Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri
Provocazione
Vi prego di farmi arrestare..


Sono punibile di reato per avere dato ospitalità a una clandestina e con me arrestate le seguenti persone che furono miei complici:

1.

L'impiegata dell'anagrafe del mio comune che inserì la clandestina nel nostro stato di famiglia.
2.

Il medico cui feci fare immediatamente visitare la medesima.
3.

Il direttore elementare e la maestra di scuola e di più suo marito che, che essendo io in quei giorni impedita a camminare e la moglie oberata da impegni, venne lui personalmente a casa a chiedermi lumi circa un'eventuale iscrizione a scuola.
4.

Il medico e tutta l'equipe del pronto soccorso dell'ospedale dove il soggetto in questione, alcuni mesi dopo venne portato per ricucire un profondo raglio ad un braccio fatto incidentalmente senza che mi venisse chiesto alcun documento di identificazione riguardo alla clandestina, meno che mai un qualche straccio di permesso di soggiorno (come invece sarebbe successo 23 anni dopo!! Vedere più avanti).
5.

La mia gentile vicina di casa complice per avermi tenuto il bimbo piccolo mentre correvamo all'ospedale.
6.

Forse sono colpevoli anche i miei fratelli e sorelle che le regalarono tutto il guardaroba. Non era un lusso, ma un'estrema necessità perchè il soggetto in questione proveniva da un paese caldo bollente e qui era gennaio.
7.

Chissà forse sono colpevoli anche le commesse del negozio d'abbigliamento che per un pomeriggio intero ammattirono divertendosi però un mondo a sciorinare sotto gli occhi incantati del soggetto tutto il necessario.
8.

Ma, dulcis in fundo, il più colpevole di tutti fu il Presidente del Tribunale per i minori di Firenze che il giorno prima di andare a prendere la clandestina bimba (a questo punto mi sento in dovere di dirlo) a Milano in aeroporto MI CONSIGLIO' ASSOLUTAMENTE DI METTERE IN ATTO SUBITO I PRIMI TRE ARTICOLI DI CUI SOPRA.

Spiegazione agli autori della quotidiana rubrica Italia – Razzismo. Intanto grazie di esistere. Se non c'eravate avremmo avuto bisogno d'inventarvi. Il vostro intervento per me è un toccasana. E' la prima cosa che leggo sul giornale, dopo “Cara Unità”.

Tutto quello che ho scritto nella “Provocazione” oggi sarebbe punibile, soprattutto i primi 3 articoli

E' una vita che combatto contro il razzismo, qui in Italia.

Da anni io e mio marito aspettavamo in adozione una bimba, brasiliana nera. Per le vie misteriose del Signore e per la buona volontà di un giudice per i minori di Bahia e di un sacerdote fiorentino amico di famiglia missionario là, dove c'è stato per circa 30 anni, osarono sfidare i tanti no che l'infame dittatura militare aveva detto nel corso degli anni. Nel 1971, proprio mentre ero là a cercare di risolvere il problema venne emanata una legge che diceva essere “il Brasile una grande nazione per cui era capace di nutrire tutti i suoi figli, e le adozioni potavano essere accettate solo con paesi confinanti dell'America latina” questo il testo letto su il “Globo”.A quel tempo la bimba aveva solo circa tre anni. Arrivò nel gennaio del 1975 che ne aveva già 6 e mezzo. Ora ne ha 40.

Vi ho voluto mandare la provocazione per due principali motivi. Se lo ritenete necessario avete tutta la mia liberatoria per usare tutto lo scritto anche ed eventualmente come riflessione ai lettori.

Primo, mettere a confronto la lungimiranza del Giudice, nonché Presidente del Tribunale dei Minori dott.Gianpaolo Meucci che prima di ogni altra cosa guardava al bene dei bambini ed il comportamento assurdo di chi oggi in Italia con la scusa della sicurezza ha fatto una legge infame, indegna di un paese civile.

