Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

17 novembre 2014

Il Papa e le periferie: dialogo, non violenza tra italiani e migranti
Marino: espellere chi non rispetta le regole
Corriere della sera, 17-11-2014
Alessandro Capponi, Rinaldo Frignani
ROMA «Invito le istituzioni ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un`emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto, rischia di degenerare sempre di più». Le periferie delle città - attraversate dalle tensioni degli ultimi giorni - sono nel cuore di papa Francesco: durante l`Angelus in piazza San Pietro il Pontefice ricorda «di non cedere alla tentazione dello scontro» e «di respingere ogni violenza».
Italiani e immigrati devono «dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e così superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sicura, pacifica, inclusiva».
La tensione, a Roma, rimane alta: a Tor Sapienza, teatro degli scontri dei giorni scorsi, come all`Infernetto, dove è stata trasferita la maggior parte dei minorenni del centro d`accoglienza, e all`Alessandrino, dove la protesta si organizza in queste ore. In diretta con Lucia Annunziata, durante la trasmissione In mezz`ora su Rai3, il sindaco Ignazio Marino che subito dopo si è presentato all`Infernetto per disinnescare le manifestazioni - schiva la bufera politica che lo attanaglia: si dice «convinto di potercela fare, stiamo cambiando la città». L`incontro a metà settimana con il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, si annuncia decisivo. Di certo Marino «apre» al cambiamento della squadra, ma vorrebbe limitarsi a qualche modifica; il Pd chiede cambiamenti sostanziali, inclusa la poltrona di vicesindaco.
Prossimi giorni decisivi: martedì il consiglio comunale sul Pandagate (Marino pare aver pagato le multe), mercoledì il vertice al Nazareno. Di certo agli alleati di centrosinistra non avranno fatto piacere le parole sulle città governata male per quarant`anni: «Tor Sapienza è una zona trascurata da decenni. Problemi che in alcuni casi, come la raccolta dei rifiuti, il decoro, erano stati lasciati senza soluzione dal 1963». Il sindaco, soprattutto, pare sull`orlo di una svolta «da sceriffo», come fa notare Lucia Annunziata: «Continuare ad accogliere con questi numeri di arrivi di immigrati per Roma è impossibile. Chi non rispetta le leggi - dice Marino - va mandato fuori dall`Italia». Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: «Dubito che abbia ragione il Papa, gli immigrati vadano in Vaticano: là non se ne trovano...». Dall`Australia, anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parla del dramma delle periferie «troppo spesso dimenticate. Nel 2015 presenteremo un progetto specifico».



Marino resiste e sfida Alfano "Manda a Roma troppi immigrati" Poi media tra residenti e profughi
Il sindaco in bilico nega che il Pd gli abbia chiesto di azzerare la giunta All`Infemetto fa dialogare contestatori e ragazzi trasferiti da Tor Sapienza
la Repubblica, 17-11-2014
FEDERICA ANGELI
ROMA. Ignazio Marino non molla. «Sono straconvinto di potercela fare», dice davanti alle telecamere di "In 1/2" di Lucia Annunziata, dove è ospite con i residenti di Tor Sapienza dopo la violenza esplosa contro gli immigrati. Di lasciare il Campidoglio non se ne parla e sull`aut aut di tre giorni fa della dirigenza del Pd, chiarisce: «Nessuno mi ha chiesto di azzerare la giunta». Anzi, «ho in programma da tempo di riallocare capacità e talenti della giunta e questo il Pd lo sa: l`obiettivo non sono le poltrone ma rispondere ai cittadini».
Ciò ribadito, affronta la questione delle borgate infiammate dall`esasperazione: «Non possiamo continuare ad accoglierne con questi numeri. Il Lazio assorbe il 22% degli arrivi e di questi i190% arriva aRoma. Possibile che noi dobbiamo avere un immigrato su cinque tra quanti arrivano in Italia?». Il problema di rifugiati e immigrati nella capitale, stando ai numeri, è dunque del ministero dell`Interno. Che chiamato in causa, restituisce la palla a Marino. Al sindaco fa il sindaco, se la sbrighi lui. Noi garantiamo la sicurezza attraverso le forze dell`ordine. Qui stiamo parlando di Tor Sapienza, che è a Roma, la città che lui governa. Il luogo lo sceglie il sindaco e il Viminale gli dài soldi. Punto. Il resto sono giochi di prestigio».
