Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

10 novembre 2014

Paura di contagi, aereo lascia a terra 180 immigrati
Il velivolo della Lauda Air è ripartito vuoto da Comiso perché il comandante non ha ritenuto validi i certificati medici. I profughi sono stati trasferiti con un altro volo
la Repubblica.it, 10-11-2014
Il timore del contagio di malattie infettive ha impedito ieri il trasferimento in aereo di 180 immigrati da Comiso (Ragusa) a Bologna. Lo riferisce in una nota il sindacato di polizia Consap, secondo il pilota del velivolo noleggiato per il viaggio e appartenente alla compagnia austrica Lauda Air, non ha ritenuto valide le certificazioni mediche rilasciate dall'Asp di Agrigento e dal Centro di prima accoglienza di Pozzallo e ha negato l'imbarco dei 180 profughi. Gli stranieri, originari di Ghana, Burkina Faso, Nigeria e Gambia, provenivano da strutture di Agrigento e sarebbero dovuti partire alla volta di Bologna. Ma l'aereo è decollato vuoto dall'aeroporto di Comiso, dopo ore di attesa.
E' stato poi organizzato un altro volo con una diversa compagnia e alle 22 gli immigrati sono partiti. "Tutto questo è intollerabile -commenta Igor Gelarda, dirigente nazionale e segretario regionale della Consap Sicilia- vorremmo proprio sapere se (e ci muoveremo per  far presentare una interrogazione parlamentare in merito) questo viaggio a vuoto lo stanno comunque pagando i cittadini italiani".



Parma, l`ultima follia di Pizzarotti: voto ai minori e immigrati in Comune
In consiglio anche un rappresentante degli stranieri Ma in città è emergenza spazzatura: arriva la stangata
il Giornale, 10-11-2014
Lucia Galli
Parma Si butta sui giovani, concedendogli il diritto di voto per allargare la base. E gli convieneforse, dato che i maggiorenni epiù in genere gli adulti, che già una volta lo hanno votato, cominciano ad arricciare il naso. No, perché a giocare a nascondino con la democrazia ormai ci stanno sempre in meno a Parma. Dove Federico Pizzarotti ha appena festeggiato l`approvazione del nuovo Statuto comunale grazie ad una seduta lampo. In consiglio comunale è bastata mezz`ora per scontentare tutti. E d`ora in poi la petite capitale potrà fregiarsi di referendum senza quorum, consigli
di volontari nei quartieri, un rappresentante aggiunto per gli stranieri in consiglio comunale e soprattutto diritto di voto anche per i 16enni. L`ossatura di questo new dealera il pensiero dominate di «re» Federico fin dalla sua elezione: più democrazia per tutti. Peccato che per realizzare il suo intento ne abbia usata pochissima. «Hanno voluto approvare lo statuto di corsa anche se non esisteva nessun vincolo temporale», accusa Nicola Dall`Olio, capogruppo Pd. Stralciati tutti gli emendamenti e ogni nuova discussione, si è votato e basta. Più democrazia, ma a modo loro. Al punto che qualche broncio per la vaghezza e la rapidità con cui si è affrontato un tema così importante si leggeva anche sui volti degli stessi consiglieri M5S dopo la votazione. Intanto quel che avviene in aula stride con quanto capita in città dove il sindaco sta «spingendo» la raccolta differenziata verso un testa atesta fra cittadino e cassonetti. Mentre il famigerato inceneritore - senza che il sindaco dica nulla né la tassa rifiuti sia scesa - si prepara ad accogliere anche rifiuti da fuori provincia con un guadagno per la Regione di 20 euro a tonnellata, i parmigiani mazziati rischiano anche la multa. In molti quartieri sono infatti arrivati i sacchi provvisti di chip che permette di identificare, come una lettera scarlatta, il possessore ed eventualmente multarlo se non «differenzierà» correttamente.
