Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

03 marzo 2014

"Oltre la frontiera", proteggere le donne migranti vittime di violenza
Incontro a Roma sulle politiche di accoglienza mirate alle donne, particolarmente vulnerabili durante i viaggi della disperazione. Dal 3 ottobre, data del tragico naufragio di Lampedusa, è nato un comitato per promuovere solidarietà e atti concreti
la Repubblica, 03-03-2014
RORY CAPPELLI
Violenza sessuale, soprusi, violenza e ancora violenza. Le donne migranti, in quel terribile flusso della disperazione che trova il suo approdo in Lampedusa, sono un capitolo a sé e necessitano di un'attenzione e di cure particolari. Parte da queste premesse l'incontro patrocinato da Roma Capitale "Oltre la frontiera. Quale accoglienza per le donne migranti"che si terrà il 3 marzo alle 17 nella Sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma organizzato dal Comitato 3 ottobre e che vedrà interventi della presidente della Camera Laura Boldrini, del sindaco di Torino Piero Fassino, della ex ministro per l'integrazione Cécile Kyenge, del sindaco di Roma Ignazio Marino, della sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e della scrittrice Iglaba Scego.
"Le donne migranti approdano alle coste italiane dopo un viaggio estremo, che per loro è doppiamente terribile" spiega Tareke Brhane portavoce del Comitato 3 ottobre. "Sono infatti sempre e inevitabilmente vittime di violenza sessuale: e arrivano incinte o magari infettate da qualche malattia. Si vergognano di essere state vittime di violenza spesso inventano un marito, un compagno, un uomo lontano. Difficilmente denunciano lo stupro. E tutto questo, perciò, richiede una cura e un'attenzione particolare".
Tareke Brhane è uno dei promotori del Comitato 3 ottobre, costituito dopo il naufragio del 3 ottobre dello scorso anno al largo di Lampedusa: tra i primi atti del Comitato ci fu la proposta di una legge per istituire la giornata del 3 ottobre come Giornata italiana ed europea per l'accoglienza dei migranti e della memoria, realizzata attraverso una raccolta di firme su change. org. In pochi giorni vennero raccolte 25 mila firme che il 3 dicembre vennero portate con un flashmob che prevedeva l'accensione di una candela alla Camera.
A questo comitato hanno aderito tantissime organizzazioni e istituzioni - Croce Rossa, Unhcr, Save the Children, comune di Palermo, Comune di Torino, e molti altri - e anche il Comune di Roma con Marino che ha promosso insieme al Comitato 3 ottobre, dando il patrocinio, la Giornata "Oltre la frontiera. Quale accoglienza per le donne migranti." Il 3 marzo non è una data scelta a caso: è infatti doppiamente simbolica perché marzo è il mese della festa della donna e perché il 3 è il giorno della ricorrenza del naufragio.



