Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

30 ottobre 2013

Sicilia, soccorsi 225 immigrati
Lampedusa, interventi guardia costiera
TGcom24, 30-10-2013
08:27 - Nuovi sbarchi in Sicilia. Nella notte sono stati tratti in salvo, in due diversi interventi della guardia costiera, 225 immigrati. Il primo sos è arrivato per un'imbarcazione, a 84 miglia dalla costa di Lampedusa, con a bordo 124 persone: soccorse, sono state portate a Porto Empedocle. Altri 101 immigrati, sempre al largo di Lampedusa, sono invece stati tratti in salvo e portati al porto di Trapani.



Ragazzi, che cos’è per voi la cittadinanza?
Corriere.it, 30-10-2013
Reas Syed
In questi giorni stiamo facendo questa domanda agli studenti delle scuole superiori della Lombardia: “Che cos’è per voi la cittadinanza?” Da Milano, a Lumezzane passando per Sarezzo, Gallarate, Monza, Abbiategrasso e Vimercate le risposte non sono poi tanto diverse. Si sentono riflessioni ragionate, ma anche stereotipi e cose riferite per “sentito dire”. In tutte le classi sono i ragazzi a indicare quelli che possono essere utilizzati come criteri per l’attribuzione della cittadinanza: luogo di nascita, cittadinanza dei genitori, durata di permanenza in un Paese, legami familiari (quali matrimonio e adozione). Ma non mancano risposte stravaganti: rapporto di lavoro, meriti sportivi, buona condotta. Proprio da qui si inizia a ragionare insieme su perché questi ultimi criteri in realtà non sono utilizzati dagli ordinamenti statali: “Nessuno di noi lavora, ma quasi tutti abbiamo la cittadinanza”; “Anche quelli di noi che non sono campioni sportivi hanno la cittadinanza”; “Ma se uno va in prigione, gli tolgono la cittadinanza?”
    Se c’è una cosa che accomuna tutti è lo stupore nello scoprire che non è l’esser nati e cresciuti in Italia che li rende italiani.
Spesso senza sapere cosa sia lo “ius soli” i ragazzi danno per scontato che chi nasce in Italia, anche se ha genitori stranieri, sia da considerarsi italiano. Guidati dallo stupore e dalla voglia di capire come effettivamente funzionano le cose, sono attentissimi quando spieghiamo loro l’attuale legislazione e le proposte per l’introduzione del cosiddetto “ius soli moderato”. A parte qualche eccezione la gran parte dei ragazzi trova questa proposta di riforma legislativa più che sensata e alquanto adeguata.
    Anche perché in tutte le classi non manca “lo straniero”, la cui condizione di “non cittadino” a volte si scopre solo in quella sede.
Il progetto di cui parlo si chiama Inside Out/Scuole ed è realizzato dalle associazioni Il Razzismo è una brutta storia e aBcM. Dopo i laboratori nei quali si guardano i cortometraggi del kit didattico “Look Around. Per non restare indifferenti” e si discute di cittadinanza e partecipazione chiediamo ai ragazzi di “mettere la loro faccia” per la riforma, in senso inclusivo, della legge sulla cittadinanza. I ritratti vengono raccolti, condivisi da loro sui social media e mandati dall’artista JR per essere rielaborati e stampati in “formato gigante”.
    Quasi tutti i ragazzi si fanno fotografare e si attivano per trovare, insieme alle amministrazioni locali, uno spazio pubblico per l’affissione dei loro ritratti.
Il risultato sarà una mostra a cielo aperto, nelle strade e nelle piazze, “la più grande galleria d’arte del mondo” secondo JR. Data prevista 10 dicembre p.v., la Giornata Mondiale del dei Diritti Umani.
    Insie Out/Scuole serve a portare “da dentro a fuori” le facce e le idee delle nuove generazioni che si stanno formando nelle scuole lombarde. Chissà se guardando questi ritratti capiremo meglio chi sono gli italiani di oggi e non di domani.
Nel 2011 la campagna L’Italia sono anch’io, che questo progetto continua a diffondere, ha raccolto più di 200 mila firme di cittadini italiani per la riforma in materia di cittadinanza e partecipazione alla politica locale da parte dei migranti. Da due anni la discussione sulle proposte è in attesa della calendarizzazione da parte del Parlamento.
    Chissà se i nuovi portavoce della campagna, Giuliano Pisapia e Carlo Feltrinelli, saranno in grado di fare in modo che una di queste proposte diventi la prima legge di iniziativa popolare ad essere approvata in Italia.