Ma se di giochi di prestigio si parla, anche Angelino Alfano non è da meno, perché, come spiega il primo cittadino nel pomeriggio, «dove e in quali città smistare i flussi di migranti sono decisioni prese dal ministero dell`Interno». Ed è evidente che se nella capitale si concentra un tasso così alto di extracomuntari il sindaco chiederà il perché. «Il ministro dovrà ricevermi e darmi conto di questi numeri», annuncia Marino.
Intanto il problema delle periferie romane rischia di riesplodere dopo il trasferimento di un gruppo di minorenni dal quartiere di Tor Sapienza un un`altra periferia a sud della capitale. Marino si difende elencando quanto già fatto per le banlieues capitoline: «Sono arrivato e ho trovato una città del benessere e forse ancora più ricca di prima e dall`altra parte una città impoverita, con le macerie un dopo bombardamento. Mi sono rimboccato le maniche. A fronte di un debito di oltre un miliardo di euro, ho pensato di tagliare gli sprechi, 450 milioni in tre nni».E rivendica di essersi concentrato sulle infrastrutture: metro C, opere stradali, scuole.
Ma ieri Marino ha provato anche a smontare l`equazione immigrato uguale criminale, cavalcato in questi giorni dalla destra, fermo restando che «chi non rispetta le regole deve andare fuori dall`Italia». E lo fa nel pomeriggio all`Infemetto, quartiere a sud della città, el centro dove da due giorni fa sono stati trasferiti i 18 immigrati minorenni presi d`assalto nel quadrante est, seguendo alla lettera ciò che papa Francesco, aveva esortato nel corso dell`Angelus: «Non bisogna cedere alla tentazione dello scontro, si deve respingere ogni violenza. Ci vuole dialogo e confronto».
Così, accolto da un coro di residenti inferociti che gridava «fuori dal nostro quartiere gli immigrati», decide di ascoltarli sotto la pioggia per mezz`ora. Poi li invita a entrare nel centro che li ospita per un faccia a faccia con gli adolescenti magrebini. Una scelta che spiazza tutti- dal suo staff ai cittadini-ma che ha avuto un merito: la possibilità di ascoltarsi e di chiarire equivoci. Di fronte ai ragazzini, tra i 14 e i 16 anni, che raccontavano le loro storie di come sono arrivati in Italia e delle scuole che frequentano qui, le paure dei romani esasperati si sono sgonfiate. E, uscendo dal centro, erano quasi dispiaciuti che quel gruppo di giovani resterà all`Infernetto soltanto per due settimane.



Roma, è scontro sugli immigrati Renzi: un piano per le periferie
Alfano replica alle accuse di Marino: «Le aree dei centri le sceglie il sindaco». Appello del Papa: le istituzioni agiscano  
ll Messaggero, 17-11-2014
Maria Lombardi  Alessia Marani
L`EMERGENZA
ROMA «Non cedere alla tentazione dello scontro e respingere ogni violenza». All`Angelus il Papa non parla di guerre lontane ma dei conflitti a pochi chilometri da piazza San Pietro, nelle periferie romane in rivolta contro gli immigrati dove il disagio rischia di trasformarsi in odio. Una vera e propria «emergenza sociale», avverte Francesco, che va affrontata al più presto dalle istituzioni prima che «degeneri». E mentre Francesco guarda con apprensione ai "fuochi" di Tor Sapienza che ora potrebbero esplodere anche altrove, Renzi condivide la stessa preoccupazione. Dall`Australia il premier annuncia un piano per le zone disagiate delle città italiane a partire dal 2015. Non si placa intanto la tensione tra
Viminale e Campidoglio. Ieri in un`intervista al Messaggero Marino aveva accusato il ministero dell`Interno di aver commesso tanti errori nella gestione dei rifugiati, di quel che è accaduto a Tor Sapienza avrebbe dunque colpa. La replica di Alfano arriva dagli studi di SkyTg24, durante l`intervista con Maria Latella. «La gestione intelligente delle periferie non fa ricadere i problemi sul ministro dell`Interno.
