Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

16 giugno 2010

Il nostro Paese, avverte l'Alto commissariato Onu, è tra i meno accoglienti in Ue, con un asilo ogni mille abitanti
Rifugiati, viaggi senza ritorno
Terra 16-06-2010
Dina Galano

Crescono nei numeri come mai negli ultimi quindici anni. Alla fine del 2009 sono state circa 43,3 milioni le persone costrette a lasciare il proprio Paese per motivi di sopravvivenza. Se fuggono da guerre e crisi umanitarie, poi, la prospettiva di far ritorno si è fatta ancora più remota. Secondo l'annuale rapporto "Global trends", pubblicato ieri dallAlto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), il fenomeno di chi lascia il proprio paese ha dimensioni globali coinvolgendo complessivamente 15.2 milioni di rifugiati e oltre 21 milioni di sfollati in-terni. Ma, diversamente dagli anni passati, il 2009 si è caratterizzato per situazioni di esilio protratto a causa del mancato superamento delle situazioni di conflitto (circa 750mila in meno rispetto al trend precedente). Tra queste «come in Sudan e in Iraq, quelle che sembravano risolte o per le quali una soluzione si stava affac-ciando all'orizzonte - ha motivato il commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres - sono tuttora stagnanti. Di conseguenza per i rimpatri volontari il 2009 è stato il peggiore negli ultimi venti anni». Chi lascia la propria terra è costretto dalla situazione di conflitto e non punta certo ad allontanarsi oltre il necessario alla pro-pria incolumità. Anche per questo, sottolinea l'Unhcr, aumenta-no i rifugiati interni e nei Paesi in via di sviluppo «a sfatare il luogo comune secondo cui ci sarebbe un'invasione nei Paesi industrializzati». Lo dimostrano i dati relativi al Sudafrica che nel 2009 ha ricevuto il maggior numero di domande d'asilo (oltre 220mila delle 922mila registrate a livello mondiale) presentate principalmente da persone provenienti dai Paesi limitrofi, come Somalia e Repubblica democratica del Congo. «La maggior parte dei rifugiati si trova nel sud del mondo - ha spiegato la portavoce dell'Unhcr Laura Boldrini - vicino ai Paesi di origi¬ne da dove fuggono perché dilaga la guerra o sono oggetto di violenze e discriminazioni e le condizioni di vita sono estremamente pe-ricolose». Dunque, l'allarmismo dei governi europei non supera la prova aritmetica. La Germania ha aperto i confini a 600mila rifugiati nel 2009 e il Regno unito a 270mila. Peggio ha fatto l'Italia (con circa 55mila rifugiati) che, rileva ancora il dossier, «presenta cifre molto basse rispetto ad altri Paesi europei, sia in termini assoluti che relativi». Il rapporto di una protezione accordata ogni mille abitanti è molto lontano dalla media tedesca del sette o da quella svedese del nove. E la ragione risiede ancora nelle scelte di politica interna adottate dal governo italiano nel 2009. «Il netto calo delle domande - è tornato a denunciare l'Alto commissariato -dimostra come i respingimenti anziché contrastare l'immigrazione irregolare, abbiano gravemente inciso sulla fruibilità del diritto d'asilo». Le conseguenze più negative, poi, si ripercuotono sulla condizione dei minori, più numerosi quelli di nazionalità afgana e somala. Sono più di 18.700 le richieste d'asilo avviate per minori non accompagnati in 71 Paesi e si tratta della soglia più alta raggiunta nell'ultimo quadriennio. ?


