Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

29 ottobre 2014

Londra: Stop al salvataggi di immigrati
Decisione shock del governo Cameron: "Sospese le operazioni nel Mediterraneo per non incoraggiare i viaggi della speranza"
Associazioni dei diritti umani e Lib-Dem all`attacco: "Lasceranno morire donne e bambini per ragioni puramente politiche"
la Repubblica, 29-10-14
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA. Salvare i migranti che affogano in mezzo al Mediterraneo è un incoraggiamento ad altri emigranti a tentare il viaggio per mare. E dunque la Gran Bretagna decide di sospendere le operazioni di soccorso che forniva in sostegno a quelle italiane insieme ad altri paesi europei.
La politica del "lasciamo che affondino`, annunciata ieri dal governo di David Cameron, scatena un`ondata di critiche da parte di associazioni umanitarie e anche all`interno della stessa coalizione di maggioranza britannica. Una decisione cinica, deprimente, immorale, la definiscono i suoi accusatori, da Amnesty lnternational al partito liberal-democratico. Ma per ora Londra conferma e difende la sua scelta, dietro la quale in realtà si intravede, secondo i commentatori, la preoccupazione del primo ministro di perdere le elezioni della primavera prossima sulla questione dell`immigrazione.
E` stata lady Anelay, viceministro degli Esteri, ad annunciare la svolta: «Non appoggeremo più le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Il nostro governo è convinto che esse incoraggino non intenzionalmente altri migranti a imbarcarsi in una pericolosa traversata e che dunque conducano ad altre morti tragiche e non necessarie». Il metodo più efficace per affrontare il problema, ha proseguito l`alto responsabile del Foreign Office britannico, è «concentrare l`attenzione sui paesi di origine e di transito, così come prendere misure contro i trafficanti di esseri umani».
In sostanzia, il Regno Unito suggerisce di aiutare l`Africa a migliorare le proprie condizioni economiche, affinché i suoi popoli smettano di fuggire in Europa alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.
Ammesso che sia giusta, è una strategia che richiede anni o decenni: l`emigrazione non scompare dalla mattina alla sera. «E comunque», afferma Kate Allen, direttrice della sede londinese di Amnesty International, «la vaga prospettiva di essere salvati non è mai stato l`incentivo all`emigrazione. Sono le guerre, la povertà e la fame che spingono individui disperati a rischiare la vita. La storia non perdonerà questa cinica decisione». Amnesty osserva che le operazioni di soccorso nel Mediterraneo intraprese dall`Italia con l`aiuto della Marina Militare di altri paesi hanno salvato 150 mila persone e che la Gran Bretagna dovrebbe moltiplicare gli sforzi in tale direzione anziché cancellarli. «Questo è un triste giorno per la reputazione morale britannica», conclude la direttrice dell`associazione per la difesa dei diritti umani, «quando è venuto il momento, il Regno Unito ha voltato le spalle a esseri disperati e li ha lasciati affogare». Concorda Sarah Teather, deputato ed ex-ministro liberaldemocratico, cioè del partito alleato dei conservatori di Cameron nella coalizione di governo: «E` una decisione profondamente deprimente. Lasceremo che uomini, donne e bambini affoghino per ragioni puramente politiche. Abbiamo raggiunto inediti livelli di inumanità».
I giornali scrivono che Cameron è spaventato dall`ascesa nei sondaggi dell`Ukip, il partito anti-europeo e anti-immigrati che ha vinto le elezioni europee del maggio scorso in Gran Bretagna e che potrebbe prendere il 19 per cento, secondo un rilevamento pubblicato ieri dall`Independent, alle elezioni britanniche del maggio prossimo. Per questo il premier fa la voce sempre più dura verso l'Ue sull`immigrazione. L`Italia, che si appresta a lanciare una nuova fase di soccorsi, l`Operazione Tritone, non ha i mezzi per farcela da sola, ammonisce Amnesty International, e ha «disperatamente bisogno» dell`aiuto di altri paesi. Ma per Cameron la sopravvivenza politica sembra avere la priorità.



