Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

19 gennaio 2012

Governo battuto sull'immigrazione
il sole, 19-01-2012  
Marco Ludovico
ROMA.-Alla vigilia del viaggio in Libia del presidente del Consiglio - Mario Monti volerà sabato prossimo a Tripoli - a Montecitorio si scatena lo scontro sull'immigrazione.
E il governo finisce due volte in minoranza. In realtà anche all'interno del Pdl scoppiano le polemiche. E la Lega protesta in aula contro i clandestini e viene rimbrottata dal vicepresidente Rosy Bindi (Pd). Mentre parlava l'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini (Pdl), un gruppo di deputati del Carroccio - Claudio D'Amico, Gianluca Forcolin, Corrado Callegari, Laura Molteni e Alberto Torazi - è andato sotto il banco del governo e ha mostrato la scritta, divisa in più fogli: «No ai clandestini».
Rosy Bindi ha definito l'episodio «inqualificabile» e l'atteggiamento dei leghisti, ha aggiunto, «non potrà restare senza con- seguenze e sanzioni».
«Abbiamo fatto questa protesta - spiega Claudio D'Amico - in quanto riteniamo gravissimo che il governo che si professa tec- nico ha con una scelta politica dato parere contrario alla nostra mozione che chiedeva il rimpatrio di tutti i profughi libici». Erano assenti i deputati vicini a Maroni, tutti nell'assemblea a Varese con l'ex ministro dell'Interno. La tensione alla Camera dei deputati è risalita quando l'Esecutivo è andato in minoranza sulle mozioni dell'Idv e dei Radicali. La prima impegna il governo, che aveva espresso parere negativo, «a consentire che le operazioni di contrasto all'immigrazione clandestina siano pienamente çonformi alle norme di dirittò internazionale, in particolare per quel che concerne i richiedenti asilo». E a «a migliorare sensibilmente, in ogni caso, le condizioni dei migranti sistemati nei centri di accoglienza, nei centri di identificazione ed espulsione e nei centri di accoglienza dei richiedenti asilo, oggi ridotti a veri e propri luoghi di sofferenza e di mancanza di rispetto dei diritti umani». La mozione dei Radicali, in particolare, chiedeva l'impegno del governo «a garantire protezione internazionale e diritto di asilo a chi è giunto dalla Libia, e a non riprendere le politiche di respingimento né nei coníronti di chi proviene dalla Libia né da chi arriva da altri Paesi». Alla fine l'aula di Montecitorio ha detto si anche alle mozioni di Pdl, Pd e Terzo Polo relative ai rapporti con la Libia in materia di immigrazione, mentre è stato bocciato solo il documento presentato dalla Lega. E poi c'è stata la polemica di due autorevoli esponenti del Popolo delle Libertà. Gli ex sottosegretari Guido Crosetto e Alfredo Mantovano hanno detto in una nota: «Ci sfugge la strategia politica dei Gruppo Pdl alla Camera che ha deciso di dare come indicazione di voto l'asterisione su una mozione che nelle premesse definisce "indiscriminate, in violazione degli obblighi internazionali, comunitari e nazionali" le azioni del Governo Berlusconi e critica quanto fatto negli ultimi anni in materia di immigrazione. Per quanto ci riguarda noi, ed altri, abbiamo votato contro, in dissenso dal Gruppo per dignità e coerenza».

 

Alla Camera, il governo battuto due volte sulla Libia
La Stampa, 19-01-2012
Governo battuto per due volte nell'Aula della Camera. L'Assemblea di Montecitorio ha approvato, contro il parere dell'Esecutivo, le mozioni dell'Idv e dei Radicali sulla cooperazione fra Italia e Libia sull'immigrazione in vista della visita di sabato a Tripoli del presidente del Consiglio Mario Monti. Approvate le mozioni di Pdl, Pd e Terzo Polo su cui c'era il parere favorevo- le del Governo. L'unica mozione a risultare respinta è stata quella presentata dalla Lega, i cui deputati hanno inscenato in Aula una protesta: prima del voto, mentre parlava l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini (Pdl), una pattuglia di deputati del Carroccio ha esposto la scritta, divisa in più fogli, «No ai clandestini». Mentre la vicepresidente Rosy Bindi ne definiva «inqualificabile» il comportamento, annunciando sanzioni, dai banchi del Pd si gridava «Buffoni, buffoni». Sia sulla mozione dell'Idv sia su quella dei radicali il Pd ha votato contro il parere del governo. Il testo dei dipietristi è passato con 236 si, 215 no e 5 astenuti, raccogliendo i consensi di Pd,'Idv e Terzo Polo. La mozione dei Radicali è passata con 125 no, 162 astenuti e 264 si. No hanno votato Lega e Udc, si Pd e Idv, il Pdl si è astenuto.