Cie: scontro tra Maroni, la Lega Nord e l'assessore Vesco

Liguria. Presto un Centro per l'identificazione e l'espulsione dei clandestini anche in Liguria?
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni e gli esponenti della Lega Nord ligure, primo fra tutti il consigliere regionale Edoardo Rixi, dicono di sì e chiedono l'individuazione di un'area adeguata. L'assessore regionale alle Politiche dell'immigrazione e dell'emigrazione Enrico Vesco, però, non ci sta: non solo spera che non venga realizzato, ma chiede che il Governa non riversi la scelta di un sito sulla Regione, che non è neppure competente in materia.
"Ribadiamo l'assoluta contrarietà della regione Liguria alla presenza di un Centro di identificazione ed espulsione nel nostro territorio, la legalità si garantisce dando risorse alle forze dell'ordine”. Così l'assessore regionale Enrico Vesco ha risposto al consigliere della Lega Nord Edoardo Rixi che invita la Regione a individuare un'area per realizzare i Cie richiesti dal Governo. "Dal punto di vista organizzativo non abbiamo nessuna competenza - ha sottolineato Vesco - perché è una scelta governativa. Ho sentito che il ministro Maroni ha auspicato rapidamente la realizzazione di un Cie, io ribadisco la nostra contrarietà. Non è di nostra competenza, per cui non ha senso rigettare sulla Regione la questione. Noi non lo vogliamo, non lo chiediamo, per cui ci aspettiamo una decisione del Governo sulla quale faremo le nostre valutazioni e osservazioni".
Rixi risponde chiedendo alla Regione di indicare un luogo: "per noi andrebbe molto bene ad esempio Forte Ratti a Genova - ha detto oggi a margine del Consiglio - perché la struttura si presta, anche se c'è bisogno di qualche intervento, ed è vicina sia all'aeroporto sia alle stazioni ferroviarie".
“Già nel 2007 – ribatte Vesco - la Giunta regionale dichiarava la propria indisponibilità ad avere sul proprio territorio strutture o centri in cui si svolgono funzioni preliminari di trattamento e identificazione personale dei cittadini stranieri immigrati. La Liguria non è una frontiera di primo accesso, se non in casi eccezionali, ma accoglie piuttosto migranti che fanno ingresso altrove sul territorio nazionale. Perché nei CIE vengono rinchiuse anche persone perfettamente integrate dal punto di vista lavorativo e sociale, ma che a causa di avvitamenti non hanno potuto beneficiare delle regolarizzazioni promosse negli ultimi anni”.



E vescovo di Cordoba dice "rotundamente no" all'islamizzazione

Il Foglio 16-06-2010
Roma. "La chiesa cattolica in Europa deve essere più sveglia e vigile. L'islam avanza e i vescovi mi sembrano impreparati. Anch'io nella città di Cordoba cerco di resistere per come posso. Di porre una resistenza, un argine, ma non è facile. Spesso ripenso alla domanda che Benedetto XVI fece ai vescovi spagnoli (io ero appena divenuto vescovo di Tarragona) quando nel 2005 ci ricevette in Vaticano durante un'udienza ad limina: 'Cosa inten¬dete fare coi musulmani?' Nessuno sapeva rispondere. Io dissi: 'Non sappiamo'. E ancora oggi purtroppo molti vescovi dicono: 'Non sappiamo'. L'islam sta avanzando in Europa. Spesso i musulmani hanno l'appoggio dei nostri governi laici Sfruttano canali d'immigrazione verso l'Europa che i nostri governi tracciano per loro. Arrivano, fanno figli, si radicano. E noi? Noi non sappiamo come comportarci. Capita che accettiamo molte delle loro richieste. Alcune dì queste sono legittime, altre, ad esempio pregare nelle nostre cattedrali come vogliono fare nella nostra Santa Maria di Cordoba, no. Spesso offriamo spazi di dialogo che hanno poco senso. 0 meglio, che sono senza buon senso. In una parola: cediamo. E questo non è giusto".
Demetrio Fernàndez Gonzàlez è vescovo di Cordoba dallo scorso febbraio. Il suo mandato in Andalusia è stato oggetto delle attenzioni dei media di tutto il mondo. Molto fanno discutere in questi giorni le sue prese di posizione nei confronti dell'islam, In particolare il "no" che ha ripetuto ai musulmani che chiedono di pregare nella cattedrale della città, la mezquita.Tra i governi favorevoli ai musulmani c'è quello di Luis Zapatero. Dice Fernàndez: "Zapatero ha un progetto preciso con l'islam. E questo progetto purtroppo riguarda Cordoba. Intende fare della città il centro di quella alleanza delle civiltà alla quale chiede che tutte le religioni si pieghino. Assieme alla Turchia sta portando avanti questo progetto senza rendersi conto di cosa significa per i turchi, per i musulmani, Cordoba. Il loro sogno è riprendersi la città. Occupare la cattedrale. Innervare tutta l'Europa della loro presenza. Zapatero vorrebbe che la chiesa cattolica si adegui a questo suo progetto. Ma alla sua alleanza noi non possiamo aderire. Perché la sua idea è quella di un'alleanza senza Dio. Un'alleanza in cui Dìo è totalmente estromesso. Un'alleanza dove la nostra identità deve fare soltanto una cosa: scomparire, Due mesi fa Zapatero ha lanciato a Cordoba il primo grande raduno dì questa alleanza. Inizialmente, il premier spagnolo pensava che il Vaticano aderisse. E in effetti dalla Santa Sede all'inizio non sono arrivati messaggi chiarissimi. Poi però ci siamo consultati, ci siamo parlati e anche il Vaticano ha capito di cosa si trattava e non ha mandato nessuno. A Zapatero sono bastate le parole dell'arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, che alla domanda se la chiesa avesse intenzione di partecipare al summit ha risposto: 'Rotundamente no'. 'Assolutamente no'".
Perché non vuole concedere ai musulmani di pregare in cattedrale? "Perché è un ricatto non giustificato. I musulmani chiedono di poter pregare dicendo che per quattro secoli questa cattedrale era loro e dicendo che lo splendore architettonico della cattedrale lo si deve a loro, ai loro interventi. Io contesto tutte e due queste argomentazioni. Prima che fosse una moschea la nostra cattedrale era un luogo di culto cristiano. Era la basilica di san Vicente, I musulmani la occuparono e la ampliarono. Ci misero i soldi. Tanti soldi. Ma gli architetti li presero da Damasco. Erano tutti cristiani. L'architettura non ha nulla di islamico. Semmai ha notevoli influenze cristiane. E' un equivoco culturale affermare che la mezquita è un esempio di architettura islamica. Di musulmano non ha nulla, se non i soldi che l'islam ci ha messo. Oggi i musulmani e molte persone che fanno parte dell'intellighenzia laica del paese dicono alla chiesa cattolica: 'Fate pregare i musulmani nella cattedrale quale segno di apertura e di amicizia". Io dico loro che non è possibile concedere questo 'uso compartido' e per questo motivo mi accusano d'essere integralista. Invece sono cattolico e difendo il diritto dei cattolici di rimanere nella loro cattedrale. Se oggi concedo ai musulmani di pregare una volta al mese, l'anno prossimo vorranno pregare una volte la settimana. Poi consacreranno il luogo di culto e non permetteranno più a nessuno di entrare".
Come deve impostare la chiesa il dialogo con l'islam? "Deve tornare al sinodo speciale del 1985 quando Papa Wojtyla spiegò la giusta interpretazione del dialogo interreligioso sancito nel Concilio. Dopo il Concilio vi furono troppe aperture maldestre. I musulmani devono essere accolti ma nel giusto modo".



