Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

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                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

13 giugno 2013

Sull’orlo di una crisi di nervi
la Repubblica, 13-06-2013
Filippo Azimonte
E’ un peccato che il carosello di blindate e sirene che ha annunciato l’arrivo a Villa Clerici del Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge abbia in parte oscurato i contenuti della sua “missione” milanese e l’incontro con i giovani di G.Lab, Forum città, Yalla Italia…
«Una buona pratica e un modello esportabile anche in altre città», ha commentato il Ministro che, più che parlare è stata ad ascoltare quanto le raccontavano quei giovani impegnati ad assistere i coetanei delle 200 diverse nazionalità che oggi convivono a Milano.
Kyenge prima di incontrare il sindaco Giuliano Pisapia era anche riuscita a chiudere l’incidente diplomatico apertosi con la Lega nella sua precedente visita a Milano, quando aveva mancato di stringere la mano al consigliere comunale Alessandro Morelli che la sua scorta aveva pensato di tenere a distanza “di sicurezza”.
Un eccesso di zelo allora, che si è replicato ieri quando il corteo ministeriale per raggiungere Villa Clerici per il convegno sul lavoro minorile, imbocca via Terruggia contromano sotto gli occhi dei frequentatori del mercato del mercoledì di via Val di Ledro. Probabilmente nessuno sa chi sia a bordo di quelle auto sgommanti e ululanti,  ma basta veder sventolare le palette della Finanza perché si levino urla e insulti contro “la casta”, le foto finiscano sul web e esploda la polemica politica.
Il Ministro replica con quello che per lei deve essere divenuto un “mantra”: «Le scelte sulla sicurezza non le fa la sottoscritta». E ha certamente ragione, come è del tutto plausibile che proprio l’ondata di insulti che ha seguito la sua nomina e le polemiche politiche che accompagnano quasi ogni sua uscita pubblica, abbiano reso molto “nervosi” gli uomini che devono garantirne la sicurezza da invasati come quelli che sui muri di Pistoia hanno tracciato la scritta: «Sparate al ministro Kyenge non ai Cc».
Ironizza Matteo Salvini che si attende che, dopo la contestazione, «la signora Boldrini farà subito un comunicato in difesa della poverina…». Il suo “collega” Max Bastoni chiede che «il governo intervenga e la richiami ufficialmente a un uso più civile della scorta».
Bisognerebbe pensare, piuttosto, a un suo uso più intelligente, proprio per evitare al ministro una sovraesposizione che, paradossalmente, alimenta la contestazione nei suoi confronti e ulteriormente ne minaccia la sicurezza. Una prova di intelligenza e responsabilità che, comunque, sarebbe da pretendere anche dai suoi avversari politici.
Tag: Alessandro Morelli, Cecile Kyenge, G.Lab. Forum Città, Giuliano Pisapia, Integrazione, Laura Boldrini, M>atteo Salvini, Villa Clerici, Yalla Italia


