Boom delle lezioni private
Laura Balbo
“Boom delle lezioni private”: Repubblica del 10 novembre, tre pagine.
A fianco alle colonne sulla situazione in Italia un  breve articolo riguarda la Gran Bretagna. Si parla dell’aumento del numero di studenti che prendono lezioni private, di una scuola sempre più competitiva e meritocratica, di contesti elitari. Si dice la “riscoperta del precettore”.
Strategie per cercare di  accedere  a istituzioni di prestigio.
La scuola, un  meccanismo selettivo.
Nell’articolo sull’ Italia lo stesso meccanismo è riassunto in questa frase: “stiamo tornando a una scuola che esclude soprattutto i più deboli e i più svantaggiati”. Tra questi, ovvio,  i bambini e gli adolescenti di molte famiglie immigrate (nell’articolo però non se ne parla).
E’ interessante questo dato sull’aumento del ricorso alle lezioni private (e dunque anche sui vantaggi per coloro che ne fanno la propria occupazione, una “professione emergente”, si dice: precaria, ma abbastanza profittevole).
Ma, a parte la breve notazione che ho riportato più sopra, si tace su aspetti che andrebbero messi bene in evidenza. Appunto, i tanti meccanismi selettivi, soprattutto quelli “indiretti” e poco visibili. Nelle scuole il carico di “lavoro” è in certi casi pesante (molti compiti a casa e durante le vacanze, pressione per buoni risultati) e, per chi ce la fa, aspettative e riconoscimenti. Succede che molti  (anche perché non possono essere aiutati dai genitori che lavorano o da nonni che non ci sono o da professori privati che sono piuttosto cari) restano ai margini, o fuori. Si rischiano voti bassi, la bocciatura; e i compagni che prendono in giro, il senso di inadeguatezza, la paura, l‘ ansia.
Insisto sulla (crescente) parte della nostra popolazione scolastica che appartiene al “mondo dell’immigrazione”:  certo le implicazioni di questo dato vengono poste all’attenzione del dibattito pubblico, e ci sono anche preoccupazioni e contrasti sulle proposte che vengono avanzate.
Ma resta comunque fuori questo aspetto: come proprio nel vivere quotidiano operano processi di selezione e di esclusione non resi visibili, e certo difficili da affrontare. Non sono molti i  genitori “immigrati” che possono assistere i figli nei compiti che bisogna “fare a casa”. Magari lavorano entrambi, non parlano italiano correntemente, comunque molte cose del nostro “bagaglio” culturale, ovviamente, non le conoscono. Ancora: è diffusa la pratica di festeggiare compleanni e altre ricorrenze con incontri e riunioni, magari al MacDonald, e naturalmente si portano “regalini”. Anche queste, cose che costano. Ci sono quelli che a queste pratiche di socializzazione e di incontro non possono permetterselo.
Non solo le lezioni private, il tutoring nel sistema britannico.
Dovremmo raccogliere dati, e riflettere, su come si caratterizzano oggi i processi (quelli più “istituzionali” e gli altri, collegati, in modi diversi, all’esperienza del frequentare la scuola): magari partendo da questo elemento che ci viene, direi inaspettatamente, presentato. il boom delle lezioni private.
Interessante.
Ma c’è molto altro di cui non si parla.
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