Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Esperienza della scuola Don Milani - Colombo

“Don Milani - Colombo”
Scuola Statale Secondaria di Primo Grado
Salita Carbonara 51, Genova – telefono: 0102512660-139  Fax 010 2512654 
www.donmilanicolombo.com


Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 34   La scuola è aperta a tutti

Convenzione sui diritti del fanciullo, Nuova York,  20 – 11 - 1989
Art. 28   Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione

Genova, 1 settembre 2009
Il Parlamento ha approvato in luglio il cosiddetto "pacchetto sicurezza", che introduce il reato di immigrazione clandestina e con esso l'obbligo a carico dei pubblici ufficiali, e quindi anche degli insegnanti e dei dirigenti, di denunciare la persona che commette tale reato. Si ricorda che il pubblico ufficiale che non denuncia un reato di cui sia venuto a conoscenza, è penalmente perseguibile, di “omissione di denuncia” (Codice Penale - Art. 361 “Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale”).

Noi consideriamo il reato di immigrazione clandestina palesemente incostituzionale, perché punisce le persone migranti non per quello che fanno ma per quello che sono, e speriamo che la Corte Costituzionale si esprima al più presto in tal senso. In attesa di un pronunciamento della Corte riteniamo sia necessario agire per tentare di ridurre gli effetti del reato di immigrazione irregolare, per lo meno nel settore in cui operiamo, ovvero la scuola.
Pensiamo questo in coerenza con gli ideali pedagogici che ispirano il nostro Progetto educativo e la nostra pratica formativa, e in continuità con la nostra storia professionale, che fin dai primi anni '90, di fronte alla prima ondata migratoria, ci ha visti impegnati ad accogliere qualunque bambino, indipendentemente dai documenti in possesso dei genitori; a garantire il diritto ad una istruzione di qualità a tutti i gli alunni e le alunne, indipendentemente dalla loro provenienza, religione, condizione sociale; a costruire un ambiente scolastico interculturale, ovvero ricco di opportunità di relazione e scambio tra bambini e bambine di ogni parte del mondo; a contrastare pregiudizi e stereotipi e a prevenire forme di razzismo e di xenofobia sempre in agguato. Da venti anni operiamo per l'inclusione e per la comunicazione interculturale anche grazie ad un quadro normativo nazionale che ha dato chiare e coerenti indicazioni, legittimando e incoraggiando le azioni di accoglienza, integrazione e di educazione alla mondialità e all'intercultura.
Rispetto a tale storia le nuove norme approvate a Luglio, ispirate da una “cultura” xenofoba ed escludente, introducono una netta rottura e discontinuità, diffondendo nel Paese un clima diseducativo di ostilità  e di “respingimento” delle persone immigrate. Non possiamo acconsentire a ciò. E’ il senso stesso del nostro lavoro di anni o decenni che viene demolito da queste norme e sta a noi renderle vane e inapplicate, rispondendo con la disobbedienza civile, attraverso un'aperta dichiarazione di obiezione di coscienza.

Oltre a rifiutarci, come pubblici ufficiali, di denunciare gli immigrati irregolari, come lavoratori della scuola riteniamo doveroso esprimerci contro altri aspetti del “pacchetto sicurezza” che contraddicono i principi della convivenza civile. Essi possono essere così sintetizzati:
•    Il migrante irregolare non potrà denunciare un reato né testimoniare ad un processo, avrà l’obbligo di esibizione del permesso di soggiorno per gli atti di stato civile, il che comporta l'impossibilità di registrare una nascita, di riconoscere il proprio figlio (che verrà così dichiarato adottabile) e di contrarre matrimonio.
•    Chi dà alloggio a migranti irregolari, anche con contratti di affitto regolari, verrà punito con la confisca della casa ed il carcere fino a tre anni.
•    I tempi di detenzione nei C.I.E (centri di identificazione ed espulsione) sono prolungati fino ad un massimo di 180 giorni (sei mesi).
•    I servizi di money transfer  (da chiunque siano gestiti, e quindi anche da italiani) sono obbligati a richiedere il permesso di soggiorno dell'utente straniero, a conservarne copia per dieci anni e comunicare all'autorità di pubblica sicurezza i dati dei migranti irregolari, pena la cancellazione dall'elenco degli agenti in attività finanziaria.

Ci appelliamo alle scuole genovesi, alle Istituzioni, alle Associazioni, alle singole persone:

1.    perché si allarghi l'atteggiamento di obiezione etica a norme che contraddicono le finalità educative della scuola e la deontologia professionale dei suoi operatori;

2.    perché le scuole, nelle forme che riterranno più opportune, rassicurino le famiglie immigrate presenti sul fatto che non saranno denunciate per il cosiddetto reato di clandestinità, abbassando il livello di paura e angoscia che queste norme provocano in altri ambiti della loro già difficile vita;

3.    perché in ogni scuola siano potenziate, con rinnovato vigore, le azioni di accoglienza, di inclusione, di prevenzione di ogni forma di razzismo.
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Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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