L’esposto per la morte dei 4 bambini rom non è una provocazione


l'Unità, 26-02-2011
L’associazione A Buon Diritto ha presentato un esposto alla Procura contro il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per il delitto di omicidio colposo.

Egli, in quanto autorità di protezione civile, non avrebbe “neutralizzato eventuali fonti di pericolo”, e non avrebbe svolto la sua funzione di garante “rispetto a situazioni di rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio”. All’origine dell’esposto c’è la morte di quattro bambini Rom avvenuta il 6 febbraio scorso nell’insediamento di via Appia Nuova 803, dopo che numerose circostanziate denunce, nelle quali si paventava anche “il pericolo di incendio”, erano state indirizzate al sindaco di Roma. E da lui completamente ignorate. L’esposto alla Procura di A Buon  Diritto, oltre alle scomposte reazioni del sindaco, ha destato notevole interesse e un interrogativo: si tratta di una provocazione politica? Proprio no. Nulla, più di quell’esposto, è lontano dalla “provocazione”. Al contrario, si parte da una dettagliata ricostruzione dei fatti, che permette la puntuale individuazione delle responsabilità (oltre quelle dei familiari, sulle quali già si indaga). Le responsabilità di chi venne allertato e non si mosse, di chi ricevette  tempestive segnalazioni e nulla fece, di chi aveva tutti i mezzi per intervenire e non vi fece ricorso. Quando si è in grado giuridicamente di “impedire un evento” dal quale possono derivare danni (in questo caso incalcolabili) e non si opera per rimuovere quell’evento, la responsabilità è lampante. La fattispecie penale è, appunto, l’omicidio colposo. In caso contrario, ci si dovrà rifare a quella maleodorante “spiegazione” che vede l’origine della tragedia in un intreccio tra fatalità (“può succedere”) e antropologia (“gli zingari sono fatti così”).

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