Lega: Gli immigrati non sono più profughi, la guerra è finita
Proteste oggi in Aula alla Camera durante la discussione sulle mozioni sulla cooperazione: Abbiamo difeso gli interessi dei padani. Governo sconfitto 2 volte alla Camera, ok alla mozione Idv. Crosetto-Mantovano: Incomprensibile il voto del PDL alla Camera
la Politica Italiana.it, 18-01-2012
ROMA - Sono stati Gianluca Forcolin, Alberto Torazzi, Corrado Callegari, Claudio D'amico e Laura Molteni i deputati del Carroccio a mostrare ai banchi del governo fogli con su scritto «No clandestini» animando così la proteste oggi in Aula alla Camera durante la discussione sulle mozioni sulla cooperazione con il governo libico per la gestione dei flussi migratori, rispetto alla quale la Lega chiede il rimpatrio degli ormai «ex profughi».
I deputati del Carroccio motivano la loro azione spiegando che «essendo terminata la guerra in Libia non si può più parlare di profughi ma di clandestini e quindi è necessario il loro immediato rimpatrio» si tratta spiegano «ancora una volta di una decisione non tecnica ma politica presa da un Governo non eletto dai cittadini che si contraddice giorno dopo giorno. Solo ieri - sottolineano i deputati del Carroccio - Monti ci ha spiegato che non si può trattare con l'Europa il tempo di rientro del debito pubblico ma oggi invece si può trattare con la Libia per tenerci i «profughi -clandestini» in albergo, a spese dei cittadini». Dopo la bagarre scoppiata riferiscono i deputati del Carroccio, «ben ha fatto l'Onorevole Dozzo a sottolineare ironicamente l'incapacità dei tecnici e della maggioranza che presi alla sprovvista e nella confusione generale sono stati battuti due volte in Aula alla Camera su due mozioni su cui avevano dato parere negativo».
«Anche oggi - ribadiscono i deputati del Carroccio - la Lega Nord è stata l'unica che ha difeso gli interessi dei cittadini Padani. Non troviamo giusto che i profughi-clandestini ricevono quotidianamente 50 euro mentre le nostre famiglie tassate all'inverosimile faticano a pagare il riscaldamento e a mettere insieme il pranzo con la cena, è una vergogna!!!«
Governo sconfitto 2 volte alla Camera, ok alla mozione Idv - Doppia sconfitta,sia pure indiretta, per il Governo Monti in aula alla Camera. Si tratta del primo inciampo a Montecitorio per la nuova maggioranza. Insieme alle mozioni di Pdl, Pd e Terzo Polo sulla cooperazione fra Italia e Libia sull'immigrazione in vista della visita di sabato a Tripoli del Premier Mario Monti, sulle quali il Governo ha dato parere favorevole, sono state approvate infatti anche due mozioni, una di Idv e una a prima firma Baretta, sulle quali l'esecutivo aveva dato invece parere contrario. A favore di queste mozioni hanno votato insieme Idv, Lega e diversi parlamentari di maggioranza. A risultare respinta alla fine, è stata solo la mozione presentata dalla Lega.
La mozione Idv: Superata la vecchia politica degli immigrati - «La mozione presentata da Italia dei Valori (primo firmatario Leoluca Orlando) è stata approvata col più alto numero di voti favorevoli rispetto alle altre mozioni. La bocciatura della mozione della Lega e l'approvazione della mozione del Pdl avvenuta solo grazie alle numerose astensioni ha definitivamente mandato in soffitta la scellerata politica italiana degli accordi bilaterali col governo libico». Lo sottolinea il portavoce Idv Leoluca Orlando.
