Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Lira, da 10 anni in Italia Le rimuovono l’auto e la spediscono in Russia


Il caso che qui vogliamo illustrare rientra nelle aberrazioni che scaturiscono dalla realtà (fuorilegge da parte dello Stato) relativa ai rinnovi dei permessi di soggiorno: tempi di attesa lunghissimi e mancata trasparenza delle amministrazioni pubbliche sono cose di cui la storia di una giovane cittadina russa, Lira Ahmetchina, risulta essere, purtroppo, esemplare.

Lira  ha vissuto in Italia dal 1998, con un regolare permesso di soggiorno dal 2000 che le è sempre stato rinnovato, anche nelle more della legge Bossi-Fini, poiché disponeva di un regolare contratto di lavoro. L'ultima richiesta di rinnovo risale al febbraio del 2007 e da quel momento Lira, con in mano la ricevuta delle Poste, ha atteso il rinnovo prima dalla questura di Chieti e poi dalla questura di Pescara, dove era stata trasferita la pratica. Uscita e rientrata dall'Italia senza problemi, il 20 gennaio si reca alla stazione dei Carabinieri di Vasto perché le era stata rimossa l'auto e qui le viene notificato che la questura di Pescara non le aveva rinnovato il permesso di soggiorno, viene trattenuta, portata a Roma nel Cie di Ponte Galeria e rispedita a Mosca il 2 febbraio. Probabilmente il cambio di  lavoro, pur senza intervallo di disoccupazione, non verificato dall'Amministrazione, potrebbe essere stato all'origine della revoca del permesso, ma è una supposizione visto che le motivazioni dell'atto non sono ancora in possesso del legale. L'immediatezza poi dell'espulsione non ha permesso ulteriori verifiche e così dopo 10 anni di permanenza regolare nel nostro paese e di onesto lavoro, di una vita sociale regolare, Lira si vede vanificato tutto come se fosse una pericolosa terrorista e da Mosca aspetta giustizia.
L’Unità 4 maggio 2010
Shukri Said Andrea Billau
Italia-razzismo
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