Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

17 settembre 2012

Regolarizzazione o condono?
17 settembre 2012
Saleh Zaghloul
L’articolo di Tito Boeri "Il condono e gli immigrati", pubblicato da La Repubblica (11 settembre) è molto interessante. Ha ragione Boeri quando scrive che la sanatoria, più che una regolarizzazione per gli immigrati, è un condono contributivo (e fiscale) e che “rischia di offrire un messaggio ai datori di lavoro che in questo momento non pare certo opportuno: è possibile farla franca perché tanto, prima o poi, ci sarà un nuovo condono”. La regolarizzazione infatti doveva essere per gli immigrati (circa un milione), non per chi li aveva fatti lavorare in nero: andava rilasciato un permesso di soggiorno per tutti gli irregolari che non avessero commesso reati gravi.
Boeri fa una giusta critica delle politiche migratorie degli ultimi dieci anni ma il fallimento in materia è almeno ventennale. Vede soltanto i misfatti del centrodestra e della legge Bossi-Fini di dieci anni fa, ma non quelli del centrosinistra e della legge Turco-Napolitano (1998). La doppia ipocrisia di cui scrive Boeri è infatti alla base di entrambe le leggi. La terza ipocrisia, non citata nell'articolo, è invece la principale, quella di pretendere di poter impedire gli ingressi irregolari e, di fronte all’ingresso irregolare di centinaia di migliaia di immigrati, di trasformarli in soggetti (oggetti) senza diritti, esposti al lavoro nero e ad ogni ricatto (secondo le leggi del centrosinistra) e addirittura perseguibili del reato di clandestinità (secondo il centro destra).
La discontinuità auspicata da Boeri dovrebbe iniziare da una revisione di tutta la politica degli ingressi e la soluzione non è certamente quella della politica degli ingressi selettivi, di immigrati qualificati o culturalmente più vicini a noi, ma quella di rendere semplicemente possibili gli ingressi regolari, almeno quelli di cui il paese ha bisogno. Dall’altra parte non basta la cancellazione del reato di clandestinità, ma occorre una forte politica di regolarizzazione permanente di tutti i presenti sul territorio nazionale. Civiltà, democrazia, libertà, trasparenza, legalità e lavoro regolare contrastano fortemente con la presenza di persone irregolari prive di alcun diritto.
Boeri scrive del “contratto di soggiorno che vincola la presenza regolare al fatto di avere un lavoro, al termine del quale bisogna tornare a casa se non si trova lavoro entro sei mesi”. In verità questa norma, che era una vera e propria fabbrica di clandestinità, non esiste più: è stata modificata dalla riforma Fornero.  
Infine, sono necessarie riforme politiche e culturali: diritto al voto, cittadinanza, rispetto e valorizzazione delle diversità culturali e religiose. L’assenza totale della rappresentanza e del punto di vista degli immigrati non ha aiutato chi deve disegnare e governare le politiche migratorie. La rappresentanza politica e sociale degli immigrati non avviene tramite associazioni e comunità immigrate non rappresentative o attraverso quelle definite da Sergio Romani “nomenklature composte da persone ambiziose che aspirano a servirsi dei loro connazionali per diventare gli interlocutori accreditati delle autorità”. La rappresentanza non si realizza con le consulte ed i consiglieri aggiunti senza diritto di voto o attraverso personaggi assimilati, incuranti e addirittura irrispettosi delle loro origini e diversità culturali. La rappresentanza dovrebbe avvenire attraverso la partecipazione di tutte le persone immigrate allo stesso processo politico e sociale dei cittadini italiani esercitando pari diritti politici, a partire da quello del voto, ed attraverso la loro vera ed effettiva partecipazione e rappresentanza nelle varie istituzioni dello Stato e della società (parlamento, consigli comunali e regionali, partiti, associazioni, sindacati, ordini professionali, ecc).

 

