Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

31 marzo 2010

Sotto il burqa lo spettro dell'integralismo
Libero, 31-03-2010
di MARIO GIORDANO
Il Sindaco leghista di Codognè, piccoli Comune del trevigiano, ha firmato un'ordinanza che vieta il burqa in tutti i luoghi pubblici, scuole comprese, dove il velo potrebbe spaventare i bambini. L'opposizione non ci sta: «A chi è senza lavimi o in cassa integrazione di questi provvedimenti non interessa niente». Con tutta la mia buona volontà, non capisco costoro che nel nome di non-so-quale-calata-di-braghe, vorrebbero non avvalersi di una legge dello Stalo che già esiste, datala 22 maggio 1975, che vieta l'uso di caschi integrali o indumenti che ricoprono il volto. Ma, con ancora maggior sforzo di volontà, non rapisco perchè il Sindaco di Codognè, per vietare il burqa, debba ricorrere alla storia del "Babau" che terrorizza i bimbi...
LUIGI FASSONE
Caro Fassone, sono d'accordo con lei su tutta la linea. A cominciare dall'uso ormai strumentale di un problema serio come quello della disoccupazione. che è diventato il refrain di moda per interrompere qualsiasi discorso. Ormai non si può pù parlare di nulla, nemmeno del tempo o dell'ultimo libro letto, che dai salotti chic salta subito fuori uno che dice: «A chi è senza lavoro non interessa niente». Ti posso offrire un caffè? «.Magari, ma chi è senza lavoro...». Mi passi la mortadella? «Eh. ma a chi è senza lavoro....".. Vorrei andare a fare una gita al lago....
«Pero chi è senza lavoro...». A chi è senza lavoro non interessa nulla, probabilmente, di quello di cui parliamo ogni giorno, e così probabilmente non interessa anche a chi è malato di cancro o chi ha un grave lutto in famiglia. Ma che significa? Seguendo questo criterio, ecco, dovremmo chiudere d'autorità tutti i Bar Sport...
Credo invece che proprio per il rispetto che si deve ai senza lavoro (e ai malati o a chi ha un
lutto in famiglia) sia opportuno evitare di strumentalizzarli in ogni tipo di dibattito, a cominciare da quello sul burqa nel paese di Codognè. Nel merito della questione, peraltro, caro Passone. concordo ancora una voliti con lei: il provvedimento è assolutamente inutile. Il divieto di mostrarsi a volto coperto infatti è stabili lo dalla legge: non c'è bisogno di ulteriori ordinanze, basterebbe far rispettare le nonne vigenti.
D'altra parie questo provvedimento non è neppure un caso isolalo. Esso appartiene a quel genere di delibere (ne sono state contate oltre 800 in pochi mesi} con cui i sindaci tentano di conquistarsi simpatie e voti popolari, anche a costo di scivolare ai confini del ridicolo e qualche volta anche un passo più in là. Qualche tempo fa, per esempio, ad Azzano Decimo avevano proposto di permettere la vendita di cous cous e kebah soltanto se accompagnati da polenta, brovada e musetto; mentre in un paese
del Mantovano sono stali affissi manifesti per chiedere ai cittadini di "comunicare con tempestività" la presenza di clandestini, e a Teolo (Padova) è stata nominata una commissione per verificare la buona conoscenza dell'italiano da parte degli stranieri.
Molte di queste norme sono solo folkloristiche, molle vengono poi abrogate perché non reggono alla prova dei latti, alcune servono solo per far guadagnare alla giunta un titolo sul giornale. Eppure, caro Fassone. io non me la sento di prendermela con questi sindaci: il fatto è che il Babau c'è davvero, e fa molta paura.  E nelle trincee della quotidianità in molti si sentono ancora soli, abbandonati, angosciati e spaventali. Un'ordinanza certo non risolve il problema, ma almeno dà la sensazione che non si è soli a preoccuparsi. Che c'è qualcuno che ci pensa..E che forse, se è il caso, può intervenire con misure anche' più serie della delibera sul burqa o sul kebab.








