Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

08 ottobre 2014

Intervento della Santa Sede a Ginevra 
Più accoglienza  verso i richiedenti asilo 
L'Osservatore Romano, 08-10-14
Pubblichiamo la traduzione italiana  dell`intervento pronunciato il 1° ottobre  dall`arcivescovo Silvano M. Tomasi,  osservatore permanente della Santa  Sede presso l`Ufficio delle Nazioni  Unite ed Istituzioni specializzate a Ginevra,  durante il dibattito generale della  65` sessione del Comitato esecutivo  dell`Unhcr 
Signor Presidente, 
Oggi abbiamo raggiunto il più alto  numero di persone forzatamente  dislocate dai tempi della Seconda  Guerra Mondiale. Non è soltanto  un aumento di quantità ma c`è anche  un concomitante aumento di  complessità, dovuto al coinvolgimento  di attori non statali nei conflitti attuali e all`imprevedibile dislocamento  di massa che ne è la conseguenza.  L`obiettivo comune della protezione  è una sfida sempre crescente.  Ciò è dovuto in gran parte al numero  senza precedenti di migranti; alla  mancanza di risorse finanziarie come  risultato della difficoltà dei benefattori;  alle misure sempre più restrittive  che limitano l`accesso dei richiedenti  asilo; alla realtà delle tensioni  che tendono a nascere tra le  popolazioni locali e i nuovi arrivati;  e inoltre al fenomeno dei minori  non accompagnati, che è sempre  più evidente nelle Americhe e anche  in Europa. 
La disponibilità pratica degli Stati  ad ospitare questo crescente numero  di richiedenti asilo e rifugiati  sembra stia diminuendo. Ma la generosità  mostrata finora dalla Comunità  Internazionale è un segno di  speranza, ed essa dovrebbe continuare a esprimere solidarietà alle  vittime dei conflitti armati e di situazioni  di costante violazione dei  diritti umani fondamentali. 
Lo stato delle cose dovrebbe aiutare  tutti noi che formiamo la Comunità  Internazionale a riflettere e  a elaborare urgentemente misure  preventive per far sì che le persone  non siano obbligate a lasciare le  proprie case per sopravvivere. Onesto  fenomeno crea un terribile fardello  sugli Stati ospitanti, che devono  investire una parte enorme delle  loro risorse e perciò esige un obbligo  di solidarietà da parte della comunità  più vasta. 
Il necessario cambiamento di politica  dal concentrarsi su una prospettiva  di assistenza a una di prevenzione  implica un importante mutamento  culturale, nel quale la persona  umana, con la sua inviolabile  dignità e i suoi inalienabili diritti umani, è al centro dell`attenzione,  piuttosto che essere un mero strumento  per decisioni economiche e  politiche. Una simile prospettiva richiede  dalla Comunità Internazionale  una riformulazione dei metodi  e delle strutture di prevenzione, assistenza umanitaria, e sviluppo a  lungo termine. 
La Delegazione della Santa Sede  incoraggia la costante e straordinaria  generosità di molti paesi donatori  e di quelle società ospitanti che  hanno accolto, spesso con grandi  sacrifici, milioni di persone forzatamente  dislocate. Sosteniamo anche  lo sviluppo di una maggiore collaborazione  globale, basata più sulla  solidarietà umana e meno su interessi  egoistici, per rispondere alla piaga  del massiccio numero attuale di richiedenti  asilo e di rifugiati. Certo,  questa solidarietà non è semplicemente  un`idea astratta, ma un imperativo  morale concreto che deriva  dal fatto che insieme formiamo  un`unica famiglia umana. E questo  il primo passo per ottenere la riconciliazione  e riavviare una vita produttiva. 
Come sottolinea Papa Francesco: «Alla globalizzazione del fenomeno  migratorio occorre rispondere con la  globalizzazione della carità e della  cooperazione, in modo da umanizzare  le condizioni dei migranti. Alla  solidarietà verso i migranti ed i rifugiati  occorre unire il coraggio e la  creatività necessarie a sviluppare, a  livello mondiale, un ordine economico-finanziario  più giusto ed equo,  insieme ad un accresciuto impegno  in favore della pace, condizione indispensabile  di ogni autentico progresso» (Papa Francesco, Messaggio  per la Giornata Mondiale del Migrante  e del Rifuggiato, 3 settembre  2014). 
Signor Presidente, 
Per concludere, la permanenza  continua e a lungo termine di popolazioni  in campi profughi e il crescente  numero di persone in aree urbane  sovrappopolate sono di per sé  una chiara manifestazione che la violenza  può solo distruggere e frammentare  la società. L`attuale situazione  nel mondo ricorda alla Comunità  Internazionale che l`unica strada da  percorrere è quella del dialogo verso  una «coesistenza pacifica». 
 