&q«L'approvazioni delle altre mozioni del Pd, dell'Udc e dei Radicali alle quali Idv ha dato il proprio convinto sostengo fanno espresso riferimento all'esigenza di affrontare in sede europea e nel rispetto delle convenzioni internazionali il tema delle migrazioni, garantendo il riconoscimento dei diritti dei migranti e il recepimento da parte della Libia dell'accordo di Ginevra sui rifugiati - spiega Orlando -. Il trattamento umanitario di quanti si trovano in Italia è incompatibile con la condizione dei Cie e dei Cara, vere e proprie carceri, in cui vengono trattenuti anche per oltre 18 mesi esseri umani che hanno la sola colpa di rivendicare il diritto di vivere. Resta incomprensibile il parere negativo formulato da un governo che dovrebbe conoscere le direttive europee, in primis quella espressa dalla commissaria responsabile per gli affari interni Malstrom».
Crosetto-Mantovano: Incomprensibile il voto del PDL alla Camera - «Ci sfugge la strategia politica del Gruppo Pdl alla Camera che ha appena deciso di dare come indicazione di voto l'astensione su una mozione che nelle premesse definisce 'indiscriminate, in violazione degli obblighi internazionali, comunitari e nazionali' le azioni del Governo Berlusconi e critica quanto fatto negli ultimi anni in materia di immigrazione. Per quanto ci riguarda noi, ed altri, abbiamo votato contro, in dissenso dal Gruppo per dignità e coerenza». E' quanto dichiarano i deputati del Pdl, Guido Crosetto e Alfredo Mantovano.



Libia, ritrovata barca con un cadavere È mistero sui giovani somali dispersi
Avvenire, 19-01-2012
Paolo Lambruschi
Ancora buio fitto sulla sorte del gommone disperso in acque libiche con 55 somali a bordo. Ma il blog Fortress Europe, che da alcuni anni tiene la contabilità dei morti nelle acque del Mediterraneo del sud, è in possesso di notizie che fanno temere il peggio.
Di sicuro si sa che alle tre del mattino del 14 gennaio scorso l’imbarcazione è partita dalle coste libiche con destinazione Italia. Ma dopo tre ore i passeggeri, 39 uomini e 16 donne tutti di età compresa tra i 18 e i 30 anni, hanno lanciato l’sos ai parenti in Italia e Norvegia perché il motore era rotto e il natante stava imbarcando acqua. I congiunti hanno avvertito a Roma il giornalista dell’edizione in somalo della Bbc Aden Sabrie, il quale ha dato l’allarme, e hanno avvisato la guardia costiera italiana e maltese. Nessuna delle due è intervenuta perché il battello andava alla deriva in acque libiche. Contattate, le autorità navali di Tripoli hanno comunicato sabato sera di non poter intervenire.
Ieri Fortress Europe, curato dal giornalista Gabriele Del Grande, faceva presagire una nuova tragedia del mare, la prima del 2012. Secondo il sito, infatti, la capitaneria di porto di Misurata, in Libia, ha recuperato nella mattinata di ieri un gommone alla deriva al largo di Khums, nella Libia settentrionale. A bordo c’era, però, il cadavere di un solo giovane, degli altri passeggeri nessuna traccia. Il blog ipotizza che siano stati trascinati via dalle correnti. Non va neppure escluso che almeno una parte dei passeggeri sia riuscita a mettersi in salvo. Fonte di Fortress Europe è un dirigente del porto di Misurata, che ha mostrato a Del Grande anche le foto del gommone ritrovato. I parenti invece non hanno avuto notizie e anche l’ufficio libico dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati attendono conferme.
Il mistero continua e intanto Fortress Europe rivela nuovi particolari circa la partenza. L’imbarcazione faceva parte di un gruppo di quattro barche salpate probabilmente dalla costa tra Zlitan e Khums, a est di Tripoli, sabato 14 gennaio. Due dei gommoni, che avevano rispettivamente 25 e 90 passeggeri a bordo, sono stati soccorsi domenica 15 gennaio dalla guardia costiera maltese. Sempre il 15 una terza barca con 72 persone è stata soccorsa dalla guardia costiera italiana 40 miglia a sud di Lampedusa. Alla vigilia della visita del premier Monti che ridiscuterà il Trattato di amicizia con il nuovo governo di Tripoli, la notizia conferma la ripresa delle partenze dalla Libia, dove sarebbero ancora diverse migliaia i subsahariani, disposti a rischiare la vita pur di raggiungere le coste italiane o maltesi per chiedere asilo.



