Sintesi della denuncia

SINTESI DELL’ESPOSTO PRESENTATO ALLA PROCURA DI ROMA IN DATA 23 FEBBRAIO 2011

Intendo rappresentare a codesta Procura la necessità di indagare sulla morte di quattro bambini - Fernando Mircea, Patrizia Mircea, Sebastian Mircea e Raul Vasile - avvenuta il giorno  6 febbraio 2011 nel territorio del Comune di Roma e cagionata da un incendio della piccola baracca nella quale erano precariamente alloggiati, ponendo attenzione alle responsabilità di chi avrebbe avuto il compito istituzionale di intervenire a garantire la loro incolumità.

La mia denuncia ha come oggetto la necessità che l’indagine penale stabilisca con precisione se la tragedia poteva essere evitata e nel caso come e da chi, valutandone appieno la condotta attraverso la lente esclusiva del nostro ordinamento penale. Il nostro sistema giuridico conosce obblighi di controllo che impongono di neutralizzare eventuali fonti di pericolo, attribuendo a determinate categorie di soggetti una funzione di garanzia rispetto agli eventi dannosi che potrebbero scaturire da tali  fonti. E’ il caso di coloro che vantano un potere di organizzazione e di disposizione relativa a tali situazioni. E tra costoro certamente va considerata la figura del Sindaco, per i compiti a lui attribuiti come ufficiale di Protezione civile rispetto a situazioni di rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio nel quale riveste detta funzione pubblica.
Le circostanze a mia conoscenza inducono a ritenere che il Sindaco di Roma abbia omesso completamente  lo svolgimento dei suoi doveri, tanto da prospettare a codesta Procura che egli debba rispondere ai sensi dell’art.40 cpv c.p. dell’omicidio colposo dei bimbi morti nell’avvenimento tragico che ho indicato, essendo egli rimasto inerte nonostante fosse stato avvertito dei pericoli concretamente incombenti sugli abitanti di quell’insediamento abusivo:

1.    In data 4 maggio 2010 il Comandante Vincenzo Senatore della Legione Carabinieri Lazio comunicava a vari indirizzi (all. 1) tra i quali “ il Gabinetto del Sindaco” e “Il IX Municipio” “di avere rilevato un insediamento abusivo composto da 25 persone tutti di origine romena suddivisi in sette uomini e dieci donne e otto bambini, e come rifugio la presenza di otto baracche create con materiale ligneo e di fortuna”.
2.    Lo stesso Comandante comunicava altresì che era “alto il rischio di incendio, perché gli occupanti utilizzano fornelli da campeggio alimentati da bombole di GPL, posizionati nei pressi delle costruzioni in materiale ligneo”. Aggiungeva in quella relazione il com. Senatore che “le condizioni sanitarie erano pessime” e in merito a quanto riferito si dichiarava “in attesa delle determinazioni che si riterrà opportuno adottare”: attesa vana perché alla sua relazione non conseguì alcun effetto e non valse a smuovere l’inerzia assoluta del Sindaco cui competeva in primo luogo l’iniziativa.
3.       A seguito della relazione dei carabinieri citata, il ricevente gabinetto del Sindaco si limitò, il 10 maggio 2010, a darne notizia a varie figure istituzionali, senza farne discendere iniziativa operativa alcuna.
4.       In data 13 maggio 2010 l’arch. Mirella Di Giovane del IX Municipio con una missiva indirizzata agli stessi destinatari. La lettera veniva indirizzata anche a Co. tra. l. spa, proprietaria dell’area, per sollecitare la sua diretta iniziativa: dopo “avere verificato direttamente la gravità della situazione” ribadiva “ la pericolosità della situazione … per la sicurezza dei suoi stessi occupanti” e chiedeva “la bonifica dell’area”,  “dopo avere provveduto all’assistenza  alloggiativa per le famiglie e i minori presenti”.
5.   In data 21 maggio 2010 la Polizia municipale di Roma con lettera corredata di fotografie inviata tra gli altri al Gabinetto del Sindaco e al direttore della Protezione civile effettuava un ulteriore accertamento, che confermava appieno la situazione di allarme indicata già dal rapporto dei Carabinieri e dal sopralluogo dei funzionari del IX Municipio. Oltre alle drammatiche carenze igieniche si tornava a sottolineare il pericolo “per la sicurezza delle persone”
6.       A queste note il gabinetto del Sindaco si limitava a replicare in data 26 maggio 2010, con una missiva a firma della dirigente Annamaria Manzi, il cui contenuto rivela un corto circuito che abdica al compito di garanzia spettante al primo cittadino: ci si limitava, infatti, a rispondere a coloro che avevano segnalato quella drammatica urgenza di intervenire che i vari uffici erano già stati avvertiti (ciascuno per quanto di “ sua competenza”) e invitati ad adottare gli opportuni provvedimenti. Provvedimenti che a tutt’oggi ignoro, ma che non furono risolutivi visti gli esiti drammatici della vicenda.
7.    In data 31 maggio 2010 il IX Municipio, con lettera a firma del Presidente Susana Fantino,  indirizzata direttamente al Sindaco Gianni Alemanno sottolineava l’inerzia (“a tutt’oggi non è stato fatto nulla” ) deplorando l’assenza di qualsivoglia iniziativa atta a porre riparo a una situazione definita “drammatica”. La indicata lettera non mi risulta avere avuto alcuna risposta da parte del Sindaco.
8.       Il 7  dicembre 2010 veniva indirizzata, tra gli altri al gabinetto del Sindaco, una relazione della polizia municipale relativa agli esiti di un sopralluogo effettuato nell’insediamento, se ne ribadiva l’esistenza “dando conto di un manufatto realizzato con materiali provvisori tavoli e teli di plastica……si notavano i segni inequivocabili della presenza di persone anche minorenni (più esplicitamente avrebbe potuto precisare: di bambini, vista la natura delle cose rinvenute ndr)…..giocattoli usati.. varie vettovaglie e bevande ad uso alimentare”. Veniva, ancora una volta, sottolineata la pericolosità del luogo sotto vari profili,  e veniva sollecitata l’adozione urgente di misure di bonifica.

Quanto ho descritto mi appare indicativo in modo univoco della responsabilità del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Dopo la notizia a lui ripetutamente data, e frutto di convergenti verifiche da parte di organi di polizia e amministrativi, della pericolosità dell’insediamento di fortuna per l’incolumità dei suoi abitanti, il Sindaco era divenuto, fin dal maggio 2010, il primo garante che quella situazione non dovesse produrre danni ai suoi abitanti.

Le ragioni esposte supportano la presente denuncia del Sindaco di Roma Gianni Alemanno per il delitto di omicidio colposo di Fernando Mircea, Patrizia Mircea, Sebastian Mircea e Raul Vasile, avvenuta in Roma il 6 febbraio 2011.

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