Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

25 giugno 2012

Immigrati: Caritas, uscita da Cie e status giuridico profughi Primavera araba
Roma, 25 giu. (Adnkronos) - "L'uscita dai centri di accoglienza e la definizione di uno status giuridico certo" per oltre 20mila profughi sbarcati in seguito all'emergenza Nord Africa 2011 che hanno ricevuto il diniego alla richiesta di asilo; e un riordino generale del sistema d'asilo in Italia ''che sia capace di accogliere, a rotazione, almeno 30.000 persone l'anno''. Sono le richieste di Caritas italiana, illustrate al Sir, l'agenzia stampa della Cei, da Oliviero Forti, responsabile dell'ufficio immigrazione della Caritas, a margine della presentazione, oggi a Roma, di una ricerca sullo stato del sistema di asilo in Italia, intitolata ''Il diritto alla protezione''. Caritas italiana chiedera' chiarimenti sulla situazione dei profughi e sottoporra' queste richieste al ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri, durante un incontro previsto per mercoledi' prossimo.



Prevedere forme di protezione per i migranti sfruttati che denunciano i datori di lavoro. È quanto chiede l’Oim al Governo italiano.
Oropeza: “la nuova direttiva Ue porterà novità estremamente importanti” da integrare alla legge che prevede il reato di caporalato.
Immigrazioneoggi, 25-06-2012
Prevedere una forma di protezione specifica per i migranti irregolari che denunciato i datori di lavoro che li sfruttano.
È quanto chiede l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che propone ai ministri del Lavoro e dell’Interno di recepire la direttiva Ue “che introduce norme minime – si legge in una nota – relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano migranti irregolari”.
“Il recepimento della Direttiva europea – spiega José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di coordinamento Oim per il Mediterraneo – porterà novità estremamente importanti nel panorama normativo italiano: la direttiva infatti configura una pluralità di sanzioni di carattere, finanziario, amministrativo e penale a carico dei datori di lavoro che renderà il sistema sanzionatorio efficace, proporzionato e dissuasivo”.
L’Oim suggerisce al Governo di tenere in considerazione tutti gli “indici di sfuttamento” previsti dal nuovo reato di “caporalato” introdotto nel 2011. Tali indici includono: “la sistematica retribuzione dei lavoratori in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro e al riposo settimanale, la violazione della norme di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, la sottoposizione a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative particolarmente degradanti”.



Presentata a Roma la sedicesima edizione dei Mondiali antirazzisti. Si svolgeranno a Modena per sostenere le popolazioni colpite dal terremoto.
Previste 200 squadre in rappresentanza di 50 nazionalità per una festa di sport, musica e cultura.
Immigrazioneogi, 25-06-2012
Duecento squadre di calcio in rappresentanza di 50 nazionalità per una festa di sport, musica e cultura che coinvolgerà complessivamente 5.000 giovani provenienti dall’Europa e dal mondo, nel segno del dialogo e del rispetto.
Sono i numeri della sedicesima edizione dei Mondiali antirazzisti organizzati dall’Uisp che si svolgeranno dal 4 all’8 luglio a Bosco Albergati (Mo).
La manifestazione è stata presentata venerdì scorso a Roma alla presenza di Bart Ojien, Unità Sport Commissione Europea e di Massimiliano Monnanni, direttore Unar-Ufficio nazionale contro le discriminazioni presso la Presidenza del Consiglio.
Gli organizzatori della manifestazione hanno annunciato di voler mantenere l’appuntamento in provincia di Modena, una delle terre più colpite dal sisma, per coinvolgere le popolazioni attraverso una serie di iniziative e sostenerle attraverso una raccolta fondi e l’acquisto di prodotti alimentari del luogo per le attività di ristorazione.



