Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

29 marzo 2013

A che cosa servono i Cie? La campagna per chiuderli
l'Unità, 28-03-2013
italia-razzismo
In Italia esistono istituti destinati alla privazione della libertà dove i diritti umani vengono negati e mortificati ancor più di quanto avvenga nelle carceri. Si tratta dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) all’interno dei quali sono trattenuti gli stranieri da espellere solo ed esclusivamente perché responsabili di aver violato le regole in materia di ingresso e permanenza sul territorio italiano.
In questi centri, spesso, le condizioni di vita sono spaventosamente incivili. La mancata tutela dei diritti e delle garanzie si intreccia a gravissime carenze organizzative e amministrative. Per rendere l’idea, basta un solo esempio, tra i più recenti. Nel Cie di Ponte Galeria, a meno di 25 km da Roma, l’ente gestore, che attualmente è la cooperativa Auxilium, sta per essere cambiato. Lo scorso 15 marzo è scaduto il termine utile per partecipare alla gara per la gestione del centro. In una voce del bando si legge che il prezzo «pro-capite, pro-die per la fornitura dei beni e per l’espletamento dei servizi» è pari a 30 euro più iva. Una spesa, questa, ridotta di un terzo rispetto al bando precedente quando, per gli stessi servizi, la somma prevista per ogni persona era di 44 euro. L’attuale previsione di spesa è a dir poco oltraggiosa, per le leggi dell’economia e per il semplice buon senso. In quei 30 euro dovrebbero rientrare, infatti, i costi della struttura, del vitto e dell’alloggio e quelli del personale (operatori, poliziotti, medici e psicologi…).
L’immediato effetto di un taglio del genere sarà il peggioramento delle condizioni di vita all’interno del centro. Come stupirsi, poi, se lo scorso 18 febbraio all’interno del Cie si sono verificate violente proteste? La vicenda dei Cie in Italia è seguita e monitorata dal coordinamento LasciateCientrare. Una rete di associazioni, giornalisti, avvocati costituitasi a seguito della circolare n.1305 del 2011 con cui veniva vietato l’ingresso alla stampa nei centri. Gli effetti della circolare furono immediati perché improvvisamente venne a mancare un’attività di monitoraggio delle condizioni di vita all’interno di quei centri.
Il lavoro della rete da subito fu di far presente quell’assenza sia alle istituzioni che all’opinione pubblica portando avanti una campagna di sensibilizzazione, chiamata appunto Laciatecientrare, che ottenne il primo risultato dopo un anno, con l’emanazione della circolare del ministro Annamaria Cancellieri che sospendeva il divieto di ingresso nei Cie per i giornalisti. Nonostante quel risultato sia stato raggiunto, il lavoro di LasciateCientrare prosegue con un obiettivo ancora più ambizioso: la chiusura definitiva dei Cie. Un proposito condivisibile se, oltretutto, si considera il fatto che, come era stato evidenziato dal dossier Lampedusa non è un’isola, la funzione di espulsione viene esercitata solo in una minoranza di casi.



