Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

04 giugno 2013

Asse Pd-Pdl alla Camera sulla cittadinanza: si lavora alla nuova legge
Oggi riunione dell'intergruppo con il ministro
Il Messaggero, 04-06-2013
Stella Prudente
IL RETROSCENA    
ROMA Prove di dialogo sulla cittadinanza, e stavolta larghe intese e maggioranze variabili potrebbero diventare realtà. Stamattina si riunisce a Montecitorio, in presenza del ministro Cécile Kyenge, l'intergruppo sull'immigrazione: una cinquantina di deputati e senatori in tutto fra Pd, Pdl, Scelta Civica, M5S, Sei, gruppo Misto, fatta esclusione per la sola Lega Nord. L'obiettivo esplicito è superare l'attuale ordinamento basato süllo ius sanguinis, che vincola la cittadinanza per i figli di immigrati alla discendenza «di sangue» da almeno un genitore italiano. «L'idea - come spiega il deputato del Pd Khalid Chaouki - è quella di mettere sul tavolo tutte le proposte di riforma della legge sulla cittadinanza e arrivare a una sintesi».
Per il Pd (una cui proposta di legge porta anche le firme di Kyenge e Chaouki), dovrebbe essere italiano chi nasce in Italia da genitori regolarmente residenti da almeno cinque anni, oppure chi arriva qui entro i dieci anni e conclude un ciclo scolastico (scuole elementari, medie o superiori) o un percorso di formazione professionale. Insomma, nessun automatismo all'americana, ma una forma di ius soli temperato che potrebbe piacere anche al centrodestra come dimostrano le adesioni a questa impostazione di Sandro Bondi, Renata Polverini e Carlo Giovanardi. Poi ci sono i parlamentari vendoliani e i giovani del comitato «L'Italia sono anch'io» secondo cui gli stranieri residenti legalmente in Italia soltanto da un anno possono far nascere un figlio immediatamente italiano. Scelta civica, con i suoi alfieri Mario Marazziti e Milena Santerini, parla invece di «ius culturae» per cui un bambino arrivato in Italia a pochi anni potrebbe ottenere la nazionalità dopo aver frequentato le scuole elementari o medie. Il più attivo in materia fra i grillini è invece il trentenne Girgis Sorial, l'unico deputato 5 Stelle migrante di seconda generazione, nato a Brescia da genitori egiziani, impegnato nella redazione di un imminente disegno di legge. A parer suo la nazionalità automatica andrebbe ai figli di stranieri che vivono in Italia da tre anni (e non da cinque come sostiene il Pd), ma Sorial non è assolutamente d'accordo con lo ius soli per tutti, allineandosi in questo col suo leader politico Grillo.
Kyenge ha parlato in tutto di una ventina di proposte già depositate per riuscire ad andare oltre la legge de] 1992. Chaouki crede che si arriverà a un risultato soddisfacente per le commissioni affari costituzionali di Camera e Senato: «Questo è un Parlamento pieno di giovani cresciuti in un'Italia multiculturale», dice fiducioso il politico figlio di immigrati marocchini, «sapremo superare i pregiudizi del passato».



Falsi Cavalieri di Malta favorivano immigrazione clandestina
Dieci provvedimenti restrittivi, in manette anche un docente universitario. Per entrare in Italia gli stranieri dovevano pagare tra i 2.000 e i 5.500 euro
Il Tempo, 04-06-2013
Dalle prime luci dell'alba nel Lazio, Abruzzo, Calabria e Veneto i Carabinieri della Compagnia Roma Trastevere e della Stazione Roma Monteverde Nuovo stanno notificando 10 provvedimenti restrittivi (7 ordinanze di custodia cautelare in carcere, una misura dell'obbligo di presentazione in caserma e due misure dell'obbligo di dimora) nei confronti di persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, conferimento illecito di onorificenze e decorazioni cavalleresche e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, attribuendosi falsamente la qualifica di Cavalieri di Malta. I componenti dell'associazione operavano sotto l'egida di una seconda associazione di volontari di Protezione Civile per favorire illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato, formalmente per la frequentazione di un corso per uso di defibrillatore, di 350 cittadini tunisini, ai quali erano stati richiesti tra i 2.000 e i 5.500 euro con la promessa dell'ingresso in Italia per lavoro. Il 23 novembre 2012, erano state arrestate 3 persone responsabili di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, fermate alla Dogana dell'aeroporto di Fiumicino mentre tentavano di far entrare nel territorio dello Stato 66 tunisini muniti di un falso visto collettivo del Ministero degli Esteri, muniti di falsi cartellini di appartenenza al Sovrano Ordine Ospitaliero Melitense di San Giovanni da Gerusalemme Cavalieri di Malta, in qualità di volontari e dotati di pettorine catarifrangenti con le insegne del falso ordine. Tra gli arrestati anche un docente universitario.



