Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

29 aprile 2013

Immigrati su vela soccorsi nel Salento
Su barca 11 metri erano in 32, tra cui sette donne e un neonato
Ansa, 29-04-2013
LECCE, 29 APR - Marinai della Capitaneria di porto di Gallipoli hanno tratto in salvo 32 immigrati a bordo di un'imbarcazione a vela a circa quattro miglia dalla costa, al largo di Santa Caterina di Nardò, trasbordandoli su una motovedetta. Si tratta per lo più di nuclei familiari composti da dieci uomini, sette donne e quindici bambini, tra cui un neonato di due mesi, di nazionalità siriana e afgana. Sono in buone condizioni. I due scafisti si sono gettati in mare e hanno raggiunto a nuoto la costa.



Quella nomina razzista intrisa di buonismo
Denuncio la nomina di Cécile Kyenge a ministro della Cooperazione internazionale e l'Integrazione come un atto di razzismo nei confronti degli italiani
il Giornale, 29-04-2013
Magdi Cristano Allam
Come ex-immigrato da 40 anni orgogliosamente italiano denuncio la nomina di Cécile Kyenge a ministro della Cooperazione internazionale e l'Integrazione come un atto di razzismo nei confronti degli italiani.
Lei personalmente non c'entra nulla: il fatto che sia di origine congolese, che abbia o meno la doppia cittadinanza e, per cortesia, lasciamo stare il discorso sul colore della pelle che è indegno di una nazione civile. La mia denuncia si fonda innanzitutto sul fatto che l'integrazione degli immigrati non può prescindere dalla condivisione dei valori fondanti della nostra identità nazionale e dal rispetto delle regole che sostanziano la cittadinanza italiana. Viceversa Kyenge e il Pd, un contenitore che sta per implodere che associa ex-comunisti, catto-comunisti e spregiudicati qualunquisti, promuovono un modello di società multiculturalista, relativista e buonista dove si vorrebbe imporre alla nostra Italia di adottare l'ideologia immigrazionista, che c'impone di spalancare le frontiere per accogliere tutti, costi quel che costi, concependo l'immigrato buono a prescindere, e che in definitiva ci porterebbe ad annullarci come nazione per fonderci nel globalismo considerato come il traguardo più ambito, l'apice della nuova civiltà che ci premierebbe quali «cittadini del mondo», liberandoci definitivamente del «provincialismo» che ancora ci lega all'amore per la Patria.
In secondo luogo denuncio il fatto che, in un momento in cui circa 6 milioni di italiani sono letteralmente ridotti alla fame e metà delle famiglie non arriva a fine mese a causa di uno Stato ladrone e aguzzino che costringe ogni giorno mille imprese creditrici a fallire, il governo dovrebbe avere come proposta programmatica di fondo il principio «Prima gli italiani». Di fronte agli imprenditori e ai lavoratori che si suicidano per disperazione e che arrivano, come è accaduto ieri, a voler uccidere i simboli delle istituzioni, è da criminali favorire gli immigrati a discapito degli italiani. In questa crisi strutturale causata dalla speculazione finanziaria globalizzata, dalla dittatura europea e dallo strapotere delle banche, il governo ha il dovere di privilegiare gli italiani nell'accesso ai beni e ai servizi per salvaguardare il nostro legittimo diritto alla vita, alla dignità e alla libertà qui nella nostra casa comune. Invece questa sinistra ci dice che dobbiamo rassegnarci alla prospettiva della civiltà multiculturalista, dove si diventa italiani se si nasce in Italia anche se i genitori disprezzano l'Italia, dove si sommano e si fondono i valori, le identità e le culture perché sarebbero tutte uguali a prescindere dai loro contenuti.
Il risultato è il fallimento della civile convivenza che si tocca con mano proprio nei Comuni amministrati dalla Sinistra, da Torino a Bologna, da Padova a Firenze. In terzo luogo denuncio il fatto che per ragioni vergognosamente elettoralistiche, con la finalità di accaparrarsi il voto degli immigrati costi quel che costi, il Pd investe sul maggior afflusso degli immigrati in Italia per colmare il deficit demografico e i posti di lavoro sgraditi dagli italiani. Un governo che ama l'Italia dovrebbe invece favorire la crescita della natalità degli italiani sostenendo concretamente la famiglia naturale e, in parallelo, riformare l'Istruzione per affermare la cultura della responsabilità, del dovere e delle regole che induca i giovani italiani a rivalorizzare i lavori manuali. Mi auguro di essere smentito dall'operato del neo-ministro Kyenge ma nell'attesa è nostro diritto e dovere proclamare ad alta voce «Prima gli italiani».
twitter@magdicristiano