È il sindaco a scegliere i luoghi dei centri». E in serata il sindaco di Roma fa visita all`Infernetto, il quartiere vicino Ostia dove sono stati trasferiti alcuni deì profughi del centro preso d`assalto dai residenti della periferia est e che ora minaccia battaglia contro gli immigrati.
L`APPELLO
Non si può arrivare allo scontro, ammonisce Bergoglio, la comunità cristiana deve impegnarsi perché ci sia «l`incontro». Concretamente, anche aprendo le sale parrocchiali, «per dialogare, ascoltarsi, in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio, e costruire una convivenza pacifica, sicura e inclusiva». Ma le istituzioni devono fare la loro parte, affrontando questa emergenza «al più presto e in modo adeguato». Conosce bene, Papa Francesco, cosa è l`emarginazione e dove può arrivare la rabbia degli ultimi, l`ha vissuta da vescovo, nei «barrios» poveri di Buenos Aires. Da Brisbane, dove è in corso il G20, Renzi rassicura: «Nel 2015 presenteremo un progetto specifico con l`Associazione dei Comuni».
Un piano per le periferie «troppo spesso dimenticate», ammette. Il governo ha dunque a cuore i problemi di chi vive in zone disagiate. E se non si sono visti esponenti dell`esecutivo per le vie di Tor Sapienza, risponde Alfano a Marino, è solo perché «il sindaco fa il sindaco, noi garantiamo la sicurezza attraverso le forze dell`ordine».
È lui che sceglie il posto dove ospitare i rifugiati, replica il ministro dell`Interno a Marino, «il Viminale gli dà i soldi. Punto. Se la sbrighi lui con Roma, il suo partito  egli italiani».
L`INFERNETTO
Il problema adesso è che i roghi di Tor Sapienza rischiano di moltiplicarsi e diffondersi. Ieri mattina sit-it all`Infernetto, un centinaio di persone protesta in via Salorno, davanti al un centro per minori disagiati dove da venerdì sono ospitati 17 ragazzi trasferiti per ragioni di sicurezza da Tor Sapienza. «Noi qui non ce li vogliamo, vadano via», la gente è esasperata dai furti continui, «viviamo già come prigionieri in casa». Giorgio Mirizio, del comitato Infernetto Sicuro, agita un cartello: «Non è razzismo ma legittima difesa». C`è chi prova a tendere le braccia ai ragazzi: «Non sono loro il problema», ma viene zittito dagli insulti. Nel pomeriggio la visita a sorpresa di Marino all`interno della struttura. Invita anche una delegazione dei residenti a conoscere i ragazzi. «Entro un paio di giorni saranno trasferiti - dice - perché da qui non riescono a raggiungere le scuole che frequentano a Roma».
Intanto a Tor Sapienza i comitati si organizzano in vista dell`incontro con il sindaco in Campidoglio fissato per domani. Oggi pomeriggio assemblea aperta nel quartiere convocata dalla «commissione di vigilanza sugli interventi richiesti al sindaco».



Prima Sicilia, poi Lazio Ecco dove finiscono i salvati da Mare Nostrum
E la Camera apre un`inchiesta sul trattamento dei richiedenti asilo nei centri d`accoglienza
La Stampa, 17--11-2014
"Litigano da giorni. È successo anche ieri. Il ministro Angelino Alfano, infatti, non vuol finire nel tritacarne di Tor Sapienza e lascia volentieri il cerino a Ignazio Marino: «Il luogo lo sceglie il sindaco e il Viminale gli dà i soldi. Punto. Altrimenti stiamo facendo i prestigiatori». Il sindaco alza pubblicamente gli occhi al cielo per far capire che si trova a fronteggiare scelte altrui, e si lamenta: «Possibile che qui (a Roma, ndr) debba esserci un immigrato su cinque che arrivano in Italia?».