No campo rom: la petizione diventa un caso, appello al ministro Kyenge
Coinvolto anche il primo cittadino di Follonica
NO CAMPO ROM, SONO GIA' TREMILA LE FIRME
Raccolte migliaia di firme in pochi giorni
La Nazione Grosseto, 04-06-2013
Grosseto,  4 giugno 2013 - Ormai è un caso nazionale. Il sindaco Eleonora Baldi ha ricevuto una lettera da Marcello Zuinisi, rappresentante dell'associazione Nazione Rom, documento inviato anche all'ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali, alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dell'Integrazione e al Prefetto di Grosseto. L'associazione chiede alle autorità di rifiutare «le firme razziste raccolte dal movimento "No al campo nomadi di Follonica"» oltre 4mila sottoscrizioni volte a contestare la scelta del Comune di allestire vicino ad alcune strutture turistiche un'area destinata alle roulotte di due famiglie rom.
Zuinisi chiede inoltre all'amministrazione follonichese di applicare la strategia nazionale di inclusione per Rom, Sinti e Caminanti varata dal Consiglio dei Ministri nel 2012 in attuazione delle disposizioni europee. «Con questa lettera l’associazione Nazione Rom — dice Zuinisi — si rivolge al primo cittadino e all’intero consiglio comunale chiedendo un atto di civiltà. Abbiamo assistito in questi giorni alla nascita del movimento “No al campo nomadi di Follonica” e alla raccolta firme contro i provvedimenti per accogliere le famiglie rom del territorio. E’ successo a Massa e in Versilia, città di Seravezza».
I risultati ottenuti? «Se in Versilia siamo riusciti a bloccare sul nascere la raccolta firme anti-rom rivolgendoci direttamente ai promotori che hanno capito le ragioni della nostra richiesta — continua Zuinisi — nella città di Massa ci siamo dovuti rivolgere direttamente al sindaco e al prefetto. Dopo le nostre denunce alla Magistratura rivolte contro i responsabili della raccolte firme e minacce di morte da noi ricevute, il sindaco e il prefetto hanno rifiutato legittimamente le petizioni. Diffidiamo formalmente il movimento “No al campo nomadi di Follonica” e il suo portavoce Dario Piermaria dal continuare e persistere nell’azione razzista anti-rom chiedendo alla discoteca Tartana si Scarlino di ritirare il permesso concesso allo stesso movimento per la divulgazione della petizione e raccolta firme».
Marianna Colella