 
 
Migranti, «decine di corpi su spiaggia libica»
Avvenire.it, 08-10-14
Ancora una spiaggia dell'orrore in Libia: decine di cadaveri di migranti sono arrivati sulla terraferma in una zona a ovest di Tripoli. Lo riferisce Rami Abdo, dell'osservatorio euro mediterraneo per i diritti umani citato dalla stampa libica. Si tratterebbe, si spiega, dei morti nel naufragio del 3 ottobre scorso. Secondo altre fonti i corpi sulla spiaggia sarebbero addirittura 150.
Il 3 ottobre, giusto alla vigilia dell'anniversario della strage di Lampedusa, la Mezzaluna rossa libica aveva annunciato di aver salvato un'ottantina di migranti, naufragati in mare aperto su un battello dove erano assiepati in oltre 200. Dieci i cadaveri recuperati in mare, di fronte alla spiaggia di Qarabouli, a ovest di Tripoli, divenuta anch'essa tragicamente nota lo scorso settembre quando decine di cadaveri di un altro naufragio arrivarono sulla spiaggia.
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), ha successivamente precisato che il naufragio del 3 ottobre aveva coinvolto due imbarcazioni. Nel complesso erano 250 le persone a bordo: solo 120 sono state salvate dalla guardia costiera e 10 i corpi trovati finora, 130 i morti.
 
 
 
Striscione di Casa Pound: “Basta immigrati”
gonews.it, 08-10-14
“Basta immigrazione”, questa la scritta su uno striscione affisso dai militanti di Casa Pound Italia proprio davanti l’Hotel Bellavista a Le Piastre, sulle colline pistoiesi, indicato nei giorni scorsi come probabile nuovo sito di accoglienza in provincia di Pistoia per oltre quaranta profughi. “L’arrivo dei cosiddetti ‘profughi’ in provincia – spiega in una nota di Casa Pound Pistoia – continua senza soste ed ora ad essere preso d’assalto, dopo la Valdinievole, è il territorio della Montagna Pistoiese”.
 
 
 
Moschee, ecco le tre aree: Marignano, Sant’Elia e Esterle
L’assessore all’Urbanistica De Cesaris ha comunicato i luoghi che saranno inseriti nel bando comunale. Uno è usato già ora per la 
preghiera islamica, accanto al Palasharp
Corriere.it, Milano, 08-10-14
Le aree destinate al bando per nuovi luoghi di culto in città sono state individuate in via Marignano e in via Sant’Elia, mentre in via Esterle è localizzato l’edificio dismesso, terzo luogo che sarà inserito a bando. A riferirlo, nella seduta della commissione Urbanistica a palazzo Marino, è stata il vicesindaco Lucia De Cesaris. «Abbiamo chiuso l’istruttoria per individuare le aree che possono ricevere servizi, in base a quanto previsto dal Pgt, con la possibilità di localizzare luoghi di culto. Abbiamo fatto una serie di valutazioni circa le caratteristiche delle aree, il luogo, l’accessibilità, le criticità pregresse, l’utilizzabilità». La prima area si trova in zona 4, in via Marignano, vicino alla stazione di San Donato, ed è ampia 3400 metri quadri. La seconda è accanto al Palasharp, di 5mila metri quadri: si tratta dell’area occupata dalla tensostruttura usata già ora per la preghiera islamica. L’edificio di via Esterle ha una superficie di 1490 metri quadri.
La Lega affila i coltelli
«Per la Lega non c’è spazio per nessuna moschea a Milano. Chi le finanzia? Cosa si predica? In che lingua? Da sabato la Lega raccoglierà le firme per un referendum». Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, si affida a Facebook per bocciare le intenzioni del Comune di Milano di costruire tre luoghi di culto in città, in tre aree individuate e comunicate oggi. Ma ingenerale, contro i progetti dell’amministrazione Pisapia, è tutto il centrodestra a ribellarsi. «Allestiremo i gazebo proprio nelle aree individuate per sentire i cittadini al riguardo - assicura il capogruppo `lumbard´ Alessandro Morelli nella commissione consiliare durante la quale sono state annunciate le aree -. E guarda caso sono tutte aree nelle periferie. Chiediamo inoltre di convocare questore, prefetto e presidente del Copasir», la commissione parlamentare di controllo dei servizi di sicurezza.
 