Maroni: più difficile il nostro voto Stop sulla cittadinanza agli stranieri
«Nulla contro l'integrazione, ma Alfano dica cosa pensa dello ius soli»
Corriere della sera, 29-04-2013
Marco Cremonesi
MILANO — «I primi due ministri che han parlato mi pare non abbiano dato un buon segnale». E così, Roberto Maroni oggi è «meno convinto» della possibilità di un voto leghista a favore del governo di Enrico Letta: «Uniche note positive i ministri Alfano, Lupi e Delrio. Il resto mi pare piuttosto deludente». Certo, «molto dipenderà da come il presidente del Consiglio raccoglierà le proposte della Lega. Ma sono stati fatti dei passi indietro rispetto alle attese. E se il buon giorno si vede dal mattino... ».
A far volgere al peggio gli umori leghisti sono le prime indicazioni del ministro all'Integrazione Cécile Kyenge. Che oltre a puntare a un superamento della legge Bossi-Fini sull'immigrazione, ha indicato come «prima priorità» lo ius soli, la cittadinanza italiana per chi nasce nel Belpaese da genitori stranieri. Roba da far scattare i leghisti in assetto da guerra. Già sabato sera i nordisti hanno cominciato a inviarsi tra loro un diluvio di sms che riportavano senza commenti la dichiarazione della ministra nata in Congo. I commenti, in compenso, affollavano roventi Facebook e Twitter.
«A me, Kyenge piace — ha detto Maroni —. Noi siamo stati i primi ad avere un sindaco di colore: con lei, nessun problema. Piace molto meno ciò che ha detto sullo ius soli. Anzi, sullo ius sola, detto in romanesco». Dove «sola» sta per fregatura. In un primo momento, addirittura, il segretario leghista aveva chiesto al vicepremier Angelino Alfano di dire pubblicamente se è d'accordo con le indicazioni della ministra Kyenge. Qualche ora più tardi, ostentava noncuranza: «Alfano non può certo essere d'accordo. Quel che dice la ministra, a questo punto, non conta».
Assai poco apprezzata in via Bellerio anche la prima dichiarazione pubblica di Filippo Patroni Griffi, neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «È giusto chiedere a questo governo un impegno forte per la nostra terra (il Sud, ndr) che può e deve essere il motore per far ripartire la crescita del Paese». L'esatto contrario delle più radicate convinzioni leghiste.
Risultato, la segreteria leghista convocata ieri mattina per un primo esame del nuovo governo ha visto soltanto interventi critici. Anche il governatore Luca Zaia, in teleconferenza dal Veneto e fino a sabato scorso sostenitore del dialogo con il nuovo governo, avrebbe sottolineato la difficoltà «quasi insormontabile» di una fiducia leghista all'esecutivo neonato.
Più in generale, osserva Maroni, «questo è un governo con poco Nord. Anzi, il Nord non c'è». E la torinese Emma Bonino? Il leader leghista alza le spalle. «Bonino ormai è romana». E l'ex sindaco di Padova Flavio Zanonato? Tra l'altro, il primo cittadino era finito sotto ai riflettori per il famoso muro contro gli spacciatori fatto costruire nella sua città. Un provvedimento che non era dispiaciuto ai leghisti. Maroni non si entusiasma: «Con noi ha sempre avuto un atteggiamento ostile. E poi, che c'entra lui con lo Sviluppo economico? Sarebbe stato meglio Sergio Chiamparino. Molto meglio... ».
In realtà, il segretario leghista per quel ministero si attendeva la conferma del ministro montiano Corrado Passera: «Non per nulla. Letta nei giorni scorsi aveva parlato di un ministero chiavi in mano, pronto a partire. Tutti avevano pensato a Passera, che ha già in mano le questioni più cruciali e ha partecipato ai tavoli aperti su tutti i dossier». Insomma, tra i ministri non di centrodestra, l'unico a ottenere i pieni voti è il presidente dell'Anci Graziano Delrio, che ha già fatto sapere che il suo mandato sarà orientato a valorizzare le autonomie e il federalismo.
Ma, appunto, il sindaco uscente di Reggio Emilia è una mosca bianca nel gradimento leghista. E rispetto all'ottimismo della vigilia, il clima è decisamente cambiato. Anche se Maroni è attento a non sbattere la porta riguardo al voto di fiducia al nuovo governo: «Vedremo come Enrico Letta risponderà alle questioni che noi abbiamo posto: macroregione del Nord, un nuovo assetto fiscale nel rapporto tra centro e Regioni, e la conferma della Convenzione, che noi riteniamo possa aprire la strada al Senato federale».
E se così non fosse? «La Lega voterà no al governo di Enrico Letta. Ma non è un problema, vorrà dire che cambieremo atteggiamento. Del resto, se al governo non c'è il Nord, il governo del Nord siamo noi, i presidenti delle Regioni».



