Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

19 novembre 2012

Bellezze straniere d'Italia, la carica delle miss elette dagli immigrati
Boom di concorsi etnici: "Così rivendichiamo le nostre origini". E ora anche la gara nazionale ha una sezione dedicate alle seconde generazioni
la Repubblica, 19-11-2012
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Pamela ha la corona, lo scettro e la fascia. Il suo reame è la comunità filippina del Bel Paese. Ashwaya non ha rivali: tra gli indiani di casa nostra è considerata la più bella. Andreea ha surclassato tutte: è lei Miss Romania in Italia 2012. È la carica delle miss etniche: una regina di bellezza per ogni comunità. Dagli albanesi ai cinesi, nessuno escluso, tutti hanno la propria reginetta. Tra concorsi in rampa di lancio e altri storici sono 12 le nazionalità che oggi possono vantare una miss.
Un fenomeno tanto in espansione da allertare gli organizzatori di Miss Italia, che quest'anno hanno dedicato un'edizione speciale alle G2, cioè alle bellezze di seconda generazione: ragazze nate in Italia da genitori immigrati. Ma i concorsi gestiti direttamente dalle comunità straniere raccontano una storia diversa: un impasto di nostalgia patria e orgoglio delle proprie origini. Hanno tutti pochi anni di vita: il più "antico" è Miss Filippine in Italia, giunto quest'anno alla sua ottava edizione. La reginetta 2012 si chiama Pamela Marie Cotugno, 17enne di Napoli. Lei, la più applaudita alla "Filipiniana Competition", ossia la sfilata in abiti tradizionali.
"Queste competizioni - spiega Eugen Terteleac, presidente dell'Associazione dei romeni in Italia - promuovono i costumi delle nostre comunità. Non è un modo per ghettizzarci, è una rivendicazione delle nostre origini". Eugen è l'animatore di Miss Romania
in Italia: "Per partecipare le ragazze devono avere un genitore romeno e parlare la lingua d'origine, oltre all'italiano. Il 2012 è stata la nostra sesta edizione con oltre 100 partecipanti". L'ultima reginetta? La 22enne Andreea Benchea. "Purtroppo sono una miss disoccupata - racconta Andreea - sono arrivata in Italia due anni fa. Ho un diploma della scuola alberghiera e spero che la corona mi aiuti a trovare un lavoro".
Le comunità che possono vantare una propria miss in Italia sono dodici: Albania, Bolivia, Cina, Filippine, India, Marocco, Moldavia, Nigeria, Romania, Perù, Senegal e Tunisia. Alcuni concorsi entrano "in sonno" per qualche anno e poi riemergono all'improvviso, altri mantengono una cadenza regolare annua, altri ancora sono nati da poco ma hanno già aspirazioni da grandi. È il caso di Miss India in Italia. "Siamo giunti alla terza edizione - racconta l'organizzatrice, Maria Rindone - quest'anno abbiamo incoronato la diciottenne Ashwaya Maheshwary, studentessa di moda, che parteciperà alle finali di Miss India Worldwide a Kuala Lumpur. Il nostro augurio? Che la più bella indiana d'Italia possa essere eletta anche la più bella nel mondo".



Accordo tra Polizia di frontiera e Guardia costiera per il contrasto ai trafficanti di essere umani.
Iniziativa per promuovere il Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione.
Immigrazioneoggi, 19-11-2012
Un protocollo d’intesa tra il Dipartimento della pubblica sicurezza e il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto per “migliorare lo scambio informativo tra i sistemi che le rispettive amministrazioni utilizzano nell’azione di contrasto ai sodalizi criminali dediti al traffico di esseri umani e nell’attività di salvataggio delle vite in mare”.
L’accordo è stato firmato venerdì scorso e prevede “lo scambio informativo tra tutti i Comandi che, quotidianamente, sono impegnati a mantenere elevato il livello di sorveglianza nel Mar Mediterraneo, attraverso l’attività del Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione”.
In questo Centro, istituito con decreto del Capo della Polizia - Direttore generale della Pubblica sicurezza del 20 gennaio scorso ed inaugurato il 15 febbraio, operano sotto il coordinamento della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere rappresentanti della Polizia di Stato, del Corpo delle Capitanerie di porto, della Guardia di Finanza, della Marina militare e dell’Arma dei Carabinieri, “che mettono a fattor comune le informazioni di cui dispongono, valorizzandone l’utilizzo anche mediante il costante aggiornamento dei transiti di navi nel Mar Mediterraneo, nonché di veicoli sulle reti stradali dei Paesi dell’Unione, avvalendosi della rete satellitare”.
Questa sinergia operativa, “coniugata alla sottoscrizione di specifici accordi operativi con i Paesi terzi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e con quelli subsahariani dai quali originano o transitano i flussi migratori diretti verso l’Europa, rientra in una specifica strategia attuata dalla Direzione centrale per contrastare il traffico di esseri umani e ha consentito, nel 2012, una significativa riduzione della pressione migratoria rispetto a quella registrata nell’anno precedente”.



