Un piccolo passo verso la tutela dal Consiglio di Stato

l'Unità, 1-03-2011
Italia-razzismo
Il 25 febbraio il Consiglio di Stato si è pronunciato sull’ostatività alla regolarizzazione colf badanti causata dal reato di cui all’articolo 14, co. 5 ter e 5quater D. Lgs. 286/1998, che regola l’espulsione.

Numerose domande di regolarizzazione presentate nel 2009 avevano ottenuto parere negativo in ragione della condanna inflitta al lavoratore ai sensi di quell’articolo. Lo stesso prevedeva che: «lo straniero che senza giustificato motivo permane illegalmente nel territorio dello Stato, in violazione dell’ordine impartito dal questore ai sensi del comma 5-bis, è punito con la reclusione da uno a quattro anni». Il Consiglio di Stato non ha dichiarato esplicitamente che il reato di mancato ottemperamento non debba essere considerato ostativo ma precisa che tale decisione dovrà tener conto del fatto che, a causa della direttiva comunitaria sui rimpatri (2008/115/CE), è a rischio la sussistenza dello stesso reato. Nel giudizio sono intervenute ad adiuvandum diverse associazioni tra cui A Buon Diritto onlus (avv. Laura Barberio e Ernesto M. Ruffini), Ancadic onlus (avv. Francesco Nucara e Laura Barberio), Progetto Diritti Onlus (avv. Maria Rosaria Damizia) e Mukul Salman (avv. Laura Barberio e Ernesto Maria Ruffini). Ha discusso per tutti l’avvocato Arturo Salerni. Le associazioni hanno in particolare svolto eccezioni riguardanti la recente Direttiva europea sui rimpatri. Il Consiglio di Stato quindi per ora prende atto della complessità della questione e sospende l’efficacia dei provvedimenti, decidendo in modo univoco sulla necessità della sospensione cautelare e rinvia tutto ai Tribunali di merito per una trattazione più approfondita. Un piccolo passo verso la tutela dei diritti delle persone immigrate.

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