La Boldrini vuol regalare l'Italia agli immigrati
il Giornale, 29-03-2013
Stefano Zurlo
Dobbiamo consegnare le chiavi dell'azienda Italia ai migranti. Perché gli immigrati sono il futuro. Perché sono un valore aggiunto e perché hanno avuto il coraggio di venire fin qua. Laura Boldrini, neopresidente della Camera, parla a Radio anch'io e mette il turbo ad un terzomondismo datato con dichiarazioni che lasciano perplessi. Inzuppate, come sembrano, di un ottimismo retorico e, soprattutto, imbevute in un pregiudizio che sa di vecchio. E rimanda, o almeno così pare, a ideologie che a parole hanno abbattuto i muri e nella realtà ne hanno alzati di più alti, separando quel che prima era unito o si poteva mettere insieme. «I migranti - spiega Boldrini - sono le avanguardie del futuro. Io penso - prosegue la terza carica dello Stato - che dovremo imparare a rivalutare la figura del migrante non come il poveraccio che viene da noi, ma come qualcuno che ha coraggio, saperi, qualcuno che mette a disposizione la propria esperienza».
Peccato che, in questo susseguirsi di immagini alte e squillanti, Boldrini spinga ancora in su il separè fra il migrante e l'italiano doc. Col primo che arriva in casa nostra pretendendo di rimanere a casa sua. Portando di peso un pezzo di Romania, di Pakistan o di Cina a Milano, Roma, Padova, così come gli angeli trasferirono la Santa Casa a Loreto. E qui da noi costruisce ghetti, o se si preferisce un vocabolo più addomesticato, enclave, zone extraterritoriali dove valgono sempre e soltanto le abitudini e le usanze e perfino le leggi in vigore a migliaia di chilometri di distanza.
Ci spiace, ma non condividiamo questo approccio in cui accogliere non vuol dire dialogare e integrare ma prendere a scatola chiusa. Traslocando semplicemente un frammento di quel che è laggiù qua da noi. E camminando sul tappeto della nostra identità debole, della nostra confusa deriva, dei nostri buoni sentimenti che tutto sono fuorché sentimenti buoni.
Non ci piace questa genuflessione che scatta come un riflesso pavloviano. E che trova alimento in una cultura che descrive uomini belli, buoni e bravi, in realtà rintracciabili solo nei prototipi delle favole. Noi, siamo oltre. Noi abbiamo già in casa gli El Shaarawy e i Balotelli, i neri che giocano in nazionale e parlano bresciano. O i saltatori alla Howe che si esprimono con lo slang delle borgate romane. I nuovi italiani che non sono più migranti o figli di migranti, ma ragazzi che sono stati accolti, con le loro famiglie, e si sono fatti accogliere. Che hanno imparato la nostra lingua e il nostro inno, per quel che può valere, che rispettano le regole e le leggi come tutti i nostri connazionali dovrebbero. I nuovi italiani, appunto, amalgamati con i vecchi italiani in quel crogiolo perenne che è il nostro Paese. Un pentolone in ebollizione da migliaia di anni. Non ci piace marcare differenze che allontanano ancora e contrappongono gli uni agli altri: noi italiani, sempre avvolti da un vago senso di colpa, che dovremmo essere più generosi con chi è già generoso, più coraggiosi con chi è già coraggioso, più disponibili con chi è già tutto.
Non vogliamo nemmeno consegnare le chiavi di casa nostra e del nostro futuro a chi cambierà e stravolgerà l'arredo e la disposizione degli interni; no, vogliamo accogliere e saper accogliere chi è nato fuori ed è disposto ad inserirsi, rispettando flussi, norme e codici. Ci piace una casa che s'ingrandisca senza perdere la sua identità, la sua storia, il suo accento. Una casa che non diventi una babele, una giungla, la somma di tante isole che non comunicano.
La casa di tutti gli italiani, vecchi e nuovi, dei Rossi, dei Balotelli, dei Brambilla. E di quell'avanguardia del futuro cui Boldrini, quasi per decreto, vorrebbe concedere la patente della cittadinanza italiana



Immigrati: 4 barconi soccorsi in canale Sicilia, 355 a bordo
(AGI) - Palermo, 28 mar. - Quattro barconi con a bordo in totale 355 migranti, sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia, con il coordinamento della centrale operativa della Guardia costiera di Roma. Il primo intervento e' scattato quando due rimorchiatori italiani l"Asso 25" per primo e poi l'"Hamal", hanno avvistato un gommone di circa 15 metri con a bordo 104 profughi, tutti uomini, in apparente buona salute. Informate le autorita' libiche, la centrale operativa ha disposto che gli immigrati fossero presi a bordo dal rimorchiatore "Hamal" per fare rotta verso Lampedusa e incrociare due motovedette della Guardia costiera salpate dall'isola. Ma prima di completare il trasbordo, queste unita' sono state dirottate verso un'imbarcazione con 132 persone a bordo dopo la richiesta di soccorso di uno dei passeggeri con un telefono satellitare. A quest'intervento ha partecipato anche un altro rimorchiatore italiano, l'"Asso 29", che si trovava nella zona. Un'altra chiamata da telefono satellitare, giunta alla sala operativa della Capitaneria di Porto di Palermo, ha segnalato 29 persone su un natante sempre in navigazione verso l'Isola delle Pelagie. A prenderli a bordo, e' stata la nave "Bettica" della Marina Militare. Il quarto s.o.s, di nuovoa alla Capitaneria di Palermo, da parte di uno straniero residente in Italia, a sua volta contattato da un familiare che si trovava su con altre 90 persone, si trovava su un barcone in difficolta'. Lo scafo e' stato localizzato in acque di Malta le cui autorita', avvisate, hanno inviato un aereo e un pattugliatore



