Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

28 gennaio 2013

Comitato Schengen: approvati i documenti conclusivi delle indagini condotte in materia di integrazione, asilo e politiche europee sulla immigrazione.
La presidente Boniver: auspichiamo nella Ue “una visione comune in materia di asilo e di politiche di controllo”.
Immigrazioneoggi, 28-01-2013
Il Comitato Schengen ha discusso e approvato lo scorso 23 gennaio i documenti conclusivi delle indagini condotte in materia di integrazione, asilo e politiche europee sulla immigrazione.
La presidente Margherita Boniver si è soffermata, in particolare sul documento relativo alle politiche migratorie che contiene una sintesi delle audizioni e delle missioni svolte dal Comitato nel periodo dal 26 novembre 2008 al 27 settembre 2011, con lo scopo di mettere a fuoco una prospettiva europea di politiche migratorie, da attuare per i singoli Stati membri dell’Unione europea, individuando contestualmente “una visione comune in materia di asilo, sulle cui basi adottare coerenti ed efficaci politiche nazionali di controllo dell’immigrazione, di accoglienza e di tutela dei migranti e dei richiedenti asilo nel nostro Paese”.
La struttura del documento ricalca, ordinandoli tematicamente, i principali argomenti di interesse del Comitato trattati ed approfonditi nel corso dell’indagine e precisamente: i contenuti e il valore del Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, nonché una descrizione della cornice normativa europea che presiede alle politiche migratorie; la disciplina italiana attuale dell’immigrazione con speciale attenzione all’organizzazione e al funzionamento del sistema di accoglienza per i migranti e una descrizione delle misure previste attualmente per favorire la loro integrazione nel tessuto lavorativo ed economico del nostro Paese; la descrizione e la valutazione degli strumenti di controllo dell’immigrazione illegale attualmente vigenti; la complessa problematica della gestione delle frontiere esterne dell’Unione, anche in connessione con le più recenti emergenze migratorie; le proposte per pervenire in ambito nazionale ed europeo ad una visione globale delle politiche migratorie, che possa risolvere i complessi problemi di gestione dei flussi migratori e di integrazione degli immigrati.
Il paragrafo finale contiene invece le conclusioni che si ritiene possano essere ricavate dagli approfondimenti svolti e dalle osservazioni raccolte dai vari soggetti auditi ed incontrati nel corso dell’indagine, anche sulla base delle esperienze e delle informazioni acquisite in occasione delle numerose missioni svolte. Per i contenuti specifici di questa sintesi ragionata degli esiti dell’indagine, che dovrebbe rappresentare gli indirizzi del Comitato per orientare l’azione dei futuri Governi in tema di politiche migratorie, si rinvia direttamente allo schema di testo proposto, in attesa di ricevere eventuali valutazioni e/o proposte di modifica o di integrazione da parte dei membri del Comitato.
I resoconti delle sedute del Comitato parlamentare.