Data l'insolita adozione (far partire prima il minore e poi rivolgersi al tribunale, tutto il contrario della legge attuale ed anche di quella che c'era subito prima) che con tanta felicità che ci prestavamo finalmente a compiere, avevamo altresì la preoccupazione che qualcosa potesse andare storto visto che la piccola come ho detto prima non aveva alcun straccio di documento che non fosse, forse, il passaporto (l'accompagnava in volo una ragazza missionaria laica che rientrava in patria per i due mesi di vacanza, ma data la breve comunicazione telefonica altro non sapevamo. Per la cronaca subito dopo l'arrivo della bimba iniziò il processo adozione che, viste le lungaggini della nostra burocrazia, la serietà del mio Tribunale che fece in Brasile tutti gli accertamenti del caso, più l'arrivo naturale di un altro bambino, finì solo nel 1980. Il dottor Meucci, fra un'udienza ed un altra, visto che per la bimba tutto andava ben e vedendo che avevo il pancione mi abbonò i 5 anni, come prevede la legge in questi casi, tutto però si risolse bene) .Chiamato il tribunale dei minori di Firenze per avere delucidazioni in merito mi rispose lo stesso Presidente dicendo che potevamo parlarne con lui all'indomani, era un sabato, ma “io in ufficio ci sono a lavorare tutti i sabati”. Dopo le garanzie che portammo, preminente la fama del mio amico prete, compagno di seminario di don Milani, allievo spirituale del famoso don Bensi che ha allevato i migliori cittadini fiorentini di una stagione che ormai non c'è più e che mezzo mondo fiorentino e no conosceva bene più le nostre qualità morali e la possibilità intrinseca d'occuparci di un minore, in ufficio CI SNOCCIOLO' TUTTI I DIRITTI DEI BAMBINI che solo in un secondo tempo io appresi essere quelli della CONVENZIONE DI GINEVRA. Ci rassicurò dicendo solo di tornare subito dopo Milano per vedere cosa ha in mano la bimba e “se non ha nulla lo inventiamo noi. Voi andate tranquilli che nessun poliziotto vi fermerà”. I legislatori di oggi ed intendo particolarmente quelli della Lega che hanno sfornato quel gran sacco di immondizia spacciata per sicurezza che lede i principali diritti umani, gente stupida in camicia verde e cuore nero sono stati battuti da un Giudice ben 33 anni fa!! Ora vorrebbero che i medici diventassero spioni, che un dirigente scolastico mettesse i bambini stranieri tutti in una classe che potrebbe diventare un ghetto, che un ragazzo delle superiori non può accedere agli esami se non ha tutto in regola (ma in questo momento non ricordo dov'era l'orribile inghippo), che un altro per una ridicola legge del 1931 non può guidare un mezzo pubblico pur avendo partecipato e vinto un concorso SOLO perchè straniero, che una donna non potesse iscrivere il proprio neonato nei nostri registri dell'anagrafe e chi più ne ha più ne metta.

Secondo. Il razzismo in Italia.

C'è eccome! Riguardo a mia figlia gli episodi di razzismo sono stati diversi e, guarda caso proprio dalle istituzioni più solenni come la scuola, non quella elementare, l'ospedale non quella volta del pronto soccorso, ma quando ve la portai a 18 anni svenuta perchè caduta da un letto a castello in un'uscita con gli scout, non uno, ma ben due teatri, di recente. E l'ufficio di collocamento d'allora dove regolarmente andavamo a cercare lavoro.

Ma il più eclatante di tutti, quello che in qualche maniera ci sconvolse veramente fu quando un ufficiale medico della nostra Asl che tradotto, qui da noi non fa altro che mettere un timbro, due minuti di tempo, LE CHIESE IL PERMESSO DI SOGGIORNO PER RINNOVARLE LA SPECIALE TESSERA SANITARIA CHE TUTTI GLI ALIMENTARISTI DEVONO PERIODICAMENTE RINNOVARE. Mia figlia l'aveva già rinnovata diversi anni e mai gli era capitata una cosa del genere. Nostra figlia ai tempi del fatto, 1998, era cittadina italiana, da ben 23 anni!Porta un cognome italianissimo, è iscritta regolarmente in tutte le liste del comune. La ragazza* a quella richiesta che non sapeva esattamente nenche cosa fosse torna casa a cercare il benedetto permesso che “mamma stamani si è dimenticata di darmi” disse al fratello. Il fratello le chiarisce il tutto e lei ritorna alla Asl. Da notare che in mano al momento della richiesta assurda aveva la patente, il codice fiscale e il foglio dell'anamnesi che si deve compilare tutti gli anni del rinnovo, oltre naturalmente al libretto di lavoro dove si evidenziano bene tutti gli altri rinnovi.