Più disoccupati tra gli immigrati
il sole 28-03-2013
Giorgio Pogliotti
La crisi non risparmia nessuno nel mercato del lavoro: aumentano disoccupati ed inattivi anche tra gli immigrati, mentre si stabilizza la domanda da parte delle imprese. Nel terzo trimestre 2012 aumentano «in misura molto significativa» gli stranieri in cerca di lavoro: sono 318mila rispetto ai 264mila del terzo trimestre 2011. Questi 58mila disoccupati in più sono di provenienza soprattutto extra europea (circa 48mila).
È questa la fotografia scattata dal rapporto curato dalla direzione generale dell'immigrazione del ministero del Lavoro che rileva negli anni della crisi anche un consistente aumento degli stranieri inattivi tra i 15 e i 65 anni, passati da 765mila del terzo trimestre 2008 a 1,25 milioni del terzo trimestre del 2012; anche in questo caso la crescita riguarda in prevalenza gli stranieri extra Ue (+370mila lavoratori). Altro dato rilevante: dall'analisi delle comunicazioni obbligatorie emerge che la domanda di lavoratori stranieri si è stabilizzata. Nel terzo trimestre del 2012 gli avviamenti sono stati il 20,6% del totale, «in linea con i valori rilevati nello stesso trimestre dell'anno precedente» e «maggiori di un punto percentuale rispetto allo stesso trimestre del 2010».
Cresce anche il numero di stranieri occupati in Italia: nel terzo trimestre sono 2,357 milioni, di cui 783mila di nazionalità Ue e 1,574 milioni di origine extracomunitaria, pari al 10,2% degli occupati. Rispetto al terzo trimestre del 2011 tra gli stranieri si registrano 81mila occupati in più (+3,5%), con un aumento di 37mila lavoratori di provenienza Ue (+4,9%) e 44mila extra europea(+2,8%).
«I due fenomeni sono solo apparentemente contraddittori – spiega il direttore generale Immigrazione del ministero del Lavoro, Natale Forlani –, perchè da un lato pur rallentando in modo consistente, l'occupazione tra gli immigrati cresce. Dall'altro tra gli stranieri aumenta anche la forza lavoro in cerca di un'occupazione, che finisce per ingrossare il numero di disoccupati. Per la prima volta in Italia assistiamo ad un'offerta di lavoro inferiore alla domanda, ciò provoca un incremento dei disoccupati e degli inattivi che sarà una costante per i prossimi anni». Si prevedono ricadute sulle politiche dell'immigrazione? «Ritengo sia finita la stagione della programmazione dei decreti sui flussi – continua Forlani –. Bisogna puntare su ingressi selezionati di lavoratori altamente specializzati e concentrarsi sulle politiche attive per dare opportunità di reinserimento agli immigrati che perdono il lavoro».
Guardando al ciclo della crisi economica, tra il 3° trimestre 2008 e il 3° trimestre 2012, il rapporto evidenzia come gli occupati stranieri in Italia siano aumentati di 480 mila unità, a fronte di un calo di 1,04 milioni di occupati italiani. L'incremento dell'occupazione straniera nel quadriennio è stato significativo sia per la componente Ue, cresciuta di 222mila unità (+39,7%), sia per quella extracomunitaria aumentata di 259mila occupati (+19,7%), «anche se nell'ultimo anno la crescita si è notevolmente ridotta». È nei servizi sociali ed alle persone che si concentra il 28% degli occupati stranieri, in prevalenza donne. In controtendenza rispetto agli altri settori «il comparto dei servizi alla persona continua a manifestare una domanda nettamente in crescita».

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links