Per capire, serve qualche punto fermo. I dati ufficiali del ministero dell`Interno, aggiornati al 31 ottobre, dicono che sono 61.238 gli immigrati - i richiedenti asilo che le navi di Mare Nostrum hanno salvato nel Mediterraneo - ospitati a spese dello Stato. Ebbene, il 23% di essi è stato sistemato in Sicilia, il 13% nel Lazio, il 10% in Puglia, l`8% in Lombardia, e così via. In effetti il Lazio deve accogliere quasi il doppio di immigrati della Lombardia, ma la Sicilia batte tutti di gran lunga: qui sì che c`è un immigrato ogni cinque. Il tema è esplosivo. Ci si sta per mettere anche la Camera dei deputati, che oggi dovrebbe varare una commissione d`inchiesta sul «trattamento dei migranti nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione». La commissione nasce da ben tre proposte-fotocopia: una del Pd (Emanuele Fiano), una di Scelta Civica (Mario Marazziti), una di Sel (Nicola Fratoianni). «Siamo tutti d`accordo, anche quei colleghi che la pensano all`opposto di me, che è bene fare luce su quanto avviene in questi centri gestiti dal ministero dell`Interno», spiega il relatore, Gennaro Migliore, ex vendoliano, ora Pd. L`idea di una commissione d`inchiesta nacque sull`onda dello scandalo di Lampedusa, quando si vide il filmato di alcuni profughi che venivano tenuti nudi in uno stanzone e lavati con il getto d`acqua. Fu uno choc perché si pensava che il trattamento rude fosse un`esclusiva dei centri per le espulsioni, non anche in quelli per i richiedenti asilo. Nel frattempo sono arrivate varie denunce su ruberie, trattamenti sotto lo standard, inefficienze. E poi si moltiplicano i casi di periferie in rivolta contro i centri per immigrati.
Dove vada a parare la nuova commissione d`inchiesta, è chiaro fin dalla legge istitutiva: «Accertare se nei centri si siano verificate condotte illegali e atti lesivi dei diritti fondamentali e della dignità umana». In tutta evidenza sul banco d`accusa ci finirà la polizia. E si spiegano così certe asperità nel dibattito parlamentare. Ignazio La Russa, FdI: «Questa è un`operazione di schifoso razzismo nei confronti degli italiani». Di contro Emanuele Fiano, Pd: «Dobbiamo dire al Paese se le condizioni di vita in quei centri sono consone alle nostre leggi, alla Costituzione, alla Dichiarazione dei diritti universali dell`uomo».
Se è esploso il fenomeno dell`accoglienza per i richiedenti asilo, è divenuto invece residuale il sistema dell`identificazione ed espulsione. Era un cavallo di battaglia della destra, al punto che l`ex ministro Maroni nel 2011 volle allungare il trattenimento nei Cie (al Viminale aborrono all`idea di chiamarla detenzione, ma non è che la sostanza sia diversa) fino a un massimo di 18 mesi e progettava di aprirne tanti altri di questi centri. Nel frattempo, all`opposto, diversi Cie sono stati chiusi e attualmente ce ne sono solo 5 in funzione (Torino, Roma, Bari, Trapani, Caltanissetta) per complessivi 500 posti letto. Sono fortemente diminuiti anche i numeri. Nel 2013 erano stati trattenuti 6.016 stranieri (di cui 2.749 i rimpatriati); nei primi sei mesi di quest`anno, 2.124 (di cui 1.036 rimpatriati).
La permanenza media nei Cie è stata di 55 giorni a Bari, 24 a Caltanissetta, 32 a Roma e Torino, 50 a Trapani. Il sistema, insomma, funziona abbastanza. Non meraviglia, allora, che qualche giorno fa, con il beneplacito del ministro Alfano, il Parlamento abbia rivoluzionato le norme, imponendo un massimo di 3 mesi di trattenimento nei Cie per chi dev`essere identificato ed espulso. Quando sono ex detenuti, poi, il massimo si riduce a 1 mese, visto che vengono già identificati dall`amministrazione penitenziaria.



