Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Quando l'immigrato appare come una persona infetta

La notizia non è recentissima, ma merita di essere ripresa e non relegata tra le goliardate attribuite a quei buontemponi della Lega Nord. Non lo merita, perché – molto semplicemente - non si tratta di una goliardata e quelli non sono dei buontemponi, anche quando lo sembrano.


Alcuni militanti leghisti hanno distribuito a Sansepolcro, e in altri paesi dell’aretino, bustine contenti sapone liquido con l’avvertenza di utilizzarlo subito dopo aver toccato un immigrato.

Il messaggio è chiaro: gli stranieri sono “infettivi” e non dobbiamo lasciarci contagiare da loro. Portano sporcizia, malattie e disgrazie.

Un’ulteriore riprova di quanto siano diffusi e penetranti i messaggi xenofobi trasmessi dalla destra.

Un’iniziativa che tradisce, al di là delle rassicurazioni delle componenti  moderate del gruppo dirigente, quella che sembra essere l’inarrestabile trasformazione del senso comune della nostra società. Un esito purtroppo inevitabile dopo anni di messaggi finalizzati a creare un forte allarme sociale intorno alla figura dello straniero.

Dopo il reato di immigrazione clandestina che colpevolizza una condizione della persona, piuttosto che un’azione criminale, dopo gli innumerevoli provvedimenti di tanti Comuni in chiave xenofoba, dopo il sapone anti immigrato, ormai dobbiamo aspettarci di tutto con rassegnazione: oppure ricominciare a leggere la realtà che ci circonda con i nostri occhi e a raccontarla con le nostre parole. E aiutare qualcuno a fare altrettanto.  Solo assumendoci la responsabilità di una concreta azione culturale e, insieme politica, solo non lasciando che le cose torpidamente accadano, potremmo ricominciare a lavorare perché l’Italia torni a essere un Paese (mediamente) civile.
l'Unità, 29-03-2010
Italia-razzismo
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