 
 
Dalla crisi dell'Italia alla povertà del Burkina Faso: emigrati in cerca di felicità
Emigrare in Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri dell'Africa, può sembrare una mossa azzardata. Le testimonianze di molti italiani trasferitisi a vivere lì, che raccontano le proprie scelte e il modo in cui sono riusciti a costruire una nuova vita
Radattore sociale, 07-10-14
ROMA – La crisi porta molti italiani ad emigrare, ma in questo caso la meta d’elezione non è un qualche ricco Paese occidentale, bensì il Burkina Faso.
Non ci sono spiagge dorate né palme da cocco, ma chi ha scelto di trasferirsi in quello che è uno dei Paesi più poveri dell’Africa spesso ha deciso di farlo per fuggire da un posto che non sente più proprio e per rifarsi una vita.
Diverse le testimonianze raccolte dal mensile Africa, missione e cultura, che spiegano la scelta di tanti giovani ed anziani trasferitisi qui. C’è Giuliana Dacasto, una donna di 71 anni di origini piemontesi che ha deciso, una volta raggiunta la pensione, di trasferirsi a Ouagadougou. Cinque anni fa ha aperto un bed&breakfast, la “Maison d’hôtes chez Giuliana” e racconta “Per una vita ho prodotto pellicce nella mia pellicceria di Cuneo. Poi è subentrata la crisi, la stanchezza e la vecchiaia. In Europa quando compi 65 anni sei considerato una persona da rottamare, nessuno apprezza ciò che sai dare e che potresti insegnare. Dopo una vita di sacrifici ho chiuso l’attività. (…) Nel 2004 ho preso casa in Burkina Faso, un Paese che avevo già visitato anni prima per un progetto di cooperazione promosso dalla Confartigianato. Ho pensato di aprire un bed&breakfast. I miei due figli mi danno una mano. L’idea funziona. Ho ritrovato il sorriso, la tranquillità, la voglia di vivere. Qui la persona anziana viene apprezzata e valorizzata. Dell’Italia mi mancano il fresco, la neve, la carne cruda. Poco altro. Non voglio più andarmene”.
Cristina Daniele, che è arrivata nella capitale del Paese nel 2005 grazie al servizio civile internazionale con l’ong Lvia, e che una volta terminato il progetto ha deciso di fermarsi. “La gente del Burkina mi ha stregato. Ho lavorato assieme a una ventina di donne per un progetto di riciclaggio di rifiuti plastici. In breve sono diventate la mia famiglia. Oggi ho una vera famiglia italo-africana: un compagno burkinabé e due bambini, il più piccolo dei quali ha pochi mesi. Mi occupo ancora di progetti di cooperazione, cercando di conciliare il lavoro con il ruolo di mamma”.
Luca Fusi, un toscano di 41 anni, che ha studiato teatro a Milano e Parigi e che  ha trovato in questo Paese la possibilità di realizzare il suo sogno: adesso è direttore dell’Ecole de théâtre du Cfrav. “Il Burkina Faso ha una grande tradizione e vocazione teatrale” spiega. “Ci sono attori e registi di altissimo livello e circa 200 compagnie attive, alcune delle quali tengono coi loro spettacoli tourneé internazionali”. “Non mi manca nulla di davvero importante. Sono felice di ciò che faccio. Ho ritrovato i valori semplici e genuini vissuti nella mia infanzia in un paese della Toscana”.
E così come loro, molti altri hanno scelto di ricominciare in posto così lontano dall’Italia che ha saputo dimostrarsi accogliente e ricco di possibilità, non solo dal punto di vista lavorativo. (hélène d’angelo)
 