Sistema unico di asilo per l’Unione europea: a giugno il voto finale all’Europarlamento.
Un pacchetto di 5 direttive proposto dalla commissaria Cecilia Malmström. “L’Europa dimostra al mondo che questo è ancora un posto dove i più vulnerabili possono trovare protezione”.
Immigrazioneoggi, 29.04.2013
Un sistema unico europeo di asilo per evitare che le differenze normative tra Stato e Stato in Ue rischino di far diventare il dramma dei richiedenti in una lotteria: il pacchetto di cinque direttive, frutto di un assiduo e lungo lavoro della commissaria Cecilia Malmström fin dal febbraio 2010, dopo l’approvazione di venerdì scorso degli ultimi due elementi mancanti, veleggia verso la sua tappa finale. A giugno approderà infatti alla plenaria del Parlamento europeo per l’ok definitivo, sul quale sembra già esserci accordo politico.
“Nel bel mezzo della crisi economica più dura che ci sia mai stata, l’Europa dimostra al mondo che questo è ancora un posto dove i più vulnerabili possono trovare protezione’’, afferma Malmström nel presentare quella che ormai sente come la sua creatura. Il pacchetto, spiega, innalza gli standard e le condizioni di trattamento per i richiedenti asilo. Ad esempio, dovrà essere garantito loro l’accesso alla ricerca di lavoro entro i nove mesi dall’avvio della domanda e si dovrà provvedere ad un alloggio e ad un percorso di scolarizzazione nel caso vi siano dei bambini.
Le direttive renderanno le procedure più semplici, veloci e trasparenti, circostanziando i casi in cui ricorre la possibilità di richiedere asilo, scoraggiando fin dall’inizio i tentativi di frode. Il 60-70% delle richieste vengono infatti rigettate perché presentate da migranti economici che tentano la sorte. D’altra parte si limiterà anche la possibilità di opporre eccezioni, e gli Stati membri dovranno dare risposte entro sei mesi (salvo situazioni particolari) dall’introduzione della pratica. Di fatto si prevede che occorreranno circa due anni prima che il sistema venga applicato nella sua interezza, e affinché questo accada sono stati previsti anche fondi che saranno allocati dalla Commissione.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links