Al punto di ritiro dei nuovi sacchi lunghe code e pochi sorrisi: ognifamiglia ha diritto a solo 40 sacchi gratis, anche se le settimane sono 52 e i ritiri previsti due a settimana. Ogni extra si paga. E c`è di più: dalle prossima tranche la tassa rifiuti non si potrà più pagare con addebito bancario ma solo on line o agli sportelli. Una vera comodità, una nuova forma di democrazia. Forse i giovani apprezzeranno. Speriamo almeno loro.



Immigrati, teste rasate e la tentazione Le Pen: così sprofonda Calais
Nella Lampedusa francese rabbia e condizioni disumane
La Stampa, 10-11-2014
Aline Arlettaz
Calais è una città del Nord della Francia, sulla Manica. Proprio davanti all’Inghilterra, che si può raggiungere dal mare o, ancora più rapidamente, attraverso il tunnel. Oltre duemila immigrati clandestini si trovano lì in questo momento, pronti a tutto per raggiungere il loro Eldorado. Spesso a rischio della loro stessa vita. Come quelli che ogni giorno si nascondono all’interno dei camion e trattengono il più possibile il respiro, infilando la testa in un sacchetto di plastica, così che i poliziotti francesi addetti a controlli sistematici, non possano rilevare la CO 2 del loro respiro, un modo per capire se nei Tir si nascondano clandestini. Si stima che una trentina di loro, ogni notte, riescano a raggiungere l’Inghilterra.
A Sangatte, vicino a Calais, esisteva un centro per questi sans-papier. La sua chiusura nel 2002, per decisione di Nicolas Sarkozy, non ha fatto altro che spostare il problema dei migranti. Da qualche mese il loro numero si è moltiplicato. Prima si trattava soprattutto di ragazzi e giovani tra i 16 e i 35 anni. Un anno più tardi si è registrato un afflusso di donne, spesso con i loro bambini. La composizione di questa popolazione cambia a seconda dei conflitti in corso nel mondo. Adesso ci sono siriani, eritrei, etiopi, sudanesi ed egiziani. Trovano rifugio in baracche e campi insalubri, tra le diverse comunità scoppiano delle risse e gli abitanti sono esasperati. Il Comune, la polizia e le associazioni sono disarmati. Il sindaco di Calais, Natacha Bouchart, dell’Ump (centrodestra), dice di comprendere la rivolta dei cittadini che ogni giorno sopportano i vagabondaggi di questi stranieri. Sa molto bene chi si avvantaggia di questa situazione: il Fronte Nazionale. Quindici giorni fa, Marine Le Pen si è fatta vedere a Calais. Come aveva fatto nel marzo 2011 a Lampedusa, dove era andata incontro ai migranti. All’epoca aveva dichiarato: «Io, se ascoltassi solo il mio cuore, certo vi offrirei di salire sulla mia barca, solo che la mia barca è troppo fragile e se vi prendo a bordo colerà a picco e noi annegheremo insieme... L’Europa non è più in grado di accogliere tutti questi clandestini ». A Calais, ha denunciato l’immigrazione clandestina.
La signora sindaco dunque deve prendere urgentemente provvedimenti. In primo luogo, trovare un luogo aperto di giorno dove i migranti possano farsi una doccia in condizioni decenti. Perché ormai si tratta di un problema sanitario. David Lacour, direttore di un centro d’accoglienza per donne e bambini a Calais, spiega che da un mese e mezzo le docce della struttura non funzionano più e che c’è solo una doccia mobile. È catastrofico, aggiunge, pensare che il Paese dei diritti umani lasci incancrenire così una situazione. Allo stato delle cose questi immigrati si lavano usando le manichette d’acqua dei pompieri o approfittano delle toilette dei bar. Ma da qualche giorno, ci sono dei baristi che rifiutano l’accesso ai loro locali. Invocando l’igiene o per paura delle risse o anche, spiegano, per via dell’eccessivo consumo di alcol. Ed ecco che s’immischiano dei gruppuscoli d’estrema destra. Il 7 settembre scorso la prefettura ha autorizzato una manifestazione dell’associazione «Salviamo Calais». Davanti al municipio, una formazione, peraltro ufficialmente sciolta dal ministero dell’Interno, ne ha approfittato per tenere un incontro. E che incontro! Il suo leader, Yvan Benedetti, ha incitato la popolazione di Calais, tra cui si trovavano dei giovani tatuati con simboli delle SS, ad attaccare i migranti. E ci sono stati degli incitamenti all’odio.