Londra sbatte la porta alla Ue: «Non salviamo altri immigrati»
Per il governo inglese le missioni di soccorso nel Mediterraneo «incoraggiano altri migranti a rischiare la vita». Boicottata la nuova operazione Triton
il Giornale, 29-10-14
Gaia Cesare
Dopo il «non paghiamo» stavolta è l`ora del «non salviamo». Appena quattio giorni dopo aver definito «inaccettabile» la richiesta di Bruxelles di sborsare 2,1 miliardi aggiuntivi per rimpinguare il bilancio europeo, Londra sbatte la porta in faccia all`Europa su un altro tema scottante: il soccorso in mare dei migranti in arrivo sulle coste italiane nel tentativo di raggiungere il Continente. Con una replica scritta a un`interrogazione alla Camera dei Lord, il ministero degli Esteri annuncia che il Regno Unito non appoggerà future operazioni di ricerca e soccorso nel Mar Mediterraneo.
E lo fa mettendo in discussione il principio che ha ispirato l` operazione militare e umanitaria Mare Nostum, nata nell`ottobre del 2013 dopo la morte di 500 migranti al largo delle coste di Lampedusa e che si chiude proprio questa settimana con un bilancio di 150mila vite salvate. Londra dice no perché ritiene che le operazioni di salvataggio rappresentino «una spinta», seppur «involontaria», a nuovi sbarchi e «incoraggino ancora più migranti` a tentare la pericolosa traversata in mare, determinando perciò più morti tragiche e inutili». Il sotto segretario agli Esteri, la Baronessa Lady, Anelay, mette il dito nella piaga e fa infuriare le associazioni per i diritti umani: «Il governo ritiene che il modo migliore per prevenire il tentativo di rifugiati e migranti di intraprendere queste pericolose traversate è concertare l`attenzione sui Paesi d`origine e transito e insieme adottare misure per combattere i mercanti di uomini che volontariamente mettono a rischio le vite dei migranti ammassandoli su imbarcazioni insicure». Bocciata su tutta la linea la politica europea sull`emergenza sbarchi. Musica per le orecchie del partito anti-immigrazione che dall`Italia alla Francia al Regno Unito sta guadagnando sempre più consensi. L`annuncio è una melodia intonata anche dal ministero degli Interni guidato da Theresa May, che smarca Londra anche da «Triton», l`operazione di «protezione delle frontiere» gestita da Frontex (l`agenzia europea per la tutela dei confini) e che dal primo novembre si occuperà dei pattugliamenti nel Canale di Sicilia ma non ha ancora previsto operazioni di salvataggio. Il Regno Unito non ci sarà e si limiterà a mettere a disposizione solo un funzionario.
La mossa del governo britannico è l`ultima di una serie il cui obiettivo è ormai entarein sintonia con gli elettori di desta e sinistra saturi del flusso di immigrati che dalle coste italiane cercando di raggiungere i Paesi più ricchi dell`Unione. Arriva proprio nel giorno in cui un sondaggio di ComRes per l'Independent dà il partito euro-scettico e anti-immigrati di Nigel Farage, l`Ukip, in piena ascesa, al 19%, il consenso più alto mai raggiunto finora, ben 4 punti percentuali in più rispetto al mese scorso. I Conservatori, in netta rimonta rispetto al Labour che nell`ultimo mese ha perso il 5% (il punto più basso da quando EdMiliband è leader del partito) si trovano ora testa a testa con l` opposizione, entrambi a quota 30%, e devono prima di tutto fronteggiare l` ondata dell`ultradestra che potrebbe rovinare i piani per la riconferma di David Cameron a Downing Street. Tra i due litiganti, il terzo gode. Mentre fra Londra e Bruxelles è guerra aperta sui conti, con il Commissario ad interim dell`Unione, JacekDominik, che ieri ha minacciato di non corrispondere i 3 miliardi di rimborsi che spettano ogni anno al Regno Unito se si rifiuterà di pagare il contributo extra al bilancio Ue - gli elettori
premiano la linea dura del partito anti-immigrati di Farage. I Tory rincorrono, ma la questione è ormai trasversale. Dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa Michael Fallon, che aveva parlato di aree del Paese «invase» dagli immigrati, salvo poi fare marcia indietro su pressione di Cameron, anche il laburista David Blunkett ammette che la questione immigrazione è una bomba a orologeria. L`ex ministro degli Interni di Blair dà ragione a Fallon e accusa divivere «nel mondo dei sogni» chi sostiene che il largo flusso di immigrati non crei problemi. Fuori dal coro la voce dell`Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che condanna chi definisce l`immigrazione «una profonda minaccia» e denuncia il linguaggio razzista «dilagante» nel Regno Unito. Amnesty International parla di «giornata buia» e di decisione che «sarà giudicata imperdonabile dalla Storia».