Immigrazione: due afghani morti su traghetto ad Ancona
Per asfissia, facevano parte di un gruppo di 17 stipati in un camion
ANSA, 24-06-2012
Due afghani, che facevano parte di un gruppo di 17 stipati in un camion ungherese a bordo della motonave Superfast proveniente dalla Grecia, sono morti asfissiati. Il loro decesso è stato constatato all'arrivo nel porto di Ancona. Fermati due camionisti
NUOVO SBARCO IN CALABRIA, IN 42 NEL CATANZARESE - Un nuovo sbarco di immigrati si è verificato nella notte in Calabria, sulle spiagge del soveratese. Quarantadue uomini, di nazionalità pakistana, indiana, siriana e irachena, sono stati rintracciati sul lungomare e sulla statale 106 a Sant'Andrea sullo Ionio dopo essere sbarcati da una nave a motore di una dozzina di metri che si è arenata sulla spiaggia. L'imbarcazione è stata intercettata al largo della costa calabrese da una motovedetta della guardia di finanza che l'ha seguita sin sotto costa, quindi i finanzieri hanno allertato i carabinieri della Compagnia di Soverato che sono intervenuti rintracciando gli immigrati. Gli uomini stanno tutti bene e sono stati portati nel palazzetto della sport della cittadina per le operazioni di foto segnalamento. I carabinieri stanno indagando per risalire all'identità degli scafisti che si ritiene si stiano nascondendo nel gruppo degli immigrati.
OTTO NAUFRAGHI SOCCORSI DA MARINA A SU PANTELLERIA - Otto naufraghi di probabile nazionalità tunisina a bordo di un gommone alla deriva sono stati soccorsi alle 7 dal Pattugliatore Sirio della Marina Militare a circa 30 a circa 30 miglia a sud di Pantelleria. I marinai italiani - dice una nota - hanno prestato immediatamente le prima assistenza e hanno trasferito a Pantelleria con l'elicottero uno dei naufraghi, che necessitava di assistenza sanitaria ospedaliera. Le operazioni di ricerca erano partite ieri in serata dopo una segnalazione giunta al centro di ricerca e soccorso della Guardia Costiera di Palermo che ha richiesto l'intervento in alto mare di un'unità della Marina Militare. Il pattugliatore Sirio è al comando del Capitano di Fregata Francesco Loiero.
IN PORTO BARI PESCHERECCIO CON 70 MIGRANTI - Una settantina di immigrati clandestini, per lo più egiziani e somali, è giunta nel porto di Bari a bordo di un peschereccio lungo circa 25 metri. Il natante è stato intercettato la notte scorsa da mezzi aeronavali della Guardia di finanzaßal largo delle coste barlettane e scortato fin nel porto del capoluogo pugliese. Tra i migranti ci sono donne e ragazzi, alcuni del quali hanno detto di essere minorenni: sono tutti in discrete condizioni di salute. Al momento sono in corso le operazioni di identificazione da parte del personale della polizia marittima e della questura di Bari. Non si conosce il porto da cui è salpata l'imbarcazione sulla quale vi sono scritte in arabo.

 

Immigrati: Boldrini, Ancona è la punta dell'iceberg
La portavoce dell'Unhcr: Da anni giovanissimi afgani muoiono così. Bisogna parlare di più; occuparsene mediaticamente è essenziale per far venire fuori questo fenomeno
Diario del web, 25-06-2012
ROMA - La tragedia di Ancona non è un caso isolato: lo dice Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i Rifugiati, ai microfoni di SkyTg24, commentando il ritrovamento ieri di due giovani migranti morti soffocati nel cassone di un pullman su un traghetto proveniente da Patrasso. Altri tre sono in coma, in tutto erano 17. «Non è un nuovo fronte, sono anni che persone proveniente da diversi luoghi specialmente dall'Afghanistan, cercano di arrivare sulle coste italiane attraverso i traghetti che partono dalla Grecia» spiega Boldrini. «Spesso muoiono asfissiati nei container o si aggrappano ai semiassi dei tir e muoiono sull'asfalto delle nostre strade. E' una realtà di cui si sa ben poco e che si preferisce di non vedere».
Boldrini spiega di conoscere parecchi giovani afgani giunti in Italia «dopo viaggi estenuanti durati anche otto o dieci anni; partito che avevano 10 o 12 anni, ridotti in schiavitù arrivano sulle coste italiane dopo aver passato anni della loro adolescenza rischiando la vita». Di questo, sottolinea, «bisogna parlare di più; occuparsene mediaticamente è essenziale per far venire fuori questo fenomeno, altrimenti l'opinione pubblica non lo saprà e non ci sarà la pressione pubblica necessaria su tutti i governo, non solo su quello italiano».
La portavoce dell'Unhcr ricorda poi il ruolo che la crisi economica può giocare in queste tragedie, anche perchè «con la crisi c'è bisogno del capro espiatorio: già succede in Grecia dove gruppi di migranti vengono attaccati senza ragione ogni giorno» e dove si assiste allo sviluppo di movimenti politici che ne fanno una bandiera.