Io vengo a sapere il tutto solo alle 13 quando torno a casa dal lavoro dal fratello piuttosto indignato.. Io m'indigno se possibile di più, ma non potendo fare altro perchè a quell'ora la Asl è già chiusa al pubblico, prendo carta e penna e butto giù tutto. Ne faccio una lettera aperta che consegno a mano a tutto il paese e la mando a tutte le istituzioni oltre che ai principali quotidiani e sindacati compresi. Per me la storia finisce qui: la mia personale vendetta è tutta lì. Non voglio la testa di nessuno. Per me era un caso di razzismo bell'e buono che l'opinione pubblica doveva sapere perchè quel medicuccio con un po' più di voglia di lavorare poteva ben guardare i documenti che aveva in mano. E se proprio era un assurdo leguleio - noi abbiamo l'ufficio dell'anagrafe a quattro passi di distanza e poi ci sono i telefoni - ci voleva tanto a chiedere chi era quella ragazza nera che gli stava davanti? Invece appena entra la ragazza, egli è a capo basso fra le scartoffie, prima la manda a pagare il tiket, poi si accorge che è nera e la spedisce a casa a cercare quello che non c'è. Lo avrebbe fatto se fosse stata bianca, straniera magari danese o russa? Credo proprio di no.

Tre ani dopo mi arriva a casa un avviso di garanzia. Casco dalle nuvole ed il messo del tribunale mi spiega il tutto: il bel tomo dell'ufficiale medico, invece che denunciarlo io per conclamato razzismo ha denunciato me per diffamazione visto che lo avevo definito medicastro e scansafatiche perchè quando mia figlia era ritornata in ufficio, egli era sparito per ritornarsene dopo un'ora e più . La ragazza che sarebbe dovuta entrare a lavorare alle 10 vi arrivò dopo mezzogiorno abbondante. Da notare che l'appuntamento per quel rinnovo era stato preso per le 9 già da tre mesi prima come da regolamento della nostra azienda sanitaria.

Conclusione: ricerca di avvocato e processo che è durato ben 6 anni. Mai messo piede in vita mia in un tribunale, fra parentesi uno schifo quello di Firenze che meriterebbe un racconto a parte. Avendo pochi soldi penso anche di non avere trovato un gran buon avvocato perchè uscì fuori che la colpevole ero io per via quelle due paroline non esattamente dolci.

Da vittima a colpevole. Ho detto prima che vi leggo sempre volentieri. Fate ora voi i commenti facendovi anche notare quanto il popolo italiano si sia imbarbarito in questi 33 anni corsi fra l'arrivo di mia figlia ed oggi, peggiorato, rimbecillito mi parrebbe giusto dire perchè prima, un prima che ha durato diversi anni al solo sentire la parola mamma rivolta a me, in qualunque situazione ci trovassimo, la gente sorrideva compiaciuta dell'adozione. Se io non ero una santa ci mancava poco, cosa che, fra l'altro, mi infastidiva molto perchè il mio non fu un atto di santità, ma semplice consapevolezza di dare amore a chi sulla faccia della terra ne aveva più bisogno. Ora se dico di avviarsi lei a fare la spesa o mi porta un sacchetto pesante, o se quando siamo in montagna le chiedo di darmi una mano a saltare un fosso, state tranquilli che quella ragazza nera è la mia cameriera e se lei generosamente si carica dei più pesanti state tranquilli che io ora sono una negriera schiavista!

Un bar di Rimini nel più famigerato centralissimo Viale Verdi 3 anni fa le rifiutarono l'uso del bagno fintanto che non mi alzai io dal tavolino per dire che quella era mia figlia. E questo è solo uno degli ultimi episodi accaduti. Sul Tirreno invece un bagnino che non ci conosceva la fece sgolare un bel po' prima che gli potesse chiedere se c'era un ombrellone libero. Io assistevo dal marciapiede a tutta la scena. L'omino la vedeva e la sentiva, ma non si mosse finchè non mi decisi io a scendere in spiaggia e quando alla fine fummo sistemate mi levai la voglia di spiegargli che il suo era stato un vero e proprio atto di razzismo facendolo arrossire in pubblico e non era uno stagionale come avevo creduto in un primo tempo, ma il vero padrone ed il suo stabilimento è uno dei migliori della città!!!