Immigrati, un osservatorio contro i casi di respingimento scolastico a Bologna
L'iniziativa aiuterà "le famiglie immigrate in Italia ad affrontare tutte le criticità connesse all’ingresso dei propri figli nel mondo dell’istruzione obbligatoria: dall’iter burocratico, fino al reperimento dei libri di testo”. L’idea prende avvio dal caso del ragazzino bengalese arrivato in città a marzo 2013 e rimasto senza banco per nove mesi
il Fatto, 02-03-2014
Annalisa Dall'Oca
Un Osservatorio per monitorare i casi di respingimento scolastico, e per offrire assistenza alle mamme e ai papà stranieri che si trovano in difficoltà nell’iscrivere i propri figli alla scuola dell’obbligo. Nasce a Bologna il primo Osservatorio contro i respingimenti scolastici, uno strumento, raccontano il Coordinamento Migranti e Xm24, fondatori del progetto, “unico nel suo genere, ideato sia per individuare e segnalare tutti i casi in cui ai ragazzi stranieri arrivati in città per ricongiungersi con i propri genitori viene negata, per qualsivoglia motivo, la possibilità di andare a scuola, sia per aiutare le famiglie immigrate in Italia ad affrontare tutte le criticità connesse all’ingresso dei propri figli nel mondo dell’istruzione obbligatoria: dall’iter burocratico, fino al reperimento dei libri di testo”.
L’idea, racconta Andrea Grassia della Sim, la scuola di italiano con migranti di Bologna, prende avvio dal caso del ragazzino bengalese arrivato in città a marzo 2013 via ricongiungimenti familiari, e rimasto senza un banco per 9 mesi a causa della difficoltà, da parte dell’istituto a cui i genitori si erano rivolti, di trovargli un posto in aula. Classi già piene, condizioni di sicurezza da rispettare, pochi fondi a disposizione, procedure d’iscrizione avviate con mesi di ritardo: Xm24 aveva denunciato pubblicamente la vicenda, che poi era approdata in Parlamento, anche perché i genitori rischiavano l’intervento dei servizi sociali, e in pochi giorni un banco per il ragazzino dodicenne lo si era trovato. “Ma da quell’esperienza – spiega Grassia – abbiamo capito che c’era un problema strutturale da affrontare, un problema che non riguarda solo casi isolati, e abbiamo cercato di impostare uno strumento in grado di offrire sostegno alle famiglie di migranti di tutta Bologna”. “Il caso del bimbo bengalese, del resto, non è il primo che ci è stato segnalato – racconta Grassia –per ora non abbiamo i dati ufficiali relativi alla situazione bolognese, anche perché stiamo raccogliendo le segnalazioni e non tutti i migranti sanno che esistono realtà a cui rivolgersi in caso di necessità, ma sappiamo che i casi da seguire non mancheranno. Entro pochi giorni si chiuderanno le preiscrizioni per il nuovo anno scolastico quindi, da marzo ad agosto, a classi fatte e con nuovi ragazzi in arrivo grazie ai ricongiungimenti familiari, il problema si ripresenterà sicuramente”.
Le disfunzioni a monte delle complicazioni che le famiglie migranti devono affrontare nell’iscrivere a scuola i figli appena arrivati in Italia hanno, secondo Grassia, prevalentemente due cause: “La prima è legata ai finanziamenti stanziati dallo Stato in favore della scuola pubblica. I fondi erogati – spiega – sono praticamente bloccati da anni, col risultato che le scuole, effettivamente piene e soggette a regole di sicurezza che definiscono il numero di studenti per classe, non riescono a far fronte al continuo aumento di bimbi in difficoltà”. E poi c’è la questione logistica: “A Bologna abbiamo riscontrato una totale assenza di coordinamento tra la Prefettura, l’Ufficio scolastico e i vari istituti, tale per cui non si tiene conto, nel momento di formare le classi, che durante l’anno in Italia arriveranno bambini da inserire. Il risultato è che si perde tempo”.
Normalmente quando, ad anno scolastico iniziato, un genitore chiede a una scuola l’iscrizione del proprio figlio, spiega il Sim, anche se non ci sono posti disponibili la richiesta deve essere comunque registrata. Successivamente la scuola contatta un altro istituto per chiedere se ci sono banchi vuoti, e attende la risposta. Qualora questa sia negativa, si passa all’istituto successivo. “Intanto, però – sottolinea Grassia – i ragazzi rimangono a casa da scuola per settimane, o addirittura mesi. Oggi esistono tutti gli strumenti necessari a velocizzare questo iter, e per cominciare si potrebbe considerare l’idea di tenere, in ogni aula, un banco vuoto, proprio in previsione di questa eventualità”.
A complicare il quadro, poi, c’è la questione linguistica: spesso, infatti, i ragazzi che arrivano in Italia via ricongiungimenti familiari parlano poco l’italiano, tanto che le scuole si trovano in difficoltà ad inserirli in classi con bambini madrelingua, o sufficientemente preparati. “La soluzione però – precisa Grassia – non è certo quella di individuare classi composte esclusivamente da immigrati, come nel caso delle scuole Besta di Bologna. Formare sezioni ghetto riservate ai soli stranieri emargina, non favorisce l’integrazione”. “Noi, come Osservatorio, faremo il possibile per seguire caso per caso tutti i respingimenti familiari. Del resto, in base alla nostra esperienza, abbiamo notato che le situazioni che vengono seguite tendono a risolversi prima di quelle in cui è la famiglia da sola a portare avanti la richiesta”.
L’obiettivo è una diffusione capillare sul territorio: “Quali che siano le difficoltà tecniche, le scuole e l’ufficio scolastico devono formalmente farsi carico di tutti gli alunni, e provvedere efficacemente al loro inserimento, altrimenti si viola il diritto all’istruzione. In Italia troppo spesso questo accade, ma è una pratica chiaramente discriminatoria: i responsabili sono perseguibili legalmente e chi subisce un danno può esigere un risarcimento”.



