Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

26 luglio 2013

Immigrati 94 approdati a Siracusa tra loro disabile e neonato    
(AGI) - Siracusa, 26 lug. - Sbarco di 94 migranti nella notte, intorno alle 3,30, sulla spiaggia di San Lorenzo, nella zona sud della provincia di Siracusa. Tra gli stranieri ci sono 26 donne, una delle quali disabile, e 33 bambini, tra cui un neonato di appena due mesi, che e' stato trasportato insieme alla madre, in ospedale. Sono di nazionalita' siriana e a segnalare la loro presenza sono stati le guardie giurate di un villaggio turistico che hanno prestato le prime cure. Sono intervenuti gli agenti di polizia ed i carabinieri che stanno procedendo all'identificazione degli stranieri.



Minori non accompagnati "Una legge è urgente"
Save the Children si è fatta promotrice di un disegno di legge, che ha guadagnato l'appoggio di tutti i gruppi parlamentari (tranne la Lega). Finora la figura del "minore non accompagnato"non trova un'adeguata "collocazione" nella legislazione sull'immigrazione
la Repubblica.it, 26-07-2013
CINZIA GUBBINI
ROMA - L'obiettivo è far sì che l'Italia diventi un Paese in grado di accogliere in modo adeguato, e secondo gli standard internazionali, i minori non accompagnati che arrivano alle nostre frontiere. Save the Children si è fatta promotrice di un disegno di legge, che ha guadagnato l'appoggio di tutti i gruppi parlamentari (tranne la Lega): i referenti dei vari partiti si sono impegnati a presentare la proposta di legge e a sostenerne l'approvazione.
I minori non accompagnati. Finora la figura del "minore non accompagnato", anche se è ormai sempre più citata dalle cronache, non trova una adeguata "collocazione" nella legislazione sull'immigrazione. D'altronde, sono solo pochi anni che i flussi migratori verso l'Italia hanno iniziato a mostrare questo volto: ragazzi minorenni - a volte molto piccoli - che decidono di affrontare un percorso di emigrazione dal proprio Paese. In realtà sono sempre esistiti: il Marocco è uno di quei paesi in cui già dieci anni fa era facile incontrare quindicenni decisi a provare la via della Spagna o dell'Italia.
L'allarme dell'Afghanistan. Ma sono stati forse gli arrivi dall'Afghanistan quelli che, per primi, hanno fatto squillare un campanello d'allarme: tantissimi i minori che per arrivare in Italia affrontano un incredibile viaggio che passa anche per Iran e Iraq. Poi la cosiddetta "emergenza Africa", con migliaia di quindicenni e diciassettenni arrivati dall'Egittto o dalla Tunisia per provare una nuova vita. Oggi i ragazzi non accompagnati in Italia che alloggiano nelle comunità di accoglienza sono 5.656 (dato del 30 maggio 2013). Ma ogni anno alla Direzione generale per l'Immigrazione arriva la segnalazione di circa 7 mila minori. E infatti, nel 2013, gli "irreperibili" risultano essere 1.418.
Leggi disorganiche. "Attualmente la legislazione italiana è molto caotica - dice Valerio Neri, Direttore generale di Save the Children Italia - i nostri operatori sono da anni presenti alle frontiere, e da anni si sentono frustrati. Mancano procedure standardizzate e efficaci. Per questo abbiamo pensato di poter dare una mano studiando un disegno di legge organico sulla materia".
Un sistema nazionale per i minori. Il disegno di legge si compone di 25 articoli, e oltre ad occuparsi di "coordinare" le varie disposizioni di legge già esistenti, introduce alcune significative novità. Tra queste l'istituzione di un "sistema informativo nazionale", che permetta al minore di essere fornito di una propria "storia" che consenta a qualsiasi operatore che entri in contatto con lui di sapere con chi sta parlando, ma anche l'istituzione di un "Sistema di accoglienza nazionale", un po' sulla stregua di quello esistente per i richiedenti asilo, che eviti di far ricadere tutte le spese sui Comuni.
La figura del tutore volontario. Non solo: la legge prevede la possibilità che i tutori, figure fondamentali in questi casi, possano essere anche dei volontari opportunamente formati e incoraggia l'istituto dell'affidamento. Il disegno di legge, inoltre, ribadisce il divieto di rimpatrio per un minore e in quanto alle procedure per identificare un minorenne, stabilisce che gli esami medici debbano essere solo una extrema ratio. Si raccomanda, comunque, un approccio multidisciplinare e, ricordando che non esistono esami medici in grado di stabilire in modo definitivo l'età esatta di una persona, la proposta di legge prevede che il referto medico debba sempre stabilire solo un "range" di età, e che poi tocchi alla pubblica autorità emettere un provvedimento di attribuzione dell'età.
I firmatari. Il disegno di legge ha raccolto già l'adesione dei deputati competenti per i diversi gruppi parlamentari tra i quali Sandra Zampa e Sandro Gozi per il Pd, Mara Carfagna per il Pdl, Nicola Fratoianni per Sel, Manlio Di Stefano e Silvia Giordano per il M5S e Antonio Cesaro per Scelta Civica.   