Immigrati: scoperti da Gdf ad Ancona 27 clandestini in un tir dalla Grecia
Libero, 19-01-2012
Roma, 19 gen. - (Adnkronos) - Scoperti dalla Guardia di finanza di Ancona 27 clandestini - 21 di nazionalita' afghana, 5 marocchini e 1 tunisino - provenienti dalla Grecia e nascosti in un doppiofondo ricavato in un autoarticolato carico di pannelli in fibra. L'individuazione degli immigrati irregolari e' nata dal controllo di un mezzo sbarcato dalla motonave Anek Lines nel porto del capoluogo marchigiano, proveniente dalla Grecia e diretto in Italia.
Nelle prime fasi dell'ispezione, i militari in collaborazione con i funzionari doganali sono stati attirati dall'insolito odore proveniente dall'interno del mezzo. Dopo aver scaricato alcune confezioni di pannelli, hanno rinvenuto una vera e propria gabbia in legno nella quale erano stipate numerose persone, sedute su una tavola usata come panchina. I clandestini, due dei quali minorenni, hanno affrontato il lungo trasferimento via mare in condizioni disumane e sono state subito prestate le prime cure.
Dopo il ritrovamento, sono stati quindi affidati al personale della Polizia di frontiera per le procedure di rito che prevedono il rientro immediato nel Paese di provenienza. L'autista di nazionalita' russa e residente in Grecia e' stato tratto in arresto e rinchiuso nel carcere di Montacuto: dovra' rispondere del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ogni extracomunitario abbia versato all'organizzazione una somma fra i 2.000 e i 5.000 euro.



Immigrati: Pistoia, 14 profughi africani inizieranno a lavorare al cantiere comunale
Pistoia, 18 gen. - (Adnkronos) - Da lunedi' 23 gennaio quattordici profughi, arrivati da Lampedusa a Pistoia lo scorso giugno, inizieranno a lavorare al Cantiere comunale. Saranno impegnati a tempo pieno come volontari per eseguire vari tipi di lavoro tra cui giardiniere, operatore ecologico, imbianchino e muratore. Il responsabile del Cantiere Renzo Caloffi sta preparando un programma di interventi che prevede, tra gli altri, la ripulitura di piazza San Francesco, del giardino di Monteoliveto e del parco della Rana. I giovani verranno inseriti in squadre di lavoro coordinate dai capi tecnici e dallo stesso Caloffi.
I ragazzi hanno un'eta' compresa tra i 20 e i 30 anni, sono originari del Gana poi emigrati in Libia per svolgere lavori di manovalanza. Dopo lo scoppio della guerra il gruppo decise di fuggire dal paese nordafricano per arrivare in Italia. La loro lingua e' il ganese, ma parlano anche l'inglese.
''Vogliamo dare la possibilita' a questi giovani - dicono gli assessori al personale e al sociale Alberto Niccolai e Paolo Lattari - di sentirsi utili attraverso un lavoro che possa metterli in contatto con la citta'. Si tratta di una bella possibilita' per farli conoscere e poter promuovere cosi' l'integrazione. Gli immigrati hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa: per loro sara' una sorta di restituzione dell'accoglienza fino ad oggi ricevuta. Crediamo che questo progetto, uno tra i primi se non il primo in Toscana, potrebbe fare da apripista per stimolare anche altri Comuni a intraprendere percorsi che possano portare a dare maggiore dignita', e senso di utilita' e responsabilita' a chi fugge da paesi poveri, spesso martoriati da conflitti per trovare un futuro migliore''.



