Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

16 aprile 2012

L’assurda burocrazia del gratuito patrocinio per i richiedenti asilo
l'Unità, 14-04-2012
L’assenza di un’organica, puntuale e civile legge sull’asilo in Italia, svela continue contraddizioni. Ne è un esempio quanto accaduto a un signore originario del Mali, qualche settimana fa, a Roma. Lo stesso decide di presentare ricorso al parere negativo della Commissione territoriale sulla richiesta di protezione internazionale. Non avendo risorse economiche per far fronte alle spese legali, chiede di essere ammesso al gratuito patrocinio. E qui arriva la sorpresa: ottiene risposta negativa perché sembra che la sua istanza fosse carente di motivazioni. Mancava, infatti, il certificato riguardante il suo status economico (in cui è indicato l’eventuale possesso di immobili o il reddito percepito da precedenti lavori…) rilasciato dall’Ambasciata del suo Paese. Un documento difficile da ottenere per chi, come il signore del Mali, chiede allo Stato italiano di essere protetto dal suo Paese di origine, rappresentato all’estero dalla stessa ambasciata. Oltre a questa evidente difficoltà ce ne sono delle altre, perché la persona richiedente asilo non è detto che sia arrivata in Italia direttamente dal proprio Paese. A volte, infatti, dal momento della partenza passano anche diversi anni, e così un’eventuale attestazione dell’Ambasciata risulterebbe imprecisa. Si tratta inoltre di certificati che sono pagati fino a 50 euro. La soluzione sarebbe quella che l’avvocato accettasse un’autocertificazione dell’assistito e che, dunque, concedesse il gratuito patrocinio in maniera più semplice a quanti si presentano come richiedenti asilo. Se invece è quella attuale la linea per l’ammissione ai patrocini che seguirà l’ordine degli avvocati di Roma, molti dei richiedenti asilo non avranno più la possibilità di accedere al ricorso contro il mancato riconoscimento.



Respinti alla frontiera italiana e rimandati in Svizzera. La polizia: "Usato il pennarello per scrivere sulle loro mani, era l'unico modo di identificarli"
Clandestini marchiati con il numero, è polemica
la Repubblica, 16-04-2012
Franco Zantonelli
LUGANO - Un numero tatuato con il pennarello, sulla mano dei clandestini, per "sveltire" il loro rimpatrio in Svizzera. È successo, lo scorso 21 marzo, a Domodossola, ad una cinquantina di tunisini, entrati in Italia dalla Confederazione. «Erano le 3 di notte, gli avevamo ritirato il passaporto e dato, in cambio, un tagliando con un numero, però continuavano a perderlo, allora il numero glielo abbiamo scritto sulla mano», conferma serafico un funzionario della polizia di frontiera italiana. «Se non li avessimo rimandati in Svizzera entro le 8.30 della mattina, avremmo dovuto tenerli qui, in stazione, per tutto il giorno», aggiunge un po' stupito che, oltreconfine, tanto in Svizzera che in Francia, da dove i clandestini provenivano, quel numero tatuato abbia sollevato un polverone, contribuendo ad evocare vecchi fantasmi della storia europea.
Del caso si è occupato nei giorni scorsi anche il quotidiano francese "Liberation": quella procedura, ha sottolineato, «richiama momenti bui». In un primo tempo "Liberation" era convinto che, a utilizzare quel metodo maldestro, fosse stata la polizia transalpina. «Questi sistemi non ci appartengono, non intendiamo assolutamente passare per dei barbari», aveva nel frattempo respinto con sdegno l'accusa, il comandante delle guardie di frontiera francesi, Jean-Michel Comté. «Identificare delle persone con un numero è una pratica umiliante e vessatoria che viola l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo», ha deplorato, dal canto suo, Jean-Pierre Banderia, il gip della città di Nîmes, cui è toccato occuparsi di alcuni dei clandestini, respinti a Domodossola. Fatto sta che, dopo la netta presa di distanza dei francesi, il settimanale elvetico "Matin Dimanche" è risalito fino a Domodossola, grazie anche alla testimonianza del tenente colonnello, Jean-Luc Boillat, delle guardie di confine elvetiche. «Abbiamo constatato dei numeri verdi e rossi, tatuati sulle mani dei tunisini, durante il loro tragitto in treno da Domodossola alla Svizzera», la testimonianza dell'ufficiale. «Sono stati i miei stessi uomini a segnalarmelo, però eravamo di fretta, i clandestini erano tanti e non abbiamo approfondito la questione», ha aggiunto Boillat. Secondo il quale i nordafricani si erano riversati in massa, in Italia, dalla Francia, dopo che si era sparsa la voce di un'imminente sanatoria. Alla fine, invece, niente visto, rimpatrio veloce con quel tatuaggio imbarazzante e la promessa che sarebbe bastato lavarsi le mani, per farlo sparire.



