Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

20 marzo 2014

La micro impresa parla sempre più straniero
l'Unità, 20-03-2014
italia-razzismo
Nell’ultimo anno, le imprese con titolare straniero sono cresciute, e molto. In Italia sono circa 497mila unità e incidono per l’8,2 per cento sul totale delle realtà esistenti. I dati di Unioncamere sottolineano il dinamismo del fenomeno delle imprese con titolare straniero, le quali dal 2012 hanno registrato un saldo totale positivo di quasi 20mila unità, aumentando del 4,9 per cento rispetto al 2012. Come si può spiegare una tale, costante crescita delle piccole aziende condotte da imprenditori non italiani, in una congiuntura segnata così profondamente dalla crisi globale, e dalla riduzione altrettanto costante del numero di imprese italiane? Molte le ragioni.
La scelta del lavoro autonomo rappresenta una risposta reattiva alle difficoltà di inserimento sociale e di accesso al mercato del lavoro dipendente. Minoranze svantaggiate, per carenza di risorse e per scarsa padronanza della lingua, e con un grado di formazione ridotto o poco spendibile, accettano un attività indipendente, anche marginale e poco remunerativa, che richiede un basso livello di investimenti. Il lavoro autonomo è quindi, nella gran parte dei casi, una soluzione di ripiego, cui si è costretti dagli ostacoli che incontra l aspirazione a un lavoro dipendente stabile e remunerato in maniera adeguata. Ma non è questa l’unica ragione del successo delle imprese etniche. Uno dei principali fattori di agevolazione di sviluppo è rappresentato dall ambiente. Ovvero dal fatto che nascono e vivono all interno di una rete «di comunità» (intesa in senso ampio e non rigido) e che utilizzano tutte le opportunità dalla stessa offerte. Ne discende, per molte di quelle imprese, qualcosa di assimilabile a una specializzazione etnica: un numero ristretto di settori di impiego, il ricorso a manodopera costituita in gran parte da connazionali, spesso esclusi da qualunque regolamentazione di natura contrattuale, salariale e previdenziale, e ecco un fenomeno in forte espansione la produzione e la commercializzazione di merci tipiche dei paesi di provenienza (abbigliamento, alimenti). In quest ultimo caso, tali imprese soddisfano una richiesta di prodotti etnici che giunge sia dai connazionali presenti nel nostro paese, sia da un numero crescente di italiani. Ma ci sono anche imprenditori stranieri che si sono perfettamente inseriti nel mercato biologico italiano con prodotti locali. Ne è un esempio la cooperativa romana Barikamà pedalate gestita da Suleman, Aboubakar, Sidiki, Cheikh, Modibo e Youssouf che produce lo yogurt a chilometro zero, utilizzando solo ingredienti laziali. La vendita avviene nei circuiti dei mercati biologici e dei gruppi di acquisto solidali presenti in città. Ma i sei imprenditori riforniscono anche alcuni ristoranti della zona, tra i quali il Grandma bistrot che ha fatto del loro yogurt una specialità del brunch. Il tratto che più caratterizza Barikamà, oltre all’ottima qualità della produzione, è la consegna a domicilio in bicicletta, e nel sito barikama.altervista.org è possibile trovare tutti i dettagli. Insomma, quello delle imprese straniere è un fenomeno vivace e in continuo mutamento.



Ecco l'effetto "Mare nostrum": record di sbarchi dall'Africa
Per Renzi la missione navale è un successo. Ma i numeri confermano l'allarme del "Giornale": incoraggia a tentare la traversata. In 24 ore oltre duemila arrivi
il Giornale, 20-03-2014
Tiziana Paolocci
Roma - È bastato notare le vele da lontano per capire che sottocoperta erano nascosti 48 immigrati. Ieri gli uomini del reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza hanno intercettato in acque internazionali, a sud di Capo Spartivento, in Calabria, un bialbero lungo 13 metri, guidato da tre russi che trasportava quarantuno uomini, tre donne e quattro bambini, di nazionalità afghana, pachistana e siriana.
È solo l'ultimo «trasporto clandestini» intercettato, l'ennesimo della marea umana che si abbatte sulle nostre coste e sulle nostre isole, favorito dagli effetti del dispositivo interforze Mare Nostrum che garantisce salvezza e trasporto in Italia a chi tenta la traversata.
