Reato di clandestinità: la solita ottusa pratica le procure intervengono

Osservatorio Italia-razzismo
La Procura di Firenze ci mette una pezza, come si suol dire. La direttiva europea 115/2008, che doveva essere recepita dal nostro paese entro il 24 dicembre 2010, disciplina le procedure di rimpatrio degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio degli stati membri.
Questa direttiva è in netto contrasto con la legge Bossi-Fini, soprattutto nella parte riguardante il “reato di clandestinità”, che obbliga le nostre forze di polizia ad arrestare coloro che, privi di un regolare permesso di soggiorno, non ottemperino all’ordine di espulsione. L’Italia è stata inadempiente, non avendo apportato le necessarie modifiche al Testo Unico, ma la direttiva europea potrà essere fatta valere lo stesso davanti ai giudici italiani. Il problema però rimane, nonostante la circolare diramata dal capo della Polizia a questori e prefetti in cui si chiede l’applicazione dei punti fondamentali della direttiva europea. E così, a livello locale, c’è chi ha pensato di intervenire autonomamente. Il Procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi qualche giorno fa ha inviato ai magistrati e alle forze di polizia, una circolare in cui viene descritta la procedura da seguire: niente più arresti indiscriminati di stranieri trovati senza titolo di soggiorno, bensì una semplice denuncia all’autorità giudiziaria, che avrà il compito di valutare, caso per caso, la necessità della misura detentiva. Anche il Procuratore capo di Genova, Vincenzo Scolastico, sembra orientato nella medesima direzione. Gli stranieri (e gli istituti penitenziari) delle due città, sentitamente ringraziano. Ne risulta ulteriormente confermata l’ottusità della norma sulla clandestinità: iniqua e, oltretutto, inapplicabile.

25 gennaio 2011
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