Consulta degli immigrati domani l’ok del Consiglio
Casteddu on line, 16-04-2012
L’assemblea comunale deve approvare il regolamento del nuovo organismo Ventuno rappresentanti saranno eletti da tutte le comunità cittadine
Luoghi di aggregazione cercansi
Quando si parla di immigrati, il primo problema da affrontare riguarda i luoghi di ritrovo, di aggregazione, e conseguentemente di culto. La domenica è facile notare gli assembramenti di badanti dell’Est dalle parti di piazza Deffenu; non una occupazione manu-militari della piazza ma la scelta per sentirsi parte di una comunità. Fornire adeguati spazi è una forma di civiltà, prima ancora che di opportuna integrazione. Lo stesso vale per la moschea. Luogo aperto dove montare i gazebo, o locale comunale che sarà ristrutturato dai musulmani? Spetta alla giunta decidere.
CAGLIARI Via libera alla Consulta degli immigrati: domani il regolamento del nuovo organismo di rappresentanza della comunità straniera e apolide approda in Consiglio comunale. E sarà il primo passo di un percorso che entro la fine dell’anno potrebbe portare alle elezioni di presidente, ufficio di presidenza (cinque membri) e Consulta (quindici componenti). Gli immigrati in città sono circa seimila. Un quinto di loro arriva dalla Filippine. Ma sono consistenti sotto il profilo dei numeri anche le comunità cinesi, senegalesi e ucraine. Il regolamento prevede che ciascun gruppo possa essere rappresentato nella Consulta. Cosa un po’ difficile per gli apolidi: l’annuario statistico del Comune parla di una sola persona. «Siamo contentissimi – spiega Sebastiano Dessì, consigliere comunale di Sel, uno dei promotori dell’iniziativa – di essere arrivati a questo punto: il nostro obiettivo è quello di consentire alle comunità non italiane di partecipare attivamente alla vita della città. Si tratta di un organo consultivo e sarà un’importante occasione di confronto sulle decisioni che riguardano tutti. Vediamo l’immigrazione come una risorsa per Cagliari». Un organismo che si occuperà di temi legati alle esigenze della comunità, ad esempio luoghi di culto e di aggregazione, ma non soltanto. Una maniera per assicurare una integrazione sempre maggiore nel tessuto sociale ed economico della città. Sino a qualche decennio fa la comunità di stranieri più numerosa era quella dei senegalesi. Ma negli ultimi anni la comunità filippina è salita alla prima posizione con 1217 residenti. Al secondo posto l’Ucraina, con 757 immigrati. Poi Cina, Romania, Senegal, Bangladesh e Pakistan. In tutto sono più di cento le nazionalità presenti in città. Un caleidoscopio di culture. La scelta della consulta non è una decisione estemporanea di Sel, partito che ha espresso il sindaco Zedda, ma fa parte del programma elettorale della coalizione e della giunta. Obiettivo finale è la partecipazione degli immigrati alle scelte amministrative. Altrove le scelte sono state anche più drastiche. In Toscana, ad esempio, gli immigrati hanno eletto un “consigliere comunale aggiunto”, che partecipa regolarmente alle riunioni dell’assemblea civica, esprimendo il suo parere. Qui sarà scelta una soluzione meno diretta, con una assemblea che sceglie i suoi rappresentanti direttamente. «Possiamo permetterci, per i piccoli numeri – conclude Dessì – e per le caratteristiche delle comunità di affrontare questo tema con realismo, senza tensioni e pregiudizi». (s.a.)