Gli immigrati di Treviso sul Guardian
Giornalettismo, 30-10-2013
Dario Ferri
La stampa britannica racconta la difficile integrazione degli stranieri in Italia
Le difficoltà per l’integrazione degli immigrati in Italia conquistano l’attenzione della stampa estera. Il britannico Guardian racconta oggi infatti il conferimento della cittadinanza onoraria ai figli degli stranieri che vivono e lavorano a Treviso come conseguenza delle anomalie del Bel Paese legate alle leggi obsolete.
GLI ITALIANI SENZA CITTADINANZA – Nonostante sia nata in Italia e nonostante i suoi genitori vivano stabilmente nel paese non sarà italiana fino all’età di 18 anni, scrive Lizzy Davies, parlando di Yasmine Nombo, 7 anni, figlia di immigrati, premiata dal sindaco Giovanni Manildo con la cittadinanza onoraria insieme ad altri giovani residenti stranieri. A scuola la sua materia preferita è l’italiano, parla italiano e i suoi amici sono italiani, ma Yasmina, spiega ancora il Guardian, dovrà aspettare il compimento della maggiore età per sentirsi del tutto cittadina del paese in cui è sempre vissuta. Una situazione strana per una bambina che non si sente affatto a casa quando viaggia nella terra di origine dei genitori. Lo spiega al giornale britannico il papà Abdoulaye Nombo, da 11 anni in Italia, dipendente di un negozio i computer. Quando siamo stati in vacanza in Burkina Faso, ha spiegato Adboulanye parlando dei suoi figli nati in Italia, «hanno cominciato a chiedermi ‘Quando andiamo a casa?’. Volevano Treviso». «Da un lato si sentono accettati, ma dall’altra non lo sono».
IL FEUDO LEGHISTA – Dunque, le difficoltà odierne nascono dalle mancate riforme e dei partiti che hanno sponsorizzato politiche di intralcio all’integrazione. Il Guardian ricorda ad esempio le posizioni estreme del noto sindaco sceriffo della Lega Nord. Giancarlo Gentilini, scrive Lizzy Davies, per due volte sindaco e due volte vice-sindaco di Treviso, ha dominato la politica locale per due decenni. E alla notizia della cittadinanza onoraria conferita dal nuovo primo cittadino Manildo ha dichiarato, riporta ancora il giornale britannico, che ‘i pazzi non sono solo in manicomio’. E’l'ultima dichiarazione al vetriolo del Carroccio. Gentilini, fa sapere ancora il Guardian, ha più volte descritto gli immigrati come ‘portatori di tutti i tipi di malattie, tubercolosi, Aids, scabbia, epatite’.
DALLA XENOFOBIA ALL’INTEGRAZIONE – Poi è arrivata la svolta. La svolta che rende oggi Manildo, visto la precedente guida leghista della città, poco meno di un rivoluzionario. «A noi sembra una buona cosa da fare, perché quando i bambini sono piccoli le differenze sono minori e il meccanismo di integrazione è più facile», ha spiegato il sindaco. «La classe dirigente – ha detto invece l’assessore Anna Caterina Cabino, riferendosi alle precedenti amministrazioni trevigiane – ha fatto una campagna sulla paura, sulla xenofobia, sulla difesa di presunti interessi locali, sull’identificazione di un nemico… senza riflettere davvero la realtà locale».
LA SPERANZA DEL SINDACO – Infine, i numeri e la speranza. Delle 82mila persone che vivono a Treviso, una delle zone più produttive d’Italia, 11mila sono immigrati. Nombo al Guardian racconta che qualcosa sta cambiando, lentamente. E che l’integrazione sembra farsi spazio nonostante il tono ostile dei politici locali. Il sindaco, dal canto suo, ribadisce che la società multietnica è oggi inevitabile e tutti devono dare il proprio contributo per migliorare la situazione. Soprattutto i politici nazionali. In particolare Manildo spera che il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge partecipi alla cerimonia di benvenuto dei nuovi cittadini e riesca, soprattutto, ad ottenere modifiche alla legge sulla cittadinanza.



