Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Ho deciso di cavalcare il popolo

a cura di Saleh Zaghloul
Gli arabi in giro per il mondo stanno facendo circolare in rete questi versi di Nizar Qabbani, siriano, nato a Damasco nel 1923, forse il più popolare dei poeti arabi contemporanei. Questi versi fanno parte di una lunga poesia dal titolo "Autobiografia di un macellaio arabo", compresa nella raccolta "Ti ho sposata libertà". I

versi sono stati scritti nel 1988, ma sono resi attualissimi dalla caduta dei dittatori nel mondo arabo e dai loro ultimi discorsi al popolo in rivolta prima di fuggire e lasciare il potere. Nizar è morto nel 1998 a Parigi. Famoso per essere “il poeta dell’amore” e “il poeta delle donne” è riuscito a scrivere le migliori poesie politiche. Le sue poesie erano censurate e proibite in quasi tutti i paesi arabi ma erano le più diffuse e popolari tra i cittadini arabi in particolare tra i giovani. Nizar è uno di quelli che hanno lavorato e pagato molto per la libertà e la democrazia nel mondo arabo, peccato non abbia vissuto ancora per assistere all’attuale straordinario cambiamento nel mondo arabo. La sua raccolta di poesie "Il fiammifero è nella mia mano e i vostri piccoli stati sono di carta" è stata pubblicata, nel 2001, dalla casa editrice San Marco dei Giustiniani di Genova:

Ho deciso di cavalcare il popolo
Nizar Qabbani, traduzione di Saleh Zaghloul
Ogni volta che ho pensato di lasciare il potere
la mia coscienza me lo ha proibito ..
Chissà chi dopo di me governerà questa brava gente?
Chi dopo di me guarirà lo zoppo ..
il lebbroso ..
e il cieco ..
Chi ridarà vita alle ossa dei morti?
Chissà chi sarà capace di far uscire la luce della luna dal proprio mantello?
Chi potrà mandare la pioggia alle persone?
Chissà chi li frusterà novanta volte?
Chi sarà a crocifiggerli sopra gli alberi?
A costringerli a vivere come le bestie?
E a morire come le bestie?
Ogni volta che ho pensato di lasciarli ..
le mie lacrime scoppiavano come una nuvola ..
e fiducioso nel sostegno di Dio ..
ho deciso di cavalcare il popolo ..
da ora fino al Giorno dell’apocalisse.

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