Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

11 aprile 2013

Sugli immigrati minori doppi controlli
l'Unità, 11-04-2013
Italia-razzismo
Nell’ultimo mese in alcune città d’Italia si sta verificando un fenomeno alquanto preoccupante. Sta accadendo che persone immigrate accolte nei centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, sono sottoposte a controlli clinici per accertarne l’età. La finalità della visita è quella, dunque, di dichiarare e certificare che le persone già accolte nelle strutture organizzate per minorenni, siano effettivamente tali. Questo perché qualche tempo fa era stata segnalata (anche da parte di Save the Children) la presenza di maggiorenni all’interno di quei centri gestiti e finanziati dai comuni. Quello di Roma ha deciso, così, di convocare i responsabili delle strutture e, a scaglioni, anche gli ospiti, per sottoporli a un primo colloquio con le Forze dell’ordine. Se in quell’occasione i sedicenti minorenni confermano la propria posizione sono sottoposti alla visita medica che dovrà provare quanto detto. Il problema si pone nel momento in cui l’esito fosse diverso da quello annunciato perché, allora, la persona è allontanata dal centro di accoglienza con un provvedimento di espulsione e, oltretutto, denunciata per truffa aggravata ai danni dello Stato. A Roma gli accertamenti sull’età vengono effettuati per ridurre il numero dei minori stranieri non accompagnati a carico dell’Ente locale e, dunque, per ridurre la spesa pubblica. E, in effetti, la presenza di maggiorenni non solo crea problemi di posti ma non è compatibile con quella dei minorenni per ragioni legate alla loro incolumità. C’è un aspetto di tale procedura che appare poco consono. Si tratta del fatto che tutte le persone convocate dall’amministrazione comunale erano già state, in realtà, identificate e visitate per stabilire gli anni. Questo è infatti un procedimento previsto e attuato quando una persona, nel momento dell’arrivo, dichiara di non essere ancora diciottenne. Ecco perché una seconda visita non era necessaria se, già in quella precedente, si fosse utilizzato un metodo inequivocabile che, ad oggi, pare non esserci. Bisogna però ricordare che quello utilizzato per accertare l’età è uno strumento che non può essere applicato ordinariamente ma solo “nei casi in cui vi sia incertezza sulla minore età” (circolare del Ministero dell’interno prot. 17272/7) e comunque su ordine dell’Autorità giudiziaria e sempre e solo se vi siano dubbi sull’età (art. 8 d.p.r. 448/88). Inoltre, come precisa l’Asgi, «secondo le indicazioni del Protocollo emanato nel settembre 2009 dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (cd. Protocollo Ascone) l’accertamento dell’età non può essere limitato alla radiografia mano-polso ma deve essere effettuato un approccio multidisciplinare o multidimensionale, all’esito del quale qualora residuino ancora dubbi deve essere applicato il principio della presunzione della minore età». Ma come è possibile che ci sia una tale imprecisione sul metodo da adottare per la determinazione dell’età? Cosa impedisce l’utilizzo di strumenti che diminuiscano una così diffusa arbitrarietà?



IMMIGRATI: SBARCO NEL SALENTO, RINTRACCIATI 36 PACHISTANI
(AGI) - Lecce, 11 apr.- Trentasei cittadini stranieri, probabilmente pachistani, sono stati rintracciati dalle forze di polizia tra Santa Maria di Leuca e Castrignano del Capo, nel Salento, nel corso di controlli a contrasto dell'immigrazione clandestina. Si tratta di maschi adulti, tutti in buone condizioni di salute, che sarebbero sbarcati sulla costa salentina. I migranti sono stati accompagnati nel centro di accoglienza "Don Tonino Bello" di Otranto per le procedure di identificazione.



L’Ue perde miliardi di euro non sfruttando la professionalità degli immigrati.
Un rapporto dell’Enar mostra quanto conta il contributo degli stranieri e invita a considerarlo parte della soluzione per la ripresa.
Immigrazioneoggi, 11-04-2013
L’Europa perde decine di miliardi di euro all’anno perché non utilizza appieno il talento degli immigrati. A mostrarlo è l’ultimo rapporto dell’Enar, il network europeo contro il razzismo, che sottolinea quanto il fatto di non sfruttare i talenti diversi delle persone che arrivano nell’Ue sia ancor più grave vista l’attuale crisi economica, l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione dei tassi di natalità.
Lo studio, intitolato Hidden talents, wasted talents (Talenti nascosti, talenti sprecati), sottolinea come, in un periodo di austerità, l’immigrazione non è parte del problema ma piuttosto parte della soluzione per la ripresa dell’economia dell’Ue.
I dati del rapporto Enar mostrano anche come il contributo degli immigrati in tutti i Paesi dell’Ue è non solo economico, ma anche culturale, sociale e politico: il multilinguismo portato dall’immigrazione permette l’apertura a nuovi mercati; la cucina europea è ormai pervasa da cibi provenienti da Paesi di immigrazione (in Germania vengono venduti più di due milioni di kebab al giorno e il couscous e la cucina indiana sono solo altri due fra gli innumerevoli esempi che si potrebbero fornire); la presenza di immigrati negli sport professionistici è altissima (nella Premier League inglese, ad esempio, in media ogni squadra, nel 2009, contava su 13 giocatori non cittadini dell’Unione europea); infine, sempre più immigrati o figli di immigrati ricoprono posizioni importanti nella politica locale o nazionale in un numero crescente di Stati membri.
(Fonte: Redattore Sociale)



