Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

La democrazia e il terrorismo xenofobo

 

Luigi Manconi
Che ci piaccia o no, e non ci piace affatto, gli psicopatici esistono. Ed esistono zone del cervello umano e della vita sociale dove è arduo penetrare e indagare, dove le spiegazioni razionali incespicano e le interpretazioni scientifiche arrancano. Dobbiamo riconoscerlo e dobbiamo accettare questa inaccettabile condizione. 
A distanza di quattro giorni dalla strage dell’isola di Utoya, è forse possibile fare un primo e parzialissimo bilancio delle tragiche lezioni che quella vicenda ci consegna. E la prima è la più desolante. La forza delle strutture democratiche e i relativi sistemi di difesa – e l’onnipotenza delle tecnologie - nulla possono contro l’irrazionale quando si manifesta come patologia aggressiva. Possono contenerne gli effetti e ridurne i danni, non possono prevenirne gli atti e impedirne l’esplosione.  Ciò non deve indurci alla resa, tutt’altro, ma deve renderci consapevoli che i regimi democratici, e proprio perché democratici, sono massimamente vulnerabili. Nessuna legislazione speciale e nessuno stato d’eccezione possono garantirci  in assoluto dall’imprevisto e dall’insondabile di un nemico interno, tanto più insidioso perché può mimetizzarsi nel flusso della vita di relazione e nelle pieghe della “società aperta”, com’è proprio – appunto - dei sistemi democratici. E sono questi sistemi che, per loro stessa natura, incubano e producono periodicamente una quota di violenza criminale, variabile a seconda delle fasi storiche e dei cicli economici ma permanente; e le crisi sociali possono rappresentare un fattore di precipitazione. È allora che irrompono, nelle società sviluppate dell’Occidente, le molte manifestazioni dei “ribelli senza causa” e della “ultraviolenza” di Arancia meccanica. Ma qui il discorso deve allargarsi. E infatti, se i due elementi prima citati (la psicopatologia individuale e la violenza “insensata”) sono in qualche misura inevitabili e incontrollabili, è il contesto che può e deve essere sottoposto a controllo e governato. E, di quel contesto, sono i “fattori di agevolazione” – che assecondano e incentivano l’esplosione dell’aggressività – che vanno in primo luogo messi sotto osservazione. Tra quei fattori, oggi, nell’Europa prostrata dalla crisi economica e dallo smarrimento culturale, è l’ideologia a svolgere ancora un ruolo preminente. Il bagaglio di idee coltivato da Anders Behring Breivik, è stato indagato minuziosamente in queste ore: appare come il deposito polveroso di un rigattiere folle che accumula reperti e ciarpame di tutte le tradizioni più regressive e di tutte le reazioni più torbide (compresa quella comunista-capitalistica di Vladimir Putin), in un coacervo sgangherato e paranoide. E tuttavia emerge un tratto dominante, ed è la coppia identità/invasione. Insomma, ancora l’idea di una purezza originaria del ceppo europeo, insidiata da un nemico esterno (l’Islam, sia pure contraddittoriamente) con la complicità dei “marxisti culturali”. Ovvero, sembra di capire, i teorici del multiculturalismo. Qui è necessario molto rigore. La libertà di opinione (anche di quella più abietta) non può essere conculcata: e sarebbe sciocco, prima ancora che politicamente sbagliato, associare atti di terrorismo, come questa orribile strage, a movimenti reazionari legali e a partiti ostili all’immigrazione, oggi presenti in tanti paesi europei. Dunque, nessuna frettolosa accusa di collusione o di favoreggiamento ideologico, se non documentalmente provata. Ma detto questo, e detto anche che Mario Borghezio, Marine Le Pen e il Partito del Progresso norvegese hanno piena legittimità in un sistema democratico, fino a che rimangano nell’ambito della legalità, il discorso non si esaurisce. La xenofobia è, alla lettera, la paura dello straniero: sentimento radicato nell’antropologia umana, che si manifesta come inquietudine e insicurezza. Può essere affrontata con argomenti razionali e amministrata con strategie intelligenti che la disinneschino e la neutralizzino. Ma quando un agitatore o un partito ne fanno risorsa politica e mezzo di acquisizione del consenso, quando si attivano gli imprenditori politici dell’intolleranza, lì si sta scherzando col fuoco. Quando le parole dell’ansia collettiva vengono trasferite  nella sfera pubblico-istituzionale, fino a diventare programma politico, tutto può accadere. Anche che uno psicopatico frustrato arrivi a immaginarsi come l’eroico soldato di una guerra santa contro l’invasione dell’Europa.
 
il Messaggero 26 luglio 2011
 
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links