E questa è solo la mia storia, ma stando in mezzo alla gente se ne sentono di corbellerie del tipo “io ho paura se torno a casa a buio perchè accanto a me ci sono tutti quei musi neri che mi fanno paura (in anticamera di un dottore). Dalla parrucchiera invece il leit motiv è “ci portano via il lavoro”. Fate bene a insistere con Italia – Razzismo, il nostro Paese sotto questa questione è ancora molto, ma molto retrogrado. Poi c'è il governo soprattutto con la Lega che ha fatto il resto, come se la crisi economica che ci attanaglia o tutti i crimini commessi fossero stati effettuati solo da stranieri.

Nel mio piccolo spero d'avere contribuito anch'io, se non per altro, a darvi tutta la mia solidarietà. Fate bene a stigmatizzare ogni atto di legge o altro che lede la dignità umana. Ultimamente mi sono piaciuti molto gli articoli sulle badanti e colf con diritto di precedenza rispetto agli altri lavoratori stranieri. Ed avete fatto bene a parlare di Marcinelle, tragedia immensa che io ricordo perfettamente. Personalmente l'avere guardato solo alle badanti e colf non la trovo giusta neanche un po' perchè mi sembra si sia scelta una corsia preferenziale solo perchè di quella immigrate ne abbiamo molto bisogno che traducendo alla mia maniera vuol dire solo aiutare le famiglie benestanti che si possono pagare tanto lusso. E le altre? Ed un muratore o un meccanico o un falegname o un imbianchino non sono altrettanto necessari per le nostre aziende così come una sarta o una parrucchiera? Poi vorrei lanciare, e chissà quante “benedizioni” mi prenderò se avrete mai il coraggio di pubblicare anche queste parole, contro le badanti: sono state santificate, ma non è sempre vero. All'inizio sì lavoravano forse anche con amore, ora non più: sono molto venali e basta:vengono da noi come se andassero a vendere gelati in un bar della Romagna. Mi piacerebbe sentire il vostro parere. Solo il dio quattrino è vincente per loro. Appena trovano situazioni migliori di quelle trovate prima abbandonano il paziente padrone senza tanti complimenti (per esse, specialmente quelle europee provenienti dai paesi dell'Est interessa solo lo stipendio e lavorano dove ci sia necessità per il paziente in questione anche con alacrità, ma freddamente, scientemente alla stessa stregua di un lavoratore stagionale come fanno sulle nostre coste le lavoratrici stagionali , anzi se si va in Romagna sono molto più cordiali ed educate di loro e sorridono pure nonostante il duro lavoro. Queste, almeno quelle che sono capitate in diverse famiglie che io conoscevo già per motivi di volontariato sono dei pezzi di ghiaccio. Non sorridono mai, nel caso che non parlino l'italiano non fanno mai uno sforzo per apprendere qualcosa. Fatti i lavori più gravosi al mattino, il pomeriggio il più delle volte lo trascorrono in camera loro in dolce far niente anche quando il paziente è costretto a rimanere in casa. Sfatiamo il mito della compagnia perchè non gliene fanno punta. Chiaramente questo pezzo non è da pubblicare pena un altra querela!)


Vi saluto cordialmente augurandovi ogni bene anche per tutto il vostro impegno.

Luigia Paoli


PS


Nota*: mia figlia, purtroppo data anche la sua amara prima infanzia, sei anni e mezzo di lungo abbandono affettivo e materiale di ogni genere, ha sofferto nella psiche per cui è in terapia costante perchè il suo disturbo non peggiori, ma quella mattina come riferito dal fratello andò in confusione e molto tempo e pazienza ci volle poi a noi per rimetterla in carreggiata. Quindi io per quel razzismo conclamato avrei potuto citare il medico anche per danni morali e materiali(sofferenza e medicine).Se non lo feci fu solo per non coinvolgere ancora di più emotivamente la mia già debole figlia(ovviamente da non farne uso pubblico di queste mie parole).
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