Morire nel Mediterraneo

 

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                         2013          1050

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

16 maggio 2012

Tratta di immigrati: 14 arresti Smantellato clan Italia-Egitto
Reclutati nei villaggi e spediti in grandi città come Roma e Milano
Le indagini sono partite dalla scoperta di 84 extracomunitari stipati su un Tir a Giardini Naxos. Il blitz tra Ancona, Catania, Milano e Roma
Quotidiano.net, 16-05-2012
Messina, 16 maggio 2012 - Smantellato a Messina un clan che gestiva l'ingresso di immigrati clandestini: 14 persone arrestate i un blitz che va da Ancona, Catania, Milano e Roma.
Gli arrestati sono tutti italiani ed egiziana ritenuti responsabili di appartenere ad un sodalizio criminale transnazionale, operante lungo l’asse Egitto-Italia, dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al sequestro di persona a scopo di estorsione.
Le indagini sono scaturite da un controllo operato da personale della Sottosezione della Polizia Stradale di Giardini Naxos su un tir che aveva insospettito gli agenti in quanto dagli squarci laterali del telone si intuiva la presenza di persone.
In quella occasione a bordo del tir furono scoperti 84 cittadini extracomunitari clandestini e pertanto il conducente del mezzo e due passeggeri furono tratti in arresto per avere organizzato il trasporto e l’ingresso sul territorio italiano dei clandestini.
Gli investigatori hanno successivamente delineato l’organigramma dell’associazione transnazionale, con base in Egitto, che aveva coordinato l’immigrazione clandestina e che continuava incessantemente a programmare, gestire e condurre l’attività di ingresso dei migranti.
L’associazione, spiega una nota, "si avvaleva di un ben rodato sistema operativo, garantendo non solo il reclutamento dai villaggi ed il successivo viaggio in mare, ma anche la predisposizione di una rete organizzativa con cellule operanti in grandi città, come Roma e Milano, essenzialmente destinazioni finali del viaggio, ma anche in Sicilia e Calabria, territori di approdo dei viaggi in mare".



Rom e Sinti: per il ministro Fornero occorre superare la “gestione emergenziale” e le “gelosie istituzionali”.
Audizione della titolare alla Commissione diritti umani del Senato sul tavolo intergovernativo sulla condizione di rom, sinti e camminanti in Italia.
Immigrazioneoggi,16-05-2012
“Uscire dalla logica emergenziale, solo così si può affrontare la questione dei rom in una logica strategica e dare concretezza all’inclusione che si vorrebbe attuare”. È quanto ha dichiarato ieri il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, riferendo in Commissione diritti umani del Senato sul tavolo intergovernativo sulla condizione di rom, sinti e camminanti in Italia.
La rappresentante del Governo ha dichiarato che per arrivare a una “normale gestione” occorre agire per passaggi intermedi: “sottrarre il fenomeno a una trattazione emergenziale, considerare l’opportunità di programmare interventi di integrazione di medio e lungo periodo, non accettando più misure straordinarie”. Infine “far diventare l’integrazione parte di un processo di maturazione culturale più complessivo”.
Negli interventi che riguardano queste categorie, ha detto il ministro, “ci sono gelosie istituzionali: la Regione dice queste sono nostre competenze, i Comuni dicono che è roba nostra, le agenzie del volontariato… Questo va superato in una vera sinergia”. La responsabile del dicastero di via Veneto segnala come “molto importante” una “azione contro le discriminazione delle donne, sostenuta da risorse delle pari opportunità. Conosciamo le discriminazioni e le condizioni a volte di violenza psicologica e fisica a cui sono sottoposte le ragazze rom”. Per favorire l’integrazione, conclude, bisogna “favorire l’accesso all’istruzione e quindi al lavoro”.



