Immigrati in carcere fra silenzio dei media e disinformazione

14 agosto 2010 Italia-Razzismo
l'Unità
Come nel 2009, Rita Bernardini si fa promotrice di una importante iniziativa. Il 13 14 e 15 agosto la deputata radicale invita i parlamentari a recarsi in uno degli oltre 200 istituti penitenziari italiani, visitandoli nel periodo dell'anno in cui le carenze strutturali e le inadeguatezze croniche si fanno più evidenti e intollerabili.
Tra la nostra popolazione detenuta, cresciuta enormemente (oggi 68.121 presenze), una quota assai significativa è rappresentata da cittadini stranieri (oltre il 35%). Sono state fatte grandi campagne mediatiche, sollecitate e gestite dal centrodestra, per legittimare l'equazione straniero=criminale. Negli ultimi mesi alcune autorevoli ricerche (Istat, Cnel, Caritas/Migrantes) hanno dimostrato la totale infondatezza di quell'accostamento. Gli stranieri non delinquono più degli italiani, tanto è vero che il tasso di criminalità tra italiani e immigrati regolari è pressoché uguale. Dunque la condizione di irregolarità è la prima causa dei reati. A ciò si aggiunge l'introduzione del reato di clandestinità, che ha trasformato un illecito amministrativo in una fattispecie penale. La sua applicazione ha ingrossato le file della già abnorme popolazione detenuta, di persone che, spesso, non si sono macchiate di alcun crimine. E come sono le loro condizioni di vita? In genere disperate. Sovente non hanno nessuno che, da fuori, possa provvedere ai bisogni essenziali non garantiti dall'amministrazione, scarseggiano i mediatori culturali ed è altissima la probabilità che, chi venga recluso, perda lavoro e titolo di soggiorno. Ci auguriamo che il ferragosto in carcere, quest'anno, serva a dare continuità a una discussione su questi temi, purtroppo, sempre e colpevolmente rimandata.

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