Consiglieri aggiunti. Elezioni a Roma tra il 14 febbraio e il 15 aprile
L’assemblea capitolina ha fissato il calendario per portare gli immigrati alle urne. A metà dicembre decadranno i consiglieri in carica, Godoy: “Prima di allora serve il nuovo regolamento”
stranieriinitalia.it, 30-10-2013
Roma – 30 ottobre 2013 – Immigrati alle urne a primavera, ma secondo regole che vanno riscritte entro la fine di quest’anno.
Sono le tappe del percorso delle nuove elezioni dei consiglieri aggiunti, rappresentanti degli immigrati che a Roma siedono in consiglio comunale, definite ieri pomeriggio dall’assemblea capitolina. Con un voto trasversale è passata infatti la proposta che fissa il voto a una domenica compresa tra il 14 febbraio e il 15 aprile 2014.
Prima di allora, bisognerà però anche revisionare il regolamento sull’elezione dei consiglieri aggiunti. Lo Statuto di Roma Capitale fissava come termine il 15 settembre, ma non è stato rispettato. Un ordine del giorno approvato ieri impegna il Sindaco a farlo entro il 15 dicembre, in modo che anche i Consiglieri attualmente in carica possano partecipare attivamente alla stesura.
Madisson Godoy Sánchez, Romulo S. Salvador,Victor Emeka Okeadu e Tetyana Kuzy, che sono in Campidoglio, tra un proroga e l’altra, da ben sette anni, cesseranno il loro mandato a metà dicembre. Se non ci sarà una nuova proroga, quindi, Roma rimarrà senza consiglieri aggiunti per qualche mese, fino alla nuova elezione.
I quattro ieri sono intervenuti in Aula Giulio Cesare per sottolineare l'importanza dei consiglieri aggiunti, hanno ripercorso le tappe del loro mandato e hanno chiesto di mantenere questa forma di rappresentanza.
“Abolire i consiglieri aggiunti sarebbe un enorme passo indietro. Quattrocentomila immigrati non possono rimanere senza voce all’interno di un organo politico che prende decisioni che riguardano loro come tutti gli altri cittadini di Roma” dice a Stranieriinitalia.it Madisson Godoy, secondo il quale il voto di ieri è una vittoria importante, ma non definitiva.
“Ora – sottolinea – bisogna inserire in bilancio i soldi per organizzare le nuove elezioni e dobbiamo revisionare il regolamento entro il 15 dicembre. Noi abbiamo già presentato una proposta, ma i tempi potrebbero allungarsi e quindi c’è il rischio che si prendano decisioni quando noi non saremo più in carica, quindi escludendo dal dibattito i rappresentanti degli immigrati”.
Godoy, comunque, vorrebbe che quelle del 2014 fossero le ultime elezioni dei consiglieri aggiunti. “La prossima volta – dice -  spero che gli immigrati abbiano il diritto di voto amministrative come gli altri cittadini di Roma”.



Rom: si tiene in questi giorni a Roma la sesta conferenza del Consiglio d’Europa.
Per il ministro Kyenge “è il segnale di una rinnovata attenzione”.
Immigrazioneoggi, 30-10-2013
Si sono aperti lunedì i lavori della sesta conferenza internazionale del Consiglio d’Europa sui Rom ad opera del Committee of Experts on Roma Issues (Cahrom), un comitato di esperti fondato nel 2011 allo scopo di valutare l’attuazione delle politiche nazionali per quanto riguarda l’inclusione sociale dei Rom e di scambiarsi esperienze e buone pratiche a questo proposito. Al Cahrom partecipano, in qualità di osservatori, molte organizzazioni internazionali ed europee che si occupano di Rom.
La conferenza, sostenuta dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) e dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stata aperta dal ministro dell’integrazione Cécile Kyenge e vede la partecipazione dei rappresentanti dei 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa. Le tematiche affrontate spazieranno dalle condizioni discriminatorie alla salute, dall’educazione al diritto al lavoro.
“Ospitare per la prima volta in Italia una conferenza di così alto livello sulla tematica dei diritti umani dei rom – ha dichiarato il ministro Kyenge – è il segnale di una rinnovata attenzione del Governo italiano ad un problema tanto scottante, come quello della inclusione dei Rom nel tessuto socio-economico del Paese, che richiede oggi risposte urgenti che si possono dare solo con la collaborazione di tutte le istituzioni a livello europeo, nazionale e territoriale”.
La conferenza si concluderà il 31 ottobre. Il rapporto finale sarà pubblicato sul sito ufficiale, dove è già possibile visionare quelli degli anni passati (in lingua inglese).
(Samantha Falciatori)