Allarme Onu: 275mila profughi

Il Messaggero 16 giugno 2010
GINEVRA - Sono 275mila i kirghizi costretti a fuggire dalle loro case nelle zone di Osh e Jalalabad. Lo ha reso noto il portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi, Andrej Mahecic, precisando che le cifre sono in costante cambiamento. Dal 10 giugno, da quando sono scoppiati gli scontri interetnici, 200mila persone sono sfollate all'interno del Paese, e 75mila sono invece fuggite in Uzbekistan. L'Unhcr lunedì ha annunciato l'invio di aiuti umanitari a bordo di sei aerei 11-76, il primo dei quali arriverà nella città uzbeka di Andijan oggi.
Ieri l'Uzbekistan ha chiuso le frontiere con il Kirghizistan per bloccare il flusso di profughi di etnia uzbeka. «Semplicemen¬te non siamo in grado» di accogliere così tanta gente, ha dichiarato il vice primo ministro uzbeko, Abdulalh Aripov, citato dall'agenzia stampa centro asiatica Ca-news. Decine di migliaia di persone di etnia uzbeka sono fuggite negli ultimi giorni dai sanguinosi scontri etnici a Osh e Jalalabad, che secondo i dati ufficiali hanno causato almeno 170 morti. Alcuni media parlano tuttavia di 2mila morti e affermano che le vittime vengono sepolte in fosse comuni senza essere identificate. I rifugiati giunti in Uzbekistan sono stati alloggiati in scuole, ospedali e accampamenti nella regione dì Andishan.


L'Onu: oltre 40 milioni nel mondo costretti a scappare per guerre e persecuzioni

la Repubblica, 16-06-2010
ROMA — Sono 43.3 milioni le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni: lo afferma il rapporto annuale dell'alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) - global trends 2009 - pubblicato ieri. Si tratta del numero più alto dalla metà degli anni Novanta mentre il numero di rifugiati rientrati spontaneamente a casa è il più basso degli ultimi venti anni. La percentuale di sfollati, persone in fuga dai conflitti all'interno del proprio paese, è cresciuta del 4% : alla fine del 2009 erano 27.1 milioni. L'aumento è dovuto principalmente al perdurare dei combattimenti nella repubblica democratica del Congo, in Pakistan e Somalia. Il numero di nuove domande di asilo nel mondo è aumentato di circa un milione.
Cecchini al convegno Caritas-Astalli: importanti percorsi individualizzati
Cinque Giorni 16 giugno 2010
Claudio Cecchini, assessore alle Politiche sociali e della Famiglia della Provincia di Roma ha preso parte ieri, nella sala Di Liegro di Palazzo Valentin}, al convegno finale del progetto "Oltre la vulnerabilità. Percorsi individualizzati per l'inserimento socio-lavorativo di titolari di protezione internazionale". Il progetto, cofinanziato dal Fondo europeo per i rifugiati 2008-2013 e dal ministero dell'Interno, è stato realizzato dalla Caritas diocesana di Roma e dal centro Astalli tramite la Cooperativa Roma Solidarietà. Il progetto si è rivolto a oltre 2mila perso-ne, offrendo soluzioni a oltre 500 richiedenti e titolari dì protezione internazionale. Al convegno hanno preso parte tra gli altri Le Quyen Ngo Dinh, coordinatrice del progetto,Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma, Angelo Carbone, del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno. "Questo convegno - ha spigato Cecchini - ci offre l'opportunità di fare insieme una riflessione sul tema dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale, soprattutto in un momento come quello attuale in cui le difficoltà economiche e politiche sì fanno sentire soprattutto sui più deboli e i più indifesi. Dietro chi ha richiesto e ottenuto asi¬lo ci sono drammi umani,che è giusto affrontare in percorsi mirati e individuali, soprattutto quando ci si rivolge ai casi più delicati, come i minori non accompagnati". "Aver dato vita a micro progetti che toccano gli ambiti più importanti dell'integrazione, dalla casa alla salute, dal-l'istruzione alla formazione, dalla cultura all'impiego formativo del tempo li-bero - continua Cecchini -è un segnale di attenzione e di consapevolezza dì quanto delicata sia la con¬dizione personale di tutti coloro che ottengono la protezione internazionale."