Sempre ieri 268 migranti siriani ed eritrei, tra i quali una donna incinta, che navigavano a bordo di un barcone fatiscente, sono stati tratti in salvo al largo di Lampedusa da due motovedette della guardia costiera e della marina militare che li hanno condotti a Porto Empedocle.
Il flusso migratorio nel Mediterraneo è ripreso a ritmo incessante, come previsto dall'inchiesta del Giornale in Libia, e solo nelle ultime 48 ore sono stati individuati 14 barconi e soccorsi 2.128 immigrati nel canale di Sicilia provenienti dalle coste africane. Ai 596 migranti salvati dalla fregata Grecale e dalla corvetta Sfinge il 17 marzo, e in arrivo ieri nel porto di Augusta, si aggiungono i 400 intercettati dalla nave anfibia San Giusto, dalla fregata Euro e dal pattugliatore Cigala Fulgosi della Marina Militare in collaborazione con le motovedette della Capitaneria di Porto 302 e 315. Tra di essi c'era un cadavere e una persona con insufficienza respiratoria causata dall'aver inalato vapori di idrocarburi.
Dal 18 ottobre ad oggi, in solo 5 mesi, l'operazione Mare Nostrum ha salvato 13.500 immigrati. Un vero e proprio record se non fosse per il fatto che da una parte diminuisce vertiginosamente il numero dei morti, dall'altro la consapevolezza di venir salvati, una volta avvistate le coste italiane, spinge una moltitudine di immigrati a tentare la traversata in mare. Lo aveva predetto mesi fa un'inchiesta del Giornale in Libia, ed è accaduto. Ma Renzi vede solo il bicchiere mezzo pieno: «Dobbiamo evitare di pensare che chiudendoci saremo più sicuri - ha detto intervenendo alla Camera -. Dobbiamo essere in grado di pattugliare, presidiare, a partire dai Paesi d'origine, ma al tempo stesso affermare che il Mediterraneo è luogo privilegiato della politica europea. Colgo l'occasione per ringraziare i militari impegnati nell'operazione Mare Nostrum». Che succederà, però, quando crescerà a dismisura il numero dei richiedenti asilo considerando tra l'altro che su 11 centri di identificazione ed espulsione sei sono chiusi per lavori di ristrutturazione? Le cifre, del resto, non lasciano nulla all'immaginazione: dall'inizio dell'anno gli arrivi hanno superato quota 8.500 e il Viminale fa sapere il dato è di oltre dieci volte maggiore a quello registrato nello stesso periodo del 2013.
Complessivamente lo scorso anno gli sbarchi sono stati 42.925. Un numero che sarà superato se continueranno con questi ritmi e non a caso il ministero dell'Interno ha inviato un'informativa a tutti i prefetti affinché attivino, nei territori di competenza, altre strutture per l'accoglienza temporanea. Perfino chi vuol vedere il lato positivo della missione non può fare a meno di segnalare le criticità. Il capo di Stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, ha fatto notare che Mare Nostrum ha «contribuito in maniera determinante a limitare il traffico di esseri umani» ma il finanziamento straordinario è esaurito e ora si opera attraverso il bilancio della Marina. Bisognerà scegliere a questo punto se tornare a tollerare stragi in mare, moltiplicate a causa dell'aumento del «traffico» di immigrati, o rifinanziare per ridurre i morti, consapevoli che con la bella stagione gli arrivi si moltiplicheranno, i centri d'accoglienza rischieranno di esplodere e sarà di nuovo emergenza sulle nostre coste.



Ondata anomala di immigrati e ora si trema per l'estate
Da ottobre l'operazione Mare nostrum ha salvato oltre 12 mila disperati. Chi arriva chiede asilo perché fugge dalla guerra: i posti non bastano, il governo chiederà più collaborazione agli enti locali. E punta a ridurre a tre mesi la permanenza nei Cie.