    
Il nuovo sistema europe d'asilo "Un passo avanti, ma la meta è lontana"
Le decisioni che hanno condotto all'approvazione delle nuove norme sono state guidate spesso da diversi timori - ha detto Christopher Hein direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) - dal timore che le persone possano aggirare i controlli di frontiera ed i requisiti per i visti e presentare richieste di asilo infondate. "Ma dove è finito il timore per i diritti umani delle persone?"
la Repubblica, 13-06-2013
ROMA - Il Parlamento Europeo ha oggi approvato il nuovo Sistema Europeo Comune di Asilo (CEAS), attraverso l'adozione di 4 nuovi strumenti giuridici. Il CEAS ha un impatto diretto sulla vita di circa 400.000 richiedenti asilo ogni anno, su circa 2 milioni di beneficiari di protezione internazionale e le loro famiglie e sul lavoro di decine di migliaia di operatori pubblici e privati nei 27, presto 28, Stati Membri dell'Unione Europea. Il Sistema Comune Europeo di Asilo è unico e non esiste un modello simile in altre regioni.
Un percorso durato tre anni. Il processo che ha portato all'adozione del pacchetto normativo CEAS ha avuto bisogno di quasi tre anni in più rispetto a quanto previsto nel Programma dell'Aia; è stato faticoso, conflittuale e a lungo dibattuto. La riforma della normativa UE, in materia di asilo, è stata caratterizzata dal tentativo di trovare un compromesso tra due pulsioni fondamentali in contrasto tra loro: da un lato, rafforzare le garanzie dei richiedenti asilo e delle persone che hanno diritto alla protezione internazionale; dall'altro prevenire l'abuso del diritto di asilo da parte di migranti non legalmente autorizzati ad entrare e risiedere nei territori dell'Unione Europea.
Le paure che hanno complicato le cose. "Le decisioni che hanno condotto all'approvazione delle nuove norme sono state guidate spesso da diversi timori - dice Christopher Hein direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) - dal timore che le persone possano aggirare i controlli di frontiera ed i requisiti per i visti e presentare richieste di asilo infondate; dal timore che le persone possano nascondersi per non essere rimandate in un altro Stato membro dove non vogliono andare; dal timore che alcune famiglie possano essere costruite per il solo scopo di ricevere diritti e benefici; dal timore - ha aggiunto Hein - che i richiedenti asilo ed i rifugiati possano minacciare la sicurezza degli Stati o turbare l'ordine pubblico; dal timore che meccanismi di ingresso legale per migranti nell'UE possano gonfiare il numero di richiedenti asilo; l'esplicito o implicito timore di 'invasione' . Ma dove è finito - ha concluso il direttore del CIR - il timore per i diritti umani delle persone, il timore che anche sotto la protezione del CEAS, richiedenti asilo e persone aventi diritto alla protezione internazionale possano vedere violati loro diritti fondamentali?".
Non cambia praticamente niente. I richiedenti asilo potranno infatti ancora continuare ad essere spostati, secondo il Regolamento Dublino 3°, contro la loro volontà ed i loro interessi legittimi, da uno Stato membro ad un altro. Rischieranno di essere esposti a trattamenti inumani ed al rischio di respingimento quando verranno trasferiti in un Paese che offre condizioni di accoglienza insufficienti e mostra gravi carenze nel sistema di protezione nazionale. Inoltre, il richiedente asilo potrà continuare ad essere detenuto, eventualmente anche su scala più ampia rispetto al passato, per una vasta serie di ragioni nonostante non sia accusato di alcun crimine. Il diritto ad un ricorso effettivo, in particolare contro una decisione negativa di richiesta di asilo nell'ambito delle "procedure speciali" continuerà a non essere pienamente garantito. Nonostante le dure contestazioni continuano ad essere presenti nozioni come quelle di "paese di origine sicuro", "paese terzo sicuro", "paese terzo europeo sicuro", "paese di primo asilo" e "ammissibilità di una domanda di asilo" Tutto continuerà ad essere difficile. L'accesso ai territori dell'UE e, conseguentemente, alla protezione continuerà ad essere assai difficile e, per una stragrande maggioranza di persone in cerca di protezione, continuerà ad essere assai poco possibile l'accesso solo in modo irregolare e non protetto, in condizioni di rischio per le loro vite e sottoposti a forti pagamenti ai trafficanti. Mezzi alternativi di accesso alla protezione non sono previsti, eccetto per un ristretto numero di rifugiati che beneficiano del reinsediamento. "Pur riconoscendo che in confronto alla 'prima generazione' di strumenti giuridici di asilo dell'UE sono stati fatti importanti passi avanti, attraverso un sistema comune, basato sul rispetto dei diritti umani e del principio di asilo e dei diritti dei rifugiati, e che l'attenzione è rivolta molto più verso le persone vulnerabili ed i loro bisogni speciali - ha detto ancora Hein - resta ancora tutto da costruire un vero sistema di asilo che garantisca la parità di diritti e standards in tutta l'UE e che preveda la possibilità di accedere alla protezione in modo sicuro. Ma ora - ha concluso il direttore del CIR - la sfida è quella di monitorare il recepimento delle direttive nella legislazione nazionale e promuovere standards più elevati compatibili con i principi della Corte di Strasburgo".



