"Punti di forza", progetto della Provincia per chi fugge da guerre e persecuzioni
CHIARA RIGHETTI
c´è Suleiman, sudanese, 24 anni, costretto a fuggire dal suo Paese a due anni dal traguardo della laurea in Ingegneria. Oggi fa tirocinio in una cooperativa di giardinaggio. O Maryam, 37enne ivoriana, rifugiata dal 2007: in patria ha lasciato un figlio di 11 anni quando è fuggita per scampare alla persecuzione della sua etnia da parte delle forze governative. Sono solo alcuni dei 142 stranieri che hanno partecipato a "Punti di forza - Percorsi d´integrazione sostenibile", il progetto del Centro Astalli finanziato dalla Provincia per rifugiati, richiedenti asilo e vittime di tortura. I risultati del progetto, raccolti in un documentario e in una pubblicazione, verranno presentati domani alle 10 presso la sala Assunta (via degli Astalli 17). Ne discuteranno con padre Giovanni la Manna, del Centro Astalli, Claudio Cecchini, assessore provinciale alle Politiche sociali, Liliana Ocmin (Cisl), e Giorgio Alessandrini, presidente dell´organismo di coordinamento del Cnel per le politiche d´integrazione.
Il progetto ha coinvolto per quasi un anno un gruppo di immigrati e rifugiati in cerca di un lavoro qualificato che tenesse conto delle loro esperienze precedenti. Punto di partenza uno sportello di orientamento, anche per valutare le competenze linguistiche e arrivare alla costruzione graduale di percorsi personalizzati. Nella prima fase, i partecipanti hanno seguito un corso d´italiano, poi altre lezioni intensive organizzate in più moduli per scoprire le regole del mercato del lavoro italiano, la contrattualistica, i loro diritti e doveri; infine in venti sono passati al tirocinio in enti e aziende del territorio. Il percorso ha coinvolto per un terzo richiedenti asilo in attesa del colloquio per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Il volume che sarà presentato domani raccoglie in presa diretta le loro storie e le difficoltà concrete d´inserimento in Italia. Come nel caso di Maryam, che ha ripreso a vivere solo con l´aiuto di un team di psicologi e medici volontari che offrono assistenza alle vittime di tortura. Ci ha impiegato anni per ottenere il riconoscimento in Italia della sua laurea in Scienze infermieristiche; oggi, mentre studia per l´abilitazione, fa tirocinio gratuito in un ospedale di Roma.
Fra i protagonisti di "Punti di forza" anche Ahmed, un afgano di 22 anni arrivato in Italia a marzo 2008 dopo un viaggio di mesi attraverso l´Iran, la Turchia e la Grecia. A Roma non si è accontentato di imparare l´italiano, ma ha voluto riprendere gli studi grazie al progetto Sirio, in collaborazione fra il Centro Astalli e l´Itc Federico Caffè: ora è al terzo anno di ragioneria. «In Afghanistan - racconta - ero andato solo alla scuola coranica; qui invece studio qualcosa che mi piace davvero». E ai lavori saltuari come vendere bibite la domenica allo stadio affianca il tirocinio come aiuto-cuoco in un ristorante. O anche Selam, eritrea di 28 anni, che ha attraversato Sudan e Libia prima di potersi imbarcare per Lampedusa. Oggi fa tirocinio come segretaria dopo aver rifiutato un impiego da cameriera: «È stata una scelta difficile. Ma ci tengo a dimostrare che una straniera non deve svolgere per forza solo lavori domestici».
Info: Centro Astalli - 06.69925099
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