I giovani Rom al presidente Napolitano "Siamo stranieri nella nostra patria"
Si calcola che siano almeno 14 mila i ragazzi di origine Rom che sono nati in Italia da genitori apolidi o residenti irregolarmente nel nostro Paese. Si sentono parte integrante della società ma impropriamente estranei nonostante abbian frequentato le scuole. L'esigenza di una nuova legge sulla cittadinanza
la Repubblica, 15-05-2012
ROMA - Un messaggio al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano da parte di un gruppo di ragazzi Rom, nati in Italia, da genitori apolidi o irregolarmente residenti nel nostro Paese. Un appello di chi, in sostanza, si sente straniero in patria, pur sentendosi in tutto e per tutto appartenenti alla comunità nazionale. In una situazione assurda, per cui la stessa richiesta di documenti nella patria d'origine mette in moto un procedimento kafkiano, perché spesso le presunte nazioni d'origine non esistono più, o comunque non hanno più strutture amministrative in grado di erogare documenti. Ecco, dunque, la loro lettera.
Caro Presidente. Siamo in tanti, ragazzi e ragazze del popolo Rom nati in Italia, di seconda, a volte anche di terza generazione, da genitori apolidi o residenti irregolarmente nel nostro Paese. Ci rivolgiamo a Lei perché ancora una volta abbiamo apprezzato le parole chiare che ha inteso indirizzare al Sindaco di Nichelino, che ha avuto la sensibilità di concedere la cittadinanza onoraria a 450 ragazzi nati da genitori stranieri in quel territorio.
Siamo italiani, ma stranieri. Ci sentiamo "parte integrante della nostra società", ma viviamo quotidianamente il disagio di essere considerati impropriamente stranieri. Disagio doppio e particolarmente pesante per noi ragazze e ragazzi Rom. Non è assolutamente facile, ci creda, per tanti di noi regolarizzare posizioni giuridiche, ottenere un permesso di soggiorno, fare richiesta di cittadinanza, perché veniamo da famiglie che vivono da sempre situazioni precarie, per la difficoltà di reperire la necessaria documentazione, in particolare per quelli di noi i cui genitori e nonni sono nati e provengono da luoghi che hanno vissuto recenti e drammatiche vicende belliche.
Eppure abbiamo frequentato le scuole. Una situazione difficile, quella che viviamo, di "stranieri in patria". Che rende precaria la nostra vita e non agevola l'integrazione sociale e l'accesso al lavoro, nonostante molti di noi abbiano frequentato le scuole e, soprattutto, vorrebbero inserirsi regolarmente e legalmente nella comunità civile. In tanti abbiamo vissuto la violenza degli sgomberi dei campi e l'umiliazione della reclusione nei CIE, i Centri di identificazione per l'espatrio. Ed in tanti viviamo in case popolari o case proprie o ancora piccole aree autocostruite. Ma espatrio verso dove, se è l'Italia la nostra patria? Ci creda, sono esperienze dure e drammatiche, che spingono, purtroppo, tanti giovani verso la marginalità, l'illegalità ed il rifiuto delle regole civili. Che ricacciano le nostre comunità verso l'esclusione sociale ed una inaccettabile discriminazione.
Le risposte da un Governo che guarda all'Europa. Dal Governo Monti, signor Presidente, governo che guarda all'Europa ed ai suoi valori fondanti di accoglienza, di solidarietà e di inclusione sociale, ci aspettavamo finalmente un provvedimento che ponesse fine a questa ingiustizia. Abbiamo anche apprezzato le aperture del Ministro Riccardi, espressione della Comunità di Sant'Egidio, i cui volontari frequentano i campi e conoscono bene le nostre difficoltà. Ma ancora una volta dobbiamo prendere atto che nulla è successo.
Speriamo nella sua lungimiranza. Non possiamo che appellarci a Lei, affinché con la determinazione e la lungimiranza che tutti le riconoscono intervenga su Governo e Parlamento per porre fine ad una discriminazione che produce solo tensioni e disagi, che è palese ingiustizia, che tradisce i valori della Carta Costituzionale. Siamo, ci sentiamo, vogliamo essere riconosciuti cittadini italiani.
Confidando in Lei, le porgiamo i più distinti e cordiali saluti.
"Che il Governo e il Parlamento ascoltino". Augusto Battaglia, del Forum Welfare PD: "Siamo italiani" ma viviamo da "stranieri in patria". Non possiamo che augurarci che Governo e Parlamento entrino finalmente in sintonia con il Presidente Napolitano e facciano proprio l'appello a lui rivolto da tanti ragazze e ragazzi Rom e Sinti, nati in Italia, ma considerati stranieri per effetto di una normativa inadeguata. In tanti, assimilati impropriamente agli immigrati clandestini, hanno anche vissuto in questi anni l'umiliazione e la violenza della reclusione nei Centri per l'identificazione e per l'espulsione".
Sono almeno 14 mila. "Si stimano in almeno 14 mila i giovani che vivono in Italia questa drammatica ed inaccettabile condizione - ha aggiunto Battaglia -  che ne compromette la possibilità di un inserimento sociale e lavorativo, collocando molti ai margini della legalità e contribuendo non poco a ricacciare quelle comunità verso una vita di esclusione e di emarginazione sociale. Non è più rinviabile una nuova legge sulla cittadinanza - ha concluso l'esponente del PD - che ponga fine ad una discriminazione, che tradisce i principi di solidarietà ed inclusione sociale della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e della Costituzione Italiana e che, soprattutto, produce tensioni e disagi quotidiani nella comunità civile".



