Gentile Ministro Andrea Riccardi,

le scrivo a pochi giorni dal suo insediamento sia perché la stessa definizione del dicastero affidatole, Cooperazione e Integrazione - che riunisce competenze finora attribuite al ministero dell’Interno e a quello degli Esteri - costituisce di per sé una importante novità;

sia perché la sua storia personale e quella del movimento da lei fondato, la comunità di Sant’Egidio, rappresentano un significativo capitale di fiducia; sia perché, infine, la terribile emergenza di cui intendo parlarle è causa di una teoria ininterrotta di morti. Esattamente nel giorno della sua nomina a ministro, a bordo di un’imbarcazione che trasportava 28 migranti verso il porto di Cagliari è stato ritrovato il cadavere di un uomo, probabilmente di nazionalità algerina (l’incertezza sulla sua identità aggiunge un ulteriore elemento di tragedia alla tragedia). Questo consente di trarre un bilancio – davvero crudele – di quell’autentica strage che si consuma nel mar Mediterraneo, giorno dopo giorno. L’osservatorio di Italiarazzismo.it, curato da Valentina Brinis e Valentina Calderone, ha contato in 2157 i migranti morti o dispersi nel tratto di mare tra l’Africa e l’Europa, a partire dal 1 gennaio del 2011. Tale stima corrisponde, sostanzialmente, a quella fornita da Fortress Europe e da un coordinamento di associazioni, costituito da Acli, Centro Astalli, Caritas Italiana, Comunita' di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes. Oltre duemilacento persone scomparse mentre tentavano una via di fuga da guerre civili e conflitti etnici, carestie e siccità, persecuzioni religiose e vessazioni politiche. E cercavano un’opportunità di vita e di futuro nel nostro continente. Circa duecento morti o dispersi al mese, quasi sette ogni giorno che Dio manda in terra. Sappiamo che, per interrompere questa strage o almeno ridurne la portata, è necessario operare sui tempi lunghi, elaborare politiche di ampio respiro, promuovere strategie che coinvolgano l’intera Europa. Ma qualcosa è possibile fare fin da ora.  La politica dei respingimenti si è dimostrata, oltre che iniqua, totalmente fallimentare. È possibile elaborarne un’altra, intelligente e razionale. Se vorrà provarci, pazientemente e tenacemente, caro ministro, troverà il consenso e il sostegno di tanti.

Luigi Manconi
19 novembre 2011

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