 
 
Razzismo, baby talento del Milan squalificato per cinque giornate
la Repubblica.it, 07-10-14
TAG spy calcio"Questo è per te, negro di merda": una frase terribile che è costata a Cosimo Marco La Ferrara, baby talento di 16 anni, milanista, 5 giornate di squalifica (e 5.000 euro di ammenda al Milan): è il più giovane calciatore squalificato in base alle nuove, più severe, norme contro il razzismo volute dalla Uefa e recepite dalla Figc. Un primato di cui essere poco fieri. Il tribunale nazionale federale della Figc, ex Disciplinare (presidente Artico, componenti Andriani, Cerami, Tobia, Vasques, Giuliano), ha accolto solo in parte (erano stati chiesti 10 turni di stop e 10 mila euro di ammenda al club) le richieste di condanna della procura generale. Il Milan, con l'avvocato Lorenzo Cantamessa, figlio dello storico legale rossonero Leandro, ha limitato i danni. 
Il fattaccio è successo il 24 marzo scorso. Derby regionale allievi: Cosimo, appena segnato il gol del 5-0, si rivolge al nerazzurro Opoku, gli fa il gesto della manita (il cinque con le dita) e gli sibila: "Questo è per te, negro di merda" (non si sa esattamente se abbia detto "negro o nero di...", ma per i giudici la cosa è stata ritenuta irrilevante). Opoku reagisce e molla uno schiaffo al milanista: interviene anche Cristian Brocchi, tecnico dei rossoneri, che toglie dal campo Cosimo e lo obbliga a chiedere scusa. Ma non basta: l'allenatore, in accordo con la società, tiene fuori La Ferrara per altri quattro turni. Una punizione che non tutti i club avrebbero preso (purtroppo). Ma non si scherza su questo tema (gaffe a parte). 
Cosimo è un talento: il Milan quest'anno gli ha fatto firmare il primo contratto da professionista, sino al 2017, e Mino Raiola, agente di Balotelli e Ibrahimovic, ha già messo gli occhi su di lui. Ci era cascato nello stesso peccato lo scorso anno anche l'atalantino Alberto Grassi, azzurrino, 19 anni: aveva insultato un giocatore del Verona. Per lui 10 turni di stop poi ridotti perché si era pentito e impegnato a fare il volontario. Artico e c. hanno scritto, tra l'altro, nella loro motivazione: "valutato altresì che il soggetto deferito è di giovanissima età e compito delle istituzioni è soprattutto quello di favorire una crescita dei ragazzi basata sul pienoo recepimento dei principi di lealtà, probità e correttezza con rifiuto di ogni forma di condotta discriminatoria...".
Forse La Ferrara, pure lui pentito, atteggiamento che è stato apprezzato dai giudici Figc, farà lo stesso e andrà a tenere compagnia ai vecchietti. Come fa il suo presidente Berlusconi...
Record per il processo di Varriale: un picco di oltre 500.000 spettatori
Festeggia Enrico Varriale grazie a Juve-Roma: il suo Processo del Lunedì, in onda su Rai Sport 1, spicca il volo e batte i record. Nella puntata di ieri, ricca di temi e di ospiti come il dg Juventus Beppe Marotta e il presidente del Cip Luca Pancalli, il programma ha realizzato nella prima parte l'1,24% di share con 335 mila spettatori e nella seconda il 2% con 332mila spettatori e un picco alle 23,26 del 3% con oltre 527mila telespettatori. Da segnalare come il programma, dalle 21 e fino alle 24,11, ha tenuto incollati a RaiSport 1 oltre 350mila spettatori medi.  Ottimo risultato anche per quando riguarda l'interesse da parte del pubblico che utilizza i social network: l'hashtag del Processo è stato il trend topic di twitter durante tutta la durata della trasmissione.
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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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