Associazione Nazione Rom: «Il sito ha contenuti razzisti»
CIRDI, 04-06-2013
L’associazione nazione rom chiede un incontro urgente al sindaco di Follonica: il primo cittadino non deve accettare le firme che verranno presentate dal gruppo “No al campo nomadi”. I toni della polemica stanno alzandosi giorno dopo giorno, dal dissenso nei confronti della decisione del governo locale di dare in concessione a due famiglie rom un’area al Capannino, si è passati alla creazione di un gruppo sul social network Facebook che sta promuovendo una raccolta firme per contrastare quanto deciso dal Comune di Follonica.
Una reazione a catena che oggi ha provocato l’intervento dell’associazione Nazione Rom che ha scritto una lettera al primo cittadino del Golfo, inviandola nel contempo anche al prefetto Marco Valentini, al ministro all’Integrazione Cecile Kyenge e all’ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali, con la quale, riportando esempi di episodi simili accaduti in Toscana, chiede di non accettare quella sottoscrizione e di continuare il percorso di integrazione verso il popolo Rom. «Con questa lettera – si legge nella missiva firmata da Marcello Zuinisi legale rappresentante dell’ associazione – si rivolge al ei, all’intero consiglio comunale ed alla cittadinanza di Follonica chiedendo un atto di civiltà, rispetto delle leggi, della strategia nazionale di inclusione per rom, sinti e caminanti, delle direttive e disposizioni europee. Abbiamo assistito in questi giorni alla nascita del movimento “No al campo nomadi di Follonica”, alla raccolta firme contro le famiglie rom presenti nel territorio da lei amministrato ed alle ipotesi avanzate dalla sua amministrazione per superare le condizioni di emarginazione ed esclusione nelle quali sono ancora costrette a vivere […] Informiamo che la pagina aperta sul social network Facebook dal movimento “No al campo nomadi di Follonica” è già stata chiusa ed oscurata per contenuti inneggianti all’odio etnico ed al razzismo. Con la presente diffidiamo formalmente il movimento No al campo nomadi di Follonica ed il suo portavoce Dario Piermaria dal continuare e persistere nell’ azione razzista anti – rom». In realtà la pagina in questione ieri era regolarmente aperta tanto che i commenti continuavano ad apparire di ora in ora. Il rappresentante dell’associazione infine dice di aver chiesto all’Unar (ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali) l’apertura di una inchiesta sul movimento “No al campo nomadi di Follonica”.
Fonte: Il Tirreno Grosseto



«Non firmate contro i nomadi. Poi toccherà ai meridionali»
CIRDI, 04-06-2013
Ti considerano italiano solo quando gli pare. Non firmare. Dopo i rom tocca ai meridionali che hanno la casa popolare». Il messaggio è apparso su un cartello affisso all’esterno di un negozio di Follonica, il cui proprietario ha deciso di non aderire alla protesta contro la sistemazione da parte del Comune di due famiglie rom in un terreno di proprietà pubblica dotato di servizi. Qualcuno ha fotografato l’immagine e l’ha diffusa su Facebook con un commento: «Tanto di cappello al signore che stamattina ha affisso nel suo negozio questo cartello: esprime la verità. Dopo i rom, andranno contro il meridionale che ottiene la casa popolare, perché prima ci sono i follonichesi, poi se la prenderanno con i senegalesi e tutti gli altri». Intanto però molti altri negozianti hanno aderito alla petizione promossa dal gruppo Alo al campo nomadi di Follonica, dando la disponibilità ad allestire nelle loro attività dei punti di raccolta a disposizione della petizione: un sostegno arrivato da un’ottantina di bar, ristoranti e negozi di Follonica e dintorni.



“RifugiArti”, il 6 giugno a Roma la rassegna artistico-culturale dedicata ai rifugiati.
Iniziativa del Programma Integra con un mercatino etnico con prodotti artigianali e gastronomici di molti dei Paesi di provenienza dei rifugiati.
Immigrazioneoggi, 04-05-2013
Inizieranno giovedì prossimo, 6 giugno, le celebrazioni per Giornata mondiale del rifugiato con l’apertura a Roma della rassegna RifugiArti.
L’iniziativa, promossa dal Programma Integra in collaborazione con Save the Children, REFUGEE scART, Civico Zero, Makì - Sapori del mondo, Fattorie Migranti, Progetto Yogurt Barikamà, intende ampliare il significato di “rifugio”: conforto, recupero della propria identità, riacquisizione delle proprie capacità attraverso l’arte.
La giornata prevede eventi artistico-culturali e un mercatino etnico con prodotti artigianali e gastronomici di molti dei Paesi di provenienza dei rifugiati.
Con inizio alle ore 15 e fino alle 20 il Centro cittadino per le migrazioni, l’asilo e l’integrazione sociale di Roma Capitale in via Assisi, 41 a Roma, aprirà le porte ad artisti e artigiani di vario genere, da quelli del pane, della cucina, della sartoria, a quelli della pittura, della musica, della fotografia, dell’artigianato e del riciclaggio. Un pomeriggio dedicato a coloro che vorranno mostrare, offrire o vendere il prodotto delle loro abilità, un’iniziativa accompagnata da momenti di riflessione con letture e testimonianze di rifugiati.
Alcuni degli eventi artistico-culturali previsti: mostra fotografica di Mohammed Keita Piedi, scarpe, bagagli, mostra pittorica di Clarisse Ka sèbèriw, proiezione delle video-interviste di rifugiati La polvere di Kabul e Ricordi amari (produzione Civico Zero), letture di testimonianze di giovani afgani a cura di Lapo Vannini e Laura Antonini. Il tutto accompagnato da musica etnica dal vivo.
Presenti anche alcuni stand del mercatino etnico-gastronomico: Makì - Sapori del Mondo (cibo etnico), Fattorie Migranti (pane e biscotti), Progetto Yogurt Barikamà (yogurt africano), REFUGEE scART (prodotti artigianali realizzati con plastica riciclata), esposizione di lavori di sartoria.



