Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

«Tutti stranieri», in radio un giorno per capire le ragioni degli immigrati

Italia-razzismo
Da qualche anno Rai RadioTre dedica un giorno della sua programmazione a un evento speciale. Non si tratta di una cerimonia di gala o della commemorazione di un avvenimento storico. RadioTre propone, come ha fatto il 5 dicembre, un diverso sguardo e un diverso punto di vista su quanto accade in Italia e nel mondo.

E lo sguardo è quello di chi si trova nel nostro Paese, per motivi di studio o di lavoro, perché migrante o profugo, e che per una volta si trasforma in conduttore radiofonico: «Tutti stranieri» (questo è il titolo della giornata). Quello che il direttore di RadioTre, Marino Sinibaldi, vuole proporre agli ascoltatori non è il racconto di chi decide di (o è costretto a) abbandonare il proprio paese di origine né, tantomeno, offrire una visione pietistica dell’immigrazione. Nel corso della giornata si avvicendano alla conduzione giornalisti, studiosi, insegnanti, musicisti, artisti, moltissime professionalità diverse che, per 24 ore, hanno il compito di commentare le notizie, o di parlare di musica, o di trattare diversi argomenti, facendoci uscire «dal recinto delle nostre opinioni, tanto più angusto in momenti in cui dovremmo tutti provare a cercare, cambiare, oltrepassare, inventare». L’immigrazione come opportunità di crescita e come valore aggiunto, non solo rispetto ai benefici economici che ne ricaviamo (innegabili e ormai ampiamente riconosciuti), ma anche dal punto di vista sociale, delle conoscenze e delle ricchezze immateriali di cui questi cittadini sono portatori. Ed è per questo che il filo conduttore della giornata non poteva che essere quanto detto da Napolitano sul diritto di cittadinanza per i figli di stranieri nati in Italia. Perché non valorizzare queste esperienze e queste vite è cosa che non possiamo più permetterci di fare.
l'Unità, 06-12-2011

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