Mare Vestrum
Le ragioni inglesi per non sostenere la strategia Ue sull`immigrazione
Il Foglio, 29-10-14
Sarà difficile, a chi volesse mantenere il dibattito su un piano razionale, accusare di cattivismo e propaganda l`ultima scelta del governo inglese in materia di immigrazione. L`esecutivo guidato da David Cameron, fondato su una coalizione tra conservatori e liberaldemocratici, ha appena fatto sapere che non intende prendere parte all`operazione Triton dell`Unione europea che, seppure in tono minore, dovrebbe sostituire dal P novembre l`operazione Mare Nostrum lanciata dall`Italia nell`ottobre 2013. Un`operazione, quella italiana, che ha impegnato la nostra marina nella ricognizione del Mediterraneo anche oltre le acque territoriali del nostro paese, nel soccorso di immigrati che tentassero la traversata e nel loro trasporto in territorio italiano. Un`operazione in cui militari e volontari hanno mostrato sapienza e dedizione. Ma anche un`operazione nata ufficialmente come una risposta emergenziale e a tempo, da condividere con altri paesi, e che è durata invece più del previsto pesando soltanto sulle spalle di Roma. Quest`anno gli sbarchi dí immigrati sono già a quota 118 mila, quasi il triplo del 2013 e il doppio dal 2011, anno delle primavere arabe; né i naufragi e le morti sono finiti. Il governo inglese, confermando quanto avevamo scritto su queste colonne chiedendo di ponderare gli effetti di una scelta politica (legittima), dice ora ufficialmente che un`operazione del genere incentiva le partenze illegali, attira, funziona come un "pull factor". Londra aggiunge che darà preminenza ad aiuti e accordi nei paesi di origine. Tesi che filano, tutt`altro che populiste. Sarebbero rafforzate da una qualche autocritica di Cameron sull`avventatezza dimostrata nel 2011 nel "trattare" con gli interlocutori libici (e non solo) su cui oggi si vorrebbe fare affidamento.



La Marina contro Alfano sui migranti
L`ammiraglio che comanda la flotta italiana: andiamo avanti con Mare Nostrum a fianco dei mezzi dell`Ue
La replica del Viminale: l`uscita dalla missione sarà velocissima. Londra: più partenze a causa dei salvataggi
Corriere della sera, 29-10-14
Fiorenza Sarzanini
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ROMA La Marina militare sfida il ministro dell`Interno. Dopo gli annunci di Angelino Alfano sulla chiusura dell`operazione umanitaria «Mare Nostrum» fissata per il primo di novembre, l`ammiraglio Filippo Maria Foffi - comandante in capo della flotta italiana e dunque responsabile della missione nelle acque del Mediterraneo - va a Bruxelles e dichiara: «Andiamo avanti, non abbiamo ricevuto alcun ordine ufficiale e dunque proseguiremo anche quando inizierà "Triton", la nuova operazione Frontex nel mar Mediterraneo, per facilitare un passaggio di consegne efficace e senza problemi di sorta».
L`irritazione del ministro è evidente nella risposta che arriva poco dopo dal Viminale: «L`ordine arriverà non appena il Consiglio dei ministri fisserà i tempi - precisa -. L`uscita da "Mare Nostrum" sarà velocissima».
