Da 7 giorni su una gru per difendere i diritti più elementari

06 novembre 2010 Osservatorio Italia-razzismo
Non hanno intenzione di scendere le sei persone straniere che dallo scorso sabato, occupano il braccio di una gru, a un’altezza di trenta metri, in un piazzale di Brescia.
Le richieste, che per ora non hanno ottenuto alcuna risposta concreta, sono: accelerare i tempi di valutazione delle domande di sanatoria per colf e badanti presentate nel 2009 e spiegare il diniego per alcune di queste. Si contesta l’assenza di un provvedimento di tutela giuridica del lavoratore di fronte al rigetto della domanda di assunzione. È da tempo che si chiede al ministero dell’Interno di riconsiderare questo aspetto della sanatoria che sta creando molti disguidi (e molte sofferenze). Primo tra tutti il fatto che ci sono numerosi procedimenti di espulsione in corso per stranieri realmente impiegati come lavoratori domestici e che, se venissero allontanati, come ospiti non voluti, lascerebbero nei guai tante famiglie italiane. Il punto è che si trascura il fatto che mantenere le persone nell’anonimato giuridico e sociale ha delle ripercussioni sulla società tutta, senza dimenticare quelle che ha sulle casse dello Stato. Sarebbe quindi utile, oltre che scendere a patti con gli occupanti d’alta quota (sulla gru), considerare la posizione giuridica di quei lavoratori impiegati in settori diversi da quello domestico che da due anni non hanno la possibilità di regolarizzarsi. È, in primo luogo, il segno che questi atteggiamenti comunicano a preoccupare. E riguardano tutte le relazioni tra popoli e stati. In Inghilterra il tetto ai ricercatori non comunitari voluto dal governo potrebbe avere gravi conseguenze quali il rallentamento dei progetti di ricerca sul cancro al seno. È meglio pensarci, prima che sia troppo tardi.
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