «razzismo in divisa» e gli anatemi di assessori e consiglieri comunali, l’espulsione dal sindacato di base Usb e la segnalazione alla Procura. E ora sul vigile Giovanni C., 36 anni, calabrese, ex carabiniere, in servizio da un anno al nucleo territoriale Navile della polizia municipale, cala la mannaia della commissione disciplinare: un mese di sospensione dal servizio, con lo stipendio a zero per i primi 10 giorni e al 50 per cento per gli altri 20.
Tutto per quelle frasi senz’altro infelici, magari offensive e sprezzanti, sugli «zingarelli» da «sgomberare», scritte dal vigile sul suo profilo Facebook (dove appare con un altro cognome) e accompagnate da commenti di un altro utente (che ha il cognome vero del vigile) ben più pesanti: «Puzzano e rubano», «Dovrebbero esplodere in un solo colpo, dovrebbero saltar fuori le budella», mentre Giovanni C. alla fine li chiama «povera gente». La sanzione è severa, di quelle che in genere, dicono gli addetti ai lavori, puniscono il doppio lavoro, gravi negligenze, danni al patrimonio pubblico.
Il caso era stato sollevato con grande enfasi da Zero in condotta, il quotidiano online diretto dall’ex consigliere comunale Valerio Monteventi. Giovanni C. si è presentato lunedì mattina davanti alla commissione presieduta dal dirigente comunale Giorgio Codicè e formata da altre due funzionarie. Scaricato dall’Usb a cui era iscritto, si è fatto assistere da Stefano Mingoia e Paolo Sarasini, il segretario bolognese e quello regionale del sindacato autonomo Sulpm.
«Mai avuto comportamenti razzisti, se ho commesso una leggerezza è stata quella di non cancellare il commento di un altro», ha detto in sostanza Giovanni davanti ai suoi giudici. «Le mie parole sono state travisate». Alla commissione hanno presentato anche le dichiarazioni di colleghi che attestano la professionalità e la preparazione di Giovanni, nonché di persone che gli sono grate per averlo aiutato in strada. La commissione ha dato ragione al vigile per metà, dando atto di non aver rilevato comportamenti razzisti e pericolosi, ma comunque ritiene che Giovanni abbia leso l’immagine del corpo di polizia municipale e del Comune di Bologna. «Non me l’aspettavo, pensavo molto meno», ha detto Giovanni ai colleghi. Sembra scontata l’impugnazione davanti al giudice del lavoro, ma intanto la sentenza dovrà essere scontata.
Fonte: Corriere.it



Calabria, striscioni shock di Forza Nuova: ''L'immigrazione uccide!''     
Strill.it, 11-06-2013
Di seguito la nota di Forza Nuova Calabria: I militanti calabresi di Forza Nuova, alle prime luci dell'alba hanno effettuato dei blitz simbolici in tutta la Calabria affiggendo alle sedi del PD, nei luoghi del degrado dove vi sono bivacchi d'immigrati e sui muri dei centri cittadini, decine di striscioni con scritto: “l'immigrazione uccide!”, molti striscioni erano accompagnati da una sagoma di mano insanguinata. Le Città interessate: Crotone, Catanzaro, Lamezia, Rossano, Reggio Calabria, Cosenza, ed altri borghi minori.
La scelta di “colpire” simbolicamente e maggiormente le sedi PD deriva dal fatto che contestiamo vivamente, la pressione che gli esponenti di questo partito (il ministro Cécile Kyenge
ed il deputato Khalid Chaouki in testa) hanno avviato promuovendo lo Ius Soli, quindi di fatto una società multietnica già fallita in partenza, basta vedere i casi di cronaca che stanno interessando nelle ultime settimane tutta Europa, Italia compresa.
Forza Nuova chiede la tutela dell'attuale Ius Sanguinis, il rimpatrio degli immigrati ed il blocco totale dell'immigrazione e contestualmente di utilizzare a favore delle famiglie italiane (sempre più colpite dalla crisi), le ingenti somme previste per l'accoglienza degli immigrati. Ricordiamo inoltre che l'immigrazione distrugge i popoli invasi, ma è un mortale salasso sociale anche per i popoli d'origine. Concludiamo ricordando che un “Kabobo” poterebbe aggirarsi anche per le strade di Calabria.



La Caritas di Roma attiva uno sportello contro lo sfruttamento lavorativo.
Prevista attività di monitoraggio e di sostegno legale per le vittime.
Immigrazioneoggi, 11-06-2013
Il Centro di ascolto stranieri della Caritas di Roma, in via delle Zoccolette 19, ha attivato un servizio di “monitoraggio sul rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari in caso di sfruttamento lavorativo”.
L’attività verterà sui casi definiti dall’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione e, in particolare, sull’attuazione del dlgs 109 del 16 luglio 2012 che recepisce la direttiva 2009/52/CE “sulle sanzioni e sui provvedimenti da applicare nei confronti dei datori di lavoro che sfruttano cittadini extracomunitari in condizione irregolare”.
Per queste ragioni il Centro ascolto stranieri si propone di: monitorare ed aggiornare la normativa nella sua applicazione ed evoluzione; monitorare il fenomeno attraverso i settori del Centro ascolto della Caritas, effettuare dei colloqui a seguito delle segnalazioni per presunto sfruttamento lavorativo; intervenire presso gli organi preposti (Commissariati, Procura, Questura ecc.).

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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