Panorama, 20-03-2014
Stefano Vespa  
Ci risiamo. Nei mesi invernali il tema immigrazione è nascosto dalle polemiche politiche e finisce sui giornali quando torna il sole e, con esso, gli sbarchi. Stavolta, però, l'allarme negli uffici del ministero dell'Interno e di quello della Difesa è già scattato: in appena cinque mesi, cioè dall'inizio dell'operazione Mare nostrum che tiene impegnata la Marina dal 18 ottobre scorso al 18 marzo, sono stati soccorsi oltre 12.200 immigrati, quasi tutti recuperati a bordo delle navi militari. I costi, a carico del bilancio della Difesa, sono enormi: da 10 a 14 milioni al mese, a seconda dei mezzi impegnati e del tipo di intervento. Anche se un inverno piuttosto mite ha agevolato il fenomeno, si suppone che altre decine di migliaia di disperati arriveranno nei prossimi mesi. «Il vero problema che ci impegnerà in futuro» spiega a Panorama Domenico Manzione, sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione, «è quello dei richiedenti asilo. Ormai il flusso principale non è di chi cerca lavoro, ma di chi scappa dalle guerre».
Pochi i rimpatri assistiti. Dopo i quasi 63 mila del 2011 a causa della guerra in Libia e delle cosiddette primavere arabe, il 2012 fu l'anno della grande illusione, con appena 13.200 arrivi. Dall'anno scorso, invece, l'acuirsi della guerra in Siria e le tensioni nei Maghreb e in alcuni paesi dei Centro Africa hanno intensificato il lavoro dei trafficanti che continuano a convogliare profughi verso la Libia o l'Egitto mentre gli accordi per i rimpatri assistiti funzionano solo con Tunisia, Egitto e Nigeria. Quest'anno, fino a metà marzo, dalla Tunisia sono partite appena cinque barche con 47 immigrati (l'anno scorso furono 44 a bordo di quattro barche). Ben diversa la situazione in Libia: da lì ne sono partite 38 con a bordo 5.270 persone quando invece l'anno scorso nello stesso periodo ne erano salpate solo due con appena 142 immigrati.
Solo tre mesi nei Cie. L'ltalia è in affanno e il governo si sta orientando verso due possibili soluzioni: una modifica della legge Bossi-Fini per ridurre la permanenza nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, e un più ampio accordo con gli enti locali per ospitare chi otterrà l'asilo. Manzione, un magistrate indicato come tecnico da Matteo Renzi già nel governo di Enrico Letta, anticipa che la permanenza nel Cie dovrebbe essere ridotta dagli attuali 18 mesi a tre, e non due come recentemente ha ripetuto il responsabile Welfare del Pd, Domenico Faraone.
«La polizia spiega che se non si riesce a identificare una persona entro tre mesi, non è più possibile farlo e quindi di fatto è inutile tenerli nel Cie» spiega Manzione. I centri sono stati più volte oggetto di contestazioni e di incidenti, tanto che oggi ne sono in funzione solo cinque su 11 perché negli altri sono in corso lavori di ristrutturazione dopo i danneggiamenti. Su di essi sono in arrivo anche modifiche amministrative: da un lato è in preparazione un regolamento che valga per tutti i Cie, mentre ora ciò che è permesso fare (come l'uso del cellulare) è rimesso al prefetto o al questore del luogo; dall'altro, saranno modificati i criteri dei bandi per scegliere il gestore: 30 euro al giorno al ribasso, in modo che i costi scendano quanti più sono gli immigrati ospitati.
Le richieste d'asilo e i costi.
I Cie rischiano di essere il problema minore se, come sembra, aumenterà in maniera esponenziale il numero di chi avrà diritto all'asilo nelle diverse tipologie consentite: rifugiato, protezione sussidiaria e motivi umanitari. Nello scorso febbraio è stato annunciato per quest'anno l'ampliamento della rete Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che toccherà i 16 mila posti, circa 7 mila in più degli attuali. La rete riguarda enti locali di tutte le regioni, tranne la Valle d'Aosta, e 71 province su 100. Calcolando le presenze nei Cie, nei centri di assistenza e per richiedenti asilo e nella rete Sprar si arriva a circa 25 mila persone. Gli altri immigrati hanno avuto destini diversi: espulsioni dall'Italia, ricongiungimento con la famiglia, permesso ottenuto in un altro paese, oltre a chi ha fatto perdere le proprie tracce.
