Lampedusa non è un’isola. Domande al ministro Riccardi

Questa sera, alle ore 18, a Roma presso la sala dell’associazione Civita di Piazza Venezia, A Buon Diritto Onlus discuterà con il ministro della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione,  Andrea Riccardi, Lampedusa non è un’isola. Profughi e migranti alle porte dell’Italia.

Si tratta di un rapporto curato da A Buon Diritto e dedicato agli immigranti e ai richiedenti asilo redatto sotto la direzione di un comitato scientifico composto da Laura Balbo, Luigi Ferrajoli, Tamar Pitch, Giorgio Rebuffa, Eligio Resta e Stefano Rodotà. Un vero e proprio dossier delle cronache, degli avvenimenti istituzionali e dei cambiamenti normativi accaduti nel 2011. L’incontro sarà l’occasione per discutere con il ministro Riccardi di alcuni argomenti cruciali che riguardano il fenomeno dell’immigrazione in Italia: dai costi della regolarizzazione e delle difficoltà della permanenza regolare, all’attuale legge sulla cittadinanza incentrata esclusivamente sullo jus sanguinis; dalla questione Rom e Sinti alla necessità di realizzare politiche finalizzate a disincentivare atteggiamenti discriminatori, fino alle problematiche legate al prolungamento della permanenza nei centri di identificazione ed espulsione. Tali criticità saranno poste proprio dai rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni che si occupano a vario titolo del tema, come l’Asgi, l’Arci, Lunaria, l’Associazione 21 Luglio e il Centro Astalli.     Non è la prima volta che il Rapporto Lampedusa non è un’isola viene discusso con questa formula. Era già avvenuto infatti lo scorso 20 giugno, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, con il ministro  Anna Maria Cancellieri e, qualche giorno dopo, con il Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli e quello della Protezione Civile, Franco Gabrielli. La settimana scorsa, inoltre, lo stesso Rapporto è stato consegnato e presentato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il lavoro di A Buon Diritto rappresenta un’analisi scientifica del fenomeno da cui emerge come, quasi fosse un gioco di cerchi concentrici, la crisi del 2011 si possa iscrivere dentro un indirizzo di politiche sull’immigrazione perseguite in maniera determinata dall’inizio della legislatura. Indirizzo che, a sua volta, riprende la torsione data nel 2002 al Testo Unico dalla “legge Bossi-Fini”. Il Rapporto traccia un’analisi dettagliata delle forme e degli effetti di una politica compiutamente definita, scientemente perseguita e conseguentemente messa in pratica: una politica sostanzialmente xenofoba (nel suo senso letterale: ovvero fondata sulla paura dello straniero, proposto come nemico). Ecco perché risulta importante che tutte le forze in campo (le associazioni, le organizzazioni e le istituzioni) discutano di queste problematiche, con l’obiettivo di capire le motivazioni su cui si fondano e arrivare a proporre delle modalità di gestione del fenomeno che partano da presupposti completamente differenti.
l'Unita.it, 27-09-2012

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