«Vietare il burqa è incostituzionale»

Francia, parere negativo del Consiglio di Stato sulla proposta di legge
Corriere della sera, 31-03-2010
Massimo Nava
PARIGI — Lo portano poche migliaia di donne (meno di duemila, secondo il ministero degli Interni), ma il burqa è sempre più affare nazionale in Francia. È una priorità nel dibattito politico, come ha imposto il presidente Nicolas Sarkozy dopo la sconfitta elettorale e la crescita del fronte xenofobo di Jean Marie Le Pen. Ma è anche un problema di compatibilità con la cornice costituzionale del Paese, che si vanta di essere la patria dei diritti universali.
Proprio ieri il Consiglio di Stato si è espresso sulla costituzionalità del progetto di legge che oltre 200 deputati (non solo della maggioranza, ma anche della sinistra) hanno sottoscritto e che si appresta ad avere una corsia preferenziale all'Assemblea. 1 saggi del Consiglio di Stato suggeriscono la prudenza rispetto a un divieto totale che potrebbe innescare dubbi d'incostituzionalità e quindi la
spirale infinita dei ricorsi e delle polemiche ogni volta che il burqa dovesse essere sanzionato. Il Consiglio propone invece misure che introducano un divieto «il più ampio e il più effettivo possibile», senza però contravvenire ai principi generali del diritto individuale e della libertà di coscienza. Si tratterebbe di rafforzare (e adattare) tutte le normative già esistenti sulla sicurezza e organizzazione dei servizi pubblici. Ad esempio, è già vietato accedere a viso coperto nei luoghi pubblici, impedire l'accertamento della propria identità e della propria età, usufruire di servizi (scuole, prestazioni sanitarie, trasporti) senza farsi riconoscere. Il suggerimento ai legislatori sarebbe di estendere il concetto di luogo e servizio pubblico, comprendendo ad esempio supermercati, banche, luoghi privati accessibili al pubblico come gli stadi di calcio (dato l'obbligo di poter essere identificati). La lista si allungherebbe a tribunali, sedi di municipi, ambulatori, immediate vicinanze delle scuole. Il Consiglio di Stato propone anche di affidare ai prefetti il compito di esercitare un potere dissuasivo nei luoghi pubblici e—in nome dell'ordine pubblico — di estendere la normativa alle gioiellerie, alle conferenze internazionali e alle manifestazioni sportive e culturali, ai cinema e—con involontaria ironia — alle discoteche, come se fosse immaginabile la presenza di ragazze velate, così emancipate da frequentare «boit de nuit». Essendo proibite alle minorenni, le discoteche rientrano nell'elenco per esigenze di controllo della carta d'identità. Equiparato in sostanza al casco integrale del motociclista e secondo le nuove proposte a una variante più rigorosa della legge in vigore sulla laicità dei luoghi pubblici, il provvedimento rischia di perdersi nel ginepraio dei cavilli giuridici e di aprire un dibattito lacerante, tenuto conto che in Francia vivono oltre 4 milioni di musulmani (cittadini francesi, senza contare immigrati regolari e irregolari), la maggioranza dei quali integrati nel modello normativo e nel sistema di valori della Repubblica. Lo stesso Le Pen si era detto favorevole a rafforzare semplicemente le misure di polizia. Ma va ricordato che il primo promotore di una legge per il divieto «integrale» fu André Gerin, deputato e sindaco comunista della periferia di Lione. Sarkozy ha sottolineato che la legge vuole difendere la dignità della donna e il principio di uguaglianza.
Diversi deputati hanno espresso riserve sull'efficacia del provvedimento, ma molti altri, commentando il parere del Consiglio di Stato, hanno dichiarato di voler andare avanti. «Il divieto è totale o è incomprensibile», ha detto il capo-gruppo Jean Francois Copé, primo firmatario della legge, chiedendosi che senso avrebbe proibire il velo nell'ufficio postale e sull'autobus e permettere d'indossarlo in strada. Copé ha ricordato che il Consiglio di Stato aveva espresso analoghe riserve a proposito della legge sulla laicità voluta dall'ex presidente Jacques Chirac. A dimostrazione della discordanza di voci, anche nella maggioranza il presidente dell'Assemblea ha detto che questa legge «non è una priorità».