Lo scontro è dunque aperto. E provoca non poco imbarazzo anche al ministero della Difesa. Del resto, i soldi non ci sono, e non è stato previsto alcun nuovo stanziamento anche perché l`Italia aveva già fatto sapere di non poter sostenere una spesa di nove milioni di euro al mese. Dunque quella dell`alto ufficiale appare una provocazione. Anche perché arriva nelle stesse ore in cui il governo britannico attacca l`Unione Europea e fa sapere che non sosterrà «le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterrano perché riteniamo che queste missioni creino un fattore di attrazione involontario, incoraggiando più migranti a tentare la traversata pericolosa del mare, determinando così le morti più tragiche e inutili».
Il malumore della Marina per la decisione di sospendere «Mare Nostrum» non è mai stato nascosto, tanto che nelle riunioni operative delle ultime settimane era stato ipotizzato di lasciare comunque una linea avanzata rispetto a quella «coperta» dall`Unione Europea con «Triton» (fissata a una distanza di trenta miglia dalle coste italiane) anche per garantire lo screening sanitario dei migranti. Ipotesi ritenuta poco percorribile, pur se non ancora esclusa in maniera definitiva. In realtà, i nostri militari avrebbero però voluto avere un ruolo di primo piano all`interno della nuova operazione sotto le insegne di Frontex, una sorta di «comando» che invece non è stato riconosciuto. E la reazione dei vertici non si è fatta attendere.
Nel suo intervento a Bruxelles, parlando di fronte al Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli, Foffi è stato esplicito, a tratti quasi ironico: «Non ho visto ancora nessun documento ufficiale riguardante Triton, soltanto molte bozze di lavoro, quindi non mi sento di commentare sulle forze che saranno messe in campo dall`agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell`Unione, ma mi rallegro per quanto ho sentito oggi proprio da un funzionario di Frontex, che ha rassicurato sul fatto che con Triton parteciperanno anche a operazioni di salvataggio di vite in mare».
L`ammiraglio tiene a sottolineare che «fino a questo momento le decisioni del governo italiano, in particolare quella di continuare con "Mare Nostrum" per oltre un anno, sono state responsabili», come a lasciare intendere che la sospensione invece non lo è. Quindi evidenzia come «dopo aver agito da soli, con il solo aiuto di una nave slovena, sono contento che finalmente la Ue si prenda le sue responsabilità e metta in campo una vasta operazione i cui risultati, però, dipenderanno dalla volontà di collaborare di tuffi gli Stati membri e dai mezzi che saranno messi a disposizione».
Poi il passaggio chiave: «"Mare nostrum" va avanti esattamente come è cominciata il 18 ottobre dell`anno scorso e collaboreremo con Frontex con tutte le capacità di cui disponiamo. Quando abbiamo iniziato, pensavamo durasse soltanto per un paio di mesi. Poi, con il passare del tempo, nessuno ci ha detto di smettere. Sicuramente riceveremo ordini a livello politico di interrompere l`operazione, ma al momento tali ordini non sono ancora arrivati». Alfano fa sapere che accadrà prestissimo. Chissà se basterà a chiudere la polemica.



Boom di 50mila nuovi italiani con lo «ius scholae»
Nei prossimi due anni tutti gli studenti delle medie avrebbero diritto alla nostra nazionalità
il Giornale, 29-10-14
Francesca Angeli
Roma Ius scholae. La cittadinanza è un diritto o una conquista? Matteo Renzi ha proposto di dare la cittadinanza ai bimbi figli di stranieri ma nati in Italia a conclusione di un ciclo di studi. Proprio nell`ultimo anno scolastico, 2013/2014, il nostro paese ha registrato uno storico sorpasso. Tra i bambini nati da genitori stranieri seduti nei banchi di scuola oltre la metà è nata in Italia, esattamente il 51,7 per cento. Quella nata all`estero dunque è oramai una minoranza su un totale di 802.785 alunni figli di migranti presenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Nel prossimo giugno 201521.233 ragazzi, figli di stranieri ma nati in Italia, conseguiranno la licenza di terza media. Tutti dunque avrebbero accesso alla cittadinanza italiana se la proposta di Renzi venisse approvata nei tempi necessari. Nel 2016 gli aventi diritto salirebbero a 25.940.