Come uscire da una simile situazione? La settimana scorsa il sindaco di Calais è andata a Londra per allertare i parlamentari britannici e chiedere aiuto. L’accoglienza è stata piuttosto glaciale. Gli onorevoli le hanno detto che stava a lei, in quanto sindaco, risolvere il problema e spetta alla Francia controllare le frontiere. Mercoledì, il ministro dell’Interno francese, socialista, che sollecitava anche lui la collaborazione della polizia inglese, ha ricevuto un cortese ma fermo rifiuto dal suo omologo britannico. Lo stallo è totale. In effetti, a Calais come a Lampedusa, occorrerebbe una politica dell’immigrazione europea. Che al momento non esiste. Intanto gli immigrati continuano ad arrivare. Sempre con il sogno di attraversare la Manica.
[traduzione di Carla Reschia]



Fondi per l'mmigrazione. Truffa allo Stato da 900 mila euro, 5 denunce
Utilizzavano fondi emergenza immigrazione per loro ristoranti
stranieriinitalia.it, 10-11-2014
ROMA, 10 novembre 2014 - Utilizzavano fondi pubblici destinati alla gestione dell'emergenza immigrazione per le loro aziende di ristorazione.
Per questo la Guardia di Finanza di Rieti ha denunciato cinque persone, soci di un consorzio cooperativo che ha truffato lo Stato per circa 900 mila euro.
Secondo quanto accertato, il consorzio avrebbe utilizzato i fondi statali per acquistare gazebo, auto, alimenti, bevande per catering e per spese di pubblicità, unicamente a vantaggio dei loro ristoranti.



Plastica e forbici, il laboratorio dei rifugiati-artisti del riciclo: borse e collane con i rifiuti e amate dalle star di Hollywood
In un ex deposito Ama, in piazza Caduti della Montagnola, ha sede la "Refugee Scarts". Qui in quindici provenienti da Senegal, Mali e Somalia utilizzano materiali scartati per creare accessori. Tra i loro clienti anche Angelina Jolie, Maryl Streep e Woody Allen
la Repubblica, 08-11-2014
STEFANO PETRELLA
Sono coloratissime, resistenti e realizzate totalmente con immondizia. Sono le borse fatte a mano dai rifugiati artigiani di "Refugee Scart", il progetto della onlus di Los Angeles "Spiral" che coinvolge quindici rifugiati. Vengono da paesi come Senegal, Mali, Somalia, hanno tra i 20 e i 47 anni, e da tre anni realizzano manufatti d'ogni tipo utilizzando rifiuti  -  per lo più plastica, carta e gomma, da ruote di bici usate  -  che trattano con semplici tecniche per farne borse, portafogli, vasi e tutto ciò che la creatività suggerisce, anche lampade, addobbi natalizi e bicchieri, in vendita a prezzi onesti in qualche negozio e in fiere e mercatini, oltre che su prenotazione.
La storia. Un ferro da stiro, delle forbici e una macchina da cucire, questa l'attrezzatura essenziale del loro laboratorio: quattro stanze concesse dall'Ama nella sede di piazzale dei Caduti della Montagnola. Tutto però è iniziato nel 2011, alla stazione Termini. Qui una volontaria, Marichia Arese, con l'aiuto di padre Giovanni La Manna del centro Astalli, prese il via il primo nucleo di rifugiati artigiani. Il primo manufatto fu un vaso realizzato con pacchetti di patatine fritte. "Da subito  -  spiega Marichia - capimmo che con questa idea era possibile integrare i rifugiati, renderli protagonisti di un progetto, e far del bene alla città, rendendola più pulita".