Francia: maggiori diritti per gli immigrati “chibanis”.
La Francia affronta il problema degli immigrati in pensione che vogliono ritornare nel loro Paese.
Immigrazioneoggi, 04-06-2013
Martedì 28 maggio il Governo francese ha affrontato il problema riguardante la vita degli immigrati anziani, in particolare nel caso in cui facciano ritorno al Paese d’origine. Il ministro degli Affari sociali, Marisol Touraine ha annunciato che concretizzerà un “reinserimento familiare e sociale”, già approvato nel 2007 all’unanimità dal Parlamento, ma il cui decreto di applicazione non è mai stato varato. “Auspico di poter procedere per via regolamentare” ha aggiunto, “sperando di concludere entro la fine dell’anno”. Si tratta, secondo il Ministro, di superare i vincoli che nascono al momento del loro ritorno nel Paese d’origine.
Infatti, se le pensioni contributive sono esportabili, molti diritti (alloggio, fondo di solidarietà per gli anziani…) sono subordinati alla presenza effettiva in Francia (dai 6 agli 8 mesi all’anno a seconda delle disposizioni). Tuttavia, molti immigrati anziani, il 70% dei nordafricani, spesso soprannominati “chibanis” (capelli bianchi in arabo), non conoscono queste regole o sono assenti al momento dei controlli. A fronte di questo problema, nel 2007 il Parlamento aveva adottato una legge, proposta dall’allora ministro dell’Ecologia Jean-Louis Borloo, che permetteva agli immigrati anziani di percepire un aiuto specifico indipendentemente da quale fosse la loro residenza. Non seguì però la pubblicazione dei decreti d’applicazione.
La questione è diventata estremamente complessa visti i circa 350.000 stranieri non comunitari residenti in Francia con un’età superiore ai 65 anni. La maggior parte di loro ha esercitato mestieri difficili e la loro salute è peggiorata.
Contrariamente alla credenza popolare, solo il 6-7% vuole andare in pensione nel Paese di origine. Infatti la maggioranza vuole rimanere in Francia, dove si ha accesso a una migliore rete assistenziale e dove vivono i loro figli, mentre un’ampia parte (circa un quarto di immigrati provenienti dall’Africa sub-sahariana, un terzo dal Maghreb) vorrebbe fare “avanti e indietro”, secondo quanto afferma il sociologo Claudine Attias-Donfut.
Un passo significativo, per facilitare questi viaggi, fu intrapreso nel 1998 con la creazione di una carta di soggiorno specifica per i pensionati. Ma alcuni dei beneficiari sono stati privati dell’assicurazione sanitaria. Consapevole del problema, il ministro dell’Interno Manuel Valls ha proposto una riforma del sistema. “Mi impegno a sostenere il rilascio di un permesso di soggiorno per residenza permanente ai residenti anziani”, precisando che questa disposizione sarà inserita nel progetto di legge sull’immigrazione presentato a giugno in Consiglio dei ministri.
Il ministro Touraine inoltre, ha specificato di voler semplificare le procedure dei pensionati che sono tornati nel loro Paese e che devono regolarmente dimostrare di non essere morti per continuare a percepire le pensioni.
(Ilaria Benedetti)

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