Secondo Manzione, per abbreviare i tempi bisogna aumentare le commissioni che valutano le richieste d'asilo («L'ideale sarebbe una in ogni prefettura») ed «evitare di ricorrere alla concentrazione degli immigrati nei centri, tranne in caso di emergenza, andando verso una "diffusione" sul territorio. Per questo occorre la massima collaborazione degli enti locali: loro sopportano delle spese e, se fossero certi del rimborso, sarebbero ben lieti di farsi carico del problema».
Parlare di maggiori spese in tempi di tagli aprirà una discussione tra Viminale e ministero del Tesoro, ma il continuo afflusso di immigrati costringerà presto il governo a decidere. Anche perché dall'Europa arriverà un aiuto poco più che simbolico: nei giorni scorsi, su un totale di 5,8 miliardi, il Parlamento europeo ha destinato all'Italia appena 310 milioni per il fondo asilo e 156 milioni per il controllo delle frontiere dal 2014 al 2020. Cioè per sette anni.



Immigrati, cadavere su uno dei 13 barconi soccorsi nel Canale di Sicilia. Torna l'emergenza nei centri di accoglienza
Su una delle imbarcazioni sovraccariche di persone anche il corpo senza vita di un migrante, morto per avere inalato idrocarburi. Centri in allarme per le condizioni del tempo che favoriscono i viaggi della speranza
la Repubblica.it, 19-03-2014
FEDERICA MOLE'
C'è anche un morto tra i circa 400 migranti soccorsi durante la notte dalla nave anfibia San Giusto nel Canale di Sicilia, dove nelle ultime 48 ore circa duemila persone sono state tratte in salvo dai mezzi della Marina militare impegnati nell'operazione Mare Nostrum. Il cadavere è stato trovato sul barcone e trasportato con un elicottero a Catania. La causa del decesso sarebbe da attribuire a "intossicazione da esalazioni di vapori di idrocarburi". Soccorsa e trasportata nel capoluogo etneo anche una persona con grave insufficienza respiratoria, causata sempre dall'inalazione di vapori di idrocarburi respirati sul barcone in cui viaggiava. Intanto, a Pozzallo la fregata Euro ha iniziato lo sbarco dei migranti soccorsi la notte scorsa, mentre è atteso per questa sera l'arrivo del pattugliatore Cigala Fulgosi per la stessa operazione.
Ed è di nuovo emergenza sbarchi in Sicilia. Con il migliorare delle condizioni climatiche i migranti tornano ad affrontare i viaggi della speranza verso l'isola. I duemila migranti tratti in salvo questa notte erano diretti verso le coste sud orientali della Sicilia, tra Pozzallo e Augusta, dove la capienza limitata dei centri di prima accoglienza fanno temere il peggio. Già 596 migranti sono arrivati nel siracusano, di cui 62 minori, ma altri 342 ne arriveranno nel pomeriggio. E sarebbero circa 4000, forse di più, gli arrivi che in queste ore stanno interessando le coste della Sicilia, Lampedusa compresa: lo ha reso noto Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim Italia.
"Aspettiamo disposizioni da parte del ministero dell'Interno - dicono dalla prefettura di Siracusa - certo è che non abbiamo la possibilità di ospitarli tutti nemmeno per un giorno. Sono troppi". Alcuni di loro verranno sistemati nel centro di prima accoglienza Umberto I di Siracusa, gli altri verranno smistati in tutta Italia. Un volo charter partirà da Catania per Cagliari, Genova e Roma, in modo che possano trovare sistemazione altrove.
Stessa situazione a Pozzallo, nel ragusano, dove questa mattina sono arrivati 860 immigrati a bordo di due navi militari. La capitaneria di porto è in allarme per l'arrivo di altri 186 migranti con un centro di prima accoglienza che ha solamente 180 posti disponibili. "Ci siamo già attrezzati per i primi soccorsi e per fornire loro un pasto caldo" dice il sindaco Luigi Ammatuna.
"Speriamo che il ministero ci dia la possibilità di trasferirli in altre province - dice il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè - altrimenti dovremo attrezzarci per trovare strutture alternative in provincia capaci di ospitare un numero così consistente di persone".