Gli immigrati ci salveranno dalla #crisi?
Gli italiani chiudono, gli stranieri resistono. In un convegno a metà giugno a Rabat gli stranieri in Italia e la loro risposta alle difficoltà
La Stampa, 25-06-2012
FLAVIA AMABILE
Gli italiani chiudono, gli stranieri resistono. Alla fine è questa la risposta alla crisi. Quando terminerà nulla sarà più come prima e sono in tanti a scommettere che saranno più numerosi gli stranieri che gli italiani capaci di trovare come sopravvivere alla tempesta. In un convegno che si è tenuto a Rabat a metà giugno il Marocco ha voluto capire come stanno reagendo le imprese marocchine in Italia di fronte alle evidenti difficoltà a cui sono esposte.
La risposta è sorprendente solo per chi non segue da vicino il mondo delle imprese che operano in Italia ma hanno titolari di origne straniera. Le imprese marocchine sono le più numerose, rappresentano il 16,4% del totale, seguite dai romeni con il 15,3%. Sono esposte alla crisi come chiunque in Italia e le cifre lo confermano. Nel primo trimestre del 2012 in Italia si sono registrati 3001 fallimenti, quasi 33 ogni giorno, in lieve aumento rispetto al 2011 e un terzo in più rispetto al 2009. La rischiosità commerciale degli imprenditori stranieri è stata del 69,1%, molto più elevata della media italiana del 45,6%.
Eppure non si hanno notizie di smobilitazioni di massa. 'C'è chi ha mandato a casa la famiglia', spiega Franco Pittau, responsabile del rapporto Immigrazione della Caritas. 'C'è chi è irregolare e preferisce andare altrove', aggiunge.  I regolari no. I regolari restano, anche se le difficoltà sono molte. Infatti per la prima volta nel 2010 in Italia i nuovi immigrati sono stati soltanto 70 mila invece dei 500 mila in più del 2009 come appare dal Rapporto nazionale sulle migrazioni del 2011. La crisi si fa sentire, insomma, il calo degli arrivi è stato dell'86%. Ma diminuiscono gli irregolari che sarebbero 443 mila rispetto ai 454 mila del 2009. Si assiste invece ad un magiore radicamento degli stranieri già presenti: all'anagrafe sono diventati 4 milioni e 570 mila con un aumento di 335mila unità in un anno.
Come fanno a resistere? Risponde Giuseppe Bea della Cna, anche lui al convegno a Rabat. 'Gli stranieri hanno canali di finanziamento autonomi, circuiti diversi rispetto a quelli a cui hanno accesso le imprese italiane'. E quindi se gli italiani sono strozzati dalle banche-  e spesso costretti a chiudere - non è così per gli stranieri che hanno famiglie, amici e comunità a cui fare ricorso.
La conferma è nell’indagine campionaria, presentata nel rapporto Finanza e comportamenti imprenditoriali nell’Italia multietnica, curato nel 2009  da Unioncamere, Nomisma e CRIF (società che fa capo a Unicredit e gestisce un sistema di informazioni creditizie). Oltre un quarto delle imprese gestite da immigrati non ha mai avuto relazioni con le banche, nemmeno attraverso l'apertura di un conto corrente, e meno di un quinto  richiede prestiti al sistema creditizio, ricorrendo all'autofinanziamento o al sostegno di amici e parenti. Il tasso di affidamento bancario a queste aziende diminuisce, specialmente, tra i cinesi e gli africani. 'Agli immigrati viene rifiutata una richiesta di finanziamento ogni quattro che ne vengono presentate, ma anche in tal caso gli immigrati non demordono e vanno alla ricerca dei fondi necessari seguendo vie alternative', scrive Bea nella relazione presentata al convegno.
E quindi non resta che prendere atto della realtà, è la conclusione giunta da Rabat.' Gli immigrati vanno considerati una risorsa, da coinvolgere nell’impegno per una ripresa non solo socio-economica ma anche socio-culturale del Paese, tenuto conto che sono un fattore indispensabile nel progettare il nostro futuro. Le proiezioni dell’Istat al 2050, con la previsione di un aumento di 240.000 stranieri l’anno, ipotizzano una popolazione totale 67,3 milioni, di cui 54,9 milioni italiani e 12,4 milioni stranieri, con ben 22,2 milioni di persone con 65 o più anni, pari al 33% della popolazione totale. '