E' iniziata la sanatoria per gli immigrati. Boom di domande, ma c'è tempo sino al 15 Ottobre
Dalle 8 di sabato 15 Settembre fino alla mezzanotte del 15 ottobre, aperti i termini per aderire alla sanatoria per l'emersione del lavoro irregolare. Fino a 380 mila i lavoratori in nero interessati. Intanto l'Inps precisa che non ci saranno sanzioni per i datori che non hanno versato i contributi.
Business vox, 17-09-2012
Andrea de Stefano
I datori di lavoro, privati o imprese, che usufruiranno della possibilità di regolarizzare lavoratori stranieri extra Ue non dovranno pagare alcuna sanzione per i contributi non versati. E' questa una delle principali notizie arrivate con la pubblicazione della circolare 113/2012 dell'Inps del 14 Settembre. Scongiurato quindi il rischio di dover aggiungere ai costi della sanatoria - un forfait di 1.000 euro -  anche le sanzioni per il mancato versamento dei contributi pregressi. La circolare precisa che il datore è tenuto a regolarizzare il lavoratore sul fronte retributivo, contributivo e delle ritenute fiscali ma non incapperà in ulteriori esborsi.
I soggetti interessati -[/B] Sono interessati dalla sanatoria i datori di lavoro che alla data del 9 agosto 2012 occupavano irregolarmente alle proprie dipendenze, da almeno tre mesi - quindi dal 9 maggio - lavoratori stranieri presenti sul territorio nazionale ininterrottamente dal 31 dicembre 2011 o da data antecedente e continuano ad occuparli alla data di presentazione della dichiarazione di sussistenza del rapporto di lavoro.  La circolare numero 113 precisa quindi che all’atto della sottoscrizione del contratto di soggiorno deve essere documentata la regolarizzazione di quanto dovuto dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno sei mesi o comunque per l’intero periodo di durata del rapporto, se maggiore.
I modelli da compilare -[/B] Le stime parlano di circa 380mila persone (e i relativi datori di lavoro) potenzialmente interessate dal provvedimento. Si farà tutto online dal proprio computer di casa magari con l'aiuto di professionisti e patronati. La "finestra" utile rimarrà aperta fino al 15 ottobre. I modelli di emersione da compilare sono due: EM-DOM per il lavoratori domestici ed EM-SUB per i lavoratori subordinati. Per compilare la sanatoria bisogna recarsi sul sito del ministero del lavoro a questo indirizzo: [LINK=https://nullaostalavoro.interno.it]https://nullaostalavoro.interno.it[/LINK].
E' questa la prima finestra che si apre dal 2009, quando per altro la sanatoria - come questa senza un tetto massimo al numero di posizioni che potranno essere regolarizzate - era riservata solo a colf e badanti. I dati diffusi dal Viminale con la prima rilevazione evidenziano un successo dell'operazione, che smentirebbe il notevole pessimismo della vigilia.  Sono state 4547 le domande pervenute alle 18 di sabato, ovvero dopo le prime dieci ore a disposizione.



Regolarizzazione: 4.547 le domande presentate sabato, primo giorno utile, in linea con la procedura del 2009. Troppo pessimismo finora?
Nove domande su dieci per colf e badanti. Nel giorno di chiusura degli intermediari le domande soprattutto da privati.
Immigrazioneoggi, 16-09-2012
Alberto Colaiacomo
Sono state 4.547 le dichiarazioni di emersione dal lavoro irregolare giunte al terminale del Ministero dell’interno alle 18 di sabato, primo giorno utile per presentare le domande.
La procedura durerà un mese (fino al 15 ottobre) e non vi alcun tetto massimo al numero di posizioni che potranno essere sanate; i dati del primo giorno sono quindi parziali avendo i datori di lavoro ampio margine per presentare la pratica. Vi è anche da considerare che il sabato sono chiusi molti degli uffici degli intermediari abilitati a presentare domanda per conto del datore di lavoro (associazioni datoriali, patronati e liberi professionisti), quindi i numeri sicuramente cresceranno nel corso del periodo.
Quella che rischiava comunque di presentarsi come un’operazione fallimentare, almeno stando alle prime indicazioni, sembrerebbe invece una occasione che potrebbe regolarizzare un numero considerevole di immigrati. Se i potenziali lavoratori da far emergere si attestano intorno ai 380 mila, secondo la stima della Fondazione Moressa, la procedura dovrebbe coinvolgerne oltre la metà.
Se raffrontiamo il dato con il primo giorno della regolarizzazione del 2009, rivolta solo a colf e badanti ma di giorno lavorativo infrasettimanale, quando le domande presentate furono poco più di 5 mila, il dato emerso ieri può far ritenere un successo l’operazione del Governo.
I timori della vigilia, lamentati soprattutto dai sindacati e dalle organizzazioni sociali, erano per gli alti costi della procedura, ritenuti molto limitanti sia per i datori di lavoro che per gli immigrati che, purtroppo, in molti casi sono chiamati ad intervenire versando in proprio.
Un limite che, “italicamente”, sembra sia stato aggirato con la presentazione delle domande per domestici e assistenti alla persona (“badanti”), categorie per le quali gli esborsi erano molto più bassi potendo usufruire di forme contrattuali più elastiche.
Stando ai primi dati diffusi dal Viminale infatti, i moduli relativi a collaboratori familiari sono stati 2.900, 1.171 gli assistenti a persona non autosufficiente e 97 gli assistenti a persona autosufficiente. Solo 379 quelli per lavoro subordinato.
Dai dati del Viminale si evince inoltre che dalla provincia di Napoli sono state inviate il maggior numero di domande, 790, seguita da Roma con 742 e Milano con 670.
Quanto alle nazionalità, India (843 dichiarazioni di emersione), Bangladesh (685), Ucraina (493), Cina (489), Egitto (478) e Marocco (351) sono per ora in testa alla graduatoria.
L’ultimo dato riguarda la modalità di presentazione: 3.409 domande inviate da privati, 984 da patronati e 154 da consulenti del lavoro.
Ministero dell'interno - Riepilogo domande pervenute su scala nazionale
(file pdf - dati riferiti alle ore 18 del 15 settembre)