Immigrazione e integrazione dal basso, sul litorale romano il laboratorio dei volontari della "Ciao"
Si chiama Effathà ed è gestita dai volontari di una Onlus, la scuola d'italiano per stranieri che sta riscuotendo una buona risposta da immigrati e giovani di seconda generazione. Un'oasi multiculturale nella periferia romana, tra la città e il mare
Repubblica.it, 30-10-2013
SALVATORE GIUFFRIDA
ROMA - Immigrazione, solidarietà e partecipazione: sono gli ingredienti del laboratorio di integrazione della Ciao, un'associazione di volontari che sta riscuotendo un notevole successo sul litorale romano. Siamo ad Acilia, due passi da Ostia, tra il mare e Roma. Qui i ragazzi della Ciao realizzano progetti di mediazione culturale, iniziative come la Festa dell'Arcobaleno e gestiscono la scuola d'italiano per stranieri Effathà del centro giovanile Madonna di Loreto, presso la chiesa di San Carlo da Sezze: anni fa ci si andava a giocare a calcetto all'uscita di scuola, ora si va ad imparare l'italiano e socializzare in un melting pot multiculturale, per certi versi sorprendente in questo angolo della periferia romana. L'anno scolastico è appena iniziato, ma già si registrano oltre 500 iscritti, di cui il 6% ha meno di 18 anni, il 94% è in età lavorativa e più della metà ha meno di 30 anni. Cinque i livelli delle classi, la più frequentata è quella di primo livello, ossia di alfabetizzazione.
Lezioni d'italiano, ma non solo. Ma la missione non è solo quella di insegnare l'italiano. Frequentata per lo più da giovani arrivati per ricongiungimento familiare, ma anche da "seconde generazioni", figli di stranieri nati in Italia - la "Effathà" (dall'aramaico "effath", aprirsi) è un luogo - appunto - aperto a tutti per scambiare esperienze, fare amicizia, vivere il territorio ma anche per sensibilizzare sui diritti/doveri di immigrato e di cittadino. In questa realtà, nascono idee e iniziative, tra cui un corso di italiano per sole donne presso la biblioteca di Acilia, o un corso di multiculturalità presso il locale liceo classico Anco Marzio. E non poteva mancare la squadra di calcio, "La Resto del Mondo", che accoglie italiani e stranieri dai sei anni in su: hanno iniziato in 5, ora ogni week-end si aggiungono sempre più ragazzi, tanto da dare vita a quadrangolari di Emergency e tornei intitolati a Oscar Romero, ed è un piacere spiegare a bengalesi, cingalesi, marocchini, moldavi, chi fosse quel cardinale che anni fa in Salvador fu ucciso a sangue freddo nella sua chiesa, per difendere i più deboli.
Egiziani e rumeni in prevalenza. Sono oltre 45 le nazionalità presenti a Effathà, ma soprattutto sono Sri Lanka e Bangladesh a fare la parte del leone; il 90% degli studenti abita ad Acilia o in quartieri limitrofi e solo il 10% viene da Roma e dalla vicina Ostia, dove le comunità più diffuse sono quelle egiziane e rumene. Insomma, le comunità straniere, in particolare le vecchie generazioni, rimangono cristallizzate intorno a realtà urbane circoscritte e presentano un basso livello. di mobilità lavorativa e sociale: si spiegano (anche) così i casi, spesso interni alle stesse comunità, di sfruttamento e racket sui visti, sul lavoro, sulla casa. Ma proprio Effathà può cambiare la situazione, perché coinvolge anche le seconde generazioni favorendo l'integrazione non solo con il sistema italiano, ma anche tra loro. E già si vede una certa diversificazione sociolavorativa: è il caso di M. U., ragazzo bengalese, giunto in Italia a 11 anni e ora mediatore culturale e fresco di specializzazione come parrucchiere. Non è l'unico: qui si incontrano badanti, operai, benzinai, babysitter, in grado di avere maggiori opportunità, anche grazie all'orientamento della scuola o anche solo con il passaparola.     
E c'è pure la Zuppa popolare. Proprio da una costola di Ciao è nata Zuppa popolare, un gruppo di volontari che si occupa di integrazione e recupero del territorio. Da qui l'idea di un'altra scuola d'italiano avviata da poche settimane, gratuita e aperta a tutti, all'aperto, nella centralissima piazza Capelvenere, già frequentata tutti i mercoledì da una ventina di persone, per lo più bengalesi e arabi. Gli stessi studenti partecipano ad altre iniziative di Zuppa Popolare, come pulire la piazza, organizzare feste popolari, o semplicemente offrire le proprie competenze alla comunità: passano così da beneficiari a benefattori, in un concetto di solidarietà sociale orizzontale e partecipata.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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