«Lampedusa e Linosa. Una scuola di fratellanza»
Avvenire, 26-07-2013
Lucia Bellaspiga
Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini dei lampedusani che in una notte del 2011, mentre le loro coste venivano "invase" da centinaia di naufraghi, creavano non muri di difesa, ma una catena umana per salvarli dalle onde. Immagini che allora hanno fatto il giro del mondo. Ma poi, calato il silenzio, i lampedusani hanno continuato così, senza porsi domande: le polemiche semmai dopo, prima si salvano gli uomini. Ricorda bene quelle immagini l’attore siciliano Giuseppe Fiorello, noto per numerose intense interpretazioni (da Salvo D’Acquisto, a san Giuseppe Moscati, a Domenico Modugno...).
Tutto questo merita un Nobel per la Pace, come da più parti si sta ormai proponendo?
Sono convinto sia arrivato il momento di dire al mondo che i siciliani in generale non hanno mai perso la storica natura di gente di frontiera, pronti ad accogliere il mondo: lo abbiamo sempre fatto e sempre lo faremo. È il momento di dire anche che la Sicilia è molto altro e non solo uno stereotipo, come piace pensare a molti stranieri, perché gli onesti e civili sono la maggioranza... Dico assolutamente sì all’idea del Nobel, ma penso lo si debba doverosamente riconoscere anche a Linosa: non si può non ricordare che Linosa molto spesso è il primo approdo per i naufraghi.
Certe scene di accoglienza e condivisione del poco che si ha mi hanno fatto pensare a quanto avvenuto nella notte all’Isola del Giglio con i naufraghi della Costa Concordia: lei che viene da una (grande) isola, pensa che il vivere in mezzo al mare renda più consci del fatto che nella vita siamo tutti un po’ "isolati" e naufraghi?
Sì, io penso che l’istinto di porgere una mano a chi sta per morire in mezzo al mare appartiene per natura a chi vive nel mare giorno per giorno. Voglio però sperare che Lampedusa/Linosa siano un esempio per il genere umano nella sua interezza, per chi si imbatte nelle ingiustizie quotidiane. La gente di Lampedusa e Linosa offre un forte insegnamento di fratellanza: tendere una mano e non rimanere immobili davanti a un crimine contro i diritti umani di ogni genere dev’essere il valore più importante da veicolare e promuovere in questo momento.
Come ha conosciuto Lampedusa?
La prima volta fu in occasione di un film girato a Linosa: inevitabilmente approdai prima a Lampedusa. Poi la visitai di nuovo in occasione della manifestazione di Claudio Baglioni e devo dire che il fascino di Lampedusa è sotto gli occhi di tutti, la sua stessa forma geografica la rende unica al modo... Linosa e Lampedusa: la bellezza dell’una dipende dal fascino dell’altra e viceversa.
Il Papa, con la sua visita a sorpresa sull’isola, ha allargato gli orizzonti, invitandoci a guardarci sempre negli occhi senza distinzioni, solo in quanto esseri umani.
Vedere il Papa sull’isola mi ha fatto un piacere immenso. Questo Papa osserva tutto, anche gli ultimi della fila, anzi, lui guarda soprattutto loro. Mi ha fatto capire il senso vero della Chiesa, che è andare incontro alla gente: è Dio che va verso il popolo e tende una mano, senza nemmeno attendere che sia lui a venire a cercarLo la domenica a messa.
Ha anche parlato di "globalizzazione dell’indifferenza": siamo così abituati alle notizie tragiche che il cuore è anestetizzato anche di fronte a ventimila annegati in quel mare.
L’indifferenza in ogni epoca è stata – ed è ancora – uno dei mali più gravi per l’umanità, abbiamo tutto e ci manca la cosa più importante, saper ascoltare gli altri. Ma non sempre l’omertà ha avuto il sopravvento su questi fatti terribili, ricordo ad esempio che un giornalista italiano, Gianni Maria Bellu, anni fa denunciò con forza la scomparsa nei fondali siciliani di migliaia di migranti partiti dallo Sri Lanka. Il dovere del giornalista è questo, saper dire la verità nel momento in cui ne viene a conoscenza, senza perdere tempo, e lui lo fece, grazie a un pescatore siciliano che a sua volta raccontò la verità su quel cimitero in fondo al mare.
