Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

01 febbraio 2013

Niente fondi per i rifugiati dall’otto per mille. Le associazioni: “una beffa di Stato”.
Non verranno finanziati progetti per l’inserimento lavorativo, alloggio, salute e ricongiungimento familiare.
Immigrazioneoggi, 01-02-2013
Neanche per il 2013 ci sarà l’otto per mille per i progetti a favore dei rifugiati. È quanto denuncia un cartello di organizzazioni in una nota diffusa ieri che commenta la notizia del 26 gennaio con cui la Presidenza del Consiglio dei ministri ha comunicato l’esaurimento del fondo Otto per Mille 2012, di circa 181 milioni di cui 121 destinati per esigenze di protezione civile.
A lamentare l’accaduto e la sottrazione di risorse destinate ai rifugiati il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), l’associazione A buon Diritto, l’associazione Centro Astalli, l’associazione Cittadini del Mondo, l’associazione Somebody, il Centro interculturale Abusuan - Bari, la cooperativa Ruah - Bergamo, la cooperativa sociale Ethica, la Fondazione Franco Verga - Milano, l’Ics - Ufficio rifugiati onlus, l’Istituto don Calabria - Comunità San Benedetto - Verona, la società cooperativa sociale O.R.S.O. - Torino.
“I soldi che i cittadini italiani scelgono di destinare allo Stato dalle loro personali dichiarazioni dei redditi – spiegano le associazioni – per legge debbono essere utilizzati “per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”. E invece, lamentano le organizzazioni, è il secondo anno consecutivo che va a finire così. “È ormai utilizzato come un piccolo tesoretto nelle mani del Governo di turno”. Secondo le organizzazioni, i progetti che non sono stati finanziati per “azzeramento fondi” volevano realizzare interventi per favorire l’inserimento lavorativo e l’autonomia alloggiativa, garantire cure mediche specifiche per le persone vulnerabili, facilitare il ricongiungimento familiare.
“In un Paese in cui gli interventi di sostegno e assistenza a favore dei rifugiati sono sporadici, è paradossale questo cambiamento d’uso – aggiungono le organizzazioni. – Una vera beffa, di fronte ai contribuenti Irpef ma anche di fronte agli Enti locali ed associazioni che vengono formalmente invitati ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a presentare progetti articolati e documentati entro il 15 marzo per poi sapere 10 mesi dopo che si è trattato solo di uno scherzo”. Al Governo, le organizzazioni chiedono di attenersi alla normativa in vigore, “che vincola l’utilizzo ai precisi interventi per cui il fondo è destinato e che ripartisca in maniera stabile ed equa tra le diverse aree”. Buona, però, la notizia dell’elaborazione di uno schema di decreto del Presidente della Repubblica per modificare il regolamento che stabilisce le procedure di utilizzazione dell’8 per mille, spiegano le organizzazioni. “In questo schema vengono fissate quote percentuali minime da destinare ai vari interventi. Vorremmo essere chiamati a un confronto su questo tema: il nuovo regolamento potrebbe essere un’ottima opportunità per stabilire in modo chiaro e definitivo il vincolo di utilizzo del fondo” chiedono le associazioni impegnate nella difesa dei diritti dei rifugiati.



Servizio Civile: un altro bando riservato ai “cittadini italiani”
Cirdi, 01-02-2013
Ormai la posizione del governo italiano è chiarissima: il servizio civile è riservato ai giovani italiani. Il tribunale di Milano dice di aprirlo anche agli stranieri, altrimenti è una discriminazione? Quella sentenza non conta nulla, valgono solo la legge 77/2002, che inserisce la cittadinanza italiana tra i requisiti, e un parere dato lo scorso luglio dall’Avvocatura Generale dello Stato secondo la quale quella norma è “in vigore ed efficace”, “non in contrasto con i principi comunitari” e “non manifestamente contrastante con i parametri costituzionali”.
Ha già fatto scalpore, a metà gennaio, il bando per i 350 volontari da impiegare nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto dello scorso maggio. E ora farà discutere il nuovo “Bando straordinario per la selezione di 457 volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia” pubblicato ieri dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, guidato dal ministro Andrea Riccardi. Ottantaquattro volontari sono destinati a progetti finanziati dalla Regione Sardegna, altri cinque a un progetto della Valle d’Aosta, gli altri trecentosessantotto accompagneranno in tutta Italia grandi invalidi e ciechi. Sono ragazzi tra i diciotto e i ventotto anni che si daranno da fare per dodici mesi, e ai quali il bando chiede di essere sani, incensurati e, ancora una volta, “cittadini italiani”. Nelle premesse, l’ormai usuale riferimento al parere dell’Avvocatura.
C’è un mese di tempo per le domande, e chissà che fino ad allora non nasca una battaglia legale simile a quella vinta a Milano da un giovane di origine pachistana insieme ad ASGI e Avvocati Per Niente. Intanto Daniele Lugli, difensore civico della Regione Emilia-Romagna, è intervenuto contro il bando per i volontari del terremoto, il cui “carattere discriminatorio”, sottolinea in una nota, “è particolarmente evidente se inserito nella nostra realtà che, invece, da anni conosce un Servizio civile regionale aperto a ragazzi e ragazze di ogni nazionalità”. “L’apertura ai giovani non, o non ancora, di nazionalità italiana si mostra uno strumento di grande efficacia nell’integrazione tra pari in un compito condiviso” scrive Lugli. “Il Servizio civile – aggiunge – è un momento importante nella costruzione personale, nella formazione civica, nel passaggio alla piena responsabilità dei giovani. Come tale dovrebbe essere aperto a tutti, riconosciuto nella sua natura di investimento ineludibile e non di spesa improduttiva da tagliare”. Considerazioni che, a quanto pare, non trovano ancora ascolto nei palazzi del governo.