Domani a Roma il convegno del Cir e l’Euro-Mediterranean Human Rights Network (Emhrn) sulla questione dei richiedenti asilo e rifugiati.
Previsto un confronto con i rappresentanti del Governo anche sulla politica estera italiana in materia di flussi migratori.
Immigrazioneoggi, 16-05-02012
Il Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) e l’Euro-Mediterranean Human Rights Network (Emhrn) presentano domani, alle 14.30 all’Hotel Abitart a Roma, la tavola rotonda La risposta italiana a migranti e richiedenti asilo: la dimensione interna e la dimensione esterna. Nella tavola rotonda si analizzerà il tema della gestione dei flussi migratori, il trattamento dei migranti e richiedenti asilo, l’evoluzione della situazione a Lampedusa. Inoltre, la politica estera dell’Italia nei confronti di Tunisia e Libia, gli accordi di riammissione, il trattato di amicizia italo-libico, l’impatto della sentenza del caso Hirsi e le sue implicazioni in materia di controllo alle frontiere. Partecipano al dibattito: Saverio Ruperto, sottosegretario Ministero dell’interno; Angela Pria, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione; Christopher Hein, direttore del Cir; Marina Porro, segretario confederale Ugl; Giuseppe Casacci, coordinatore nazionale dipartimento politiche migratorie Uil; Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci nazionale; Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa; Andrea Saccucci, avvocato unione forense per la tutela dei diritti umani; Giusy D’Alconzo, direttore ufficio campagne e ricerca Amnesty International.



Iniziative arcobaleno nella giornata mondiale «Basta omofobia»
Il 17 maggio 1990 l’Oms cancellò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali
l'Unità, 16-05-2012
Delia Vaccarello
COS’È L’OMOFOBIA? SE IL TERMINE È ORMAI DIFFUSO NEL LINGUAGGIO COMUNE NON VUOL DIRE CHE SE NE CONOSCA DAVVERO IL SIGNIFICATO. In genere è considerato un atteggiamento frutto di raptus e messo in atto da individui ai margini. Invece l’omofobia è un fenomeno culturale, che non si riduce all’aggressione o all’insulto, ma è una svalutazione, con conseguente automatica esclusione, delle persone che amano individui del proprio sesso. Un atteggiamento «culturale» che ci sovrasta e che, troppo spesso , viene ancora considerato la norma, pur con bizzarri distinguo tipo: ho tanti amici gay, che facciano le loro cose ma dentro le mura di casa.
INVITO DEL MINISTRO ALLE SCUOLE
Domani si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia, una ricorrenza promossa dall’Unione europea ormai dal 2007. Il 17 maggio 1990 infatti l’Organizzazione mondiale della sanità cancellava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Le iniziative sono già in campo da giorni. Sabato scorso un convegno organizzato da «Nuova Proposta» a Roma con tantissimi interventi di associazioni ed esperti coinvolti ha fatto il punto sulla situazione in campo educativo, politico, lavorativo. Domani alla Camera verranno fatti i numeri, verranno diffusi cioè i dati sulle convivenze di gay e lesbiche frutto dell’ultimo censimento. E il ministro Profumo ha invitato i presidi a celebrare la giornata. Sparsa in tutto il Paese, la mole di iniziative è impressionante. Si ripete con successo la serie di veglie in ricordo delle vittime dell’omofobia, a cominciare dall’incontro di preghiera che si terrà a Firenze organizzato dal gruppo Kairos per il sesto anno consecutivo ispirato al versetto della Prima Lettera di Giovanni, «Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre» (1Gv 2,9). Iniziative simili si terranno in molte città, anche a Palermo e quest’anno in parrocchia (vedi www.gionata.org). Banchetti informativi, presentazione di libri, proiezioni, fiaccolate si alterneranno da Nord a Sud.
Sul sito di arcigay (www.arcigay.it) l’elenco, seppure incompleto, è lunghissimo. Tra gli altri, molto ricco il pro-
gramma di eventi culturali a Ferrara, che prevede anche dibattiti sui testi di Rigliano e altri «Curare i gay?» (Cortina) e di Margherita Graglia «Omofobia» (Carrocci).
Segnaliamo anche l’iniziativa di Venezia dal titolo «Parole d’amore», incontro e proiezione di una video-inchiesta realizzata con i ragazzi delle superiori, ne parlano tra gli altri Giovanni Bachelet, Gianfranco Bettin, Alberta Basaglia, Sara Cavallaro, Luca Trappolin. Si tratta di un evento che si inserisce nel progetto portato avanti ormai da anni di «educazione sentimentale come educazione alla cittadinanza»: una ricerca con gli studenti finalizzata a sensibilizzare i giovani sui temi dell’amore in tutte le sue espressioni, dando ad ognuna cittadinanza. Celebrazioni anche nel verde.
Domenica 20 maggio nei parchi di Avellino, Ferrara, Firenze, Genova, Milano, Palermo, Roma, Torino e Venezia, si svolgerà «Tutti uguali, tutti diversi», la festa di tutti i nuclei: omosessuali e eterosessuali, monoparentali, sposati e conviventi. Legambiente e Famiglie Arcobaleno organizzano giochi e laboratori creativi, favole e musica, spettacoli di burattini, cacce al tesoro, merende gustose per bambini, bambine e famigliari di tutte le età.

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Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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