Nuovi europei: seguite la nostra campagna antirazzista (verso le elezioni Ue)
Corriere.it, 03-03-2014
Agnese Radaelli
Si avvicinano le elezioni europee 2014 (22-25 maggio), si teme saranno l’occasione per un aumento delle prese di posizione xenofobe di alcuni politici e un momento in cui si leggeranno articoli e dichiarazioni razziste sui giornali locali e nazionali. La crisi economica, l’abbassamento del livello di disoccupazione, la drammatica restrizione di opportunità per i giovani e la disillusione nei confronti della politica tradizionale hanno rafforzato le formazione politiche estremiste che presentano l’immigrazione come la causa dei nuovi e vecchi problemi della società. Allo stesso tempo si sente la necessità di parlare di più delle elezioni, di accrescere la fiducia dei cittadini nell’Europa e di avvicinare tanti, soprattutto i giovani, al voto.
Per questo “La città nuova” ospiterà la rubrica “Nuovi Europei”, dedicata al progetto OEOE: Our Elections Our Europe , da oggi fino a fine maggio, con cadenza settimanale, Giulia Dessì e Lorena Cotza, giornaliste della ONG internazionale Media Diversity Institute (MDI) racconteranno una storia sulle società aperte alle diversità, denunceranno episodi di discriminazione e cercheranno di svelare l’infondatezza di stereotipi diffusi legati al mondo delle migrazioni.
OEOE coinvolge organizzazioni della società civile in quattro paesi europei: MDI in Inghilterra, l’associazione Symbiosis in Grecia, il Center for Investigative Journalism  e CivilMedia  in Ungheria e l’associazione Il Razzismo è una brutta storia, del gruppo Feltrinelli, in Italia ed è realizzato con il sostegno di Open Society Foundations.
    Il progetto si propone di monitorare la stampa e i discorsi dei politici nel periodo elettorale e rispondere a eventuali messaggi razzisti attraverso una campagna social internazionale, articoli, podcast radio e soprattutto l’arte e la creatività.
Aspettatevi flash mob, video, pupazzi giganti, laboratori di teatro, fumetti umoristici. Sono già aperte le iscrizioni al laboratorio di costruzione e animazione di pupazzi giganti RISPONDIAMO AD ARTE!
Seguite i “Nuovi Europei” su “La città nuova” ogni settimana e su Facebook  e Twitter, e aiutateci a denunciare e rispondere al razzismo per trasformare queste elezioni nell’opportunità di scegliere un’Europa che sappia cogliere la ricchezza nelle diversità.



Camera. Flussi d'ingresso: al via indagine conoscitiva su impiego degli immigrati
Saranno verificate le modalità di applicazione del principio della programmazione dei flussi, la gestione generale del fenomeno migratorio e lo stato di attuazione dei processi di integrazione degli stranieri in Italia
stranieriinitalia.it, 03-03-2014
Roma, 3 marzo 2014 - Dieci mesi per approfondire il tema dell'impiego di lavoratori immigrati nelle attivita' industriali, produttive e agricole.
Si concludera' infatti il 31 dicembre prossimo l'indagine conoscitiva su questo tema deliberata il 25 febbraio dal Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attivita' di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
Nel programma si spiega che l'indagine e' stata decisa a seguito del tragico incendio verificatosi nel dicembre 2013 in una fabbrica di Prato, con l'obiettivo di ''riprendere ed implementare la breve attivita' conoscitiva che il Comitato avvio' nella precedente legislatura circa le implicazioni del frequente ricorso ad irregolari procedure di reclutamento di personale extracomunitario stagionale nelle attivita' agricole, all'indomani dei disordini avvenuti a Rosarno nel gennaio 2010''.
Il Comitato intende quindi approfondire il fenomeno dei flussi migratori in ingresso in Italia, ''attratti da poli produttivi con elevata disponibilita' di manodopera straniera, spesso clandestina o irregolare, con particolare riferimento agli accordi bilaterali con i Paesi di origine a fini di riammissione e in materia di lavoro, nonche' alla complessiva osservanza del Testo unico sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero''.
L'indagine punta a verificare le modalita' di applicazione del principio della programmazione dei flussi, analizzare la gestione nel suo complesso del fenomeno migratorio nonche' lo stato di attuazione dei processi di integrazione, per valutare la congruita' delle attuali politiche pubbliche di accoglienza e contrasto, ma anche dei modelli di incontro tra domanda e offerta di lavoro finora seguiti.
Fitto il programma delle audizioni: dai ministri competenti ai rappresentanti diplomatici dell'Italia in Paesi stranieri e di Paesi stranieri in Italia; esponenti di organismi internazionali ed europei (Commissione europea,Commissione per le liberta' civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Consiglio di amministrazione di Europol, Agenzia europea per i diritti fondamentali, ecc.); prefetti; enti locali; forze di polizia; enti preposti ai controlli in materia di lavoro; camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura; associazioni sindacali; associazioni di immigrati; rappresentanti di ONG.



