Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

«Extracomunitario», per la Procura di Savona un termine da non usare

 

Osservatorio Italia-razzismo 19 settembre 2011
Il Procuratore Capo di Savona Francantonio Granero chiede con una circolare ai pubblici ministeri e agli agenti di polizia giudiziaria di non utilizzare, negli atti giudiziari, termini come «extracomunitario», «clandestino», «rumeno» e altri. 
Questi termini, secondo Granero, hanno assunto negli anni un significato discriminatorio. Per questo chiede che vengano utilizzate, in alternativa, parole come «persone migranti» oppure «cittadino di un determinato paese» e che il loro uso sia limitato alle situazioni in cui risulti rilevante per la buona riuscita delle indagini. In tutti gli altri casi, quelli in cui la precisazione della nazionalità non aggiunge valore all’inchiesta, Granero vorrebbe che il linguaggio fosse lo stesso di quello adottato quando l’autore del crimine è un italiano, poiché «raramente capita di leggere italiano investe un pedone o italiano sorpreso a spacciare».
«Extracomunitario», uno dei termini bandito dalla circolare Granero, nasce negli anni Ottanta per indicare persone non appartenenti alla Comunità europea ed è testardamente ancora usato malgrado la Comunità non esista più dal 1993 quando venne sostituita dall’Unione Europea. Così, con questa iniziativa, anche se applicata esclusivamente agli atti di polizia giudiziaria, viene fornito un contributo concreto allo sviluppo di atteggiamenti tesi all’integrazione e non alla discriminazione. Si tratta di un apporto fondamentale per l’attenzione prestata alla scelta dei termini finalizzata alla tutela della persona. Un’azione del genere, se si pensa alla costruzione della notizia, non può che avere effetti positivi. 
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