Gli immigrati, la sanatoria e le offerte-truffa «Per 500 euro ti procuriamo noi il permesso»
In via Padova agenzie di mediazione propongono documenti «facili» per ottenere la regolarizzazione
Corrriere della sera, 16-09-2012
Alessandra Coppola
MILANO - In fondo a via Padova, superati un'agenzia di scommesse e due centri massaggi, un'insegna bianca e blu offre «mediazione e consulenza sociale, pratiche amministrative per stranieri». La porta è sulla strada, socchiusa, vetro fumé. Vi occupate anche della sanatoria 2012? L'uomo coi baffi fiuta i polli, fa alzare i compari seduti davanti alla scrivania e s'affretta a porgere la sedia: «Prego».
Abbiamo una badante peruviana da regolarizzare. «Nessun problema», risponde, l'accento è magrebino. Lei ci può aiutare? «Faccio tutto io». Sappiamo, però, che la signora dovrà dimostrare di essere arrivata entro il 2011, forse non ha i documenti giusti... L'uomo ha colto: «Non c'è problema - fa con le dita il gesto dei soldi - basta pagare un pochino... Siamo in Italia, si può fare tutto». Anche fabbricare carte false.
Per svelare quanto costa dà appuntamento al giorno dopo, questa volta abbassando la voce. Al secondo incontro, come promesso, presenta il conto: «Servono 500 euro... - sussurra -. Se prendi fiducia, quella cosa lì posso farla io...».
Era già successo con la sanatoria 2009. Un'indagine dell'associazione Naga calcolava che nel 27 per cento delle domande respinte spesso s'annidava un imbroglio. Una su quattro: a Milano e provincia significava 10 mila documenti taroccati. Ai quali s'aggiungevano le «truffe-truffe»: i casi in cui gli immigrati erano stati solo illusi e le domande neppure presentate. Un giro d'affari totale di almeno 53 milioni di euro.
PERMESSI-TRUFFA - Può accadere ancora? «Il mercato ormai è ben consolidato - osserva l'avvocato Pietro Massarotto, presidente del Naga -, gli strumenti legali per fermarlo sono scarsi, gli stessi soggetti che hanno fatto truffe in passato continuano a farle, e anche questa sanatoria si presta...». Due i punti deboli del decreto, valuta Riccardo Piacentini, responsabile del dipartimento immigrazione della Cgil. «Primo, la sorte del lavoratore dipende completamente dal datore di lavoro. Secondo, il requisito della presenza almeno dal 31 dicembre 2011 crea discriminazioni e favorisce il mercato dei falsi». Perché è in questi spazi molli che s'inserisce il truffatore. «Il mio "padrone" non mi vuole regolarizzare oppure mi chiede soldi per fare la domanda: a ogni assemblea ne abbiamo sentiti almeno tre o quattro di questi argomenti», racconta Piacentini. Il «mediatore» in questo caso offre titolari di azienda fasulli, anziani bisognosi di badante che non esistono, e il raggiro è più complesso (e costoso).
CARTE TAROCCATE - Oppure, punto due, come è successo al Corriere , lo sportello equivoco produce carte taroccate che rispettino le date fissate dal decreto (una clausola che non si applicava dalla sanatoria '98). Timbri sul passaporto, fogli di via, multe, ricoveri, forse pure tessere dell'Atm: su quali siano le «prove» ammesse non c'è ancora chiarezza. È prescritto che debbano essere rilasciate da «organi pubblici», ma anche in questo caso l'ambiguità aiuta i falsari.
Alla sala Grandi della Cisl ieri mattina, primo giorno di sanatoria, si è tenuta un'affollatissima assemblea. La Fondazione Leone Moressa prevede 118 mila possibili regolarizzazioni in Lombardia, le stime del sindacato ne calcolano 50 mila tra Milano e provincia. Ma tra costi e difficoltà la preoccupazione è che molti lavoratori restino sommersi. «Noi stiamo consigliando la massima calma, per poter chiarire i punti oscuri - dice Maurizio Bove, responsabile delle politiche migratorie della Cisl -. Agiremo legalmente contro i datori di lavoro restii, certo, ma già prevediamo molte truffe...».



