Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Quella strana crociera dell’Excelsior carica di immigrati indifesi

Italia-razzismo

Cosa sta succedendo a Lampedusa, e nel resto d’Italia, a seguito degli sbarchi di migliaia di persone provenienti dal nord Africa? A dire la verità, non se ne sa molto ma la sensazione è che regni, più o meno ovunque, la confusione. 
Proviamo a raccontare una storia, che forse non è molto conosciuta. La grande nave “Excelsior”, dal 12 aprile scorso, sta facendo una singolare “crociera” nel Mediterraneo. È partita da Trapani con più di 900 profughi a bordo e ha fatto le seguenti tappe: Catania, dove in 335 sono stati fatti sbarcare e portati a al Cai (Centro di accoglienza e identificazione) di Mineo; Civitavecchia dove sono state fatte scendere 300 persone, poi tradotte nei Cie (Centro identificazione ed espulsione) di tutta Italia; Napoli, il 18 aprile, dove 250 persone sono state portate al Cai presso la ex caserma Gandolfato. All’appello mancano però 90 tunisini che, dopo la piacevole gita, sono stati riportati a Trapani e trasferiti al Cara (Centro di accoglienza rifugiati e richiedenti asilo) di Salina Grande, in attesa di essere rimpatriati. La domanda da porsi è: che garanzie esistono per questi uomini? Dopo la consegna dei primi permessi di soggiorno, l’unico supporto che viene loro fornito è un biglietto del treno e il caloroso invito ad allontanarsi e a rendersi il più invisibili possibile. Niente che neanche lontanamente assomigli ad assistenza e accoglienza. E non è tutto. In questo clima di costante emergenza, accadono anche cose come questa: a Lampedusa, alcuni attivisti sono stati, per l’ennesima volta, perquisiti, identificati e interrogati perché avevano osato interloquire con alcuni ragazzi tunisini, attività che, a quanto pare, è severamente proibita. Insomma, c’è da chiedersi, quali garanzie per tutti noi?
26 aprile 2011
 
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