Viminale, tempi più rapidi: «Meno rifugiati nei centri»
Il ministro aumenterà le commissioni ?Le procedure sono ancora troppo lente per le richieste di asilo: nel Lazio da 1 a 4 gli sbarchi nel 2014 sono quadruplicati
Il Messaggero,17-11-2014
Sara Menafra
IL CASO
ROMA Il periodo più difficile da gestire è quello dell`arrivo. Una volta sbarcati, i migranti, che ormai sono soprattutto persone richiedenti asilo, provenienti da paesi in guerra, hanno bisogno di essere ospitati in attesa che le commissioni territoriali valutino le domande di protezione internazionale. Una volta superato questo scoglio, ottengono í documenti di identità e possono lavorare. Ma le procedure sono lente (nel 2013 sono stati analizzati 25mila casi, la metà degli arrivi). Per questo, per accelerare le procedure di valutazione, il ministro degli interni Angelino Alfano ha deciso di insediare nuove commissioni: solo per il Lazio, passano da una a quattro, tre a Roma e una a Frosinone. Una scelta che potrebbe, in prospettiva, far scendere i numeri degli ospiti delle strutture di accoglienza.
I DATI
Non è facile gestire la marea degli arrivi. Il contatore degli sbarchi al momento segna quota 157mila. Tanti sono i migranti giunti dal 1 gennaio 2014 e almeno in parte provenienti da paesi in guerra. Una crescita esponenziale: nel 2013, quando già si parlava di emergenza arrivi e quando fu impostata la missione Mare Nostrum, gli sbarchi si sono "fermati" a 42.925. Una cifra che entro la fine dell`anno sarà superata di quattro volte, come ampiamente superata (circa di tre volte tanto) sarà quella dell`anno dell`emergenza Mediterraneo, il 2011. Circa la metà di chi varca la frontiera senza documenti viene inizialmente inserito in una struttura di accoglienza per richiedenti asilo. Stando ai dati del Viminale del 31 ottobre scorso, le persone inserite nei Cara, nelle strutture temporanee o nell`ambito del progetto Sprar in collaborazione con l`Anci, sono quasi 80 mila, contando i 61.238 ospiti al 31 ottobre scorso e i circa 13mila minori non accompagnati.
GLI ARRIVI
Nella gestione di questo flusso costante di arrivi, comunque non paragonabile a quello di Gran Bretagna e Germania, il Lazio fa decisamente la sua parte. Stando sempre ai dati del Viminale, la regione della Capitale è la seconda ad aver aperto le proprie porte, con il 13% dei posti messi a disposizione, dopo la Sicilia che, a causa degli arrivi costanti è ovviamente la prima (23%). In numeri assoluti parliamo di 7.993 persone, solo per contare i maggiorenni. Dopo l`accordo firmato lo scorso 10 luglio dalla conferenza Stato regioni e dall`Anci, a decidere chi va dove è una commissione nazionale, ma sono poi le commissioni regionali, ai quali partecipano i rappresentanti dell`Anci, a distribuire gli arrivati sul territorio sulla base dei progetti predisposti e approvati dai comuni. In molti casi, i migranti cercano di sottrarsi all`identificazione per passare le frontiere e chiedere asilo in paesi con un welfare più disponibile. Dopo le tensioni con l`Unione europea sulla mancata identificazione da parte di Roma, l`Italia è diventata più rigida e il fotosegnalamento dei nuovi arrivati è ormai davvero obbligatorio. Le nuove regole, però, hanno convinto alcuni paesi, tra i quali Germania e Svezia a darci una mano. Entrambi gli stati, in molti casi riconoscono,e accettano i richiedenti asilo identificati in Italia.