Regolarizzazione: 380 mila immigrati “potenzialmente regolarizzabili”. Costi eccessivi per i datori di lavoro che potrebbero limitare la portata del provvedimento.
Studio della Fondazione Leone Moressa: un terzo delle regolarizzazioni in Lombardia. Il 27% degli irregolari nel settore domestico.
Immmigrazioneoggi, 16-09-2012
Sono 380 mila gli immigrati “potenziali” che potrebbero essere coinvolti nella procedura di emersione iniziata lo scorso 15 settembre. Di questi, 118 mila (31,1% del totale) si trovano in Lombardia. Coinvolgeranno prevalentemente lavoratori occupati nei servizi alle persone come colf e badanti (111 mila). È quanto emerge da una stima diffusa dalla Fondazione Leone Moressa alla vigilia dell’inizio delle procedura.
Secondo i ricercatori, oltre il 30% potrebbe essere regolarizzato in Lombardia e il 14%, rispettivamente, in Emilia Romagna e in Veneto, con poco più di 53 mila procedure di emersione. Seguono Lazio (7,3%), Toscana (6,2%), Campania (5,6%) e Piemonte (5%).
Dei 380 mila soggetti, 111 mila (quasi un 30%) emergerebbero da una situazione di irregolarità dal settore dei servizi alle persone, in special modo per quanto riguarda il lavoro domestico, inteso come colf e badanti. Il 21,9% (pari a 83mila unità) verrà regolarizzato nel settore della manifattura e il 12,4% (47mila individui) nell’edilizia. La rimanente parte si ipotizza possa essere redistribuita tra commercio (10,6%), servizi alle imprese (11,0%), alberghi e ristorazione (9,9%) e infine agricoltura (4,9%).
“La stima di 380 mila lavoratori” precisano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “corrisponde alla potenziale platea da regolarizzare, ma è ipotizzabile, proprio per le caratteristiche di questa sanatoria, che la cifra possa essere inferiore. Il costo dell’emersione infatti potrebbe costituire un forte deterrente per i datori di lavoro”.



Via alla sanatoria per gli immigrati ma le domande arrivano col contagocce
Da questa mattina datori di lavoro in nero e immigrati irregolari possono finalmente uscire dall'illegalità. I primi dati del Viminale parlano di pochissime richieste
la Repubblica, 15-09-2012
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Il conto alla rovescia è terminato. Questa mattina alle ore 8 è scattata la sanatoria 2012: datori di lavoro in nero e immigrati irregolari possono finalmente uscire dall'illegalità. Solo un mese di tempo per "denunciarsi" al sito del ministero dell'Interno, poi chi rimarrà invisibile rischierà di incappare nelle nuove pene introdotte dalla "legge Rosarno". I primissimi dati forniti dal Viminale parlano di domande che arrivano con il contagocce al sito www.interno.gov.it 1. Nessun boom insomma, anche se è presto per un primo bilancio. Ma è certo che sulla regolarizzazione pesano due incognite: il rischio truffe (che sempre accompagnano il business delle sanatorie) e il rischio flop.
Il rischio flop. La spinta è forte. Tanti i migranti (gli irregolari secondo la fondazione Ismu sono oggi il 10,7% del totale degli immigrati) che vedono concretizzarsi il miraggio di mettersi in regola: è dalla sanatoria del 2009 (per altro limitata a colf e badanti) che non si apriva una tale finestra. Allora le domande arrivarono a quota 295.112. Quante saranno ora? I numeri potrebbero non essere altissimi: si va dai 150mila stimati dal ministro Andrea Riccardi ai 380mila della Fondazione Moressa. Chi ha ragione? Difficile dirlo. Una cosa è certa. Sindacati e patronati denunciano il rischio flop. Per l'Inca Cgil le domande potrebbero non superare il 40% di quelle giunte nel 2009. A frenarle sarebbero vari paletti, tra cui gli alti costi (si potrà arrivare a spendere fino a 7mila euro a immigrato, tra contributo forfettario e arretrati contributivi e fiscali) e la difficoltà di dimostrare la presenza in Italia del lavoratore straniero prima del 31 dicembre 2011.
Il punto controverso. La presenza in Italia nel 2011 dovrà essere dimostrata con documenti provenienti da "organismi pubblici". Quali? Saranno sufficienti decreti d'espulsione, certificati di pronto soccorso, richieste d'asilo. E poi? Non c'è un'interpretazione uniforme e il rischio è che ogni prefettura faccia da sé. Per questo dal Viminale si fa sapere che si sta lavorando a una circolare e si prevede che "nei primi giorni la regolarizzazione potrebbe procedere a rilento". Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cgil, Fcei, Sei-Ugl, Uil (che fanno parte del Tavolo Nazionale Immigrazione) denunciano invece che "le condizioni poste sono tali da far prevedere un possibile fallimento dell'operazione, limitandone fortemente la partecipazione e fornendo così una falsa rappresentazione delle situazioni da sanare che apparirebbero molto meno numerose di quante siano in realtà".
 