Sbarchi: plauso a Mare nostrum, ma preoccupa l'accoglienza
Hein (Cir): ''La quasi totalità dei migranti è costituita da richiedenti asilo, ma i centri sono sovraffollati. Una situazione difficile”. Nelle prossime ore attesi nuovi arrivi, ma ''non è un’ondata straordinaria''
Redattore sociale, 19-03-2014
ROMA – “Non è un’ondata straordinaria di arrivi, perché il flusso migratorio non si è mai veramente interrotto. Per la prima volta quest’anno anche nei mesi invernali c’è stato un costante movimento di migranti in arrivo. Sono soprattutto siriani, palestinesi ed eritrei. Non parliamo quindi di migranti economici ma di persone che fuggono da conflitti”. A sottolinearlo è Christoper Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), in relazione agli arrivi di migranti nelle ultime ore sulle coste siciliane.
Anche il Cir, come l’Unhcr, plaude all’operazione Mare nostrum che “inizialmente avevamo guardato con sospetto – spiega Hein – perché non erano chiari i termini della vigilanza e temevamo respingimenti, ma questo non è successo. Da ottobre a oggi non c’è stato nessun naufragio né nessun morto. Invece sono stati portati a temine 76 interventi, con una media di  circa 20 al mese, e portate in salvo 12 mila persone, per lo più rifugiati. Un  grande sforzo da parte dell’Italia”. Il direttore del Cir si dice inoltre preoccupato dall’ipotesi che, per motivi economici, l’operazione Mare nostrum possa cessare. “E’ necessario garantire continuità al  servizio finché i rifugiati saranno costretti a imbarcarsi in questo modo, finché cioè non cambiano le norme e non si deciderà per un programma di arrivo protetto e un generoso piano di re insediamento”.
Hein esprime inoltre preoccupazione per la situazione dell’accoglienza. “La quasi totalità dei migranti è costituita da richiedenti asilo, ma i centri in Italia sono sovraffollati. Una situazione molto difficile – spiega Hein- perché ci aspettiamo nuovi arrivi nelle prossime ore. E la situazione non è migliorata neanche con l’aumento dei 13 mila posti Sprar: molti centri non sono ancora attivi”.



Sbarchi. Oim: "Mai così tanti insieme, preparare l' accoglienza"
Oropeza: "4000 persone in arrivo in SIcilia, è la prima volta che si assiste a un'ondata di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore”. "Importante l'attività di salvataggio, ma bisogna  evitare le partenze e garantire assistenza adeguata a chi arriva"
stranieriinitalia.it, 20-03-2014
20 marzo 2013 - “I migranti che in queste ore stanno sbarcando sulle coste siciliane, compresa Lampedusa, potrebbero essere oltre 4.000. Le imbarcazioni provengono dalla Libia ed è la prima volta che si assiste a un'ondata di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore”, segnalai José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo.
 “I team dell’OIM presenti sull’isola nell’ambito del progetto Praesidium”, sottolinea Oropeza, “sono al lavoro insieme ai colleghi dell’UNHCR e di Save the Children presso i punti di sbarco di Augusta, Pozzallo e Porto Empedocle per fornire assistenza e informazioni legali ai migranti che man mano giungono sulla terraferma. I paesi di origine sono vari: Eritrea, Nigeria, Siria, Mali, Gambia, Guinea Bissau, Senegal. Molti anche i gruppi familiari, con tante donne e bambini a seguito, che in alcuni casi sono stati divisi durante le operazioni di salvataggio e che adesso le organizzazioni cercheranno di riunire insieme alle forze dell’ordine”.
Rispetto ai primi tre mesi del 2013, quando furono registrati circa 500 arrivi, quest'anno il numero di sbarchi si è moltiplicato: nel 2014 sono infatti 5.475 le persone giunte via mare in Italia, escludendo gli arrivi di questi giorni. Dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum, nell'ottobre 2013, 10.134 migranti e richiedenti asilo sono stati salvati dalla Marina Militare Italiana.
“Quello che sta succedendo dimostra come sia importante che le attività di salvataggio di Mare Nostrum continuino, ma allo stesso tempo pone la questione di come evitare che così tante persone rischino la vita in mare. Una di queste soluzioni potrebbe essere la possibilità di accesso - tramite i consolati europei - alla procedura di asilo direttamente nei paesi di primo asilo o di transito, o anche la creazione di Centri “stazioni migratorie” situati lungo i principali itinerari seguiti in Africa dai migranti, dove poter fornire consulenza sulle possibilità di immigrazione legale verso l’Europa e altri paesi di destinazione, per contribuire a scoraggiare – almeno in parte - i viaggi della speranza.”