Immigrati: Monti, cittadinanza? Tenere assieme dignità-sicurezza
Il Premier a Radio Vaticana: «Saldare istanze pienamente legittime che tutti avvertiamo»
la Politica Italiana.it, 18-01-2012
ROMA - E' arrivato il momento di cambiare la legge per la cittadinanza ai minori stranieri? «Io avverto come giusta la fatica di depurare il linguaggio da troppi eccessi e forzature che hanno contaminato il dibattito pubblico. Certe espressioni pronunciate fuggono al nostro pieno controllo e non si sa bene a quale approdo possono arrivare. Questo ha spesso - purtroppo - caratterizzato in passato e ancora caratterizza il modo in cui i cittadini e le persone si rapportano ai temi dell'immigrazione e dell'integrazione». Lo sostiene il premier Mario Monti, intervistato a Radio Vaticana.
«Dignità e sicurezza delle persone possono, anzi debbono stare insieme: non si tratta di contemperare valori contrastanti, ma di saldare istanze pienamente legittime che tutti avvertiamo. Non c'è sicurezza senza rispetto, ma non si può obbligare nessuno alla bontà, si deve convincerlo. Serve il 'coraggio della verità' che, in molti casi, si traduce nell'esercizio intelligente del buon senso», conclude.



L'angolo di Granzotto
Quel buonismo «zingaresco» dei ministro Riccardi
Caro Granzotto, il bravo giovane che ha ammazzato quel povero vigile urbano milanese ha già un curriculum di tutto rispetto, per la sua età. L'hanno preso e verrà processato a Milano. È uno zingaro e i giudici saranno comprensivi, a ogni modo poi ci sono i condoni e presto lo riavremo libero e dedito a tutte le attività proprie della sua gente, mentre i campi nomadi continueranno a prosperare e a godere della simpatia della «società civile». Per queste cose non ci saranno mai gli «indignati».
Giuseppe Pallini
Che fatica ha fatto, caro Pallini, il giornalismo dei giornaloni a dribblare non dico la parola zingari, ma semplicemente il politicamente corretto Rom. Slavi,li si è detti. Qualcuno, sfidando impavido il ridicolo, li ha chiamati addirittura «ex nomadi». Quindi estranei,inquanto dimissionari, alla famosa cultura, tanto bella e che tanto dovrebbe piacerci, degli zingari. Insomma, un talentuoso esercizio di ipocrisia dei giornalismo dei giornaloni al quale abbiamo fatto il callo. Piuttosto, a stupire è stato l'atteggiamento del tecnoministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi. Mi dico- no, e leggo, che dei plotone ministeriale Riccardi sia il più ambizioso. E che intende usare il suo rango ministeriale quale trampolino perlo sforamento nella politica attiva e politicante. Mi dicono, e leggo, che si ritiene l'uomo giusto per coa- gulare attorno a sé le frange oratoriali del Pd e del Pdl e fare un sol boccone di Casini e dei suoi terzopolisti devoti. L'uomo giusto e inviato dalla provvidenza per far risorgere dalle ceneri la Dicci morotea e cattocomunista. Mi dicono ancora, e seguito a leggere, che a coprirgli le spalle abbia la force de frappe della Cei, la quale non sogna altro che tornino a sventolare le bandiere scudo-crociate e salgano nell'aire i cori del Biancofiore. In effetti Riccardi ha, sotto questo punto di vista, un curriculum di tutto rispetto, le giuste «entrature», i modi, la cultura, le astuzie e il perbenismo gesuitico del democristiano vecchia scuola. Quindi può farcela e naturalmente noi gli auguriamo di farcela: ci libererà di tutte quelle mammole e piagnoni che smidollavano la destra, che cosi epurata potrà ritrovare il suo nerbo eil suo autentico carattere. Tornando a noi, caro Pallini, le dicevo che trovo insolita la reazione di Riccardi alla notizia che ad uccidere il vigile Nicolò Savarino siano stati due zingari, Goico Jovanovic e il suo complice. Silenzio. Non una parola. Eppure, appena nominato Riccardi corse a portare la sua solidarietà ministeriale agli zingari d'una baraccopoli presa di mira dal malcontento degli abitanti della zona. In quell'occasione disse anche che bisognava dare agli zingari, tutti gli zingari, una casa. Gratis. Bene, pur con tutte le premesse (si tratta di mele marce, la comunità Rom è pacifica e laboriosa, la loro cultura esclude la violenza, il furto, l'accattonaggio...) ci si sarebbe aspettato che in qualità di protettore, garante e ambasciatore di quella gente Andrea Riccardi si fosse recato dai familiari di Savarino per manifestare anche a loro la commossa vicinanza e solidarietà ministeriale e magari anche per cincischiare qualche scusa a nome dei suoi beneamati zingari. Non l'ha fatto. Da buon democristiano.



