Roma, 1500 rifugiati trasformati in invisibili Ci facciamo sentire?

l'Unità, 28-12-2010
Italia-razzismo     Osservatorio
Profugo è chi scappa dal proprio paese a causa di conflitti armati o di persecuzioni per motivi etnici o religiosi o per appartenenza a determinate nazionalità o gruppi sociali o per le proprie opinioni politiche.
A Roma circa 1500 persone, a cui è stato riconosciuto lo status giuridico di rifugiati, vivono in condizioni di totale degrado. In situazioni abitative precarie, con servizi igienici scarsi o inesistenti, senza elettricità e acqua corrente.
Questa è la mappa romana: via Cavaglieri, via Collatina, via dei Villini, Ponte Mammolo, il binario 15 della Stazione Ostiense e altri piccoli gruppi ancora. La situazione di queste persone è drammatica. Alcuni di loro hanno parenti in paesi europei dove i diritti dei profughi sono più tutelati che in Italia (Olanda, Svezia, Norvegia, Svizzera), ma il regolamento di Dublino del 2003 ha disposto la permanenza del rifugiato nel territorio che per primo ha proceduto alla sua identificazione attraverso la rilevazione delle impronte digitali.
Queste persone, così, si trovano “prigioniere” di uno Stato (in questo caso l’Italia) che stenta ad attuare qualsiasi politica pubblica a loro sostegno: strutture di seconda accoglienza, progetti di inserimento sociale e ricerca di occupazione, accesso ai servizi.
Giovedì 30 dicembre alle 11.00, A Buon Diritto insieme a Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Medici per i Diritti Umani, Migrare, Articolo 21, organizza una conferenza stampa all’ex ambasciata somala di via dei Villini a Roma. In quella struttura, in cui manca tutto, vivono da anni 150 profughi somali. È ora che qualcuno si assuma la responsabilità di quelle vite.

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