A Parigi un altro guaio: stop al bando del burqa

il Giornale, 31-03-2010
Alberto Toscano
Parigi La Francia avrà una legge anti-burqa, ma i termini del prossimo dibattito in Parlamento devono essere ancora messi a punto dal governo, sulla base dell'opinione espressa ieri dal Consiglio di Stato. Un divieto assoluto del velo integrale potrebbe venire contestato dal punto di vista giuridico, anche se l'obbligo del viso scoperto può essere giustificato da esigenze di sicurezza e di ordine pubblico in certi luoghi e circostanze. Questa è appunto la sostanza del parere espresso dal Consiglio di Stato francese sul divieto del burqa.
Il parere, che il primo ministro Francois Fillon aveva richiesto a gennaio, è stato consegnato al capo del governo soltanto in questo momento, ossia all'indomani delle elezioni regionali del 14 e del 21 marzo, che hanno visto la sconfitta dell' Union pour un mouvement populaire (Ump), il partito che fa riferimento al presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy.
Reagendo a tale sconfitta, il capo dello Stato ha rilanciato l'idea della legge destinata a proibire l'uso del burqa in tutti i luoghi aperti al pubblico e dunque anche nelle strade e sui marciapiedi.
Il presidente Sarkozy ha fatto propria l'iniziativa di Jean-Francois Copé, capogruppo dell'Ump all'Assemblea nazionale, che da mesi si batte per una legge contro il burqa e che insiste su un elemento molto preciso: in Francia occorre rispettare l'obbligo di rendere riconoscibile il volto delle persone. Ovviamente possono essere previste eccezioni, come nel periodo di Carnevale, ma non è immaginabile che sistematicamente alcune persone circolino sulla pubblica via senza essere riconoscibili. A ciò si aggiunge, secondo Sarkozy, il fatto che il burqa costituisca un segno di inferiorità e di subordinazione della donna.
Tuttavia il rapporto del Consiglio di Stato tende a escludere ogni forma di divieto «generale e assoluto» nei confronti del burqa, precisando che una misura simile «non potrebbe trovare alcun fondamento giuri-
dico incontestabile». Questo non ha comunque scoraggiato il primo ministro Fillon, che continuerà a patrocinare, d'intesa con l'Eliseo, la futura legge sul burqa, chepotrebbe ottenere qualche sostegno anche dai deputati dell'opposizione di sinistra. Benché soltanto duemila donne utilizzino in Francia questa forma di «corazza integrale» a copertura del corpo e del volto, il dibattito sul burqa è divenuto la nuova frontiera della laicità alla francese, cui anche i partiti di sinistra si sentono particolarmente legati.
Secondo il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Henri de Raincourt, ci sarà dapprima una risoluzione parlamentare, destinata a sta¬bilire che il «velo integrale», ossia il burqa, non è il benvenuto sul suolo transalpino. In seconda battuta sarà discusso il progetto di legge che «conterrà le misure da prendere per raggiungere» l'obiettivo, ha spiegato ieri il ministro, intervenendo in una trasmissione radiofonica. Ormai, il disegno di legge contro il burqa sta insomma per approdare in Parlamento, malgrado le perplessità espresse dal Consiglio di Stato.









Immigrazione. Business dei permessi falsi, truffati centinaia di stranieri

Immigrazione, 31-03-2010
Un centinaio in piazza per chiedere il permesso di soggiorno: alcuni degli extracomunitari, per lo piu' marocchini, truffati da una agenzia interinale a cui avevano pagato dai 1000 ai 3000 euro per ottenere una finta regolarizzazione, con un finto datore di lavoro, hanno manifestato ieri pomeriggio davanti alla prefettura di Massa Carrara.
I fatti risalgono al settembre 2009, quando parti' la sanatoria per badanti e colf. L'agenzia di Marina di Carrara, i cui titolari sono spariti, ma che risulterebbero indagati, si faceva pagare anche 3000 euro per inoltrare alla prefettura false richieste di regolarizzazione a nome di ignari cittadini italiani. Anche 13 badanti per un solo anziano risultano dai data base della prefettura che in queste settimane ha iniziato a convocare sia i finti datori di lavoro che i presunti badanti: si tratterebbe infatti solo di cittadini maschi, marocchini e giovani. Una delegazione di extracomunitari e' stata ricevuta dal presidente della Provincia Osvaldo Angeli a cui chiedono di intercedere presso il prefetto, affinche' gli conceda almeno sei mesi per tentare la regolarizzazione. I truffati, in tutto oltre 500 secondo le prime stime, risultano infatti tutti clandestini.