Il Consiglio dei ministri impugna la legge della Regione Lombardia che prevede restrizioni alle attività commerciali dei cittadini stranieri.
Per il Governo la legge 3/2012 contrasterebbe con i principi comunitari e statali in materia di condizione dei cittadini stranieri.
Immigrazioneoggi, 16-04-2012
Il Consiglio dei ministri del 13 aprile ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale della legge Regione Lombardia n. 3 del 27 febbraio 2012 “Disposizioni in materia di artigianato e commercio e attuazioni della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno. Modifiche alle leggi regionali 30 aprile 2009, n. 8 (Disciplina della vendita da parte delle imprese artigiane di prodotti alimentari di propria produzione per il consumo immediato nei locali dell'azienda) e 2 febbraio 2010, n. 6 (Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere)”.
Secondo il Governo, la legge lombarda contiene disposizioni restrittive in materia di esercizio di attività commerciali da parte di cittadini di Paesi non europei e dell’Unione europea che contrastano con i principi comunitari e statali in materia di condizione giuridica degli stranieri, tutela della concorrenza e disciplina delle professioni con violazione dell’articolo 117, commi 1, 2, lett. a e lett. e), e 3, della Costituzione, e in materia di rilascio e rinnovo delle concessioni del suolo pubblico per l’esercizio del commercio che contrastano con la normativa statale e comunitaria in materia di servizi con violazione degli art. 117, commi 1 e 2, lett. e), della Costituzione.



Maxirissa sul bus di Borgo Mezzanone Coinvolti cento ospiti del Cara, un arresto
I carabinieri ferma un 19enne turco di etnia curda La lite scaturita da tre posti occupati sul mezzo
Corriere della sera, 16-04-2012
Antonella Caruso
FOGGIA - I carabinieri di Foggia hanno arrestato un cittadino turco di etnia curda di 19 anni che il 14 aprile scorso avrebbe originato una rissa che aveva coinvolto un centinaio di immigrati extracomunitari tra turchi e africani provenienti dal Cara, il Centro accoglienza richiedenti asilo di Borgo Mezzanone. La rissa era scoppiata a bordi di uno degli autobus che collega Borgo Mezzanone a Foggia, e che da sempre sono al centro di tensioni tra immigrati e anche italiani.
I FATTI - Sabato scorso il cittadino curdo sarebbe salito sull'autobus e avrebbe occupato tre posti sostenendo che attendeva degli amici, impedendo così ad alcuni immigrati africani di sedersi. Ne sarebbe nata una violenta rissa a cui avrebbero preso parte un centinaio di persone. Il curdo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, era in possesso di una lancia artigianale. per sedare la rissa erano intervenute una cinquantina di persone tra forze dell'ordine e polizia municipale, allertati dallo stesso autista dell'Ataf.