Livello record di rifugiati siriani che chiedono protezione in Svezia: è il Paese europeo con il maggior numero di arrivi dalla Siria.
Messe a dura prova le capacità dello Stato scandinavo di accogliere i rifugiati, il cui numero è più che decuplicato.
Immigrazioneoggi, 01-02-2013
Il numero dei rifugiati siriani richiedenti asilo in Svezia è aumentato di 12 volte nel 2012 rispetto all’anno precedente, rendendo il Paese scandinavo la prima destinazione europea per i rifugiati che fuggono le violenze in Siria, come mostrano le statistiche dell’ultimo rapporto della Swedish Migration Board, secondo cui 7.800 siriani hanno chiesto asilo in Svezia negli ultimi 12 mesi, contro i soli 640 del 2011. L’agenzia ha dichiarato che a 5.000 di loro è già stato garantito l’asilo. La Svezia è ben nota per il suo generoso sistema di welfare ed è da sempre percepita come un rifugio sicuro per chi fugge guerre e persecuzioni, ma ora i funzionari svedesi sostengono che l’ingente influsso di rifugiati sta mettendo a dura prova il sistema immigrazione del Paese, considerando anche che si stima che per il 2013 più del doppio ne giungeranno ancora dalla Siria, che, assieme a somali, afghani e altri, porteranno il numero delle richieste a oltre 50.000, il livello più alto dalle guerre nei Balcani degli anni ’90.
A causa delle indiscriminate violenze del regime siriano (secondo le ultime stime Onu hanno fatto fuggire quasi 600.000 persone dal Paese e causato la morte di oltre 60.000), tutti i siriani sono considerati in pericolo se rimandati indietro e pertanto la Svezia fa sì che tutti i rifugiati che giungono sul suo territorio direttamente dalla Siria ricevano almeno un permesso di residenza temporaneo, ad eccezione di coloro che arrivano in Svezia da altri Paesi Ue. Infatti, secondo le leggi europee, i rifugiati devono chiedere asilo nel Primo paese Ue in cui entrano. Tuttavia, i funzionari svedesi sottolineano che l’afflusso di rifugiati sarebbe minore e maggiormente gestibile se altri Paesi Ue adottassero simili politiche in materia di asilo. “La solidarietà dei Paesi Ue è inesistente al momento”, denuncia il ministro svedese dell’Immigrazione Tobias Billstrom, “ma nel frattempo i rifugiati aumentano e la Svezia ha serie difficoltà a gestirli”. Una dichiarazione congiunta di Amnesty International e tre altre organizzazioni denuncia, inoltre, che molti Paesi Ue non forniscono adeguata protezione ai siriani, come Grecia, Cipro e altri Paesi dell’Europa orientale, dove non mancano casi di deportazioni in piena violazione del diritto internazionale.
Sebbene la Svezia sia il Paese europeo con più alto numero di rifugiati siriani, è la Germania ad essere al primo posto per quanto riguarda richieste d’asilo in generale con una quota di 64.000. La Francia è al secondo posto con 60.000 e la Svezia al terzo con 44.000.
(Samantha Falciatori)


Immigrazione, scoperti 19 clandestini in 'gabbia': un arresto
Gli stranieri erano reduci da 16 ore di viaggio trascorse in condizioni igieniche pessime e in un ristrettissimo spazio a disposizione
Il Resto del Carlino, 31-01-2013
 Ancona, 31 gennaio 2013 - Al porto di Ancona la Guardia di Finanza, in collaborazione con la locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha scoperto 19 cittadini extracomunitari provenienti dalla Grecia, sprovvisti di qualsiasi documento di riconoscimento, in procinto di entrare all’interno del territorio nazionale. Tredici di loro sono di origine siriana mentre gli altri sei provenivano dall’Iraq.
Tutti erano in buone condizioni di salute, dopo un viaggio lungo 16 ore effettuato in condizioni igieniche pessime ed in un ristrettissimo spazio a disposizione, consistente in una gabbia metallica ricoperta da lastre di pietra, carico di copertura trasportato da un tir con targa bulgara.
L’intero gruppo, ad eccezione di tre soggetti che hanno richiesto asilo politico in Italia, è stato consegnato alla locale Polmare che ne ha curato il ‘respingimento’ verso la Grecia, mediante imbarco sulla stessa nave con la quale era giunto in Italia.
Il conducente del mezzo, un greco, è stato arrestato e condotto nel carcere di Montacuto con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Dall’inizio del 2013, sono già 44 i soggetti irregolari intercettati dai finanzieri del Comando provinciale di Ancona.

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