Immigrazione: sgombero extracomunitari nel Salernitano

Avevano occupato strutture degradate dal punto di vista igienico
15 giugno
(ANSA) - CAPACCIO-PAESTUM (SALERNO) 15 GIU - Sgomberate decine di cittadini extracomunitari nel Comune di Capaccio-Paestum, nel salernitano. L'operazione, tuttora in corso, vede impegnati gli uomini di Polizia di Stato,carabinieri e i vigili urbani del Comune di Capaccio. Al centro dell'intervento, lo sgombero di una sessantina di cittadini extracomunitari che da tempo occupano strutture abitative ritenute inadeguate dal punto di vista urbanistico e igienico-sanitario, in localita' Varolato.


Al via la prima Web tv dedicata all'integrazione

Domani la presentazione nella sede della stampa estera a Roma
Apcom
Nasce oggi "Web Tv New immigration", la prima web tv dedicata esclusivamente al mondo e ai temi dell'immigrazione. L'iniziativa promossa da un gruppo di giornalisti della stampa straniera che lavorano in Italia da diversi anni sarà presentata domani alle ore 11 nella sede della stampa estera a Roma. La web tv ha lo scopo di informare e promuovere l'integrazione degli immigrati nel nostro Paese. Web Tv New Immigration - si legeg in un comunicato di presentazione dell'iniziativa - è un media giornalistico indipendente, dedicato esclusivamente al tema dell'immigrazione, diffuso quotidianamente sulla Rete per favorire una maggiore sensibilizzazione, conoscenza e comprensione di una realtà che ,al di la degli aspetti nazionali, investe tutta l'umanità. Alla conferenza stampa che sar coordinata dal Presidente della Stampa Estera parteciperanno, tra gli altri, i parlamentari Livia Turco, Giuseppe Lumia, Lucio Malan, l'ex Presidente della Camera dei Deputati, Irene Pivetti, Alberto Fumi Presidente Unione Giornalisti Europei (sezione Italia) e l' avv.Enrico Tuccillo, ambasciatore dell'Ordine Sovrano Militare di Malta.




Salsiccia e vino contro l'Islam vietato l'aperitivo "nazionalista"

la Repubblica 16 giugno 2010
PARIGI - È stato vietato dalla prefettura l'aperitivo "anti-islamico" a base di saucissons et pinard, salsicce e vino, proibiti dall'Islam previsto nel giorno di preghiera musulmana, il venerdì, in un quartiere multietnico di Parigi. L'iniziativa era stata lanciata su Facebook da un gruppo di residenti per rivendicare le tradizioni «parigine doc» contro l'islamizzazione della zona: la Goutte d'or, alle pendici di Montmartre. Il contrattacco non si era fatto attendere: un altro gruppo, fiero della diversità etnica del quartiere, aveva dato appuntamento lo stesso giorno nello stesso luogo per un contro-aperitivo a base di carne halal e tè alla menta. Una situazione che rischiava di degenerare e che ha spinto la polizia a bloccare l'evento.



Arizona inasprisce lotta  a immigrazione clandestina

16 GIU 2010 - Agi
(AGI) New York - Alcuni politici dell'Arizona intendono negare la cittadinanza americana ai figli di immigrati non regolarizzati. La proposta e' del Senatore repubblicano Russell Pearce, promotore della legge che gia' prevede controlli durissimi sugli immigrati. I contrari sostengono che si tratta di una proposta incostituzionale: il 14esimo emendamento riconosce infatti la cittadinanza ai nati sul suolo americano .
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links