L`EUROPA
E` ancora massima tensione a livello europeo sulla gestione delle operazioni di soccorso e identificazioni. Nonostante l`avvio della missione Triton, due giorni fa il ministro degli esteri inglese David Hammond ha dichiarato che senza una stretta la Gran Bretagna uscirà dall`Unione.



In Sicilia
Maxi sbarco: soccorse 864 persone
Corriere della sera, 17-11-2014
Un maxi sbarco che ha visto arrivare ieri a Pozzallo, nel Ragusano, 864 persone a bordo della nave San Giorgio della Marina: tra loro molte famiglie siriane e un centinaio di marocchini. I migranti sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia. Prefettura e questura hanno già avviato il piano di trasferimento: circa 600 sono diretti, con voli charter, nelle altre regioni, gli altri sono stati divisi tra le province siciliane.
Ieri altri interventi: un barcone con circa 24o migranti è stato soccorso in acque libiche dalla nave Fiorillo della Guardia costiera, che poi si è diretta verso un gommone in difficoltà con 8o persone a bordo



Cittadinanza. Firenze cambia: "Più personale, informazioni e domande per posta"
La prefettura riorganizza l'ufficio cittadinanza. Era bloccato al punto che non dava appuntamenti prima di gosto 2015
stranieriinitalia.it, 17-11-2014
Firenze – 17 novembre 2014  - Qualcosa si muove, finalmente, a Firenze, dove per gli aspiranti italiani era diventato impossibile chiedere la cittadinanza.
Lo scorso marzo, la Prefettura aveva inaugurato la prenotaziione online degli appuntamenti per presentare la domanda, un sistema già utilizzato in altre province. Visto il gran numero di richieste, però, i posti disponibili sul calendrio online erano andati subito esauriti. Come ha denunciato venerdì scorso l'Asgi, "ad oggi non risulta, di fatto, possibile prenotare un appuntamento, poiché dal calendario di prenotazione online non risultano  esserci disponibilità, almeno fino ad agosto 2015".
Alla beffa, si unisce il danno. Il certificato di nascita e certificato penale del Paese d’origine, indispensabili per chiedere la cittadinanza italiana e che devono essere tradotti e legalizzati (a pagamento) presso il consolato, durano solo sei mesi. Se intanto la pratica non parte, bisogna rifarli da capo. I ritardi colpiscono anche molti figli di immigrati che dovrebbero diventare italiani insieme ai loro genitori.
Ora, però, dalla Prefettura annunciano una riorganizzazione dell'ufficio cittadinanza. Ci sarà più personale, orari di apertura più lunghi, call-center telefonico quotidiano e la possibilità di inviare le domande anche per posta.
Grazie a un  maggior numero di impiegati addetti al front-office, dal primo dicembre saranno disponibili molte più date per prenotare online l’incontro. Inoltre, da ora in poi le domande potranno di nuovo essere inviate pure per posta, anche se continua ad essere consigliata la prenotazione dell’appuntamento via internet (servizio che resta attivo).
"L’esperienza di questi anni – spiega la prefettura di Firenze in una nota - ha infatti insegnato che il contatto diretto tra straniero e operatore è spesso indispensabile per avviare correttamente la pratica: gran parte delle domande pervenute per posta sono incomplete e l’aiuto dell’impiegato è necessario per far comprendere all’utente cosa e come deve fare".
Il call-center telefonico (numero 055 2783635 ) funzionerà tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, con orario 9-12, mentre prima era aperto solo due ore per due giorni alla settimana. In più, per coloro che hanno i documenti in scadenza e quindi premura di presentarli, sarà possibile scrivere alla mail dedicata Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. per avere un appuntamento più rapido.
“Un grosso sforzo organizzativo -ha spiegato il prefetto di Firenze Luigi Varratta– con il quale siamo convinti di migliorare il servizio. Non dobbiamo dimenticare che c’è anche un’attività di back- office che richiede molto personale. Nonostante la complessità degli adempimenti, comunque finora abbiamo sempre chiuso l’istruttoria delle domande nei tempi previsti dalla legge".

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