Immigrazione, viaggio tra i nuovi veronesi
L'Arena.it, 28-01-2013
Alessandra Galetto
Don Mirandola, direttore del Centro Pastorale Immigrati, traccia il quadro dell'evoluzione sociale nell'ultimo decennio. «Il 23,8% dei nati nel 2010 è dato da stranieri: lavorano, vanno a scuola, sono parte integrante della società»
Una cosa è certa: nessuno può fingere che il fenomeno non sia entrato nel quotidiano delle nostre vite, o, peggio, allontanarlo tra quelle realtà scomode che non si vogliono guardare, come se la questione si potesse risolvere con espressioni irragionevoli del tipo «a casa loro».
L´immigrazione è un elemento fondamentale della nostra società: al lavoro, a scuola, al supermercato, in parrocchia (per chi ci va), e prima di tutto sulle scale del condominio ciascuno di noi ha modo di incontrare e conoscere persone e famiglie che arrivano da paesi lontani, portatori di culture differenti, in bilico, ora precario, ora più stabile, tra il vecchio mondo in cui sono nate e il nuovo, il nostro, che ospita (dovrebbe ospitare) una loro seconda vita.
I NODI. Sembrerebbe molto semplice, di fatto sappiamo tutti quanto sia difficile. Basta ricordare come, a proposito di quei tantissimi che definiamo «immigrati di seconda generazione», cioè i figli degli immigrati veri e propri, nati in Italia, abituati a parlare l´italiano e che forse l´Africa o il Sudamerica neanche l´hanno mai visto, ancora non sia stato introdotto lo «ius soli», il diritto al riconoscimento dello stato di cittadino originario, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori, nonostante l´impegno espresso in tal senso anche dal presidente Napolitano. Se è vero dunque che il cammino verso l´integrazione è una strada accidentata che prevede progressi ma anche momenti di stasi o quasi di perdita di terreno, anche in relazione alla contingenza sociale del nostro Paese, Verona offre in questo panorama alcuni modelli davvero interessanti.
Per capire che cosa significhi la presenza degli immigrati nella nostra città basta forse un solo dato: nel 2010 (ultimi dati Istat a disposizione) il 23,8% dei nati è stato rappresentato da stranieri (alla stessa data il totale della popolazione straniera residente nella provincia di Verona è di 101.245 unità).
COSA È CAMBIATO. «La popolazione immigrata ha continuato a crescere negli ultimi anni proprio per effetto dei ricongiungimenti familiari e delle nascite», spiega don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro Pastorale Immigrati. «I nuovi arrivi, in conseguenza della crisi, negli ultimi anni sono rimasti bloccati: la crescita è dovuta a quegli immigrati che riescono a fare arrivare in Italia le loro famiglie dai paesi d´origine e alle nuove nascite. Il quadro che noi, nel corso di oltre un decennio, abbiamo raccolto ci testimonia che queste persone sono ormai parte integrante della vita della nostra città: lavorano regolarmente, i loro figli frequentano la scuola, le attività ricreative, alcuni sono stati anche in grado di crearsi un´attività in proprio. Certo la tendenza è quella ad incontrarsi prevalentemente con i propri connazionali: ma questo è un atteggiamento più caratteristico dei padri, i giovani, che sono nati qui, sono italiani, in questo caso veronesi, a tutti gli effetti».
Partendo da questa consapevolezza, cioè l´opportunità di far sì che le comunità straniere non restino come bolle isolate ma si integrino a loro volta (le resistenze non sono solo nostre: anche per gli stranieri diventare italiani è un cambiare pelle che non può essere indolore), la Diocesi di Verona ha scelto di inserirle nelle parrocchie, conciliando i tempi e gli spazi con le comunità veronesi. Conoscere meglio questa realtà è forse un altro passo per avvicinarci gli uni agli altri.



Consiglio d’Europa: l’Ue aiuti la Grecia nella gestione dei richiedenti asilo.
Approvato all’unanimità il rapporto di Giacomo Santini, presidente della Commissione immigrazione, dopo la visita in Grecia.
Immigrazioneoggi, 28-01-2013
L’Europa aiuti con ogni mezzo la Grecia a gestire il crescente numero di immigrati e richiedenti asilo che arrivano sul suo territorio. Lo chiede l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa col voto unanime di un rapporto voluto dal senatore Giacomo Santini (Pdl), da poco riconfermato presidente della Commissione immigrazione.
Senza un immediato intervento da parte dell’Ue, ma anche di tutti gli altri Stati membri del Consiglio d’Europa, secondo l’Assemblea “c’è il serio rischio che la Grecia vada incontro alla destabilizzazione politica”.
“Agli immigrati e richiedenti asilo viene dato un pasto al giorno, non hanno accesso all’acqua calda e l’assistenza che ricevono è praticamente inesistente” ha dichiarato Santini che ha visitato i luoghi di detenzione una settimana fa. Inoltre ci sono più di 50 mila richieste di asilo che devono essere considerate, ma le autorità greche dicono di non avere sufficienti risorse economiche per farlo.
Per questo l’Assemblea chiede a tutti i Paesi europei di aumentare in modo consistente la loro assistenza verso la Grecia, anche accogliendo parte dei richiedenti asilo, e bloccando i trasferimenti automatici di possibili richiedenti asilo arrivati sul loro territorio provenienti dalla Grecia.



