Oltre che brutta, inefficace
Maurizio Ambrosini

Con l’approvazione del pacchetto sicurezza, blindato dal voto di fiducia, e il contemporaneo ricorso ai respingimenti verso la Libia, il governo Berlusconi afferma di aver risolto il problema dell’immigrazione definita “clandestina” e rafforzato la sicurezza degli italiani.
Come esito finale, tutta una serie di norme della legislazione vigente (che non è altro che la legge quadro del ’98, già modificata con la cosiddetta Bossi-Fini) sono state o verranno emendate a senso unico, penalizzante per gli  immigrati, senza nessun cambiamento nel segno dell’integrazione.  Si può ricordare come esempio emblematico il cosiddetto “permesso di soggiorno a punti”: punti che gli immigrati possono solo perdere, mai guadagnare, per quanto bene si possano comportare. Neppure se salvassero delle vite umane, come è già successo.
Vorrei però segnalare qualche problema sul piano dell’efficacia delle norme adottate, che ne rivela a mio avviso il vero intento: quello di un’operazione propagandistica, talmente ben riuscita da riuscire a far breccia anche nelle file della sinistra e tra alcuni intellettuali.
Anzitutto, le espulsioni portate a compimento sono state poco più di 6.000 (fine ottobre), e non potrebbero essere molte di più. In tutta Italia, i posti nei centri di identificazione ed espulsione sono meno di 1.200. L’insistenza sui 18 mesi di trattenimento è fuorviante: non si farebbe altro che intasare, con pochi malcapitati, i pochi posti disponibili. Va ricordato che con l’ultimo decreto flussi sono state presentate domande per 740.000 immigrati, normalmente già di fatto presenti e occupati in Italia. La Fondazione Ismu stima in un milione gli irregolari presenti sul territorio: persone che non arrivano via mare (30.000 sbarchi a Lampedusa nel 2008), ma con un permesso turistico che ad un certo momento arriva a scadenza, spesso proprio perché i migranti hanno trovato un qualche lavoro. Il tasso di espulsione si attesta quindi al di sotto  dell’1% dei casi .
Tra sanatorie e decreti flussi, gli immigrati transitano progressivamente dall’irregolarità alla regolarità, con il beneplacito dei datori di lavoro: ancora ricorrendo alle analisi della Fondazione Ismu, in Lombardia 2 immigrati su 3, oggi regolari, sono passati attraverso un periodo di irregolarità. Tra i lavoratori, i valori sono ancora più alti, giacché gli immigrati che sono sempre stati regolari sono per lo più quelli che arrivano per ricongiungimento familiare.
Va rilevato, a questo riguardo, che  il governo non è intervenuto sulla molla principale dell’immigrazione irregolare, ossia le grandi opportunità di lavoro nero che il nostro mercato offre. Anzi, ha alleggerito ispezioni e controlli. Ha proseguito sulla strada delle sanatorie mascherate attraverso i decreti-flussi. Se nel 2009 non autorizzerà nuovi flussi di ingresso, a motivo della recessione, ha però promesso di regolarizzare un nutrito contingente (pare intorno alle 150.000 unità)  di immigrati rimasti esclusi dal decreto flussi 2008, con ciò confermando che si tratta appunto di una manovra di sanatoria.  Una severità di facciata è contraddetta dai comportamenti effettivi sul fronte decisivo della regolazione del mercato del lavoro
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