Le case di Messina

Dal mese di agosto una bufera burocratica si è abbattuta  sugli uffici comunali in seguito all’introduzione del pacchetto sicurezza. Alla questura di Messina centinaia di richieste per il rilascio del permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo – ex carta soggiorno- sono bloccate ed allo Sportello Unico Immigrazione sono pochissime le nuove richieste di ricongiungimento familiare inviate.
La disponibilità di un alloggio, garantito dal datore di lavoro, idoneo e “certificato” dall’Amministrazione Comunale o dall’AUSL, costituiva già prima del pacchetto sicurezza un ostacolo a diritti costituzionalmente garantiti e sanciti in Convenzioni internazionali ratificate  dall’Italia, ed era già una norma vessatoria. Un vero incubo per  quei migranti con  un contratto di affitto non registrato o con una casa non abbastanza grande secondo i parametri minimi dell’edilizia residenziale pubblica.
Il Circolo Arci Thomas Sankara ha promosso negli anni  mobilitazioni di vario tipo, sit-in, scioperi della fame per riuscire a mitigare il peso della burocrazia e il rapporto con l’amministrazione comunale per il rilascio di tale certificazione.
Infatti, già qualche anno fa, l’amministrazione comunale di centro-destra aveva optato per una procedura che non rispondeva affatto a criteri di semplificazione, efficacia, garanzia del diritto, richiedendo certificazioni e perizie di ogni tipo (impianto elettrico, perizie giurate,etc), travalicando di gran lunga l’intenzione della legislazione allora vigente. La mobilitazione ha portato ad una semplificazione della procedura  stabilita in seno al Consiglio Territoriale per l’Immigrazione in accordo con l’Amministrazione Comunale: l’autocertificazione del padrone di casa. Negli anni abbiamo sempre monitorato l’accesso a tale certificazione, e abbiamo registrato, già ai primi del 2009, l’inizio di ulteriori verifiche ovvero il mancato accoglimento di domande corredate da ricevute postali per il primo rilascio del permesso di soggiorno e da ricevute di iscrizione e/o variazione anagrafica in attesa da mesi della nuova residenza.  Poi i tempi di rilascio si sono inspiegabilmente allungati, mesi di attesa, che sono diventati anche quattro in alcuni casi. Infine, ad agosto senza preavviso l’ufficio preposto non ha accettato più alcuna istanza, in attesa di “armonizzare” il procedimento amministrativo al pacchetto sicurezza. l’Arci ha quindi presentato un reclamo d’urgenza al sindaco ed agli assessori con delega per l’immigrazione ed i servizi sociali, per interruzione di pubblico servizio. A fine settembre la giunta comunale sceglie di risolvere la questione con l’adozione di una delibera,  inquinata da pregiudizi è presente infatti il richiamo alle politiche delle città del Nord ed alla pericolosità sociale del cittadino migrante. In tale provvedimento è poi inspiegabilmente equiparato il certificato di idoneità alloggiativa al certificato di abitabilità. In piena violazione di legge si introducono requisiti illegittimi e si aprono le maglie a rilevazioni fatte esclusivamente da periti esterni rendendo il procedimento gravoso anche dal punto di vista economico. Il circolo Arci Thomas Sankara ha immediatamente presentato opposizione alla delibera chiedendone il ritiro e se ciò non dovesse verificarsi non esiteremo a rivolgerci al Tribunale amministrativo. Questa vicenda appare grottesca, tanto più in una città dove pochissime sono le case con l’abitabilità e la cui “insicurezza” è tristemente stata svelata dai recenti fatti di cronaca.


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