La rivoluzione di Obama II comincerà dagli immigrati
Vicino all’accordo bipartisan per regolarizzare 11 milioni di clandestini
La Stampa, 27-01-2013
Paolo Mastrolilli
La riforma dell’immigrazione negli Stati Uniti è a un passo, se è vera l’indiscrezione secondo cui un gruppo di senatori ha trovato l’intesa sui principi generali, dopo settimane di negoziati segreti. Martedì il presidente Obama sarà in Nevada per rilanciare il tema, e entro la fine della settimana potrebbe arrivare l’annuncio del compromesso, che rappresenterebbe un risultato storico per il suo secondo mandato.
Secondo il «Washington Post» tre senatori democratici, Richard Durbin dell’Illinois, Charles Schumer di New York e Robert Menendez del New Jersey, stanno discutendo da tempo con tre autorevoli colleghi repubblicani, Lindsey Graham della South Carolina,
John McCain dell’Arizona e Marco Rubio della Florida. Con loro hanno lavorato a tratti anche Jeff Flake dell’Arizona e Michael Bennet del Colorado. L’accordo su cui stanno convergendo si basa su tre punti fondamentali: normalizzazione dello status per gli undici milioni di immigrati illegali presenti negli Stati Uniti, che lavorano onestamente e non hanno mai commesso reati; controlli più severi ai confini; strumenti migliori offerti ai datori di lavoro per verificare la provenienza e i documenti dei loro assunti. La possibile legge non è stata ancora definita nei dettagli, ma se l’intesa venisse confermata potrebbe essere scritta e votata entro l’estate. A quel punto, un passaggio bipartisan con una forte maggioranza al Senato, dove i democratici sono in vantaggio, costringerebbe anche la Camera dominata dai repubblicani a considerare il testo con disponibilità.
Le questioni chiave ancora aperte sono due: quale meccanismo usare per aprire la strada della cittadinanza agli illegali, e quante leggi votare per concretizzare la riforma. Sul primo punto Rubio, che come senatore di origini cubane della Florida e possibile candidato presidenziale nel 2016 ha le chiavi del compromesso, chiede che gli immigrati già presenti negli Usa possano avere un permesso di lavoro, ma poi facciamo domanda per il passaporto mettendosi in fila come gli altri che hanno seguito le regole. Sul secondo, Schumer insiste che la riforma va concentrata tutta in una legge unica, perché se si divide in più provvedimenti non arriverà mai in porto.
Il negoziato dunque non è finito, ma la ragione che suggerisce un cauto ottimismo è il risultato delle presidenziali di novembre. Obama ha ottenuto il 70% del voto ispanico, e su questa spinta i democratici stanno puntando persino a ritornare maggioranza in Texas. I repubblicani così rischiano l’estinzione, o comunque di consegnare la Casa Bianca ai loro avversari per almeno una generazione. I membri più moderati del Gop lo hanno capito, e stanno cercando di riavvicinarsi al voto ispanico collaborando con la riforma dell’immigrazione. Il fatto che Rubio, giovane leone vicino al Tea Party, sia entrato nel gruppo impegnato nella trattativa, significa che anche il resto del partito si sta convincendo della necessità di cambiare strategia.
Obama, infatti, prosegue per la sua strada. Venerdì ha incontrato i parlamentari ispanici e martedì sarà a Las Vegas, per tenere un discorso in cui lancerà la campagna pubblica per la riforma dell’immigrazione. Forse le leggi sulle armi, il riscaldamento globale o la riduzione del debito sono più difficili da negoziare con i repubblicani alla Camera, ma la questione degli illegali è più risolvibile perché il Gop ha un interesse diretto ad uscire dall’angolo. Il Presidente naturalmente rivendicherebbe il successo storico di aver riformato l’immigrazione, solidificando il consenso ispanico per il partito democratico, ma anche i repubblicani potrebbero voltare pagina e cercare di recuperare voti. L’alternativa sarebbe quella di essere additati come i sabotatori dell’intesa, pagando poi il prezzo alle elezioni midterm del 2014.

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