Immigrati: madri tunisine alla Boniver, dove sono nostri figli?
(AGI) - Tunisi, 18 gen. - (dall'inviato Fabio Greco) "Da una sponda all'altra, vite che contano". La frase sullo striscione racchiude l'angoscia di decine di madri che lo reggono. Sono le donne tunisine i cui figli si avventurarono un anno fa sui barconi della speranza alla volta dell'Italia, e dei quali non si sa piu' nulla, ne' in Italia ne' in patria.
  Queste madri, che manifestano ogni giorno da un anno aggrappate ai cancelli del ministero degli Esteri tunisino, oggi hanno fermato la delegazione della Commissione parlamentare italiana sul controllo dell'immigrazione, guidata da Margherita Boniver, bloccandola da fuori nell'edificio per circa un'ora e nella speranza in un incontro. Erano una cinquantina, ma Hamadi Zribi, italo-tunisino che le coordina, spiega che sono "almeno 200 in tutta Tunisi". "Chiedono chiarezza sul destino dei figli", dice, "quale sia stata la loro sorte, se finirono annegati in mare o sono ancora vivi da qualche parte in Italia". A un anno dall'inizio Rivoluzione dei Gelsomini, il dramma di chi fuggi' dal Paese temendo la guerra civile o in cerca di una nuova vita aspetta ancora una soluzione e forse, a dire di Hamadi, basta poco per rasserenare queste donne. "Mio figlio parti' il 14 gennaio scorso, da Sfax", racconta la madre di Mohammed Jabail, 24 anni, "sono sicura che si trova in un carcere nel nord Italia. L'ho visto in una foto". La speranza e' tutta in un fotogramma di un filmato televisivo, in cui sono ripresi i barconi stipati di disperati in arrivo a Lampedusa.
  "Questo e' lui, e' il mio Ahmed", indica una di queste donne, sovrapponendo la fototessera conservata nella borsa al profilo di un ragazzo sul barcone: la somiglianza e' vaga, ma basta a tenere viva la speranza. "Certo che mio figlio e' vivo, l'ho visto in televisione mentre urlava dal bus il giorno dopo l'arrivo a Lampedusa: 'Non voglio tornare a Tunisi'. Pero', perche' non chiama, non telefona?", piange un padre mostrando la foto del figlio adolescente. In quelle partenze da Sfax, Tunisi, Bizerte -fughe di chi aveva letto la Rivoluzione come liberta' di mollare la poverta' e andarsene- la Tunisia ha perso un pezzo di gioventu'. Secondo i piu' recenti dati disponibili, oltre 26.000 migranti sono arrivati a Lampedusa nel 2011, e piu' di 2.000 hanno chiesto protezione internazionale. "Il piu' adulto di quelli che in un anno sono partiti da qui ha 35 anni", aggiunge Hamadi, che, prima in Italia e poi nel proprio Paese, sembra aver dedicato la propria vita a ricollegare i fili tra persone lontane e attenuare il dolore di chi ha perduto una persona cara. Ma queste madri vivono in un limbo, tra l'attesa di telefonata del loro ragazzo e quella di lacrime che non vorrebbero mai versare. "Basterebbe qualche settimana per liberarle dall'angoscia", sottolinea Hamadi, "basterebbe che Italia e Tunisia incrociassero le verifiche sulle impronte digitali in possesso di entrambi i Paesi", quello dal quale il giovane e' partito e quello in cui e' arrivato. "Basterebbe", aggiunge, "la formazione di una commissione tecnica incaricata di fare cio', ed e' questo che abbiamo chiesto in una lettera inviata al ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi". .