“Per rilanciare l’economia bisogna aprire i confini”
Peter Sutherland: l’Europa ha bisogno della forza degli immigrati
La Stampa, 25-06-2012
di P. Mas.
La prima cosa che deve fare l’Europa, se vuole preservare la sua prosperità economica nel futuro, è abbandonare «l’omogenità etnica». In altre parole, aprirsi o rassegnarsi ad un flusso massiccio di immigrazione che rappresenta l’unica vera strada percorribile per rivitalizzare la produttività e la crescita. E’ la provocazione lanciata da Peter Sutherland, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per i temi delle Migrazioni Internazionali e lo Sviluppo, intervenendo davanti alla House of Lords del Parlamento britannico.
Di primo acchito, verrebbe la tentazione di liquidare questa sfida come la solita uscita multietnica del Palazzo di Vetro, ideologica e lontana dalla realtà. Ma come? Noi lottiamo con la sopravvivenza dell’euro, la crisi del debito, la recessione, e questi parlano di immigrazione? Basta guardare la biografia di Sutherland, però, per convincersi che le cose non stanno così: presidente di Goldman Sachs International, ex presidente della British Petroleum, ex ministro della Giustizia in Irlanda, ex direttore generale del GATT e della Wto, ex commissario europeo per la competizione, presidente della London School of Economics, assiduo frequentatore delle riunioni del Bilderberg Group e della Trilateral Commission. In altre parole, uno che viene dal cuore del capitalismo occidentale liberista. Ora guida anche il Global Forum on Migration and Development dell’Onu, e in questa veste è stato chiamato al Parlamento di Londra per dare consigli.
Tanto per cominciare, Sutherland ha spiegato ai Lords che «l’immigrazione è una dinamica cruciale per la crescita in alcune nazioni europee, per quanto possa essere difficile spiegarlo ai cittadini». Il motivo ovvio è l’invecchiamento della popolazione, che in molti paesi del Vecchio Continente come l’Italia sta diventando una piaga sociale. Da anni il Palazzo di Vetro pubblica studi in cui ci invita ad aumentare gli immigrati, per conservare la forza lavoro e pagare pensioni e stato sociale. Poi ci sono l’energia e la creatività che portano persone alla disperata ricerca di un futuro migliore. «Sono argomenti chiave - ed esito ad usare questa parola perché è stata spesso attaccata - per lo sviluppo di stati multiculturali. E’ impossibile considerare che il grado di omogeneità implicito nell’argomento contrario al mio possa sopravvivere: gli stati devono diventare più aperti. Proprio come ha dimostrato la Gran Bretagna».
Di fronte alla richiesta di spiegare come mai i livelli di occupazione degli immigrati sono più alti nei paesi occidentali non europei, Sutherland ha risposto così: «Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, sono società di immigrati. Riescono ad accomodare più prontamente coloro che vengono da altri background, rispetto a noi, che continuiamo a coltivare il senso della nostra omogenità e differenza dagli altri». Il problema è così serio, e ormai in fase così avanzata, che non abbiamo più il tempo per scegliere: «Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento, dai paesi che selezionavano gli immigrati, agli emigranti che selezionano i paesi. E la capacità dell’Europa di competere a livello globale per attirare questi lavoratori è a rischio». Abbiamo perso così tanto terreno che domani, aprendo i confini, potremmo non trovare più nessuno disposto a entrare.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links