“Occorre anche mettere a punto”, conclude Oropeza,  “un sistema di accoglienza che riesca ad affrontare queste improvvise situazioni di  emergenza, un piano di contingenza che possa essere modulato sul numero degli arrivi e possa garantire un’assistenza adeguata a tutte le persone che continueranno a sbarcare: l'attuale instabilita' politica libica fa infatti temere un ulteriore aumento di arrivi anche nelle prossime settimane.”



Razzismo, l’odio continua a dilagare su Facebook. Ma contrastarlo è possibile
Sul più famoso social network sono decine i gruppi e i profili italiani, da “Cina di m…” a “Immigrati fuori dal c…”, pieni di calunnie e offese. C’è chi prova a reagire e ottiene i primi successi, come la chiusura di due degli account peggiori
Redattore sociale, 19-03-2014
Alla vigilia della giornata mondiale contro il razzismo (21 marzo) l’odio e l’istigazione contro gli immigrati in Italia continuano a dilagare su Facebook, e non sempre è facile arginarli. I gestori dei social network e la polizia postale non sempre sono in grado di monitorare la colossale quantità di materiale che circola in rete. Ecco perché, nonostante le tante censure e le numerose pagine oscurate, restano tantissimi i profili che istigano all’odio razziale e dove i migranti vengono ricoperti di pesanti insulti, additati come il male dell’Italia. E non sono pochi gli utenti che commentano e postano calunnie di ogni genere.
Basta fare un giro su Facebook per notare la quantità di profili e gruppi a sfondo razzista. “Immigrati fuori dal c…” è uno di questi: conta al momento 338 amici e pullula di commenti in cui gli stranieri risultano responsabili di atti criminali. Vengono chiamati “Brutti, sporchi e cattivi” e vengono accusati di avere più tutele sociali rispetto agli italiani: “Perché gli immigrati prendono 550 euro al mese gratis mentre io italiano niente? Sveglia italiani”.
Ma ci sono profili anche molto più espliciti, già a partire dal nome. Come quello “Cina di m…”, gruppo chiuso con 81 membri la cui presentazione recita così: “Ci piace immaginare la Cina in fiamme”, “Invadiamo la Cina", “Bruciamo tutti i cinesi”, “Chiudiamo i ristoranti cinesi”. Sulla stessa lunghezza d’onda il profilo ‘Rumeni di m…” e “Romania di m…”. C’è poi il gruppo aperto “Immigrati delinquenti, fuori dall’Italia e subito”, dove tra l’altro si scrive: “Basta! Non se ne può più! Ogni giorno stupri, rapine, pirati della strada, pensano che l'Italia sia il loro Luna Park?” E ancora quelli molto più espliciti dal nome “Razzisti” oppure “Razzisti puri e semplici”, dove tra i membri del gruppo appaiono anche bambini e padri di famiglia con in braccio i loro figli. E ancora il gruppo con 125 membri dal titolo “Cacciamo gli extracomunitari” e quello con 257 membri “Mandiamo gli extracomunitari fuori dai c…”.
Proprio per combattere questa inquietante tendenza di razzismo su Facebook, Stranieri in Italia e Italianipiù hanno realizzato il gruppo chiuso dal titolo “Fuori il razzismo su Facebook” per segnalare e cancellare pagine, gruppi, commenti, foto e post a sfondo razzista dal più famoso social network. E si contano già i primi successi, ovvero la chiusura delle pagine “Sei un negro se…” e quella di “Vogliamo Hitler come ministro per l’Integrazione”.