Quelle afghane stuprate e condannate per adulterio
Nel paese la condizione femminile è fra le più difficili. Due casi di violenza hanno scosso la comunità internazionale, spingendo il presidente Hamid Karzai a intervenire. L'appello di Ong e associazioni
la Repubblica, 15-01-2012
VALERIA PINI
ROMA - Donne vittime di stupro che finiscono in carcere, perché accusate di adulterio. Giovani spose-bambine vendute dai fratelli e torturate dai mariti. Succede in Afghanistan, dove la condizione femminile è fra le più difficili. Parole come tutela e diritti per loro sono sconosciute, mentre anche le ragazzine imparano a convivere con violenze e sopraffazione. Due storie scuotono il paese in questi giorni e hanno spinto a il presidente Hamid Karzai a intervenire. Il primo è quello della vittima di uno stupro finita in carcere e il secondo di una sposa quindicenne torturata e traumatizzata dalla famiglia che doveva accoglierla. La Commissione indipendente afgana dai diritti umani ha accertato 1.026 casi di violenze contro le donne durante il secondo trimestre 2011, contro 2.700 Casi per tutto l'anno 2010. Secondo l'Ong Oxfam 1, l'87 per cento delle afgane afferma di aver subito violenze fisiche, sessuali o psicologiche o un matrimonio contro la propria volontà.
Lo stupro e la condanna. Gulznaz ha 21 anni ed è uscita da poco dal carcere di Kabul, dove è nata sua figlia Moska. Sembra più giovane della sua età, ma racconta una storia incredibile. E' stata rinchiusa in prigione dopo essere stata violentata dal cugino del marito. L'accusa di adulterio è arrivata quando si sono incominciati a vedere i segni della sua gravidanza. Una macchia da cancellare per la sua famiglia. La polizia l'ha arrestata insieme all'uomo
che le ha fatto del male. I giudici l'hanno considerata colpevole di "adulterio forzato", quello che per noi è una violenza è considerato un reato per la legge afghana. Per questo, come riferisce il corrispondente della Bbc, la donna è stata condannata a 12 anni di carcere. Ma quando il caso ha incominciato a fare scalpore nella comunità internazionale, il presidente Hamid Karzai è intervenuto e Gulnaz è stata liberata. Ma per lei, come racconta la Bcc nel reportage, la situazione è ancora complicata. Vorrebbe tornare dalla sua famiglia e sposare l'uomo che l'ha umiliata. Ma se lui non vorrà diventare suo marito, "la macchia" sulla sua famiglia non verrà cancellata. Si troverà sola, senza lavoro, e sarà difficile sopravvivere. Ora Kim Motley, un'avvocatessa americana che vive a Kabul, sta cercando di raccogliere fondi per aiutarla.
La sposa bambina. Un secondo caso fa molto discutere nel paese. Sahar gul 15 anni, è stata venduta per 5.000 dollari dal fratello alla famiglia dello sposo. Il 27 dicembre è stata trovata dalla polizia della provincia di Baghlan in stato di shock, dopo aver trascorso sei mesi chiusa in un bagno. Trasportata con il volto tumefatto in un ospedale di Kabul, è stata curata per una falange tagliata e numerose lesioni. "Noi l'abbiamo incontrata alcuni giorni fa. E' ancora traumatizzata. Il suo corpo è ancora coperto di lividi", ha detto Wida Latif, avvocato dell'associazione Rete delle donne afgane. "Non riesce a parlare molto bene ma ci ha detto: 'voglio che mio marito e la sua famiglia vadano in prigione' . Ha bisogno di un'assistenza speciale. Incontreremo il presidente e gli chiederemo di darle un posto per vivere, altrimenti sarà trasportata in una struttura femminile e sarà dimenticata, come molte donne che vivono in queste case", ha detto Latif.
Karzai: "Il massimo contro i colpevoli". Incontrando organizzazioni non governative per affrontare la storia di Sahar, Karzai ha dichiarato che "sta facendo il massimo per far processare i colpevoli di violenze domestiche". A inizio gennaio, Karzai aveva ordinato alle sue forze di sicurezza di ricercare il marito e il suocero di Sahar Gul, in fuga. Il suocero della vittima è stato arrestato. La presidenza ha anche annunciato il prossimo trasferimento della giovane donna in india per alcune terapie.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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