Autista del bus picchia un 12enne «Motivi razziali: il ragazzo è romeno»
L'ultimo giorno di scuola facevano confusione in bus. L'autista si è fermato e ha picchiato il minorenne, offendendolo. Sette i giorni di prognosi
Corriere della sera, 13-06-2013
Milvana Citter
MASERADA SUL PIAVE РPreso a pugni e per il collo, minacciato di morte e insultato per le sue origini romene dall'autista dell'autobus con il quale stava tornando a casa da scuola. Vittima un 12enne, nato in Italia da genitori romeni che l'ultimo giorno di scuola ̬ stato aggredito sullo scuolabus. I genitori del ragazzino, si sono affidati ad un legale ed hanno denunciato l'autista, dipendente di una ditta privata che ha in appalto il servizio dal comune, per lesioni e minacce con l'aggravante dell'odio razziale.
Una scena di pura follia quella vissuta dal 12enne e dai suoi compagni di scuola, l'ultimo giorno di scuola durante il viaggio di ritorno sullo scuolabus. I ragazzini, evidentemente su di giri per la fine delle lezioni, hanno probabilmente fatto parecchia confusione, con urla e schiamazzi e con qualche scherzo all'autista che però non l'ha presa bene. L'uomo ha improvvisamente frenato, il ragazzino che era in piedi alle sue spalle, gli è caduto addosso a quel punto l'uomo ha fermato il mezzo e si è avvicinato al 12enne sferrandogli un pugno sulla schiena, per poi prenderlo per il collo e trascinarlo giù dallo scuolabus dove, ormai fuori controllo, ha alzato il cofano e avvicinato il viso del ragazzo al radiatore bollente: «Ti brucio la faccia romeno di m....». Subito dopo, è tornato sullo scuolabus ed ha urlato agli ragazzini immobili per lo choc: «Il primo che parla lo ammazzo». A raccontare la violenta aggressione ai genitori è stato lo stesso 12enne, subito accompagnato in pronto soccorso dove i medici lo hanno visitato e dimesso con una prognosi di 7 giorni. Subito dopo la denuncia nei confronti dell'autista.



“Cartoline dall’Italia”, gli immigrati si raccontano in 15 mini documentari.
Iniziativa del regista Massimo Garlati-Costa titolare della casa di produzione Raja vincitrice del concorso Pluralia 2013.
Immigrazioneoggi, 13-06-2013
Far conoscere la vita e la cultura di alcuni migranti che hanno scelto l’Italia come loro nuova patria e veicolare una nuova immagine degli stranieri, presentandone le storie con un taglio al di fuori della retorica, condito con un pizzico d’ironia.
È questo l’obiettivo del progetto video Nuovi italiani. Cartoline dall’Italia avviato nel 2010 come documentario per la televisione e realizzato da Massimo Garlati-Costa, regista friulano, titolare della casa di produzione Raja Films. L’opera ha vinto il Concorso Pluralia 2013 come miglior audiovisivo di comunicazione sociale al Festival internazionale del cinema documentario Premio Marcellino De Baggis di Taranto, risultando la più votata dal pubblico del web.
Bernard Yao Della, originario della Costa D’Avorio, il croato Tomislav Colar, Aoy Lamduan Nopamas della Thailandia, FrrokXhaferraj e Vera Bacaj albanesi, JB Paca dell’Angola, Gianni Lutumba Mbabu originario del Congo, Ilona, Victor e Svitlana Shmakova dell’Ucraina, Ina Ceresau-Invanciuc della Moldavia, Zoubir Fellah dell’Algeria e Naiane Beltramidel Brasile, sono alcuni dei volti ritratti, cittadini che hanno scelto di vivere in Italia e di raccontare alla telecamera le loro personali esperienze di vita, dalle vicende familiari ai motivi che li hanno spinti a una scelta di emigrazione.
Gli immigrati che hanno aderito all’iniziativa sono stati contattati attraverso associazioni impegnate nel campo del sociale e con il passaparola, provengono principalmente dall’Europa orientale, dall’Africa, dall’Asia e dal Sudamerica.
Tutti i video partono da un’idea, ma poi vengono plasmati dalla vita delle persone, perché imprevedibili sono le vicende e la loro forza. Le riprese sono state realizzate a casa o nei luoghi dove gli intervistati si potevano trovare a proprio agio.

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Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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