“Sei un negher”. Li condannano a sei mesi
CIRDI, 28-02-2014
Apostrofare una persona di colore con l’epiteto «Negher» vale sei mesi di galera. Una frase ingiuriosa con l’aggravante dell’odio razziale. Lo ha stabilito la prima sezione del Tribunale di Brescia che ha inflitto una condanna di sei mesi a due cittadini per aver offeso nel maggio 2009 un senegalese di 43 anni. Tutto è iniziato in una via del centro con i primi insulti lanciati dall’interno di una Mercedes verso l’africano, che stava passeggiando.
Lo straniero, regolare in Italia e impiegato presso un’agenzia di sicurezza, non ha lasciato cadere l’affronto e ha inseguito gli autori fin dentro un ristorante. Dopo aver chiesto spiegazioni è nata una seconda rissa verbale nella quale, a dar manforte ai due bresciani, è intervenuta una coppia di clienti. Solo l’arrivo dei carabinieri ha riportato la calma, ma è subito scattata la denuncia per i quattro, più il gestore del locale. A distanza di cinque anni, i giudici hanno assolto tre di loro mentre è stata inflitta la pena a un avventore e a un passeggero dell’auto, che dovranno anche rifondere 2.500 euro di danni al senegalese. Ammenda di duemila euro anche per il proprietario del ristorante. La pesante punizione è prevista dalla legge Mancino, redatta appositamente per prevenire la diffusione del razzismo.



Verona, sfogo razzista alla biglietteria in stazione: “Voglio una bianca, non una nera”. Dal giudice
CIRDI, 28-02-2014
Voglio una bianca, non una nera”. Lo hanno sentito quelli che erano in fila davanti e dietro di lui, e sicuramente l’ha sentito bene la ragazza di 25 anni, di origini africane ma con nazionalità italiana e nata a Palermo, impiegata alla biglietterie della stazione dei treni di Porta Nuova. “Razzismo” per il giudice, che l’ha giudicato colpevole e destinatario di una multa da 7500 euro. La sentenza è arrivata a seguito del patteggiamento dell’uomo, Mario Brusco, veronese di 59 anni.
Lo “sfogo” razzista in pubblico risale al 31 luglio 2013, come spiegano i quotidiani locali. “Assumiamo anche le nere? Voglio un’impiegata bianca, non voglio una nera. Tra poco saranno loro i padroni del mondo. Qui non ho mai visto un’impiegata nera“.
Se lui la riteneva una “battuta” allo stesso modo non l’hanno pensata i testimoni a pochi centimetri di distanza. Una giornata storta, forse. Sta di fatto che mentre in coda alla biglietteria si era subito spazientito e aveva cominciato a borbottare e poi ad urlare. Era persino arrivato a sbattere i pugni sul bancone: gesto che gli aveva fruttato un colloquio con la polizia ferroviaria. Poi è arrivata la denuncia per ingiurie aggravate dalla discriminazione razziale ed etnica. Giovedì il 59enne si è presentato davanti al giudice per le udienze preliminari che non ha accolto la richiesta del pm di patteggiamento a pena pecuniaria. E’ finita invece con 30 giorni di arresto convertiti in 7500 euro di multa.“

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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