In Campidoglio. In tre anni Refugee Scarts ha fatto tanta strada, le borse sono finite tra le mani di personaggi famosi - da Angelina Jolie a Meryl Streep, da Woody Allen a Leonardo Di Caprio, mentre Ilaria Fendi Venturini acquista le coloratissime "stoffe" in plastica per farne delle borse e Laura Boldrini ordina i loro manufatti per darli agli studenti che visitano la Camera dei Deputati. Ma mercoledì 12 novembre i rifugiati artigiani arriveranno in Campidoglio, con la presentazione del progetto alla città, in un incontro voluto da Estella Marino e Paolo Masini, assessori rispettivamente all'Ambiente e alle Periferie, a cui parteciperà anche lo scrittore Erri De Luca, ispiratore e amico del progetto fin dagli inizi, che ha così descritto l'iniziativa: "Grazie a Refugee Scarts i vuoti a perdere diventano pieni a rendere". "Dopo il patrocinio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati  -  sostengono i volontari  -  è arrivato il momento che le istituzioni comunali si accorgano di noi ed estendano il nostro modello ad altri punti della città". Solo pochi giorni fa hanno consegnato al Ministero dell'Interno un ordine di 19.075 euro in borse blu screziate di giallo. "Guarda  -  spiega Saikou, uno dei rifugiati e coordinatore delle attività  -  questa fantasia la otteniamo sminuzzando i volumi di Pagine Gialle degli anni passati, un sacco di carta che sarebbe andata al macero".
Un modello da imitare. Il quartiere, nel frattempo, si è accorto dei rifugiati artigiani. Ogni giorno residenti e commercianti della zona portano loro plastica e carta da riutilizzare. "Ci fidiamo, loro di sicuro la riciclano, con l'Ama non sappiamo che fine faccia la nostra immondizia differenziata", spiegano gli abitanti. E in poco tempo il laboratorio di "Refugee Scarts" (acronimo di "Spostamenti coraggiosi aiutando riciclo terra") è diventato anche sostenibile economicamente. Partiti con un investimento della onlus Spiral di 1.500 euro, riciclano circa 250 chili di rifiuti al mese e hanno fatturato, in tre anni circa 250mila euro, che vanno per intero nelle disponibilità dei rifugiati che lavorano al progetto. Ma dall'agosto del 2013 hanno deciso di aiutare chi sta peggio di loro, sostenendo, ogni volta che possono, il poliambulatorio mobile Emergency di Castel Volturno (CE), per un totale, od oggi, di 4.300 euro. "Siamo stati in quelle zone per una vendita in una scuola  -  raccontano  -  e ci siamo resi conto che lì molti nostri connazionali vivono in condizioni molto peggiori delle nostre, così abbiamo deciso di aiutarli tramite Emergency".
La mostra e i laboratori. Il futuro dei rifugiati artigiani è ricco di impegni. Nelle prossime settimane allestiranno una mostra al Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, con i monumenti di Roma  -  dal Colosseo all'Altare della Patria  -  ricreati in coloratissime sculture alte anche 4-5 metri, realizzate con plastica riciclata. E l'idea che vorrebbero diventasse
realtà è un laboratorio creativo aperto a tutti, romani ma soprattutto altri rifugiati, in cui insegnare le loro tecniche "casalinghe" di fai da te: "Così siamo usciti dall'alienazione dei centri d'accoglienza  -  spiegano  -  e potremmo aiutare altri a farlo". E tutti potranno scoprire che con le buste della spesa, una macchina da cucire e un ferro da stiro è possibile realizzarsi una borsa a costo zero.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links