Accanto allo ius sanguinis e allo ius soli dunque potrebbe profilarsi uno ius scholae, ovvero un` acquisizione della cittadinanza grazie al compimento di un ciclo di studi. La proposta del governo in realtà non è ancora ben definita: non è chiaro se si tratterebbe di un diritto automatico. Ipotesi che in realtà appare impraticabile perchè tra l`altro si dovrebbe dare per scontato che tutti i bambini stranieri che in quel caso avrebbero diritto alla cittadinanza davvero lavogliano . Una volontà niente affatto scontata. Anche perchè sono molti i paesi di provenienza che non accettano la doppia cittadinanza, la Cina ad esempio e, e dunque acquisire la cittadinanza italiana vorrebber dire rinunciare a quella dei p rop ri genitori. É evidente dunque che non potrebbe trattarsi di una scelta automatica. Non solo. Quello che nella proposta di Renzi appare in contraddizione con l`orientamento seguito nella maggioranza dei paesi europei è che la cittadinanza si acquisisce dopo un periodo di residenza e comunque con la maggiore età, tranne rarissime eccezioni, proprio perchè sia una scelta consapevole. I ragazzi stranieri nati e cresciuti in Italia una volta compiuta la maggiore età possono acquisire la cittadinanza presentando una dichiarazione di volontà in questo senso. Una dichiarazione che evidentemente presuppone una consapevolezza acquisita appunto con la maggiore età.
Con la proposta diRenzi si assisterebbe ad un paradosso, ovvero si darebbe la cittadinanza ad un ragazzino dopo un ciclo di studi di cinque anni mentre quella cittadinanza viene negata in linea di principio ai suoi genitori ai quali ne occorrono 10 di residenza per ottenerla.
Lo ius scholae ha destato perplessità anche in Forza Italia anche se lo stesso Silvio Berlusconi si è detto favorevole a riconoscere la cittadinanza ad un figlio di stranieri purchè abbia concluso un ciclo di studi in Italia. Anche se è stato precisato che comunque la cittadinanza arriverebbe dopo un «percorso di integrazione» più specifico. Gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentano ora il 9 per cento del totale. In particolare è cresciuta del'11,8 per cento la percentuale di quelli nati in Italia che come già detto sono ora la maggioranza. In termini assoluti aumentano anche gli alunni entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano che salgono dal 3,7 dell`anno precedente al 4,9. Gli alunni sono in maggioranza originari di Romania, Albania, Marocco e Cina. La Lombardia accoglie il maggior numero di studenti non italiani, 197.202 ed è Pioltello il comune con la più alta concentrazione di alunni non italiani, il 30 per cento.



Toscana. Volantino di Fratelli d'Italia: "Non sporcare, parla italiano"
Polemiche per il volantino che dalla prossima settimana il gruppo regionale toscano di Fratelli d'Italia consegnerà nelle zone in cui sono piu' presenti gli immigrati
stranieriinitalia.it, 29-10-14
Firenze, 29 ottobre 2014 - Da "parla italiano" a "il Natale e la Pasqua vanno celebrati", da "la donna non si tocca" a "non sporcare".
E' il "decalogo" contenuto in un volantino che dalla prossima settimana il gruppo regionale toscano di Fratelli d'Italia consegnera' nelle zone in cui sono piu' presenti gli immigrati. Tra le altre regole ci sono "i bambini vanno a scuola"; "non stare in luoghi pubblici con il volto coperto"; "prega chi vuoi, ma non disturbare"; "sputare per terra e' sgradevole" fino alla "macellazione responsabile".
"Se queste regole della nostra civilta' non sono di tuo gradimento nessuno ti obbliga a rimanere qui", si spiega nel volantino intitolato "In Italia si usa cosi'", tradotto anche in lingua araba.
"Con questa iniziativa vogliamo semplicemente difendere e rivendicare le usanze e i costumi dell'Italia - spiegano il capogruppo di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e i consiglieri Paolo Marcheschi e Marina Staccioli - rispettare le usanze di un paese e' semplicemente una base di partenza per poterci rimanere: chi non le gradisce puo' tranquillamente andarsene".
 

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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