Immigrazione, valutati dal Consiglio territoriale di Potenza sei progetti per il FEI

ConfiniOnline, 31/03/2010
Fonte: Ministero dell'Interno
Sono stati valutati dal Consiglio territoriale dell'immigrazione di Potenza i sei progetti presentati da amministrazioni locali e da associazioni presenti nel territorio della provincia, concernenti i fondi europei per l'integrazione di cittadini di Paesi terzi nell'Unione per gli anni 2007/2013, annualità 2009.

All'incontro che si è svolto il 25 marzo presso la Prefettura di Potenza hanno partecipato rappresentanti della Regione, della Provincia, del Comune di Potenza e della Questura, nonché della Direzione provinciale del Lavoro ed esponenti delle associazioni di categoria, di volontariato e delle organizzazioni sindacali.

I tre avvisi pubblici con i quali saranno finanziati progetti - a valenza territoriale - con le risorse del Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi attengono alle seguenti azioni, individuate dal Programma Annuale FEI 2009:
• Azione 2 - 2009, 'Progetti giovanili'
• Azione 4 - 2009, 'Iniziative di mediazione culturale'
• Azione 5 - 2009, 'Iniziative di mediazione sociale e promozione del dialogo interculturale'

I progetti presentati sono stati ritenuti coerenti con le priorità individuate negli avvisi pubblici e sono stati, pertanto, trasmessi per le valutazioni da parte dell'apposita Commissione Centrale.









Brescia: la Prefettura promuove un “desk immigrazione” per valutare gli effetti della crisi economica sugli immigrati.

ImmigrazioneOggi, 31-03-2010
Un tavolo interistituzionale che comprende anche le organizzazioni di categoria ed il privato sociale per valutare strategie di intervento.
Analizzare gli effetti più significativi prodotti dalla crisi che interessa l’economia locale, con particolare riferimento all’incremento della disoccupazione nella popolazione straniera e ai conseguenti effetti sulla realtà sociale locale. Sarà il compito del desk immigrazione, un organismo interistituzionale istituito presso la Prefettura di Brescia e presieduto dal prefetto Narcisa Brassesco Pace.
Le istituzioni locali che aderiscono all’iniziativa contribuiranno all’elaborazione di un documento unico che il desk presenterà alle autorità locali per suggerire strategie di intervento volte a contenere gli effetti più rilevanti del fenomeno.
Molti gli enti rappresentati: Provincia, Comune, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Comando provinciale della Guardia di finanza, Direzione provinciale del lavoro, Istituto nazionale della previdenza sociale, Centro interuniversitario sulle migrazioni di Brescia, Associazione dei commercianti, Confartigianato, Associazione dei comuni bresciani, Camera di commercio industria e artigianato, Asl del capoluogo lombardo, ASL della Vallecamonica, Associazione industriale bresciana, Associazione provinciale della Polizia locale.








Immigrazione: falsi contratti da badante per cinesi

Polizia Trento sgomina banda, 9 arresti
(ANSA) - TRENTO, 31 MAR - Operazione della polizia di Trento contro l'immigrazione clandestina cinese attuata con contratti fasulli per badanti. Nove gli arresti.
Utilizzando la sanatoria per la regolarizzazione delle badanti, dietro ingenti pagamenti la banda formata da italiani e cinesi - secondo gli inquirenti - procurava contratti di lavoro fasulli volti ad ottenere il rilascio di permessi di soggiorno destinato a clandestini cinesi. I cinesi clandestini dovevano pagare dai 10.000 ai 15.000 euro. (ANSA).









Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links