Elezioni comunali 2013: il 26 e 27 maggio al voto anche i cittadini comunitari.
È necessario iscriversi alle liste elettorali aggiunte del Comune di residenza. C’è tempo fino al 16 aprile.
Immigrazioneoi, 11-04-2013
Il 26 e 27 maggio molti Comuni italiani torneranno alle urne per eleggere il Sindaco, i Consigli comunali e i Consigli circoscrizionali. L’eventuale turno di ballottaggio avrà luogo il 9 e 10 giugno 2013. Un appuntamento al quale sono chiamati non solo gli italiani ma anche i cittadini comunitari residenti negli oltre 700 Comuni dove sono previste le elezioni. Con una importante differenza però. I cittadini comunitari per esercitare il loro diritto di voto devono iscriversi alle liste elettorali aggiunte del proprio Comune di residenza. E lo devono fare anche in fretta, visto che il termine ultimo previsto è il prossimo 16 aprile. Considerato che le modalità di iscrizione sono diverse, è bene informarsi consultando magari la pagina web dell’Ufficio elettorale del proprio Comune di residenza. Per i cittadini comunitari che invece intendono candidarsi come Consiglieri comunali (sono riservate agli italiani le cariche di Sindaco e Vicesindaco), le date da tenere a mente sono il 26 e 27 aprile: in questi giorni, all’atto del deposito della lista dei candidati, oltre alla documentazione richiesta per i cittadini italiani va aggiunta una dichiarazione contenente l’indicazione della cittadinanza, dell’attuale residenza e dell’indirizzo nello Stato di origine nonché un attestato in data non inferiore a tre mesi dell’autorità amministrativa competente dello Stato membro di origine, dal quale risulti che l’interessato non è decaduto dal diritto di eleggibilità.
Si tratta di procedure che certamente non aiutano la già scarsissima partecipazione degli stranieri alla vita politica. Nelle amministrative del 2011 solo 36.970 cittadini comunitari si erano iscritti alle liste elettorali aggiunte. Una cifra bassissima considerato che corrispondeva appena allo 0,3% del corpo elettorale e che i comunitari rappresentavano almeno il 2% della popolazione. Dati che furono confermati da una bassissima affluenza alle urne da parte degli stranieri.
E quest’anno i presupposti non sembrano migliori. A Roma ad esempio, pur vivendo circa 80.000 romeni iscritti all’Anagrafe, solo 618 erano iscritti alle liste elettorali aggiunte all’inizio di settembre 2012. Di chi la colpa? Di un meccanismo troppo complicato, della scarsa consapevolezza dei propri diritti da parte degli cittadini comunitari o della politica considerata incapace di fornire risposte adeguate alle reali esigenze degli stranieri?




Rifugiati, quei volti di speranza nel rapporto del Centro Astalli
Sono 21 mila gli assistiti nella Capitale. Tra loro 439 vittime di tortura. Padre Giovanni La Manna: «La crisi economica rende ancora più intollerabili i ritardi e lo spreco di risorse nella gestione della così detta "Emergenza nordafrica"»
Corriere.it, 11-04-2013
Lilli Garrone
ROMA - Si affida alle bellissime foto di «Shoot 4 Change», network internazionale di comunicazione visuale fondato nel 2009 da Antonio Amendola, e alle storie ed ai volti di quattro immigrati che ce l'hanno fatta il «Rapporto annuale 2013» del Centro Astalli.
Le storie di Aweis, che ha vinto tre volte, perché dopo essere riuscito a fuggire da Mogadiscio dove avevano dato alle fiamme il suo cinema, è riuscito a portare in Italia anche i suoi tre ragazzi, che in tutta la loro vita non avevano mai conosciuto la pace. E c'è la storia di Isabel, giovane colombiana, la cui unica colpa è stata quella di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato: così un sequestro assurdo e una volta liberata la necessità di lasciare il proprio paese per continuare a vivere, ma lontano dalla sua adorata famiglia. Adesso racconta la sua storia da anni agli studenti delle scuole superiori, con un «racconto che lascia incantati, increduli, e che va diritto al cuore».
Ancora: Qaiser, giornalista pakistano che ha denunciato le vessazioni subite dai suoi connazionali, ma che poi è dovuto fuggire di fronte alle intimidazioni ed alle minacce rivolte alla sua famiglia. Oggi in Italia ha riabbracciato la sua famiglia: «è di nuovo padre, di nuovo marito, ma soprattutto ha la consapevolezza di non aver mai smesso di essere uomo». E infine Franck, che nel suo paese natale il Camerun ha avuto il coraggio di scrivere ciò che non doveva, ma «non conosceva altro modo per fare il giornalista, se non una vita a servizio della verità»: anche lui è riuscito a riabbracciare la moglie che lo credeva morto e adesso vive in cohousing con un'altra famiglia in una villetta vicino Roma.
Quattro storie che danno speranza, la stessa «speranza di vita» che spinge migliaia di persone ad abbandonare il proprio paese in guerra o nelle mani della dittatura, che è stata ricordata da padre Giovanni La Manna, il presidente dell'Associazione Centro Astalli, nel presentare il rapporto. Ha ricordato che in «Siria c'è una guerra», e che «la crisi economica rende ancora più intollerabili i ritardi e lo spreco di risorse nella gestione della così detta "Emergenza nordafrica"», prima di annunciare con un sorriso la prossima visita di Papa Francesco al centro. Ma i numeri, riportati dal direttore del centro Bernardino Guarino, e commentati dal delegato Unhcr in Italia Laurens Jolles continuano ad essere drammatici: perché se sono diminuite e sono state appena 15.700 le domande di asilo presentate in Italia nel 2012 (meno della metà dell'anno precedente), il totale dei pasti distribuito dalla mensa di via degli Astalli non diminuisce, continuano ad essere oltre 115 mila, e spesso vi sono rifugiati di «ritorno», mentre gli assistiti continuano ad essere 34.300 dei quali 21 mila a Roma. Tra di loro anche 439 vittime di tortura.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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