Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

12 settembre 2013

Immigrati: 199 sbarcati a Siracusa, due in ospedale
(AGI) - Siracusa, 12 set. - Un gruppo composto da 199 immigrati e' sbarcato al Porto Grande di Siracusa. sono 85 uomini, 50 donne e 64 minori, quasi tutti di nazionalita' siriana. Ci sono anche egiziani, e la Procura sta verificando se siano questi gli scafisti dell'imbarcazione, intercettata la scorsa notte a 80 miglia dalla costa da mezzi aerei della Guardia di finanza.
  Il natante e' stato raggiunto da un pattugliatore d'altura delle fiamme gialle e da una motovedetta della Guardia costiera che hanno imbarcato i passeggeri. Il barcone e' stato abbandonato alla deriva. Gli stranieri sono stati accolti da personale della Croce Rossa, che ha provveduto a rifocillarli, e dalla Protezione civile. Due migranti sono stati trasferiti in ospedale per accertamenti.
 


Non meravigliamoci se l’imprenditore milanese si chiama Mohamed

Corriere della sera, 12-09-2013
Stefano Pasta
Prima domanda: come si chiama l’imprenditore “tipo” milanese? Il nome più gettonato è Mohamed. Secondo la Camera di Commercio, per la prima volta un nome straniero è quello più diffuso tra i piccoli imprenditori milanesi: Mohamed ha scalzato Giuseppe, 1600 imprese (3% del totale, +275 imprese in un anno), spesso ditte individuali, contro 1.383 imprese (-55). Al terzo posto Marco, seguito dall’unico nome di donna presente tra i primi 15, Maria, che è un nome internazionale: circa una su dieci è straniera. Nella classifica, spunta anche Ahmed al quindicesimo posto. Seconda domanda: ci meraviglia?
Ciascuno risponda per sé, ma forse la vera notizia è che non ce ne siamo accorti, o che magari siamo abituati a pensare agli stranieri in modo stereotipato, “mica con la fabbrichetta”.
    L’Italia è cambiata, è un dato di fatto: bisogna capire come affrontarlo per stare meglio tutti.
Certo, potremmo liquidare la notizia dicendo che Mohamed è un nome particolarmente diffuso tra gli uomini arabi, ma in realtà i dati (è bene ricordarlo: i dati, non un’opinione) fotografano la “città nuova”. Piaccia o non piaccia, sono 34.278 le imprese straniere a Milano, pari al 12% delle attive (+0,8% in un anno), più diffuse del resto d’Italia (8,4%).
    Già ad aprile la Camera di Commercio era stata chiara: «L’economia milanese tiene più che in Italia grazie agli stranieri, senza di loro ci sarebbero 2.600 imprese in meno in un anno».
Impiegano quasi 74 mila persone, pari al 4% dei lavoratori cittadini. Aiutano a far crescere “la capitale economica”: nell’ultimo anno, il loro stock è aumentato del 7,4%, con saldo tra imprese iscritte e cessate pari a +2.523 unità. Rispetto alle ditte con titolare italiano durano quasi 9 mesi in più, un dato che raddoppia tra i marocchini, egiziani ed ecuadoriani. In quali settori sono più diffuse? Prevalentemente nei servizi (37,5%, soprattutto ristorazione), nel manifatturiero, nel commercio e nelle costruzioni.
    Ultima domanda: ci dà fastidio?
Anche qui, ciascuno risponda per sé. Ma forse sì. Che sia questo che alle volte ci fa paura e ci fa affiorare un pensiero razzista? Di fronte agli insulti alla “ministra nera”, abbiamo parlato di “test Kyenge” per la politica e la società italiana. C
    he sia il caso di introdurre anche il “test Cumenda Mohamed”?
Per chi non lo passa, esami di riparazione a settembre in storia: rileggere Schwarzenbach, un razzista svizzero che quarant’anni fa raccoglieva le firme per cacciare gli italiani.
    Ben tre referendum di fila, per fermare “gli invasori”.
Spiegava: «Dobbiamo respingere dalla nostra comunità quegli immigrati che abbiamo chiamato per i lavori più umili e che nel giro di pochi anni, o di una generazione, dopo il primo smarrimento, si guardano attorno e migliorano la loro posizione sociale. Scalano i posti più comodi, studiano, s’ingegnano: mettono addirittura in crisi la tranquillità dell’operaio svizzero medio, che resta inchiodato al suo sgabello con davanti, magari in poltrona, l’ex guitto italiano».



Roma Capitale risponde alla richiesta del Papa: partito il censimento degli immobili da dedicare all’accoglienza.
Roma è la città che accoglie il maggior numero di richiedenti asilo, “vogliamo fare la nostra parte”.
Immigrazioneoggi, 12-09-2013
Roma non si tirerà indietro nell’accoglienza agli immigrati. È quanto ha assicurato ieri il sindaco di Roma, Ignazio Marino, commentando le parole pronunciate da papa Francesco al Centro Astalli.
“Ho spiegato al Papa il progetto che stiamo conducendo in Comune, cioè quello di un censimento di tutto il patrimonio immobiliare – ha dichiarato Marino – ricollegandoci al richiamo che il Pontefice ha fatto sui conventi o altre strutture della chiesa da mettere a disposizione per i rifugiati. Vogliamo fare la nostra parte”.
“Il Santo Padre ieri ha ricordato che Roma, dopo le coste, è il vero punto di arrivo dei tanti rifugiati che poi hanno un asilo politico o altre forme legali di permanenza nel nostro Paese”, ha aggiunto il sindaco.
Marino ha poi raccontato la visita effettuata ieri pomeriggio all’ex sede dell’Enasarco. “Lì ci sono circa 1.000 rifugiati che vivono in condizioni che non sono assolutamente di dignità. Sono le stesse, drammatiche e orribili condizioni che avevo trovato nei manicomi criminali – ha stigmatizzato. – Nei bagni ci sono uno o due millimetri di urina perché non ci sono i servizi idraulici, non c’è nulla. Questi luoghi non possono essere i luoghi dove vengono ospitate, da un Paese membro del G8, le persone che sono fuggite per le guerre, per i bombardamenti, per la paura delle torture”.



Si sostituivano ai connazionali per i test di italiano, 16 arresti
Il sodalizio criminale falsificava documenti e presentava immigrati da tempo residenti all'esame di conoscenza della lingua. I carabinieri si sono sostituiti agli esaminatori
Corriere del Veneto, 12-09-2013
VERONA - Falsificavano documenti identificativi o si sostituivano a connazionali per sostenere al loro posto gli esami di lingua italiana (prova obbligatoria per ottenere il permesso di soggiorno per lunghi periodi): 16 immigrati facenti parte di un sodalizio criminale sono stati arrestati in varie operazioni dai carabinieri di Peschiera del Garda (Verona). I militari dell'Arma, sostituendosi agli insegnanti della commissione di valutazione dei centri territoriali abilitati alla valutazione dei test di conoscenza della lingua italiana, hanno scoperto il 'trucchetto'. In una circostanza, di fronte al carabiniere-esaminatore, si è presentato un giovane di origine ghanese dell'età di 20 anni, con un documento di un aspirante di 39 anni. Il fenomeno sembra possa interessare anche altre provincie del Veneto e l'Arma non esclude sia esteso anche in tutta Italia. Infatti tra gli arrestati figurano cittadini di origine ghanese, cinese, nigeriana e pachistana residenti a Vicenza e in Emilia Romagna. Il compenso per il 'favore' variava tra i 300 e i 500 euro. (Ansa)

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