«Siamo ormai incapaci di piangere», ha ammonito Francesco. Giriamo canale e continuiamo a cenare. Non dovremmo tutti sentirci responsabili delle grandi ingiustizie nel mondo? Se nessuno è responsabile niente cambierà mai...
Viviamo in un grande caos morale, dove tutti sono colpevoli e nessuno è colpevole, è questa la grande ipocrisia. Così stiamo creando un mondo codardo, privo di coraggio, in cui ci si nasconde di fronte al disagio degli altri, come non ci riguardasse. In realtà non ci vuole coraggio a guardare in faccia il dolore altrui e tendere una mano, basta riconoscere il valore umano, con semplicità.
Lei è papà di due bambini. Come spiega loro il divario tra la nostra vita e quella di chi fugge verso le nostre spiagge?
È capitato spesso di vedere con loro le immagini di immigrati che approdavano sulle coste italiane, così ho spiegato loro che sono persone in cerca di speranza, perché magari nei loro Paesi si combatte una guerra e si muore tutti i giorni. Ho ragionato con loro sul fatto che quella gente non avrebbe dovuto scappare dal proprio Paese perché ci era nata, però è stata costretta. I miei figli hanno 10 e 8 anni e con la spontaneità dei bambini mi hanno chiesto se non sarebbe stato più semplice farli arrivare con un aereo ed evitare loro tutta quella paura del mare... Non avevo risposte per spiegare a un bambino quanto è assurda la storia dell’umanità nelle mani di potenti che, per il potere di pochi, mettono in gioco la vita di milioni di esseri umani: è questa la vera questione, il potere e i soldi. La ricchezza di pochi per la morte di tanti.
Lei personalmente non ha pensato di girare una fiction sul dramma ma anche sul miracolo bello dell’accoglienza?
Ho avuto l’onore di interpretare "Terraferma", il film di Emanuele Crialese che ha raccontato con profondità il tema dell’immigrazione. È un film amato in molti Paesi del mondo. Il regista racconta chiaramente che la tempestività dell’uomo di mare spesso ha salvato la vita prima di qualsiasi istituzione. Inutile girarci intorno, abbiamo vissuto anni in cui le leggi erano inadeguate (parlo al passato perché voglio sperare che qualcosa stia cambiando). "Terraferma" è un film prodotto dalla Rai, mi aspetto quindi di vederlo presto in una prima serata in modo da trasmettere a un pubblico ancora più vasto il valore civile ed emotivo che ha suscitato. Per quando mi riguarda, poi, sono pronto a proporre un film importante proprio su questo tema, attendo un riscontro da parte della Rai.
Se chiamassero lei a consegnare il Nobel ai lampedusani, come vorrebbe conferirlo? Nelle mani di chi e con quale motivazione?
Mi perdoni se ora sarò poco realista e un po’ più visionario: sceglierei simbolicamente il mare, donerei il premio a lui, lo adagerei sul fondale tra Linosa e Lampedusa, e la motivazione sarebbe la seguente: "A tutti gli esseri umani, che hanno il diritto di sperare in una vita dignitosa e civile".



Spari contro il campo nomadi due donne spaventate ma illese
Avvenire, 25-07-2013
Momenti di paura al campo nomadi di via Cusago a Milano. Intorno alle 4.30 di questa mattina alcuni uomini a bordo di un'auto hanno esploso numerosi colpi di arma da fuoco contro una delle abitazioni, abbandonando sul posto anche un tubo contenente circa un chilogrammo di esplosivo. All'interno della casupola dormivano due donne: una rumena di 57 anni, ospite di un'amica più giovane, una croata di 24 anni. Entrambe le donne sono illese.
Le due nomadi hanno avvertito il 113: sul posto sono arrivati gli agenti della mobile e gli artificieri, che hanno trovato 15 bossoli esplosi da una pistola e da un fucile a canne mozze e hanno constatato la presenza dell'esplosivo. La 24enne ha attribuito l'accaduto a una disputa per ragioni imprecisate tra il padre e un altro gruppo di nomadi che vivono nell'hinterland milanese

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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