“Abbiamo appreso – spiegano i responsabili di Stranieri in Italia - che la cancellazione di elementi razzisti presenti su Facebook è un obiettivo raggiungibile solo con il sostegno di tanti. Perché se più persone segnalano la stessa pagina, diario, gruppo, commento allora sarà più facile ottenerne la cancellazione”. “Facebook è diffusissimo tra i giovani e può formarne le coscienze – ha detto Gianluca Gallino di Stranieri in Italia - Non può essere uno spazio dove il razzismo si diffonde impunemente e dove quindi alla fine vincono e comandano i razzisti. Noi non rimarremo zitti, ma questa battaglia ha bisogno che si muova anche la politica”. (js)



Rogo nella ditta dei cinesi, scattano i primi arresti
Il primo dicembre scorso morirono in sette nella fabbrica dormitorio del Macrolotto. In manette sia cinesi che italiani, fra le accuse anche l'omicidio colposo plurimo
Corriere.it, 20-03-2014
PRATO - La polizia e la Gdf hanno eseguito alcuni arresti nell'inchiesta sul rogo del primo dicembre 2013 alla ditta «Teresa moda», a Prato, nel quale morirono 7 lavoratori cinesi. Gli arrestati sarebbero 5, fra misure cautelari in carcere e ai domiciliari. Fra gli arrestati ci sono cinesi e italiani. Fra le accuse l'omicidio colposo plurimo.
L'INCHIESTA - Nei giorni successivi al rogo, la procura iscrisse nel registro degli indagati quattro persone, tutte cinesi: la titolare dell'azienda, ufficialmente residente a Roma, e tre gestori di fatto. I reati ipotizzati erano omicidio plurimo colposo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza, sfruttamento di mano d'opera. La ditta era un pronto moda. L'incendio si sviluppò nell'angolo del capannone adibito a cucina. Le vittime dormivano in un soppalco, in loculi ricavati con cartone e cartongesso. Oltre ai sette morti ci furono tre feriti



Accesso libero per gli studenti extra Ue
il sole, 20-03-2014  
Marco Noci
Da quest'anno niente decreto flussi per gli studenti extra Ue. Con la circolare congiunta del 17 marzo 2014, il ministero del Lavoro e quello dell'Interno hanno fornito alcuni chiarimenti in merito alle modifiche apportate dal decreto legge 145/2013 "destinazione Italia" (convertito dalla legge 9/2014) in materia di ingresso di lavoro di Cittadini provenienti da Paesi extra Unione europea.
In particolare, la circolare definisce gli ambiti delle modifiche apportate al Testo unico immigrazione (decreto legislativo 286/98) e cioè: ingresso e soggiorno per la ricerca scientifica; ingresso e soggiorno per lavoratori altamente
qualificati (carta blu Ue).
La ricerca scientifica è disciplinata dall'articolo 27 ter del Testo único immigrazione. La procedura per il rilascio del visto e del permesso di soggiorno è fondata sulla stipula di una convenzione di accoglienza tra l'ente di ricerca e il ricercatore che specifica la tipologia di attività lavorativa attraverso la quale viene svolta l'attività di ricerca.
Le garanzie economiche per il soggiorno del ricercatore, dichiarate nella convenzione, potranno provenire non solo dall'istituto di ricerca, ma anche dal sostegno finanziario dell'Unione europea, di un'organizzazione internazionale o di un altro istituto di ricerca.
La legge ha previsto delle agevolazioni sia con riferimento alla disciplina dell'ingresso nel territorio italiano che a quella dei ricongiungimento dei propri familiari in quanto non sarà più necessaria la disponibilità di un alloggio conforme ai requisiti igie- nico-sanitari, nonché di idoneità abitativa.
Il ricercatore che fa richiesta del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo período non è tenuto a sostenere il test di lingua italiana.
Per quanto concerne l'ingresso e il soggiorno per i lavoratori altamente qualificati, i diretti interessati non saranno non saranno più tenuti ad acquisire la certificazione di conformità da parte del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, ma sarà sufficiente la dichiarazionedi valore relativa al titolo di studio estero che sarà effettuata dalla rappresentanza diplomatica italiana del Paese di residenza dello straniero.
Infine, è stato abrogato il comma 4 che prevedeva l'emanazione di un decreto annuale per fissare il numero massimo dei visti di ingresso e dei permessi di soggiorno per l'accesso all'istruzione universitaria da parte degli studenti stranieri residenti all'estero. Quindi viene liberalizzato l'ingresso in Italia di questi studenti che vogliono accedere all'istruzione universitaria, con la soppressione del contingentamento del numero dei visti per motivi di studio rilasciati.

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