Cittadinanza agli immigrati, l'assenza di Roma
La Capitale non ha aderito alla campagna promossa da Anci, Save the Children e Rete G2. Al contrario di altri 358 Comuni
Corriere della sera, 18-11-2012
Annalisa Perla
ROMA - «Hai 12 mesi di tempo, dal compimento dei 18 anni, per richiedere la cittadinanza italiana. Ecco come fare». Così, attraverso l'invio di una lettera, oltre 300 Comuni hanno informato migliaia di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri su come diventare cittadini italiani. Ad aderire all'iniziativa: «18 anni in Comune», lanciata un anno fa da Anci, Save the children e Rete G2-seconde generazioni, in prima fila le grandi città: da Milano a Napoli, da Genova a Bari, assente ingiustificata Roma. «È una vergogna - denuncia Paolo Masini, consigliere Pd in Campidoglio -, la partecipazione di Roma sarebbe fondamentale sia per il gran numero di bambini che, ogni anno, nascono sul suo territorio da genitori stranieri, sia come valore simbolico, essendo la Capitale».
LA NORMATIVA - L'importanza dell'iniziativa si coglie considerando gli stringenti limiti entro cui l'attuale normativa circoscrive il diritto di ottenimento della cittadinanza. Oggi infatti chi nasce in Italia da genitori stranieri non è automaticamente un cittadino italiano. Può diventarlo solo facendone richiesta al compimento dei 18 anni, ed entro 12 mesi. Dopo? «Il diritto decade - spiega Mohamed Tailmoun, portavoce della Rete G2 - e a quel punto l'iter non è più automatico e i requisiti richiesti diventano più rigorosi».
La campagna «Inside out - L'Italia sono anch'io» per il diritto alla cittadinanza dei minori nati da genitori stranieri (fotogramma)La campagna «Inside out - L'Italia sono anch'io» per il diritto alla cittadinanza dei minori nati da genitori stranieri (fotogramma)
LA DENUNCIA - Aderire alla campagna è «il minimo sindacale», commenta ironicamente Masini. Che aggiunge: «Finché il legislatore non si deciderà a modificare la normativa, come amministrazione locale abbiamo almeno il dovere di informare». E se Save the children si dichiara stupita della mancata adesione della Capitale, secondo Masini si tratta di una «chiara volontà politica, in linea con le altre scelte praticate in tema d'immigrazione».
LE ASSOCIAZIONI - Ma di tempo per aderire ce n'è ancora. La campagna è stata rilanciata e proseguirà, avvertono le associazioni promotrici, finché il Parlamento non approverà una legge di modifica all'attuale normativa. E da Save the children l'invito al Campidoglio: «Sarebbe importante l'adesione di Roma. Auspichiamo al più presto un segnale in tal senso».



Ue: nel 2010 sono state 810 mila le concessioni di cittadinanza negli Stati membri.
I numeri più alti riguardano marocchini, turchi ed ecuadoriani.
Immigrazioneoggi, 19-11-2012
Oltre 810 mila persone hanno acquisito la cittadinanza di uno Stato membro dell’Ue nel 2010, un fenomeno in lenta ma costante crescita da oltre un decennio: 776 mila nel 2009, 735 mila nel 2006, 722 mila nel 2005, 647 mila nel 2003, 483 mila nel 1998. Questi nuovi concittadini provengono innanzitutto da Paesi non europei, ma anche da altri Paesi europei non comunitari o da un altro Stato membro dell’Ue. Questi alcuni dei dati sull’acquisizione della nazionalità diffusi ieri da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea.
Il più grande numero di nazionalità è stato acquisito dai cittadini provenienti dal Marocco (67 mila persone), Turchia (49.900), Ecuador (45.200), India (34.700) e Colombia (27.500). In Italia, sono soprattutto i cittadini di Marocco, Albania, Romania e Perù ad aver acquisito la nazionalità italiana. Gli italiani figurano inoltre al secondo posto, come cittadini stranieri aventi ottenuto la cittadinanza di un altro Stato, in Belgio, Lussemburgo e Svizzera, e al terzo posto in Slovenia.

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