Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Ex-aeroporto Kinisia, Trapani: pestaggi, affari e censura nell'inferno dellla tendopoli del Cie

 

Il consorzio Connecting People gestisce 3 Cie, un Cara e “strutture private sociali"
Stefano Galieni
«A Trapani non ci fanno mancare niente per quanto riguarda gli immigrati. Abbiamo 3 Cie di cui uno diviene operativo oggi, un Cara, un paio di centri di accoglienza e in più strutture ufficialmente del privato sociale. Peccato che a gestirle tutte, ma tutte sia un unico consorzio, la Connecting People».
 Valeria, dell’Onlus Caribou, commenta amaramente la situazione mentre un vento bollente e il sole a picco ardono nel pomeriggio siciliano. Kinisia, area isolata dell’ex aeroporto militare, ci si arriva imboccando una strada sterrata, sullo sfondo, tende azzurre da campo profughi, filo spinato e container colorati, come mattoncini lego, a sbarrare la vista. E poi automezzi dei vigili del fuoco e della polizia, sbarre all’ingresso e una grande tenda a lato con i colori del deserto. Nella tendopoli c’erano lunedì 48 persone. La settimana precedente in molti avevano provato, qualcuno con successo a fuggire. I riacciuffati raccontano di pestaggi indiscriminati, mostrano lividi. «Loro affermano di essere stati picchiati, la polizia nega, ma anche se non ci fossero state le botte quello che ho visto è inimmaginabile – racconta Jean Leonard Touadì – deputato, l’unico di una delegazione a cui è stato consentito l’accesso al centro in base alle disposizioni di Maroni per nascondere lo scempio che si fa del diritto. Touadì esce parla con i giornalisti con indignazione: «Un pastore non terrebbe le proprie pecore in quelle condizioni – racconta – Quello è un inferno vero e proprio. Ho visto un uomo adulto, con le tracce recenti di un intervento chirurgico, sdraiato sul materasso sotto la tenda. Non riesce a muoversi, non può stare lì. Ho visto 4 marocchini transessuali esposti al rischio di violenze e ho visto richiedenti asilo, persone per cui la legalità nazionale e internazionale viene negata più volte. Non debbono esistere questi posti». Fuori dal centro, attivisti di Caribou, di Rifondazione, della Cgil e giornalisti. Edwig lavora per una emittente olandese, segue il caso di una connazionale legalmente sposata con un ragazzo tunisino. La ragazza W. È quasi al termine di una gravidanza, suo marito è stato trattenuto illegalmente perché giudice di pace, prefettura e questura trovavano la situazione troppo complessa per risolverla. Il marito ha cercato di percorrere le vie legali, era preoccupato per lo stato di salute di sua moglie e alla fine ha deciso di fuggire. Di questo illegittimo sequestro di persona forse dovrà rispondere il governo italiano, ancora una volta in sede U.E. La vicaria del prefetto di Trapani e il responsabile dell’ufficio immigrazione sono visibilmente imbarazzati, non possono difendere l’indifendibile e parlano anche del disagio sofferto dagli operatori di polizia. Sono fiduciosi, oggi dovrebbe aprire il nuovo Cie, 206 posti, che sostituirà la tendopoli. Ma anche la storia di questo grande e inquietante bunker che si intravvede dall’autostrada offre di che pensare. È stato progettato 9 anni fa, in contrada Milo come “Villaggio dell’accoglienza”. Ideato dal potente senatore D’Alì, pare sia costato almeno 10 milioni di euro salvo poi scoprire che non era a norma con gli impianti fognari. Ora miracolosamente il centro apre, sarà un carcere di massima sicurezza ultramoderno dove si potrà restare per 18 mesi senza aver commesso nulla. E solo i parlamentari disposti a monitorarne le condizioni vi potranno accedere. I giornalisti sono un intralcio, lunedì ad un reporter che scattava foto al Cie di Kinisia è stato imposto di cancellarle ed è stato identificato. Le intercettazioni di cui tanto si parla, raccontano di cose che non si debbono sapere, quelle immagini di cose che non si debbono vedere e i colpevoli, per chi governa, sono coloro che informano.
Liberazione 28 giugno 2011
 
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links