Errori, ritardi e burocrazia. E la chiamano accoglienza
l'Unità, 14-09-2012
Osservatorio Italia-razzismo
È davvero emergenza all’interno della cosiddetta “emergenza Nord Africa” istituita a seguito dell’arrivo di migranti fuggiti da quelle zone. Questa volta i protagonisti della vicenda sono oltre 500 persone, prevalentemente di origine nigeriana, pakistana e somala, ospiti del centro gestito dalla cooperativa Domus Caritatis, in via Staderini a Roma.
Lunedì scorso gli uomini e le donne che lì vivono hanno “occupato” la struttura, chiudendo i cancelli e impedendo l’accesso agli operatori. Il motivo della protesta era, principalmente, uno: gli enormi ritardi della questura nel rilascio dei permessi di soggiorno. La maggior parte di loro si trova in attesa della decisione del Tribunale sul ricorso presentato a seguito del diniego della richiesta di protezione internazionale. Queste persone hanno il diritto, fino a che il tribunale non si pronuncia, a un “cedolino” che attesti la regolarità della loro permanenza sul territorio italiano. Questo documento reca un timbro dove è specificata la scadenza, e lungaggini burocratiche ne hanno impedito il rinnovo. Per questo motivo molte persone, in questi mesi, sono state fermate dalla polizia e trattenute perché ritenute irregolari. Ci racconta Kashif: “sono in questo centro da più di dieci mesi. La commissione ha respinto la mia domanda e dopo avere presentato ricorso mi hanno riconosciuto la protezione sussidiaria. Ora sono 8 mesi che aspetto i documenti, in queste condizioni è impossibile fare qualunque cosa, cercare un lavoro, una casa. Anche solo uscire dal centro è pericoloso, molti poliziotti non riconoscono il cedolino come un documento valido e quindi ci portano via”. Martedì si sono tenute delle riunioni tra gli ospiti, i rappresentanti del centro, le associazioni e la questura, e mercoledì è stato possibile apporre i timbri di rinnovo su oltre 300 cedolini. Una parte del problema, quindi, sembra essere risolto, ma la denuncia dei migranti va oltre la richiesta di regolarizzare la loro posizione. Majid dice: “la situazione qui dentro è molto difficile. Il cibo è pessimo e le quantità non sono sufficienti, la metà di noi soffre di problemi di stomaco, ma non ci sono abbastanza medici per visitare tutti. Non abbiamo farmaci, ci dicono di andare a comprarli da soli, ma non abbiamo soldi. Voglio andarmene da qui e iniziare la mia vita, sono 4 mesi  che aspetto i documenti. È come se fossi prigioniero”. Come ci è più volte capitato di denunciare, la situazione dell’accoglienza per migranti in Italia è frammentata e spesso disastrosa. Mesi fa abbiamo raccontato le condizioni di vita in un centro vicino Cassino, sempre finanziato nell’ambito dell’“emergenza nord Africa”, in cui i richiedenti asilo, ospitati in appartamenti, vivevano al freddo perché le caldaie erano state chiuse con delle catene. Pare evidente che non viene effettuato alcun controllo su queste strutture. Strutture per cui i soggetti appaltatori ricevono anche 48 euro al giorno per utente. Davvero molto denaro, a fronte delle nulle o scarsissime opportunità offerte a chi ha il diritto di essere accolto nel nostro paese.

 

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