Il tema «immigrazione» nelle minacce elettorali dei politici della destra

Osservatorio Italia-razzismo

In periodo di elezioni il tema immigrazione furoreggia. Pare infatti, a detta degli avversari del candidato sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che lo stesso candidato voglia «costruire nuove moschee» oppure «creare una grande moschea con tanto di minareto e centro islamico». Insomma, c’è il rischio che se vince Pisapia, si creino veri e propri covi di terroristi. 
Luoghi di chiamata alle armi e non di preghiera. Infatti è da escludere che in posti come questi si possano radunare i fedeli, quelli pregano negli sgabuzzini dei negozi di connazionali, nei garage dei quartieri periferici, in miserabili spazi in angoli oscuri di palazzi fatiscenti. Ma perché mai i «terroristi» musulmani dovrebbero utilizzare come punti di incontro, per mettere in atto strategie contro l’Occidente, posti accessibili, ordinati, puliti, in piena luce dove è più facile individuare (e magari controllare) chi vi accede? Mistero della Fede!
Ma dietro alla paura del terrorismo c’è la paura del diverso, di chi è titolare di una cultura vissuta come minacciosa perché non occidentale. Ricompare un elemento di fobia dell’Islam che ha il suo fondamento nella concezione di quella religione come un blocco monolitico che non si adatta alla realtà in cui vive. E la negazione pubblica di nuovi spazi per il culto va nella direzione di confermare quel pregiudizio.
Una ricerca su islamofobia e antisemitismo, a cura dell’associazione Passatopresente, segnala come una percentuale molto elevata del campione intervistato abbia espresso diffidenza e ostilità verso l’Islam, considerata cultura statica e scarsamente articolata al suo interno. Secondo la ricerca esiste un’ampia sovrapposizione tra le due aree di fobia (verso l’Islam e gli ebrei). Come a dire che il pregiudizio ha più di una radice in comune.
20 maggio 2011
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