Tentata rapina e rissa tra immigrati al quartiere Libertà
Un rumeno voleva rapina il titolare di un internet point
BariLive.it,
16-04-2012
Il quartiere Libertà, si sa, è un quartiere al confine del mondo, dove ai baresi doc si sono unite negli ultimi anni persone provenienti dall’Africa, dall’Est Europa e dall’Asia e dove diverse culture si sono amalgamate dando vita ad uno dei quartieri più popolosi della città.
Proprio qui, purtroppo, si è verificato un fatto di cronaca, proprio tra uomini che hanno condiviso l’esperienza dell’emigrazione. Alle ore 14.25 di ieri, in via Sagarriga Visconti, la Polizia ha proceduto all’arresto di un cittadino rumeno di 37 anni, COCIU Viorel, pregiudicato, resosi responsabile del reato di tentata rapina aggravata.
Tutto è cominciato quando l’uomo è entrato in un internet point della zona, l’Asia Store, dove spesso persone di nazionalità straniera si recano per effettuare telefonate e mettersi in contatto con i propri familiari distanti chilometri e chilometri.
Ieri però il 37enne pregiudicato si è recato nell’internet point con l’obiettivo preciso di asportare l’incasso. Da quanto riferito agli agenti di Polizia dalla parte lesa, nonché titolare dell'attività commerciale, un 41enne originario del Bangladesh, il malvivente era entrato nel locale in un momento di scarsa affluenza di utenti e con il pretesto di servirsi del bagno, si era avvicinato al bancone della cassa e con aria minacciosa aveva intimato al titolare di consegnargli l’incasso.
Tra i due è scoppiata subito una rissa furibonda, a  cui hanno preso successivamente parte, e in difesa del proprietario del locale, dapprima un cliente, e poi altri connazionali che hanno udito le urla dalla strada.
Quando gli agenti di Polizia sono giunti sul posto, hanno potuto solo constatare la presenza di diversi uomini sull'uscio del locale che in questo modo avevano impedito la fuga del malvivente in attesa del loro arrivo.
Alla vittima, i sanitari del Policlinico hanno diagnosticato un trauma facciale con frattura dell’arco zigomatico destro e cervicalgia post-traumatica, mentre la persona indicata quale autore del reato è stata rinchiusa nel carcere di Bari.



Caserta: seminario “Informazione e Immigrazione: conoscere la Carta di Roma e la sua applicazione”.
Iniziativa Unar e Fnsi per promuovere la conoscenza della Carta di Roma.
Immigrazioneoggi, 16-04-2012
Questa mattina a Caserta a partire dalle ore 10,30 presso la Sala conferenze del Centro dei servizi sociali e culturali del Comune nel Palazzo Sant’Agostino (ingresso dal Villaggio Torre in via Mazzini 16) si terrà il seminario Informazione e Immigrazione: conoscere la Carta di Roma e la sua applicazione, una iniziativa promossa dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) e dalla Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) e organizzata dalla Associazione stampa della Provincia di Caserta, in collaborazione con il Comune di Caserta e l’Ordine dei giornalisti della Campania.
Il seminario è il terzo di un ciclo di incontri (il primo si è tenuto a Bari e il secondo a Crotone) che a maggio si concluderà in Sicilia, voluti da Fnsi e da Unar per promuovere la conoscenza della Carta di Roma nelle regioni del Sud Italia. La Carta di Roma è il protocollo deontologico per i giornalisti sui richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, approvato il 12 giugno 2008 dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione della stampa italiana, d’intesa con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), che pone l’attenzione sulla necessità di sostenere un’informazione responsabile e che prenda le distante da comportamenti non corretti e superficiali e dalla diffusione di informazioni alterate e imprecise.
Il seminario affronterà il tema del fenomeno immigrazione nel territorio casertano con Nello Zerillo dell’associazione Nero e non solo e Gianluca Castaldi della Caritas ed una analisi sugli stereotipi e pregiudizi nella trattazione giornalistica dell’immigrazione con Grazia Naletto dell’associazione Lunaria, aderente all’associazione Carta di Roma, che cura da due anni un Libro Bianco sul Razzismo in Italia con uno spazio specifico dedicato ai mass-media. Marco Buemi, esperto Unar, modererà la discussione. A fine mattinata si terrà una tavola rotonda con i caporedattori e direttori della stampa regionale sulla Carta di Roma e le linee guida per la sua applicazione. Dopo il dibattito verrà inaugurata la mostra Promisedland con 20 scatti di Giovanni Izzo.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links