La realtà di Novellara e il giornalismo di PresaDiretta

Domenica sera è andata in onda, su Raitre, una puntata davvero bella del programma di Riccardo Iacona, PresaDiretta, dedicata all’immigrazione.
Diciamo subito le poche cose che non ci sono piaciute  per meglio sottolineare il moltissimo degno di plauso. È stato, come dire, un po’ facilone l’accostamento tra le parole dell’ex ministro dell’interno, Giuliano Amato, e le conseguenze nefaste dell’accordo Italia-Libia. E, poi, l’enfasi virtuosa che ha accompagnato il servizio su Novellara. Sappiamo tutto, e da anni, di Novellara (vedi, su italiarazzismo.it, Da clandestino ad assessore di Youssef Salmi): ma lo stesso sindaco, intelligente e saggio, sembra avere una consapevolezza più avvertita delle contraddizioni che covano in quella popolazione, di cui l’exploit elettorale della Lega è solo l’ultimo segnale. Detto questo, il programma di Iacona costituisce uno straordinario esempio di buon giornalismo, capace di sottrarsi e alla drammatizzazione e al sentimentalismo (perciò gli avrebbe giovato una maggiore sobrietà nei commenti, spesso superflui rispetto all’eloquenza delle immagini). Un passaggio davvero istruttivo: un anziano signore racconta che alcuni stranieri avrebbero bucato le quattro ruote dell’auto della moglie, quest’ultima nega, ma l’uomo insiste: “parlavano un po’ in shallà, bisbillà…e tutte quelle parole lì”. Si tratta con ogni probabilità, di una ricostruzione mitologica, fatta a posteriori: ma è su migliaia di fraintendimenti come questo e sulla narrazione alterata e allarmata che vi si edifica sopra, che si alimentano gli stereotipi e si diffonde il panico sociale. Anche in quello che appare come “il migliore dei mondi (o meglio: dei microcosmi) possibile”. A Novellara, provincia di Reggio Emilia.

l'Unità, 8 settembre 2009
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